giovedì 27 febbraio 2014

Rassegna stampa

Da il Sole 24 Ore del 7 febbraio 2014

Terzo Valico alta capacità, entro aprile gare di lavori per 500 milioni di euro

Il commissario Walter Lupi: «Inviati all'Autorità i bandi tipo» - Il concessionario Cociv dovrà adattare i progetti per impiegare contemporaneamente quattro Tbm e accelerare così i lavori
di Jada C. Ferrero

7 febbraio 2014

Quattro mega-talpe al posto di una sola Tbm (Tunnel boring machine), per accelerare gli scavi del Terzo Valico, nuova tratta ferroviaria ad Alta velocità/capacità (54 km, di cui 36 in galleria) prevista fra Genova e Tortona. Costo previsto, 6,2 miliardi.
Mentre fra Liguria e Piemonte sono in corso i lavori del primo dei 6 lotti costruttivi in cui è articolata l'opera (finora si tratta di lavori preliminari), si approssimano i bandi europei (il 60% delle opere civili che il concessionario Cociv, a guida Impregilo, deve affidare a terzi) per il secondo lotto, quello in cui si inizierà a bucare l'Appennino, previsti entro aprile. Va a gara una quota di lavori pari a circa mezzo miliardo, tramite più avvisi. «Il bando-tipo è stato inviato all'Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici, attendiamo la risposta entro febbraio», riferisce Walter Lupi, commissario governativo al Terzo Valico.
Intanto però, su stimolo ministeriale, Rfi e Cociv lavorano sull'ipotesi di far entrare in scena tre super frese aggiuntive rispetto alla singola già pianificata: «Il lavoro meccanizzato, rispetto allo scavo tradizionale – ragiona Lupi – ridurrebbe considerevolmente i tempi d'intervento, smaltendo parte del ritardo accumulato».
La configurazione dei vari bandi è condizionata dalla scelta sulle Tbm, annunciata come imminente. Tecnicamente, si tratterebbe di cambiare in termini progettual-esecutivi l'articolazione delle Wbs, Work Breakdown Structure, le singole porzioni da affidare. «Si partirà comunque con le gare non interessate da eventuali modifiche», aggiunge Lupi. 
Il secondo lotto costruttivo, dall'importo originario di 1.100 milioni, abbassato a 860 a inizio 2013, è stato definanziato dal Dl 69/2013 per 763 milioni, ma poi rifinanziato per 802 dalla delibera Cipe 19 luglio 2013 (non ancora pubblicata in Gazzetta).
I lavori civili ammontano a 618 milioni, di cui l'80% andrà in gara, circa 500 milioni. Il contratto anni Novanta ai concessionario Tav imponeva l'obbligo di gara per il 60% delle opere civili, e nel caso del Terzo Valico la quota dei primi due lotti è stata concentrata sul secondo, mentre il primo (500 milioni) viene realizzato interamente con affidamenti diretti effettuati da Cociv (avvenuti finora verso Pamoter di Genova, Cipa di Montesilvano, Pescara, e Impresa Lauro di Torino).
In Liguria i cantieri sono in decollo operativo, gli espropri in perfezionamento, complice anche il "fluidificante" costituito dal Pris, strumento normativo esclusivamente ligure (si veda spalla), teso ad agevolare le grandi opere. In Piemonte, dove pure si intensificano le attività preliminari, ancora si discute, rimangono contenziosi e nodi da sciogliere, mentre monta un'opposizione organizzata No Tav. 
Proprio in Val Lemme, futura sede di discenderie (gallerie di servizio), sabato 8 febbraio, alle 10, a Carrosio, uno dei tre Comuni dell'Alessandrino coinvolti, con Franconalto e Voltaggio (dove furono scavati i fori-pilota nel '92), è in programma la presentazione del molto atteso "protocollo amianto", documento che raccoglie le osservazioni delle due Regioni in merito al rischio amiantifero. Il dossier viene presentato dall'osservatorio ambientale sul Terzo Valico del ministero dell'Ambiente, insieme a commissario delegato, Cociv, Rfi, sindaci. 
Il general contractor Cociv, sigla che sta per Consorzio collegamenti integrati veloci (Impregilo-Salini 64%, Condotte 31%, Civ 5%; dalla cordata uscito in luglio il gruppo Maire Tecnimont), opera sulla base di un atto integrativo, firmato nel 2011, che aggiornava i termini dell'originaria concessione, risalente al 1992, un affidamento senza gara, allora ammesso.
Per il Terzo Valico rimangono da finanziare dalle future Leggi di stabilità quattro lotti, dal rispettivo costo fissato in 1,27, 1,34, 1,2 miliardi e 650 milioni.
Altro aspetto in cerca di soluzione finale, il nodo dello smarino. Cercasi casa per 6 milioni di metri cubi di detriti. Mancano spazi all'appello, un cumulo di circa 2 milioni rimane da collocare, in un difficile puzzle. Analisi in corso su vari siti possibili. Rimane "appesa" l'ipotesi di utilizzo per il ribaltamento a mare di Fincantieri Genova, complesso intervento (70 milioni) con fondi da anni congelati, che potenzialmente potrebbe ospitare fra i 600mila e un milione di metri cubi di rocce.


mercoledì 26 febbraio 2014

LA SOLITUDINE DELL'APE E LA DENUNCIA DEGLI APICOLTORI

Segnaliamo l'articolo comparso su Il Secolo XIX del 24 febbraio:




Ma qualcosa si può fare! A tale proposito, riceviamo  dal nostro socio Francesco Panella la notizia di questo evento che si terrà il prossimo 8 marzo:

Segnalo una bella iniziativa a Genova che si svolge non a caso nella giornata …dell’altra parte del cielo.
Api, fertilità della terra e generazioni future proposte all’attenzione dei genovesi.
Mezzi ne abbiamo pochi ma anche grazie a  tutto il vostro aiuto si può far sì che…cresca il ronzio!
Cordiali saluti,  Francesco

Francesco Panella
Pres. U.N.A.API.
Sede operativa: Strada Tassarolo 22
15067 - Novi Ligure (Al)
Tel. +39 0143 323778 - Fax +39 0143 314235- Cell.+39 335 6279401
e-mail: unaapi@mieliditalia.itweb: http://www.mieliditalia.it
 
 
 

lunedì 24 febbraio 2014

Innanzitutto trasparenza dialogo con le popolazioni e nulla da tener segreto!

Giovedì 20 febbraio abbiamo presentato richiesta di partecipare alla riunione dell'Osservatorio Ambientale che si terrà domani a Torino presso la regione, soltanto oggi a seguito di nostro sollecito abbiamo ottenuto la seguente risposta:


S'inoltra per competenza la richiesta  del Circolo Legambiente Vallemme di partecipare alla prossima seduta di Osservatorio Ambientale inviata, erroneamente, a questo ufficio.
Cortesemente vogliate inviare la risposta direttamente al richiedente, visti i tempi estremamente ristretti.
Cordiali saluti.
G.Giunta

Regione Piemonte 
Direzione Trasporti, Infrastrutture, Mobilità e Logistica 
Settore Infrastrutture Strategiche 
Via Belfiore, 23 - 10125 Torino 
Tel. 011432.21392-24163  - Fax. 011432.5746 
e-mail:  infrastrutture.trasporti@regione.piemonte.it  



OGGETTO: Linea AV/AC Milano-Genova. “Terzo Valico dei Giovi”.
                       RIUNIONE OSSERVATORIO AMBIENTALE DEL 25/02/2014.

Con riferimento alla Vs. richiesta, si rappresenta che l’incontro programmato è rivolto solo ai Comuni interessati dall’opera e pertanto non si può dare corso,  ancorché sia riconosciuto il ruolo rappresentato da codesta Associazione nell’ambito della tutela dell’ambiente.

D’ordine del Presidente
(Avv. Vittorio Brindisi)



Ministero dell'Ambiente  e della Tutela del Territorio e del Mare

Silvia Verdolini
 ( Tel. 06.57225908
 * verdolini.silvia@minambiente.it

Felicita Piacentini
 ( Tel. 06.57225970
 * piacentini.felicita@minambiente.it

 in sostanza non disturbate il manovratore!



Rassegna stampa


Da La Stampa del 24 febbraio 2014

ALESSANDRIA. DOPO L’INTERDIZIONE DI UN IMPRESARIO TORTONESE 
Terzo valico, sui lavori timori di ’ndrangheta

Giampiero Carbone



C’è un rischio di legami tra lavori del Terzo valico dei Giovi e ’ndrangheta? Sono passati cinque anni da quanto Fabrizio Bertot, sindaco di Rivarolo Canavese, nelle intercettazioni dell’indagine Minotauro chiedeva voti a persone legate alla mafia calabrese in cambio di appalti nella realizzazione della linea ferroviaria tra Genova e Tortona. E l’altro giorno ad Alessandria, in conferenza stampa, Polizia, Carabinieri e Gdf hanno affermato che la «’ndrangheta sul territorio alessandrino è ormai un fatto assodato».  nUna frase pronunciata riferendosi a Francesco Ruberto, l’imprenditore di Tortona sottoposto a «misure speciali» per tre anni per legami con la criminalità organizzata calabrese, dopo che lo scorso anno nei confronti di due ditte a lui riconducibili la Provincia aveva emesso provvedimenti di interdizione dall’attività di scavo e recupero rifiuti.
A Ruberto è legata anche la Euroter, impresa titolare di una parte della cava Montermerla, a Tortona, sito destinato a ospitare 2,2 milioni di metri cubi di smarino del Terzo valico. I timori che le imprese legate alla ’ndrangheta possa entrare nei lavori del Terzo valico non arrivano solo dai comitati No Tav locali. Nel 2011 a Genova era stati i rappresentanti del governo a presentare un dossier dove si citava il rischio di emergenze in tal senso con l’avvio dei lavori del Terzo valico, sia per la Liguria che per il Basso Piemonte. Cociv, il consorzio di aziende titolare dei lavori dell’alta capacità, ha già smentito ogni legame, ricordando che il 18 dicembre del 2012 Rfi e Cociv hanno stipulato con le prefetture di Genova e Alessandria un protocollo legalità «finalizzato a garantire una rapida e corretta esecuzione dell’opera impegnandosi a verificare i requisiti antimafia di tutti i soggetti. Rispetto alla Montermela, la previsione di utilizzo è riferita all’area di proprietà della società La Capitania». Nulla a che fare, quindi, con la Euroter di Ruberto. Ma, ricordano i comitati, la ditta tortonese era citata nella relazione delle Provincia sul progetto definitivo del Terzo valico, approvata nel 2005, come titolare dell’area dove era atteso lo smarino.
 

venerdì 21 febbraio 2014

Traffico a senso alternato tra il Ponte Cementir e il Cantiere Cop1 di Voltaggio

Ieri è entrato in funzione il semaforo tra il ponte Cementir ed il C.O.P.1, ciò renderà ancora più difficile il transito degli abitanti della zona.
Tale intervento è stato autorizzato dalla Convenzione tra la Provincia di Alessandria e Cociv.
https://www.dropbox.com/sh/7du4hmljjgwq7lm/khs0A9dO9f


 

giovedì 20 febbraio 2014

RASSEGNA STAMPA

Purtroppo è ancora il Terzo Valico a tenere la ribalta in queste settimane: i lavori avanzano, anche se a livello di procedure amministrative permane lo stato di scarsa chiarezza..

Da La stampa del 19 febbraio 2014

VOLTAGGIO. ARPA E REGIONE NON CHIARISCONO

Terzo valico, il “giallo” del protocollo amianto Approvato? Non si sa


L’atto provvisorio in base al quale il consorzio Cociv ha avviato i lavori

Nessuna risposta dell’Arpa e della Regione sull’esistenza di un documento di approvazione del cosiddetto protocollo amianto «provvisorio» del Terzo valico, che Cociv starebbe applicando nelle operazioni di scavo a Voltaggio. A gennaio, l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, aveva dichiarato: «Il protocollo non è ancora stato approvato, per questo non è ancora stato applicato nel cantiere di Voltaggio. L’ok arriverà a breve dall’Osservatorio ambientale del Ministero dell’Ambiente». Cociv, il consorzio di aziende a cui lo Stato ha assegnato la costruzione del Terzo valico, aveva replicato che in Val Lemme viene applicato un protocollo provvisorio. Finora, però, nessuno ha saputo indicare l’atto con il quale il protocollo «provvisorio» è stato approvato e da chi. Così la domanda rivolta all’Arpa è stata se il protocollo amianto «provvisorio» che Cociv sostiene di mettere in pratica a Voltaggio, risulta essere stato approvato con un atto specifico e da quale ente. E anche se l’Arpa conferma quanto dichiarato a gennaio, cioè che a Voltaggio non si applica alcun protocollo amianto poiché deve ancora essere approvato. Dall’agenzia hanno risposto: «In merito al protocollo amianto Arpa dà il supporto tecnico scientifico alla Regione che ha il compito di inoltrare, previa verifica, il protocollo all’Osservatorio Ambientale e al Ministero competente. Pertanto per informazioni su atti e iter amministrativo è necessario rivolgersi a Direzione Trasporti della Regione».
Nessun chiarimento neppure dalla Regione. Alla Direzione indicata dall’Arpa abbiamo chiesto, tra l’altro, se nella redazione del protocollo è stata tenuto in considerazione quanto emerso alla fine del 2011 nella conferenza dei servizi sul progetto di parco eolico del monte Porale (tra Voltaggio e Ronco Scrivia) proposto da Enel Green Power, cioè una presenza di amianto (in superficie) pari a 250 gr ogni kg di roccia in vari campionamenti. Inoltre, per quale motivo sono stati necessari così tanti mesi per arrivare a questo protocollo, cosa succede se vengono rilevate quantità di amianto oltre il limite previsto e se gli operai devono indossare un abbigliamento adeguato a prescindere dalla rilevazione dell’amianto, visto che il rischio sulla carta esiste. Infine, se esiste un atto con il quale un ente (ministero o Regione) abbia approvato il protocollo «provvisorio». Dalla Direzione Trasporti hanno però preferito non rispondere. Il 25 febbraio, a Torino, è in programma la seduta dell’Osservatorio ambientale nella quale l’ultima versione del protocollo amianto sarà illustrata. L’odg non parla di approvazione.
[g. c.]

martedì 18 febbraio 2014

Rassegna stampa


Un articolo tratto da Novionline, l'assessore provinciale Graziano Moro propone idee intelligenti, poi nella realtà il suo assessorato lavora assecondando Cociv in ogni occasione così come l'assessorato all'ambiente che anzichè tutelare il territorio autorizza il "concessionario" in ogni occasione.

Ogni persona di buon senso guardando questa immagine relativa alla  provinciale 158 Novi-Gavi capisce quali sono le priorità per la Comunità intera.




"I soldi del Terzo valico per il dissesto idrogeologico"

Lo propone l'assessore provinciale Moro: "Renzi stoppi il secondo lotto del Tav. I fondi siano destinati alle strade franate visto che le Regioni non hanno i soldi"

PROVINCIA - “Renzi fermi il finanziamento del secondo lotto del Terzo valico: quei soldi servono per contrastare il dissesto idrogelogico”. Lo afferma l'assessore provinciale alla viabilità Graziano Moro affidandosi alla sua pagina Facebook.
Moro ritiene il progetto da 6,2 miliardi di euro un'opera importante ma sostiene che al momento sia prioritario fermare l'enorme quantità di frane che stanno interessando tutto il Nord Ovest, fra cui la nostra provincia, dove le strade chiuse del tutto o in parte non si contano. “Anche perché – dice l'assessore – le Regioni non hanno il becco di un quattrino. Nel nostro territorio servono centinaia di milioni di euro solo per ripristinare la situazione, non dico per prevenire frane e quant'altro. Come assessore alla viabilità non posso dire ai cittadini che i soldi non ci sono e permettere che venga realizzato il Terzo valico. In questo momento si deve intervenire prima sulla viabilità, senz'altro più urgente, mentre la nuova linea ad alta velocità può aspettare”.

Un appello rivolto al premier incaricato Matteo Renzi, del suo stesso partito, che in questi giorni sta tentando di formare il nuovo governo.
A Moro facciamo notare che, nonostante le sue dichiarazioni, la Provincia, ente di cui è assessore, di recente ha approvato la convenzione con Cociv sulle opere viabilistiche del Terzo valico. “La mia proposta – risponde l'esponente della giunta Filippi – non è in contrasto con la delibera di approvazione della convenzione. Innanzitutto perché questi lavori sono riferiti al primo lotto, già del tutto finanziato e avviato e quindi difficile da stoppare. Poi perché sono lavori che interessano anche la cittadinanza, poiché dovevano essere fatti comunque a prescindere dal Terzo valico. Penso, per esempio, all'allargamento della galleria della Crenna tra Serravalle Scrivia e Gavi. Io mi riferisco al secondo lotto, cioè allo scavo vero e proprio del tunnel. Se in precedenza l'amministratore delle Fs Moretti ha ottenuto 250 milioni dal Terzo valico per la manutenzione delle ferrovie, gli altri soldi previsti possono senz'altro andare alle strade”.
Cociv e il commissario governativo Walter Lupi hanno però intenzioni diverse. Entro aprile saranno pubblicati, secondo Lupi, i bandi a livello europeo per assegnare 500 milioni di opere.
Il totale dei lavori ammonta a 618 milioni: di questi, l'80% andrà a gara, in base al contratto stipulato negli anni '90 tra il Cociv (consorzio al quale è stata assegnata la realizzazione dell'opera) e l'allora concessionaria Tav.
Il decreto che a luglio ha finanziato 802 milioni di euro (sui 1100 necessari) per il secondo lotto non è ancora stato pubblicato, secondo Il Sole 24 ore.
18/02/2014
Giampiero Carbone - redazione@novionline.it
Il video non è di grande qualità ma grazie all'operatore possiamo testimoniare quanto accade al COP1 di Voltaggio, il video è stato girato venerdì 14 febbraio alle ore 14.30, la schiuma scaricata nel torrente Lemme è ben evidente.





domenica 16 febbraio 2014

Discarica all'interno dell'area occupata da COCIV ove veniva ipotizzato il campo base a sud della ex cartiera.


Cociv movimenta  materiali depositati in cava Cementir provenienti dagli scavi dei "fori pilota" realizzati nel 1997/1998. Non prestarono allora attenzione all'amianto ed oggi chi deve tutelare i lavoratori e la popolazione lo sta facendo?




sabato 15 febbraio 2014

Pubblichiamo il resoconto a cura dell'Associazione Amici delle Ferrovie e dell'Ambiente sull'incontro tenutosi a Carrosio sabato 8 febbraio 2014




L’incontro di Carrosio di sabato 8 febbraio, che a detta degli organizzatori doveva fugare ogni dubbio e allarmismo sulla questione amianto in relazione ai lavori per il Terzo Valico, non ha fatto altro che aumentare quei dubbi  sia sul merito che sulla correttezza delle procedure per la realizzazione dell’opera. In particolare è emerso quanto segue:
-         i sindaci dell’alta Val Lemme hanno confermato il loro schieramento a fianco dei proponenti l’opera nonostante abbiano ammesso in diretta (contraddicendo, purtroppo soltanto quando se n’era già andata, ciò che aveva affermato poco prima la rappresentante di RFI) che nessuno ha finora mostrato loro un’analisi dei costi e dei benefici che la linea AV-AC Genova – Tortona comporterebbe; e questa era una delle pregiudiziali all’opera che loro avevano indicato e sottoscritto,  insieme ad altri sindaci della zona e alla Provincia, nella richiesta al Governo di moratoria dei lavori del 9 marzo 2013;
-         il cosiddetto “protocollo provvisorio” in base al quale sarebbero iniziati i lavori (che il sindaco di Voltaggio ha sempre smentito che fossero in atto) è un documento “fantasma” non contemplato dal diritto amministrativo in base al quale qualsiasi norma, per essere cogente, deve essere ratificata (n. di protocollo e data) come atto ufficiale dell’ente preposto; il fatto che venga citato nella determina del 2 agosto del Ministero dell’Ambiente, sempre senza citarne gli estremi, non significa che esso sia a tutti gli effetti un atto pubblico, ma piuttosto un documento di lavoro che non può autorizzare proprio niente;
-         la stessa cosa vale per la “valutazione di incidenza” relativa all’intervento nel SIC Capanne di Marcarolo con il deposito di “smarino” nell’ex cava Cementir: nonostante sia stata da noi ripetutamente richiesta alla Regione, che aveva competenza sul SIC all’epoca della presunta redazione (2003), abbiamo assistito a un sistematico “passarsi la palla”, in tutto il suo valore semantico, tra Regione e Ministero; la rappresentante della Regione ha asserito che tale documento sarebbe stato di competenza del Ministero, ma tutti continuano a citarlo, come nel caso del “protocollo provvisorio”, senza indicarne mai gli estremi e sostengono che sarebbe contenuto nella procedura di VIA istruita dal Ministero; noi facciamo notare a costoro che il DPR n.557 del 1997 e le successive integrazioni stabiliscono senza equivoci che la procedura di VIA ingloba la Valutazione di incidenza, ma non la sostituisce, e quindi tale valutazione deve essere prodotta come documento autonomo e citata nei suoi estremi specifici, altrimenti vuol dire che non c’è;
-         il sindaco di Voltaggio ha voluto ribadire che nel deposito dell’ex cava Cementir verrà messo soltanto il “sottoprodotto” terra da scavo e non il “rifiuto speciale” amianto che dovesse fuoriuscire dal cunicolo; crede davvero il nostro sindaco che possa farsi una separazione così netta della “seta e degli stracci” e che del materiale e delle polveri di amianto non finiranno comunque nel gigantesco cumulo che incomberà sul Lemme? E che dire del nastro trasportatore che scorrerà dal cantiere alla cava sulla testa di coloro che percorreranno la strada della Bocchetta? Gli abitanti di Molini si sentiranno pienamente tutelati dalle centraline di rilevamento polveri a terra quando la “benedizione” arriverà loro dal cielo?
-         secondo il “protocollo amianto”, sempre “provvisorio” perché ancora non è stato approvato, il geologo che controllerà il fronte di scavo dipenderà dal General Contractor così come il laboratorio permanente di analisi delle rocce che dovrà essere presente in cantiere: in pratica il controllato sarà anche il controllore; noi ribadiamo la stessa domanda che abbiamo posto al direttore dell’Arpa Piemonte: sarà in grado l’ente regionale di tutela ambientale, vista la scarsità di organico lamentata anche dal dirigente stesso, di intervenire tempestivamente qualora si dovessero registrare valori di dispersione nell’aria di fibre superiori a quelli previsti per legge? Non potrebbe a quel punto essere troppo tardi per prevenire una contaminazione?
Rafforzati nei nostri dubbi circa la necessità e la pericolosità ambientale dell’opera, non dormiremo certamente sonni tranquilli se i lavori dovessero cominciare a pieno regime. Ma continueremo a lottare per la tutela della salute dei cittadini della valle e contro questo spreco di denaro pubblico per un’opera sulla quale tutti, persino gli stessi committenti, hanno forti perplessità e forse anche un po’ di vergogna in quanto non riescono a dare, se non nascondendosi dietro a qualche slogan, una giustificazione plausibile alla sua realizzazione.     

venerdì 14 febbraio 2014

lunedì 10 febbraio 2014

Da La Stampa del 9 febbraio 2014

FERROVIE. RIUNIONE A CARROSIO CON I TECNICI DI REGIONE, FS E DELL’AGENZIA PER L’AMBIENTE

Terzo valico, resta ignoto lo studio sulla sua utilità

Provvisorio il protocollo amianto, se ce n’è non è chiaro come procedere

Giampiero Carbone

L’Arpa annuncia che non guarderà in faccia nessuno sul rischio amianto legato al Terzo valico. Ieri mattina a Carrosio, la sala dell’ex Asilo Santa Croce era piena di gente (un gruppo di No Tav «armati» di mascherine anti amianto e bandiere se n’è andato dopo pochi minuti), venuta per ascoltare i tecnici della Regione, dell’Arpa, di Rfi, invitati dai sindaci di Carrosio, Voltaggio e Fraconalto a spiegare il lavoro svolto finora dai tavoli regionali su amianto e tutela delle fonti. Per quest’ultimo punto tutto è stato rinviato per i tempi allungatisi a dismisura. Alberto Mallarino, rappresentante dei sindaci in Regione, ha parlato di «informazione allarmistica» sull’argomento (lui stesso non parla con i giornalisti da mesi) e ha ricordato che fra i punti della moratoria firmata da sindaci un anno fa c’era proprio la tutela del rischio amianto. Un protocollo ancora in fase provvisoria, come ha spiegato Fabio Carpi della Regione, prescritto dalla determina con la quale, il 2 agosto 2013, il Ministero ha autorizzato Cociv ad avviare i lavori in via anticipata. «La versione attuale - ha detto – non è quella definitiva e deve essere approvata dall’Osservatorio Ambientale, per cui non è ancora vincolante per Cociv. Il protocollo si adeguerà alle tecniche di scavo di Cociv. Il rischio di trovare rocce contenente potenzialmente amianto, seppure minimo, rimane sempre a Voltaggio, per questo è importante la presenza del geologo in galleria». Geologo che arriva dal Politecnico di Torino ed è pagato da Cociv, come è emerso nei giorni scorsi, poiché l’Arpa non può avere tutti i giorni il suo personale in cantiere. Anche il laboratorio analisi in cantiere non sarà pubblico ma del Politecnico poiché «i soldi non ci sono». «E’ importante – ha detto il direttore dell’Arpa regionale Angelo Robotto – che Cociv segua le indicazioni del protocollo. I risultati dei controlli devono essere confrontabili. In caso di discrepanze scattano i provvedimenti di legge. Abbiamo una rete di centraline vicino al cantiere e in paese a Voltaggio per controllare la presenza nell’aria di fibre di amianto». Finora tutti i numerosi controlli eseguiti hanno dato esito negativo». Gianni Repetto (associazione Afa) ha chiesto se esiste un atto formale del protocollo e se Arpa e Asl lo conoscono. «Sì. E’ una prescrizione della determina ministeriale del 2 agosto - ha spiegato Gabriella Giunta della Regione – dopo l’approvazione da parte del ministero dell’ambiente». «Quello non è il protocollo – ha ribattuto Repetto –. E’ l’atto che vincola a rispettarlo, piuttosto». Infine i dubbi sull’utilità del Terzo valico sono tornati a galla quando Daniela Lezzi di Rfi ha affermato, rispondendo al pubblico, che l’analisi costi benefici (documento sulla quale si può stabilire a cosa serve quello che in passato era chiamato supertreno) esiste ed è agli atti, consegnata a ogni Comune. I sindaci, tra cui Valerio Cassano, padrone di casa, hanno ammesso di non aver mai visto quell’atto solo dopo una domanda di un cittadino.



da Il Secolo XIX del 9 febbraio 2014

IL COMMISSARIO STRAORDINARIO ALL'OPERA RASSICURA I CITTADINI

Lupi garantisce: «Massima trasparenza»
In partenza lettera a Moretti (Fs) per sollecitare il sito con tutte le informazioni

CARROSIO. Lo aveva promesso Lupi, Maurizio, il ministro delle In­frastrutture, lo scorso ottobre, in visita ad Alessandria, Lo ha ribadito Lupi, Walter, il commissario stra­ordinario per ti Terzo Valico ieri a Carrosio, all'incontro organizzato dai comuni di Carrosio, Fraconalto e Voltaggio: «Trasparenza verso gli enti e i cittadini». Se ne sono tornati a casa con un'altra promessa i cittadini pre­senti all'incontro e i sindaci: «avete ragione, sulla comunicazione ab­biamo sbagliato. Martedì, non lu­nedì perché non ci sono, scriverò a Moretti (l'amministratore delega­to delle Ferrovie dello stato, com­mittente dell'opera) per dirgli che non il sito internet contenente tut­te le informazioni non è più procrastinabile, deve essere attivato al più presto». Ma intanto i snidaci del territorio iniziano a manifestare un po' di impazienza rispetto alla promessa di trasparenza. «Vor­remmo che fosse l'ultima volta in cui la comunicazione verso i citta­dini è lasciata in carico ai Comuni -dice senza mezzi termini il sindaco di Voltaggio Lorenzo Repetto -Non spetta a noi farla. Il sito pro­messo ci deve essere». L'ultima "beffa" sarebbe il documento sul­l'esame costi-benefici dell'opera, che sarebbe stato allegato agli atti ma che ai sindaci non è noto. Intanto, la documentazione rela­tiva all'incontro di ieri sarà dispo­nibile sul sito del comune di Voltag­gio, www.comune.voltaggio.al.it, a partire dai prossimi giorni. Parola di Sindaco. poi fuori dall'area del cantiere e in prossimità dell'abitato», illustra il direttore Arpa Regionale Angelo Robotto. Nel caso il sistema di rile­vamento dovesse captare fibre, sa­rebbero adottati tutti quegli accor­gimenti previsti dal protocollo per la salute dei cittadini e dei lavora­tori. «In una scala di rischio da zero a tre, siamo ad un livello 1», precisa Robotto, quindi non assente ma tuttavia scarso. «Abbiamo le com­petenze che ci derivano dall'espe­rienza del polo amianto di Casale per mettere in campo tutti gli stru­menti a tutela della salute», dice ancora il direttore Arpa. «Sarò tranquillo quando Regione, Arpa, Asl eccetera metteranno attueran­no tutte le attività previste», ri­sponde il sindaco di Voltaggio Lo­renzo Repetto, in risposta ad una domanda che arrivava dal pubbli­co formato soprattutto da ammi­nistratori locali. Tanti i punti toccati in oltre quattro ore di relazioni e dibattito. E l'agenda non è ancora finita: re­sta da parlare di cronoprogramma dei lavori e delle fonti idriche. Tut­to rinviato ai prossimi incontri. C'è stato giusto il tempo di fissare qualche altro paletto: l'avvio dei la­vori alla viabilità, che avrebbe do­vuto essere preliminare agli scavi, sarà in primavera e si partirà con il rifacimento del ponte della Mad­dalena, tra Carrosio e Gavi. Duran­te i lavori di allargamento della gal­leria Crenna, sarà utilizzata una strada alternativa e non sarà ne­cessario l'istituzione del senso unico alternato, salvo in caso di transito di passaggio di mezzi spe­ciali. «Ma c'è un'analisi dei costi e dei benefici dell'opera?», è stata l'ultima domanda proveniente dal pubblico. «E' allegata agli atti», ri­spondono i relatori. Ma i sindaci giurano: «Non l'abbiamo mai vi­sta».


da Il Secolo XIX del 9 febbraio 2014

TERZO VALICO, DUBBI SUL PIANO ANTI AMIANTO

Campionamenti ogni 64 metri, rilevatori sentinelle per captare le fibre: ma il protocollo non è ancora stato approvato

IRENE NAVARO

CARROSIO. C'è un limite oltre il quale non si potrà andare: una fi­bra di amianto per ogni litro di ma­teriale, terra o roccia. È la misura fissata e inserita nel protocollo amianto che, però, è ancora da ap­provare. Al momento, hanno spiegato i tecnici di della Regione Piemonte e di Arpa nel corso dell'incontro informativo che si è tenuto ieri a Carrosio, c'è una bozza di proto­collo, varata dall'osservatorio am­bientale lo scorso luglio e «recepita dal ministero dell'Ambiente». L'incontro era promosso dai tre comuni della Val Lemme - Carro­sio, Fraconalto e Voltaggio - che, per primi, subiranno i disagi legati all'avvio dei cantieri del Terzo Va­lico dei Giovi, opera da oltre sei mi­liardi di euro di cui risultano finan­ziati i prime due lotti Di fatto i la­vori sono partiti, quelli propedeu­tici, come il consolidamento della galleria di servizio, o foro pilota di Voltaggio chiuso dagli anni No­vanta. Ancora oggi, però, restano irrisolte molte questioni poste già da un anno dai sindaci di tutti i co­muni interessati, attraverso una richiesta di moratoria. A ricordarlo è stato Alberto Mallarino, "mediatore tecnico" scelto dai diciannove comuni interessati nell'alessandrino, per interfacciarsi con Provincia, Regione, Mi­nisteri, generai contractor (Cociv), Rfi e vari tavoli tecnici. Dopo un anno di richieste, quindi, arriva la "bozza di protocollo". «La Regione ha riconosciuto la potenzialità di rischio perla salute e per la presenza di amianto» e, pertanto, «occor­re definire le procedure in caso di rischio oggettivi», spiega l'inge­gnere Fabio Carpi, della direzione trasporti della Regione Piemonte. In altre parole, sarà predisposta una rete di monitoraggio che rile­verà la presenza di rocce amianti-fere (la «roccia verde», la chiama il tecnico) e l'eventuale dispersione di fibre nell'aria. Due attività che vanno di pari passo: durante gli scavi sarà sem­pre presente un geologo («dipen­dente Cociv»), saranno effettuati campionamenti ogni 64 metri sul fronte di scavo e saranno posizionate una serie di rilevatori "senti­nella" per captare eventuali fibre di amianto. «La prima sarà posi­zionata all'imbocco della galleria, la seconda nell'area del cantiere

Da il Secolo XIX del 08/02/2013

  Terzo valico, Serravalle chiede i fondi per la viabilità


IRENENAVARO

SERRAVALLE SCRIVIA.

«È la nostra ultima occasione per fare la circonvallazione di Serravalle Scrivia». Se Rfi, committente per il Terzo Valico dei Giovi, chiude la porta alla possibilità di trasportare lo smarino, il materiale da scavo, su ferrovia da Arquata a Novi San Bovo, il comune di Serravalle coglie la palla al balzo.
La notizia dell'indisponibilità di Rfi a spendere 40 milioni di euro per attrezzare la linea ferroviaria che collega lo scalo Cementir, vicino alla galleria di valico di Radimento, Arquata, con San Bovo, ha "fatto gola" all'amministrazione di Alberto Carbone che ieri, convocato d'urgenza un consiglio comunale, ha approvato un ordine del giorno in cui si propone lo scambio: «Dirottare quei 40 milioni per un'opera che andrebbe poi smantellata per realizzare la circonvallazione, già in fase di progettazione preliminare». Pur di avere una nuova viabilità che consenta di aggirare l'abitato di Serravalle, da cui transitano in media 20 mila veicoli al giorno, ammorbando l'aria, il comune sarebbe anche disposto «a rinunciare alle opere di permeabilità sulla linea ferroviaria storica che attraversa il paese, già contenute nella delibera Cipe, per 13 milioni di euro». Conti alla mano, i 40 milioni di Rfi più i 13 del Cipe, per completare la circonvallazione basterebbe trovare altri 23 milioni di euro.
Il comune di Serravalle chiederà l'appoggio anche dei comuni limitrofi, e presenterà il documento lunedì, nel corso di un tavolo tecnico convocato in Regione alla presenza di Cociv, il consorzio di imprese per la realizzazione del Terzo Valico, e di Rfi. Favorevole il consigliere di minoranza Francesco Scaiola, che non nasconde tuttavia la perplessità che si possa trattare di un altro sogno destinato a restare chiuso in un cassetto. Contrario il gruppo di Serravalle Futura di Elio Pollero: «Pur essendo favorevoli alla circonvallazione, ma contrari al Terzo Valico, la proposta andrebbe valutata in termini di effettiva fattibilità», ha detto. Intanto, questa mattina a Carrosio, nei locali delle ex scuole, i tre comuni della Vallemme, Carrosio, Fraconalto e Voltaggio, illustreranno ai cittadini il protocollo amianto per la tutela della salute dei lavoratori del cantiere e della popolazione dei centri interessati al passaggio dell'opera di valico.


La Stampa del 8/02/2014

Serravalle sceglie l’utopia “Il Cociv si fermi due anni”

Chiede la tangenziale: “Così l’useranno i camion del Terzo valico”

Giampiero Carbone

I soldi che Rfi prevedeva di stanziare per il trasporto su ferro dello smarino del Terzo valico li usiamo per la circonvallazione». Il Consiglio comunale di Serravalle Scrivia punta ad accaparrarsi i 42 milioni di euro (non si sa se già disponibili o almeno stanziati) previsti nello studio del Cociv sull’uso della ferrovia anzichè dei camion per far arrivare rocce e terre scavate ad Arquata Scrivia fino a Novi San Bovo. Una soluzione utile a eliminare buona parte del traffico pesante che rischia di intasare le strade arquatesi e il casello della A7 di Vignole Borbera. Uno studio che, secondo alcuni sindaci, Rfi non avrebbe considerato fattibile, notizia che la società del gruppo Fs ha però smentito. Per altro per fare la tangenziale sarebbero necessari al minimo due anni. Gli amministratori serravallesi non si sono rammaricati dello stop e delle difficoltà viabilistiche che, di riflesso, colpirebbero anche il loro Comune. «Abbiamo letto La Stampa - ha spiegato il sindaco Alberto Carbone - e abbiamo deciso di cercare di sfruttare quella che è l’ultima occasione per trovare i fondi per la circonvallazione. Oltretutto, la struttura ferroviaria da creare per quello scopo, una volta terminati i lavori del Terzo valico, verrebbe smantellata. Invece, con la nostra proposta, si guarda al futuro». I 78 milioni di euro necessari alla circonvallazione verrebbero coperti in parte con i 42 indicati nello studio del Cociv e con i 13 milioni che Rfi, a breve, intende spendere sulla linea ferroviaria che attraversa Serravalle per migliorarne la permeabilità, creando cioè sottopassi nuovi e sistemando quelli esistenti, opere alle quali il Comune rinuncerebbe. Serravalle punta anche ai risparmi ottenuti dall’eventuale cancellazione dello shunt a Novi Ligure. Non solo: secondo il sindaco la circonvallazione, da realizzare «subito prima che partano i cantieri di Arquata e Serravalle, sarà utile anche ai camion del Terzo valico, evitando il costoso adeguamento del casello vignolese. Lunedì porteremo il nostro documento al comitato di pilotaggio del Terzo valico in Regione per sottoporlo subito a Rfi, Cociv e agli altri enti. Sarà inoltre inviato a tutti i Comuni limitrofi, visto che nel nostro paese passano ben 20 mila auto al giorno».
«Siamo disponibili - ha detto l’assessore Antonino Bailo - a sopportare anche per due o tre anni i camion del Cociv in paese se la circonvallazione verrà finanziata». Favorevole, seppure scettico, il Consigliere di minoranza Francesco Scaiola (Alleanza civica per Serravalle). Contrari invece Elio Pollero e Walter Zerbo di Serravalle Futura: «Davvero fermerebbero i lavori del Terzo valico per fare la nostra circonvallazione? Non c’è nulla di sicuro nella vostra proposta, né la fattibilità né i tempi. Un documento dai piedi d’argilla, seppure dagli intenti positivi, che fa riferimento a un’opera, il Terzo valico, senza senso».