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giovedì 13 dicembre 2018

SETTIMANA DENSA DI EVENTI ! Dal premio Luisa Minazzi, alla manifestazione Notav di Torino, alla festa dell'Albero con i bimbi di Pasturana

Care/i amiche/i,

questa che sta per concludersi  è stata una settimana carica di appuntamenti per il nostro circolo.
Venerdì 7 dicembre abbiamo partecipato alla cerimonia conclusiva del Premio "Luisa Minazzi" - Ambientalista dell'anno 2018: tra i candidati, tutti con curriculum di pregio, spiccava anche il nostro Francesco Panella che ha portato a casa ben due riconoscimenti: Il premio speciale per l’economia sociale e sostenibile conferito dalla Città di Casale Monferrato e la menzione speciale del quotidiano La Stampa 


Dal sito dell'Agenzia internazionale stampa estero:  “Anche quest’anno il Premio è stata l’occasione per raccontare le storie di donne e uomini che s’impegnano, ciascuno a modo proprio, per il benessere della comunità, la diffusione del messaggio ambientale, l’innovazione d’impresa, la salvaguardia del territorio – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. Tutte storie di un’Italia capace e sensibile, di persone che in tanti modi diversi vogliono contribuire al cambiamento. Senza dimenticare che il Premio è intitolato a una donna simbolo di una delle battaglie più dure e importanti per il nostro Paese, quella contro l’amianto che, nonostante 26 anni fa sia stato messo al bando con la legge 257/92, continua a essere molto diffuso su tutto il territorio nazionale e continua a minacciare salute e ambiente. Anche la scelta di Casale Monferrato come luogo in cui si svolge il premio è importante. Qui dopo tanti anni si è conclusa la bonifica degli stabilimenti dell’Eternit e al loro posto è sorto un parco cittadino, a testimoniare che le battaglie per l’ambiente e la salute, anche le più difficili, si possono vincere”.

Questo è il comunicato dell'ente organizzatore: 
Non supereroi, bensì persone normali che hanno saputo raggiungere risultati straordinari con passione, coraggio e dedizione: sono gli otto finalisti del Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno”, assegnato oggi pomeriggio nella Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato (AL).
Il Premio ha segnato il momento conclusivo della seconda edizione del Festival della virtù civica, che ha animato la cittadina piemontese da domenica 2 dicembre ad oggi.
A ricevere il riconoscimento, promosso da Legambiente e La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore che raccoglie un’ampia rete di associazioni locali del Monferrato casalese, è stato Giovanni De Feo, docente universitario, ideatore e promotore del progetto di educazione ambientale Greenopoli. A lui sono andate, infatti, 1.765 preferenze sul totale delle circa 7.000 (più del doppio rispetto alla scorsa edizione) giunte da tutta Italia, nell’arco di due mesi, alla Segreteria organizzativa, fra schede inviate per posta, votazione online e tramite le urne allestite in diversi luoghi del Casalese.
Giovanni De Feo insegna Ecologia Industriale presso il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e Ingegneria gestionale della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Salerno. Ma la sua capacità di divulgare, in maniera semplice e convincente, i principi della sostenibilità non conosce confini generazionali. Apprezzato per la sua competenza dagli adulti, De Feo è amatissimo anche dai più giovani, ai quali si rivolge attraverso il progetto di educazione ambientale Greenopoli (www.greenopoli.it), da lui ideato e promosso. Grazie al web e ad incontri dal vivo a base di rap e narrazioni, De Feo riesce così a trasmettere a bambini e ragazzi concetti a volte molto complessi sensibilizzandoli sulle tematiche ambientali.
A maggio 2018 è stato nominato Socio Onorario dell’Associazione Italiana di Scienze Ambientali – AISA. Per l’attività di divulgazione ambientale con il metodo Greenopoli, nel 2018 ha ricevuto i premi Vesuvio Verde, Anfiteatro d’argento, Premio Internazionale Prata.
Grande l’emozione di De Feo nell’apprendere di essere l’Ambientalista dell’Anno 2018: “è stato un anno fortunato, di grandi soddisfazioni personali e professionali. Qui a Casale ho trovato persone belle, ricche di umanità. Con Greenopoli ogni anno incontro diecimila studenti, i più giovani hanno capacità di comprensione immediata, sono i bambini che mi insegnano. Questo metodo, che consiste nell’andare a scuola e lasciarsi prendere per mano dai bambini, è il modo per arrivare a cambiare i grandi”.
Oltre a Giovanni De Feo, erano candidati al Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno 2018: Vincenzo Cordiano, specialista nel campo dei tumori del sangue, il cui grido d’allarme ha portato il Consiglio dei Ministri a dichiarare lo stato di emergenza per i Pfas in Veneto; Marcello Dondeynaz, che insieme al comitato “Ripartire dalle Cime Bianche” di cui è referente, lotta per la tutela di uno degli ultimi lembi incontaminati sul versante meridionale del Monte Rosa; Salvatore Gullì, che come commissario prefettizio sta aiutando la comunità di San Luca, in Aspromonte, a guardare al futuro e a non piegarsi alla ‘ndrangheta; Francesco Panella, dedito da sempre alla tutela delle api e tra i protagonisti della battaglia che ha portato a maggio allo stop della Ue alle tre molecole insetticide più utilizzate al mondo e nocive per questi insetti; VenTo, la dorsale cicloturistica italiana di EuroVelo 8, che punta a collegare Venezia a Torino per 700 chilometri lungo il Po; RECUP, il servizio di recupero degli alimenti invenduti nei mercati rionali da donare a chi ne ha bisogno; Guendalina Salimei, architetto che ha riprogettato in ottica comunitaria il quarto piano del Corviale, nella periferia romana, per strapparlo al degrado.
A ognuno degli otto candidati è stato assegnato un riconoscimento, a testimoniare che nel loro insieme gli Ambientalisti dell’anno (che vengono ogni anno individuati sulla base delle segnalazioni della Giuria preliminare) rappresentano la miglior sintesi di un’Italia che non si rassegna, che ragiona, investe, opera, costruisce e combatte per il bene comune e per rispondere ai bisogni della contemporaneità, dalla lotta all’inquinamento alla creazione di un’economia circolare, equa e sostenibile.
Durante la partecipata cerimonia di premiazione i finalisti, intervistati dalla giornalista Marina Maffei, hanno raccontato la propria esperienza, trasmettendo al pubblico un importante messaggio sul valore positivo del cambiamento. Ascoltarne la storia è stato intenso ed ispirante ed ha ricordato, una volta di più, che si inizia il cammino spesso da soli, ma che la verità ha una voce che non può essere ignorata o dimenticata.
Allo stesso modo l’impegno civile speso in vita da Luisa Minazzi rende indimenticata la sua figura. Il Premio Ambientalista dell’Anno, che è alla dodicesima edizione, è a lei intitolato dal 2012: Luisa, direttrice didattica, ambientalista ed amministratrice comunale casalese, ha lottato duramente prima di arrendersi nel 2010 al mesotelioma, una sorte beffarda per chi come lei ha trascorso la vita battendosi contro l’amianto. Durante la premiazione, ne ha tratteggiato un sentito ritratto la giornalista Monica Triglia, ma il suo ricordo trapela anche dalla passione con cui la nascente Associazione Amici di Luisa, insieme al Comune di Casale Monferrato e all’Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese-alessandrino, ha organizzato questa seconda edizione del Festival della virtù civica, dopo il positivo esordio nel 2017.
La cerimonia del Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno è stata aperta dal saluto in video del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, finalista nel 2015, che, nell’invitare il vincitore del premio a Roma per conoscerne la storia, ha ricordato la sua esperienza a Casale e sottolineato l’importanza di avere una visione nella tutela ambientale. La premiazione ha visto gli interventi della sindaca di Casale Monferrato Titti Palazzetti, dell’assessora all’ambiente Cristina Fava, del presidente dell’Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese-alessandrino Francesco Bove, del direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti, del direttore di Legambiente Piemonte Giampiero Godio, del direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto. Franco Pistono (ARPA Piemonte), ideatore di musica d’ambiente e compositore della canzone per il Parco Eternot di Casale Monferrato ha curato un intermezzo musicale. Silvia Barruscotto ha raccontato il progetto casalese Urban Regeneraction, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e esempio di virtù civica.
La premiazione ha siglato il momento conclusivo del Festival della virtù civica, il cui obiettivo è valorizzare la presenza a Casale Monferrato dei finalisti chiamandoli a condividere le loro storie ed esperienze unitamente a quelle di altri significativi esempi di impegno civile.
Grazie ad un fitto calendario con quattordici appuntamenti (tavole rotonde, convegni, presentazioni di libri, concerti, videoproiezioni ed una mostra) ed oltre trenta ospiti, il Festival ha coinvolto dal 2 dicembre ad oggi un pubblico trasversale, con particolare attenzione al mondo della scuola.
«Il Festival della virtù civica ha portato alla ribalta otto splendide storie di cambiamento – commentano Marco Fratoddi, Vittorio Giordano e Gian Paolo Minazzi che coordinano il gruppo di lavoro dell’Associazione Amici di Luisa – La bellezza del Festival è data dal fatto che ha messo veramente in contatto ravvicinato gli ospiti e i cittadini. Molto apprezzati anche i momenti di ospitalità presso alcune famiglie del Monferrato. Forte il coinvolgimento degli studenti, di ogni età, che hanno partecipato ai numerosi incontri. Crediamo infatti che il nostro slogan “le persone sono il cambiamento” si rifletta proprio nella parte di popolazione che guarda al futuro».
Il Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno è promosso da Legambiente e La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore che raccoglie un’ampia rete di associazioni locali del Monferrato casalese.
Il Festival della Virtù Civica è ideato e curato dalla nascente Associazione Amici di Luisa insieme alla Città di Casale Monferrato e all’Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese-alessandrino. La manifestazione vede la partecipazione in qualità di maggior sostenitore di Weleda, il gruppo che produce cosmetici naturali olistici e rimedi omeopatici e antroposofici che sin dalla sua fondazione ha posto grande attenzione alla responsabilità sociale, ambientale ed economica. Contribuiscono anche Consorzio Casalese Rifiuti, Cosmo S.p.A., Energica, Zaffiro Serramenti, partecipano e supportano il Festival Afeva, Agesci, Auser, Avis, Cai, Confraternita degli Stolti, Equazione, L’Albero di Valentina, Monferrato Oltre, Legambiente e La Nuova Ecologia. Media partner sono La Nuova Ecologia, Tuttogreen de La Stampa e il bisettimanale Il Monferrato.
La mostra “Bee Active! Alla scoperta delle api” è stata realizzata in collaborazione con Mielizia e Conapi. Si ringraziano la Libreria Labirinto di Casale Monferrato per la disponibilità degli spazi e la Tipografia La Nuova Operaia.

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Sabato 8 dicembre il nostro circolo invece ha manifestato a Torino insieme ad altre migliaia di cittadini : ancora una volta abbiamo ribadito la nostra opposizione al Sistema Grandi Opere: 

- Siamo a favore del trasporto su rotaia e contrari al trasposto su gomma, QUINDI siamo contrari al Tav

- Siamo a favore del progresso nel suo insieme, cioè del lavoro, della salute, della qualità della vita, QUINDI siamo contrari al Tav

- Siamo favorevoli alla tutela del territorio, alla prevenzione dei disastri idrogeologici, al rispetto della natura, QUINDI siamo contrari al Tav

- Siamo favorevoli al lavoro, bene sempre più prezioso, per le persone e per le aziende, al benessere economico delle persone e del nostro Paese, QUINDI siamo contrari al Tav

- Siamo favorevoli alla buona economia, contrari alle infiltrazioni mafiose, QUINDI siamo contrari al Tav

-Siamo favorevoli al treno come mezzo di trasporto delle persone, non solo ad alta velocità, ma anche pendolari, e come mezzo di trasporto delle merci, QUINDI siamo contrari al Tav
- Siamo a favore della salute di chi vive nei territori interessati alle opere, senza infingimenti su amianto e rifiuti pericolosi, QUINDI siamo contrari al Tav

- Siamo favorevoli a fare lavorare le imprese presenti sul territorio e contrari alle assegnazioni di lavori senza gare di appalto, QUINDI siamo contrari al Tav

- Siamo a favore di decisioni prese dopo analisi di costi e benefici, QUINDI siamo contrari al Tav

Insieme a noi, altri circoli di Legambiente erano presenti a Torino:
Gli Amici del Lago - onlus Circolo di Legambiente CIRCOLO NUOVA ECOLOGIA LEGAMBIENTE GENOVA Legambiente Liguria Onlus Legambiente Settimo Legambiente dell'Ovadese Legambiente Biella Legambiente Asti Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta Legambiente Onlus Legambiente Casale Monferrato Legambiente Lombardia Legambiente del Vercellese Legambiente Valsusa Legambiente Cascina Govean Molecola Legambiente Torino Legambiente Collegno Legambiente Rivoli Circolo Legambiente Valle d'Aosta Legambiente Circolo Protezione Civile Piemonte Legambiente Metropolitano 


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Martedì 11 dicembre invece, il nostro circolo è stato ospite alle scuole primarie di Pasturana per la festa dell'Albero!
Abbiamo piantato 5 alberelli nel bel prato della scuola: daranno ombra e ossigeno a tutti gli studenti presenti e futuri! Tra queste piantine, ricordiamo il maggiociondolo che i bimbi hanno voluto dedicare alla maestra Gemma, come regalo per il suo compleanno.
Grazie alle maestre, al personale Ata e al personale del Comune di Pasturana che hanno permesso la buona riuscita dell'evento.



  

venerdì 6 luglio 2018

VENTIMIGLIA, 14 LUGLIO : GIORNATA DI SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questo appello, invitando a partecipare e/o a diffonderlo:


14 luglio 2018
GIORNATA DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE A VENTIMIGLIA
PER UN PERMESSO DI SOGGIORNO EUROPEO


Invitiamo tutte le realtà, le associazioni, i collettivi, i gruppi e le singole persone che si occupano delle tematiche legate ai flussi migratori, all’accoglienza, alla solidarietà e chiunque sia interessato, a partecipare al percorso di costruzione della mobilitazione del 14 luglio a Ventimiglia.
Una mobilitazione che si svolgerà su uno dei confini interni più controversi d’Europa, per denunciare la brutalità delle politiche nazionali ed internazionali di governo delle migrazioni. Ma anche per rivendicare la necessità di un permesso di soggiorno europeo, il diritto alla mobilità e per ripensare l’attuale sistema della cosiddetta “accoglienza”. Una mobilitazione contro la tratta e le violenze di genere, contro lo sfruttamento delle persone migranti, per la loro libertà e autodeterminazione.
Come il Mediterraneo è il fossato mortale di un’Europa rinchiusa nella sua fortezza, che è il simbolo del fallimento di un’Europa senza confini interni. Infatti il confine fra Italia e Francia rientra nell’accordo di Schengen, uno di quei confini che non dovrebbero più esistere per le persone e che invece si stanno moltiplicando e militarizzando, nuovi muri che lasciano passare le merci e fermano i corpi, i desideri, i progetti di vita.

Riteniamo che il percorso verso il 14 luglio possa rappresentare una preziosa occasione di scambio, dialogo e cooperazione tra coloro che, pur nella diversità di territori, eterogeneità e appartenenze, condividono gli stessi orizzonti di pensiero, l’idea di una società senza confini di classe, genere o nazione.
La manifestazione prende posizione di fronte alle politiche locali, italiane ed europee che quotidianamente si ripercuotono sulle condizioni di vita e sui diritti fondamentali delle persone in viaggio e non solo.
Ventimiglia è stata scelta perché luogo simbolo delle violente e fallimentari politiche migratorie sia italiane che europee, come il decreto Minniti-Orlando o l’accordo di Dublino III. 
Pensiamo che il nuovo governo italiano populista, xenofobo e razzista possa ulteriormente aggravare una situazione già estremamente critica per chi rivendica diritti e libertà di movimento. 

L'Europa è simbolo del fallimento dell'accoglienza istituzionale. 
Come succede in molti altri territori, tantissime di queste persone dormono in accampamenti a cielo aperto, dove manca tutto e le condizioni igienico sanitarie sono precarie, pur di non sostare nel campo della Croce Rossa Italiana, situato a 5km dalla città per questioni di decoro, costantemente presidiato dalle forze dell’ordine. 
Come in tante altre città, “l’accoglienza” si presenta di fatto come uno strumento di disciplinamento e inferiorizzazione. 
I grandi centri di prima accoglienza troppo spesso sono luoghi di segregazione e spersonalizzazione, luoghi orientati all’infantilizzazione delle persone migranti alle quali viene negata la dignità umana e la tutela dei diritti primari. 
Tuttavia questo violento sistema di confinamenti e controllo non riesce a frenare e neutralizzare il desiderio di libertà e le rivendicazioni che caratterizzano questi movimenti migratori. 
In Europa infatti si sono susseguite a più riprese proteste, contestazioni, azioni collettive auto-organizzate, “contro-condotte” e diffusi comportamenti di carattere resistenziale.

L' Europa è il simbolo del razzismo istituzionale che è ormai pratica quotidiana.
Chi ogni giorno tenta di attraversare il confine rischia di incappare in uno dei numerosi controlli di polizia, basati esclusivamente sul colore della pelle. La discrezionalità dei controlli di frontiera raggiunge casi di aperta violazione delle norme e dei trattati internazionali, come il reiterato respingimento di minori non accompagnati dalla Francia all'Italia. 
Chi viene respinto al confine o viene trovato privo di documenti in città, può essere trasferito verso l'hotspot di Taranto o di Crotone. 
Queste pratiche di identificazione e deportazione, tristemente comuni a molti altri territori, avvengono quasi quotidianamente con l’intento di “alleggerire” la frontiera, una pratica istituzionale rivelatasi oltre che inumana, anche dispendiosa per le casse dello stato e inutile visto che le persone dopo pochi giorni ritornano a Ventimiglia nel tentativo di raggiungere altri paesi europei.

L'Europa è il simbolo della violenza su donne e minori.
Le donne e le minori spesso si mettono in viaggio per sottrarsi alla violenza patriarcale nel paese di origine, ma la violenza di genere è una costante in tutto il viaggio delle migranti. 
Le donne in transito non hanno accesso alla salute, alla prevenzione delle gravidanze indesiderate e delle malattie sessualmente trasmissibili, non possono richiedere in tempi utili un’interruzione volontaria di gravidanza; le condizioni in cui vengono “accolte”, a Ventimiglia e non solo, sono insicure, non le tutelano dal rischio di diventare “merce di scambio” e di entrare nella rete della tratta che nutre il mercato della prostituzione. 
Le violenze sono all’ordine del giorno per tutte le migranti e avvengono sotto gli occhi di tutti, istituzioni e forze dell’ordine comprese, che persistono però nell’attuare unicamente politiche repressive e di controllo. 

In Europa si susseguono attacchi ad ogni forma di solidarietà attiva: dalle navi delle ONG trattate come scafisti, agli arresti di chi aiuta i migranti nel loro percorso, alla continua costruzione di muri fisici e legislativi, fino alle migliaia di avvisi orali, fogli di via e denunce ad attivisti e solidali, colpevoli semplicemente di esprimere solidarietà. A Ventimiglia ad esempio per oltre un anno una ordinanza comunale ha vietato di portare da mangiare ai migranti. 
In tre anni si sono susseguiti sgomberi forzati dei campi, blocco delle fontane (unica fonte di approvvigionamento per molti), “pulizia” con le ruspe del greto del fiume Roya, chiusura di luoghi protetti di accoglienza per donne e minori come la Chiesa delle Gianchette; un insieme di “soluzioni” che, ben lungi dal risolvere la situazione, la peggiorano.

Per tutti questi motivi costruiamo assieme una mobilitazione collettiva. Una giornata di solidarietà per la libertà di movimento, per uscire dall'isolamento mediatico e rivendicare la dignità e l’autonomia delle persone in viaggio, per affermare l’umanità e la legittimità delle pratiche solidali e per rompere finalmente con una narrazione improntata prevalentemente su logiche eurocentriche e populiste.

Non vogliamo una mobilitazione “per i migranti”, ma una mobilitazione che sia con e delle persone migranti. Una mobilitazione che sappia includere tutti e dare vita a linguaggi e progetti coinvolgenti.
Ci rivolgiamo anche a quella parte di cittadinanza ventimigliese che vuole sentirsi soggetto attivo del proprio territorio. 
Vogliamo una mobilitazione trasversale che, con la forza della sua determinazione e partecipazione, sappia dare forza e visibilità alle rivendicazioni delle persone migranti e ai diversi percorsi di solidarietà che si stanno sviluppando in tutta Europa (dalla Spagna alla Grecia passando per Calais) contro la barbarie rappresentata dai confini e dalle politiche migratorie.

Progetto 20k
Padre Alex Zanotelli
Don Fabio Corazzina
Don Armando Zappolini
Cecilia Strada
Francesca Fornario
Moni Ovadia
Vauro 
Comunità San Benedetto al Porto
Arci Nazionale

martedì 7 giugno 2016

CON L'ACQUA NON SI SCHERZA: 24 SINDACI E I CITTADINI MANIFESTERANNO AD ALESSANDRIA, SABATO 11 GIUGNO



RICEVIAMO E VOLONTIERI PUBBLICHIAMO L'APPELLO PER LA PARTECIPAZIONE ALLA


MANIFESTAZIONE DELL'11 GIUGNO
AD ALESSANDRIA, H.16,00 TEATRO COMUNALE

INDETTA DAI COMITATI DI BASE DELLA VALLE BORMIDA IN DIFESA DELLA FALDA ACQUIFERA DI SEZZADIO-PREDOSA.
Ricordiamo che  la manifestazione ha l'obiettivo di sensibilizzare cittadini e amministratori sul tema della qualità della nostra acqua e sulla sicurezza di una delle più grandi falde acquifere, che serve il basso Piemonte e che è attualmente minacciata da diversi progetti industriali e infrastrutturali, tra cui lo stoccaggio di una parte dello smarino del Terzo Valico.
Il Circolo Legambiente Val Lemme aderisce all'iniziativa.

Dal sito di PiemonteLife
ALESSANDRIA 7 GIU – Ancora una volta in Val Bormida si manifesterà per difendere l’ambiente: i Comitati di Base della Valle Bormida, Sezzadio Ambiente, Comitato ZenZel di Visone, sfileranno per le vie di Alessandria in difesa dell’acqua l’11 giugno dalle 16,45, . Si prevede una grande partecipazione popolare, con cittadini che arriveranno con una decina di pullman da tutta la valle, di 24 sindaci e di molti agricoltori che sfileranno con i loro mezzi di lavoro.  Tra le richieste principali, la revoca dell’autorizzazione del progetto di discarica nel territorio di Sezzadio, il rifiuto di concessioni di nuove lavorazioni nell’area di Predosa negli stabilimenti ‘Grassano Riccoboni’. Particolarmente contestata la concessione, in discussione a breve alla Conferenza dei Servizi, che prevede il trattamento di 420 sostanze tossico-nocive (solventi, pesticidi, terre contaminate da metalli pesanti, percolati di discariche) sopra il campo pozzi Amag di Predosa. I manifestanti lamentano anche il fatto che la discarica di Sezzadio realizzerebbe una circonvallazione intorno al paese, tagliando in due molti terreni, a uso esclusivo dell’azienda.

 A questo proposito, il circolo Legambiente dell'Ovadese e Valle Stura ha presentato un appello ai consiglieri regionali perché venga adottato un provvedimento di tutela delle falde di ricarica della provincia di Alessandria.