giovedì 25 aprile 2019

33 ANNI DOPO CHERNOBYL: PROIEZIONE DEL DOCUFILM "LÀ SUTA", VENERDÌ 26 APRILE A CASSINELLE





https://tgvercelli.it/serata-legambiente-cassinelle-sui-rischi-degli-attuali-metodi-stoccaggio-scorie-radioattive/

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "CUSTODI ERRANTI", SABATO 27 APRILE 2019 ORE 21,00 A MONTOGGIO

Un nostro socio ci segnala la presentazione di questo libro, edito da "Il Piviere"




CUSTODI ERRANTI. UOMINI E LUPI A CONFRONTO Questo libro racchiude in se un inedito progetto fotografico durato tre anni riguardo una breve (ma al contempo lunghissima) storia che conduce al difficile rapporto tra il lupo e la pastorizia e sulle possibili strategie per una coesistenza duratura.   Una storia in cui lupi e uomini non vengono documentati in maniera separata ma come due vite parallele che si incontrano e che condividono tra loro molto più di ciò che si è portati a pensare, in un contesto ambientale ricco di personaggi e luoghi straordinari.   Tutte componenti legate tra loro da un filo, il quale potrebbe spezzarsi con grande facilità.  Una scommessa e un contributo per le presenti e future generazioni, nel valorizzare, riavvicinarsi e vivere personalmente il nostro straordinario patrimonio naturalistico (dal quale noi tutti dipendiamo) e nel risolvere importanti problematiche che riguardano la coesistenza tra il lupo ed alcune antiche attività umane legate all’ambiente in cui questo straordinario e indescrivibile predatore vive e ha vissuto per millenni.    Dalla prefazione di Luigi Boitani:   " Un esempio raro di dedizione ad un sapere antico che, purtroppo, sta lentamente svanendo. Mi auguro che questo libro lasci una traccia indelebile in tutti i lettori”.     Il libro è stato presentato in tutto il territorio nazionale, in musei storici (Roma, Venezia, Torino, Firenze, Grosseto ecc.), parchi, università, associazioni e in canali televisivi come  GEO&GEO  (Rai tre),  Rai Cultura  e radio nazionali. In Trentino è stato presentato anche presso il Muse e presso il Centro Documentazione Luserna, dove ho avuto l'opportunità e il piacere di dare il mio contributo con una mia mostra multimediale, allestita in occasione dell'esposizione " Il Ritorno del Lupo" che in 4 mesi è stata visitata da 13000 persone.     Link di approfondimento:  ·      - https://www.matteoluciani.com/custodi-erranti-uomini-e-lupi-a-confronto.html·
www.matteoluciani.com    
https://www.youtube.com/channel/UClQ_MTHSfRDuQ0vhqWNFAjw 
- tel. 334/3722027 
 - New Book: Custodi Erranti. Uomini e lupi a confronto - Errant Keepers. Men and Wolves in comparison   - Instagram: https://www.instagram.com/matteolucianiphoto/ 
 - YOU TUBE Channel    
- Fine art Print / Stampe Fine Art

mercoledì 17 aprile 2019

GRETA THUNBERG A ROMA: APPUNTAMENTO PER IL 19 APRILE IN PIAZZA DEL POPOLO ALLE ORE 10

Venerdì 19 aprile tutti a Roma!

"LA CRISI CLIMATICA NON VA IN VACANZA, E NEMMENO NOI"

queste le parole di Greta Thunberg mentre si prepara al suo arrivo a Roma per una due giorni in cui incontrerà il Papa, i rappresentanti del Senato italiano e poi sarà in piazza a Roma con gli studenti del Friday for Future. 

Per tutti i legambientini, l'appuntamento per andare insieme alla manifestazione che si svolgerà venerdì 19 aprile a Piazza del Popolo dalle 10 alle 15 è alle ore 9.15 a Piazzale Flaminio, angolo via Flaminia, al capolinea dei tram.

Lì troverete una bandiera gialla sventolante come segno di riconoscimento.
Che poi verrà opportunamente nascosta :-)

Il coordinamento di FFF ha deciso, come di tradizione, che non sarà possibile portare bandiere, ma si possono fare cartelli firmati, purché la firma/logo non diventi l'elemento principale. 

Il che vuol dire che potete mettere scritta e logo Legambiente, affianco ad una scritta sul tema della giornata, ma non predominante.

Come elemento comune legambientino abbiamo pensato, viste le richieste, di arrivare tutti con maschere di orsi e pinguini, i due simboli della lotta al cambiamento climatico. Per questa ragione vi chiediamo di arrivare ognuno con la propria maschera. 

Vi chiediamo di rispettare tali indicazioni e di portare tanti cartelli fatti a mano.

Su cosa scriverci, contiamo sulla vostra fantasia!

Per qualsiasi necessità potete contattare Katiuscia Eroe via mail k.eroe@legambiente.it o al 348 0074830. Comunicate a Katiuscia la vostra presenza, prima del 19, visto che la rete telefonica quel giorno potrebbe non funzionare bene!

Ci vediamo in piazza!
Giorgio Zampetti
Direttore generale Legambiente

venerdì 12 aprile 2019

RI-CYCLO DATES: LINDA MAGGIORI A ALESSANDRIA, VENERDì 12 APRILE ORE 18.30

WALK, WATCH AND CLEAN TRA CARROSIO E GAVI: GRAZIE A TUTTI I PARTECIPANTI!

Sabato 6 aprile 2019 lungo i fossi e i rii adiacenti alla Strada provinciale 160 tra Carrosio e Gavi, abbiamo raccolto 19 sacchi condominiali di spazzatura, pneumatici, latte di vernice, cartucce da caccia e neon.

I rifiuti raccolti erano costituiti prevalentemente da plastiche e, in misura inferiore, da materiale ferroso.


Il percorso scelto è uno dei luoghi simbolici delle vertenze ambientaliste della Valle, perché è stato profondamente trasformato dai cantieri di allargamento delle strade propedeutici alla realizzazione della linea merci AV/AC Terzo Valico dei Giovi. In particolare il Ponte della Maddalena è stato completamente rifatto con un nuovo percorso fortemente impattante, sia perché pesantemente incidente nell'alveo del Lemme che per la distruzione degli argini naturali sostituiti da manufatti artificiali che hanno stravolto e distrutto definitivamente la flora e le belle marne che disegnavano le anse del fiume. La strada inoltre è percorsa quotidianamente da decine di camion provenienti da o destinati a uno dei cantieri dell’Alta Velocità, sito in Val Lemme, che causano un grave impatto sull'ambiente e la vita dei residenti.

Grazie a tutti i partecipanti, a Guido, volontario del progetto #VisPo, al Comune di Gavi e a #GestioneAmbiente per aver messo a disposizione i contenitori, ai forni Pulini di #Bosio e Da Giovanni di #Gavi per avere offerto 2kg di #focaccia fragrante ai #volontari!!








Raccolta meticolosa...

...estrema...
...capillare...

...ostinata!







giovedì 11 aprile 2019

TURISMO INSOSTENIBILE: LETTERA AL MINISTERO DELL'AMBIENTE A TUTELA DELLE VALLI DI COMELICO





Alla c.a.
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MiBAC)
Ministro dott. Alberto Bonisoli
ministro.segreteria@beniculturali.it

Gentile Signor Ministro,
lo scopo della presente lettera è quello di sollecitare la Sua autorevole attenzione sul
problema delle trasformazioni ambientali che minacciano l’integrità paesaggistica ed
ecologica di un importante settore delle Dolomiti Orientali, contro le quali si sono mosse
da tempo le nostre associazioni, coinvolgendo anche la Soprintendenza competente.

Nel gennaio 2017, lo studio Plan Team di Bolzano su incarico della società “Drei Zinnen”
ha realizzato uno studio di fattibilità per un progetto di valorizzazione sciistica dei pendii della valle del Comelico, che salgono verso il confine altoatesino, per collegare alcuni impianti di risalita del versante veneto con l’estesa rete degli impianti sciistici di
quella Provincia a statuto speciale. Le Autorità amministrative del Veneto e dell’Alto Adige hanno previsto di reperire le ingenti risorse finanziarie necessarie, attingendo a una parte del Fondo comuni confinanti (ex Fondo Odi). 

Il collegamento sciistico progettato verrebbe finanziato per il 70% dalla Provincia di Bolzano con 26 milioni di Euro, allo scopo di far tracimare nel Veneto la rete degli impianti della val Pusteria,ormai stracolma.

Il progetto prevede:
a) due nuovi impianti di risalita in territorio bellunese: la cabinovia Popera, che sale da Campotrondo in Valgrande (1306 m s.l.m.) fino alla Cima dei Colesei (1972 m s.l.m.) e la seggiovia Valgrande, che da Campotrondo sale verso il Col d'la Tendla (1600 m s.l.m.);
b) tre nuove piste che collegano la Cima dei Colesei al Passo di Monte Croce Comelico (Popera I); la pista Popera II, che dal Passo di Monte Croce Comelico
scende a Campotrondo, e la pista Valgrande che scende sotto l'omonimo impianto in progetto.

Inoltre è previsto un ampio bacino per l'innevamento artificiale nei pressi di Bagni di Valgrande, in prossimità delle sorgenti sulfuree. Infatti, la quota modesta delle previste stazioni d’arrivo, unita all’orientamento meridionale dei percorsi, rende
necessario un costante e costoso uso dei cannoni per l’innevamento artificiale.

Senza tenere in conto la progressiva scarsità di precipitazioni nevose dovute al riscaldamento del Pianeta.

Come riportato nel Rapporto Ambientale del Piano Regionale Neve (PRN) della Regione
Veneto, le nuove piste da sci e i nuovi impianti intersecherebbero aree di notevolissimo
e documentato pregio naturalistico e ambientale. 
Tra queste zone si annoverano aree
Natura 2000, tra cui la ZPS IT3230089 “Dolomiti del Cadore e del Comelico” e la ZSC
IT3230078 “Gruppo del Popera, Dolomiti di Auronzo e del Comelico”. 
L’intero versante occidentale della valle del Comelico rientra nei confini della “buffer zone” stabiliti
dall’UNESCO, quando ha riconosciuto a una parte del territorio delle Dolomiti la qualità necessaria per essere inserito nei Monumenti Naturali del Mondo (World Heritage).

L'iscrizione delle aree citate a Patrimonio Mondiale Dolomiti UNESCO si basa sulla stesura di una Strategia di Gestione che garantisca la tutela e la salvaguardia dell'integrità del territorio. In modo particolare vengono sottolineati il divieto di
intensificare le infrastrutture e la necessità di gestire in modo sostenibile il maggior flusso turistico derivante dal riconoscimento stesso. 

In altre parole stiamo parlando di un
ambiente naturale di spettacolare fascino, che fino ad oggi si è conservato pressoché integro. Lo stesso rapporto prosegue classificando la valle del Comelico (Padola) di medio-basso pregio sciistico potenziale. Il testo evidenzia infine come la realizzazione di
questo progetto comporti un incremento della cementificazione e una ulteriore pressione sulle risorse idriche già fortemente messe in crisi dagli impianti idroelettrici presenti (centrali di Sopalù, Campolongo e Pelos).

I tracciati degli impianti a fune e delle piste da sci proposti in questo progetto intersecano la zona buffer Dolomiti UNESCO, precedentemente menzionata. Il rapporto che sancisce tale riconoscimento (Report of decisions of the 33rd session WHC-
09/33.COM/20, p. 188 of the World Heritage Committee; Seville, 2009) pone come
elementi fondamentali l'esistenza e il mantenimento dell'integrità di porzioni di territorio non ancora antropizzati, nei quali ricadono anche siti di Natura 2000.

A ragione dunque la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e per le Province di Belluno, Padova e Treviso, ha espresso più di una volta parere negativo (pareri negativi rilasciati il 14.01.2015 (Prot. n. 0000670), il 17.02.2015 (Prot. n. 0003533), il16.06.2015 (Prot. n. 0013652), il 27.02.2017 (Prot. n.0004167-VE-Re), il 01.09.2017 (Prot.n. 0018737-VE-Re), anche dopo che il progetto è
stato lievemente modificato dai proponenti (Prot. n. 0002754-VE-Re) a causa dell’inaccettabile impatto ambientale e paesaggistico del collegamento in oggetto.

Crediamo utile riportare alcuni passaggi dell’ultimo parere, in cui si riconosce la natura economica e di sviluppo turistico del progetto, ma si ritiene che: “sebbene modificata al fine di un miglior inserimento paesaggistico degli impianti, la proposta avanzata è
tuttora incompatibile con la conservazione delle valenze paesaggistiche incontaminate del sito, nonché con gli indirizzi di ordine generale dell'Unesco e della Regione del Veneto sulla possibilità di implementazione di nuovi impianti sciistici per l'area in oggetto.”

Per questo motivo la Soprintendenza del Veneto ora sta subendo gli attacchi pressanti,
spesso addirittura sguaiati e disinformati, di una parte dei media locali e nazionali, e di
una parte delle formazioni politiche alle quali gli elettori hanno affidato il compito di rappresentarli.

Dobbiamo affermarlo senza ambiguità: il paesaggio naturale italiano, tutelato dalla Costituzione (articolo nove), va considerato in tutti i sensi un bene comune che - proprio come tale – non può essere imprigionato nelle maglie degli interessi particolari e
esclusivi di questa o quella comunità e pertanto merita di essere difeso in modo strenuo.

Sempre secondo la Costituzione nessuno può pensare di essere il padrone assoluto di un bene materiale. Di conseguenza i diritti di coloro ai quali è capitato in sorte il destino di nascere e vivere nelle valli montane restano innegabili e devono essere tenuti in debito
conto; ma vanno armonizzati con la vocazione dei luoghi, così come essa è percepita, riconosciuta e difesa dall’intera collettività nazionale e sovranazionale. 

Solo accettando questa verità, che supera il groviglio delle convenienze puramente localistiche, sarebbe
possibile dare vita a un dialogo costruttivo tra i portatori dei diversi interessi in gioco.
Riconosciamo il valore delle iniziative intraprese dal Ministero da Lei validamente guidato per raggiungere tale meta.
Anche le scriventi associazioni sono consapevoli del drammatico problema della progressiva marginalizzazione delle comunità delle montagne venete e della necessità di creare nuova occupazione e apprezzano il fiero attaccamento degli abitanti alle proprie radici e la loro volontà di migliorare la propria qualità della vita senza essere costretti a
emigrare; neppure sottovalutano le difficoltà quotidiane derivate dalla scarsità dei servizi essenziali. 

Ma davvero il progetto in questione contribuirebbe a risolvere tali problemi? Noi abbiamo molte ragioni per non crederlo. Oggi non è lungimirante investire
in grandi impianti per lo sci di discesa e nelle pesanti infrastrutture che consumano la montagna e ne corrodono il fascino, portando spesso vantaggi irrisori. Troppe “cattedrali nel deserto”, abbandonate perché non sostenibili economicamente, o vistosamente sotto utilizzate rispetto agli investimenti iniziali, già deturpano le nostre Alpi. 

Bisogna avere il coraggio porre un freno ad iniziative che appaino ingiustificate non solo per le
loro ricadute ambientali ma anche alla luce del calcolo costi-benefici dal punto di vista economico. Pur comprendendo le speranze degli abitanti del Comelico, troviamo che sarebbe più lungimirante investire le risorse previste per la realizzazione di questo progetto in iniziative concrete, orientate verso un turismo di qualità, rispettoso dei valori ambientali del territorio, e capaci nel contempo di offrire nuovo respiro alla qualità della vita degli abitanti del Comelico.

Confidiamo, gentile Signor Ministro, di continuare a godere dell’appoggio del Dicastero da lei guidato, avvalendoci anche in futuro del costruttivo e efficace sostegno della competente e coraggiosa Soprintendenza veneta.


5/04/2019
In fede,

Mountain Wilderness Italia
Italia Nostra
LIPU
Federazione Nazionale ProNatura
Legambiente
WWF

lunedì 8 aprile 2019

PRESENTAZIONE RAPPORTO MOBILITARIA 2019 - ROMA, 17 APRILE 2019

Riceviamo da Anna Donati e volentieri diffondiamo il suo invito:

Cari amici ed amiche,
il 17 aprile 2019 al mattino,  presso FS a Roma,  presenteremo il nuovo Rapporto Mobilitaria 2019, elaborato da Kyoto Club, CNR IIA, in collaborazione con OPMUS Isfort.                     
Offre un quadro complessivo sull’andamento della qualità dell’aria e delle politiche di mobilità urbana nelle principali 14 città e aree metropolitane italiane nel periodo 2017-2018.


Ma la vera novità contenuta nel rapporto 2019 è la collaborazione con OPMUS, l'Osservatorio sulle politiche di mobilità urbana sostenibile di ISFORT, che ha elaborato una indagine sulla mobilità nelle 14 are metropolitane, che ha ricostruito le tendenze in atto 2016/2017 rispetto ai dati del 2012/2013. Dati inediti che inquadrano il tema complesso della mobilità nelle 14 aree metropolitane.


Oltre a questo, sono inclusi interessenti interventi di T&E sulla decarbonizzazione nei trasporti ed uno di TRT Trasporti e Territorio sugli scenari per la mobilita elettrica in quattro aree metropolitane.

Come lo scorso anno il rapporto è ricco di dati, tabelle, tendenze con una grafica efficace ed accattivante.

Vi allego il programma della presentazione e il link all'evento https://www.kyotoclub.org/prossimi-eventi/2019-apr-17/presentazione-del-rapporto-mobilitaria-2019/docId=8805.

Spero di vedervi all'evento, un caro saluto.

Anna Donati

mercoledì 3 aprile 2019

DOSSIER "NEVE DIVERSA" - L'IMPATTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULL'AMBIENTE ALPINO E PROPOSTE DI NUOVE POLITICHE PER IL TURISMO IN MONTAGNA




Tratto dalla Premessa al Dossier:


L’intero territorio italiano è al centro di un’area considerata dagli scienziati un
“hot spot” del cambiamento climatico, e va ancora peggio per le nostre montagne. Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. I risultati sono visibili: sulle nostre cime l’altezza della neve al suolo negli ultimi dieci anni sta subendo un costante
decremento, lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie.

In termini statistici non hanno alcun valore le abbondanti nevicate nel nord-ovest dello
scorso anno o quelle più recenti nel sud Italia. Esse sono unicamente il risultato di eventi meteorologici casuali e non l’espressione di una tendenza
climatica.

Il panorama impiantistico delle montagne cambierà aspetto nell’arco di pochi anni. A poco giovano le rosee previsioni di Skipass Panorama Turismo
2018/19 sull’incremento dello sci alpino. Una crescita di presenze che non si sa se e quanto durerà, considerati i costi sempre più alti e l’aumento di offerte internazionali.

Non si può continuare a vendere pacchetti con panorami innevati quando poi ai malcapitati turisti sempre più spesso si presenteranno
nastri di neve artificiale all’interno di paesaggi brulli.

Eppure le sollecitazioni e le spinte per un potenziamento del demanio sciabile
non mancano così come i finanziamenti pubblici in loro soccorso. In queste pagine abbiamo raccolto dati, casi e opinioni per fotografare cosa sta
avvenendo nelle terre alte, dove la logica del profitto ignora la realtà del cambiamento climatico.

Qui le leggi del mercato governano gli sport invernali come se nulla stesse accadendo al pianeta. Preoccupa altresì il radicarsi di
una mentalità che ritiene utile e vantaggioso trasformare il delicato ambiente
alpino in un parco giochi. Si tratta di un atteggiamento irresponsabile, per la
sicurezza, per l’abuso delle risorse - l’acqua, per esempio - l’impatto sul paesaggio senza contare i danni all’ecosistema
.

In mancanza di politiche più responsabili e consapevoli da parte delle istituzioni l’adattamento dei comprensori sciistici agli effetti del riscaldamento climatico rischierà di realizzarsi solo attraverso palliativi come il grande carosello messo in piedi
con l’innevamento artificiale.

Il bisogno impellente di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per il turismo invernale è il messaggio più pressante che si vuole lanciare oggi con la campagna Nevediversa di Legambiente e in particolare con questo dossier
“Nevediversa 2019 – Sport invernali e cambiamenti climatici.

Il dossier è scaricabile a questo link 
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/nevediversa2019_dossier.pdf

martedì 2 aprile 2019

#SMOG: CONTINUA IL TREND NEGATIVO NELLE CITTA' DEL PIEMONTE





Torino, 1 aprile 2019                                                                       Comunicato stampa


           
                                   

Smog, inizio anno negativo a Torino. Ecco i dati del monitoraggio della qualità dell'aria e della ricerca “CittAccessibili”

Piemonte, Legambiente fa appello a Sindaci e candidati alla presidenza della Regione: “Servono politiche coraggiose e efficaci a favore della mobilità urbana a zero emissioni e per il ripristino delle linee ferroviarie pendolari tagliate”

Galleria foto e video della tappa torinese qui http://bit.ly/fotoTrenoVerde2019

Brutto inizio d’anno per la città di Torino per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico. Dall'inizio dell'anno i limiti normativi previsti per il PM10 – 35 superamenti giornalieri ammissibili in un anno – sono stati già abbondantemente superati. Ben 51, infatti, le giornate in cui sono stati oltrepassati i livelli critici di polveri sottili nella centralina di Torino-Grassi. Un andamento purtroppo in linea con i dati raccolti nei monitoraggi ambientali dello scorso anno, e che non deve passare inosservato all’attenzione delle amministrazioni.

Il Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, è in questi giorni in sosta alla stazione Porta Nuova di Torino. I risultati del monitoraggio scientifico della qualità dell'aria realizzato grazie al progetto di Citizen Science di Legambiente Volontari per Natura – sono stati presentati questa mattina nella Sala Gonin, all'interno della stazione, da Davide Sabbadin, Portavoce del Treno Verde e Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, in apertura a “Muoviamoci bene”, secondo Forum per la Mobilità Nuova in Piemonte, iniziativa realizzata grazie al contributo di Fondazione CRT e bluetorino.

L'obiettivo del Treno Verde è sensibilizzare la cittadinanza e valutare l'esposizione all’inquinamento atmosferico, spesso inconsapevole, a cui i cittadini sono sottoposti quotidianamente. Per questo, il 18 e 19 febbraio scorsi, sono stati realizzati due monitoraggi della qualità dell’aria in 8 punti “sensibili” segnalati dai cittadini e dai circoli di Legambiente per particolari condizioni di traffico, ingorghi, sosta selvaggia. Ogni misurazione delle polveri sottili, della durata di un'ora, ha delineato un quadro dell'inquinamento atmosferico presente nell'area, con particolare attenzione ai picchi di polveri sottili registrati.

I valori registrati per le PM10 a Torino oscillano tra 47,63 e 66,85 µg /mc (media oraria). I punti monitorati sono piazza Pitagora (media oraria di 47,63 µg/mc), via Guido Reni (media oraria di 57,68 µg/mc), Rotonda Maroncelli (media oraria di 50,7 µg/mc), corso Vercelli (media oraria di 60,66 µg/mc), piazza Rebaudengo (media oraria di 61,67 µg/mc), piazza Baldissera (media oraria di 66,85 µg/mc), Rondò della Forca (media oraria di 55,12 µg/mc) e piazza Carducci (media oraria di 51,73 µg/mc). Tutti valori alti, condizionati probabilmente anche dalle condizioni meteorologiche poco favorevoli alla dispersione: scarsa ventilazione e assenza di precipitazioni. Il picco più elevato si è registrato alle ore 19:32 in piazza Baldissera (91 µg/mc), punto nevralgico della città dove il traffico, in questa particolare fascia oraria, tende progressivamente ad aumentare a scapito di pedoni, pendolari e ciclisti. Seguono i picchi registrati in piazza Rebaudengo (83 µg/mc, ore 18:34), corso Vercelli (79 µg/mc, ore 17:06), Rondò della Forca (75 µg/mc, ore 9:06), via Guido Reni (74 µg/mc alle 10.02), piazza Carducci (66 µg/mc, ore 10:19) e Rotonda Maroncelli (62 µg/mc, ore 11:56). Aree tutte diffusamente frequentate da pendolari e passanti e nello stesso tempo congestionate dal traffico nelle ore di punta. Nell'insieme, questi numeri sottolineano come, nell’arco della giornata, i cittadini possono respirare ripetutamente ed inconsapevolmente aria inquinata anche se solamente per pochi minuti.

“Giova ricordare che i nostri rilevamenti non vogliono sostituirsi a quelli di Arpa Piemonte, ma fornire una fotografia puntuale della situazione – ha commentato Davide Sabbadin, portavoce del Treno Verde – che anche a Torino è particolarmente grave per anziani e soprattutto bambini, che hanno la bocca alla stessa altezza dei tubi di scappamento delle auto. Molti studi dimostrano che tantissimi anziani accelerano le proprie patologie, anche fatali, per colpa dell'inquinamento, e che le patologie respiratorie nei bambini negli ultimi anni sono esplose. Dal Treno Verde lanciamo un allarme perché l’inquinamento urbano è un'emergenza che colpisce soprattutto i più deboli”.

Gravi superamenti dei limiti giornalieri annui consentiti sono stati registrati anche per Alessandria, che da inizio anno ne ha già totalizzati 42 (centralina Alessandria-D'Annunzio) e Asti, che raggiunge i 39 giorni (Bussano). Da non sottovalutare i 19 giorni off limits registrati a Novara (centralina Roma), e i 13 registrati a Vercelli (centralina CONI) e a Biella, nella centralina Lamarmora (tutti i dati sulla qualità dell'aria del capoluogo piemontese sono consultabili su sistemapiemonte.it). Valori che rischiano di tornare ad essere critici, come ogni anno, con la prossima stagione autunnale. È per questo auspicabile un'azione più concreta e lungimirante: oltre le ordinarie limitazioni al traffico, è necessario indirizzare i piani amministrativi verso una mobilità urbana più sostenibile e verso la valorizzazione degli spazi pubblici a tutela della salute di chi vive in aree fortemente urbanizzate.

“I dati purtroppo confermano che non ci sono sostanziali miglioramenti sul fronte dello smog in Piemonte –dichiara Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per questo chiediamo a chi si appresta a correre per la presidenza della Regione di esplicitare e mettere tra i primi punti della propria agenda politiche antismog veramente efficaci, a partire da progetti per la mobilità a zero emissioni nei centri abitati e dal completo ripristino delle linee ferroviarie pendolari tagliate. Il Piano Aria regionale recentemente approvato ha il merito di concentrare la maggior parte delle misure sul settore dei trasporti ed in particolare della mobilità urbana e di essere quindi una matrice indispensabile per l’efficacia delle politiche anche su scala locale. Sollecitiamo però i Sindaci ad essere più ambiziosi e interpretare gli interventi a favore di una mobilità nuova anche come un’opportunità di crescita del tessuto economico locale e a favore di una maggiore vivibilità dei centri urbani. Va sicuramente nella giusta direzione la revisione della Zona a Traffico Limitato di Torino ma vogliamo stimolare l'Amministrazione ad essere più coraggiosa, per non rischiare che il progetto non produca gli effetti sperati e non venga compreso dalla popolazione. Per noi il modello da seguire resta l'Area C che a Milano ha permesso di indirizzare importanti risorse per il potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico, con effetti positivi su qualità dell'aria e congestionamento della città”.

Anche a Torino emerge l'assoluto protagonismo del traffico veicolare privato nel sistema della mobilità urbana. I dati del monitoraggio spot – della durata di due ore in ogni punto di osservazione – svolto dai volontari dell’associazione in tre zone della città (piazza Pitagora, corso Regina angolo corso Principe Eugenio e piazza Rebaudengo) fotografano in modo evidente il predominio della mobilità privata motorizzata: in media, in un minuto, nel complesso dei tre punti monitorati sono passate 113 auto, quasi 4 motocicli, poco più di un autobus (1,2) e una bici (1,1). Parliamo, sempre guardando ai numeri complessivi, di un bus ogni 93 auto e di una bici ogni 101 auto (con punte negative di un bus ogni 344 auto e una bici ogni 282 auto rilevate in piazza Rebaudengo).

Nel corso di “Muoviamoci bene”, inoltre, è stata presentata la ricerca CittAccessibili, di Legambiente e Fondazione Serono, che ha coinvolto i Comuni capoluogo di provincia di tutto il Paese nell'elaborazione di un quadro nazionale della situazione attuale dei centri urbani per quanto riguarda l'accessibilità dei servizi comunali ai diversamente abili. È stato predisposto un questionario indirizzato alle 104 città capoluogo che interroga i Comuni su 56 diversi indicatori divisi in cinque grandi aree: una generale, relativa ai diversi aspetti dell’accessibilità di aree ed edifici pubblici e privati, le altre specifiche per lo spazio pubblico, i trasporti, i servizi, gli investimenti. Al questionario ha risposto oltre il 70% dei Comuni interpellati (73 su 104). Anche a Torino la situazione non appare ottimale, sebbene il capoluogo piemontese abbia risposto in maniera molto dettagliata al questionario. Il Comune infatti dichiara di avere un ufficio preposto al tema Accessibilità e ha una politica dedicata per gli uffici comunali, per le scuole, per i trasporti e per i musei. L'ente ha predisposto anche una app dedicata a facilitare la fruizione di servizi pubblici da parte di persone con disabilità. A Torino, sulla base delle linee di indirizzo approvate dal Consiglio Comunale a ottobre 2015, è in corso di elaborazione il PEBA (Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche), obbligatorio tuttavia già dal 1986. Il sito web istituzionale è conforme ai requisiti di accessibilità per tutti.

Il Gruppo Torinese Trasporti, che gestisce la rete di trasporto pubblico cittadina, ha da diversi anni al suo interno la figura del disability manager. L’85% delle fermate urbane risulta accessibile, percentuale che scende a quota 77% se si prendono in considerazione anche le fermate suburbane. Attualmente tutti i bus sono pienamente fruibili anche dai diversamente abili, mentre solo il 50% dei tram è attrezzato per essere davvero accessibile a tutti. La restante metà verrà sostituita con la prossima gara, per cui entro due anni tutti i mezzi avranno il pianale ribassato. Tra le note negative, inoltre, il fatto che nel capoluogo piemontese non esista un disability manager – anche se è stata annunciata proprio in questi giorni la volontà di istituire questa figura a breve – né un censimento dei residenti con disabilità. Il palazzo sede principale del Comune, infine, così come parte dei giardini e parchi pubblici, non sono ancora pienamente accessibili a tutti. Infine, Torino dichiara di avere stanziato nel 2018, poco più di 188 mila euro per interventi tesi a migliorare l'accessibilità per tutti, cominciando dall’eliminazione delle barriere architettoniche.

Dopo la tappa piemontese, il viaggio del Treno Verde prosegue verso Milano, per l'ultima tappa del tour che, a partire dallo scorso 18 febbraio, ha toccato già 11 città italiane. A bordo ci saranno come sempre le migliori esperienze italiane impegnate sul fronte della sostenibilità ambientale, come il consorzio Ecopneus, partner principale del Treno Verde; i partner sostenitori Enel X e Ricrea; i partner Bosch, Iterchimica, Montello, Valorizza (brand di Sma e Gemmlab); i partner tecnici Con.Tec, Ecoplus, 100% Campania - Formaperta e come le esperienze dei partner start up Lime e Movecoin. Media partner del tour del convoglio ambientalista sono la Nuova Ecologia e QualEnergia. Gli allestimenti delle carrozze sono stati curati, invece, dall'Accademia delle Arti e nuove tecnologie di Roma.

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Il Treno Verde è una campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare