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martedì 28 aprile 2020

TRASPORTO PUBBLICO: LA REGIONE PIEMONTE SCEGLIE L'INQUINAMENTO E PROSEGUE CON LO SMANTELLAMENTO DELLE LINEE FERROVIARIE



“Smantellare una ferrovia è un fallimento politico”

In un momento in cui la cittadinanza è chiusa in casa e non può manifestare il proprio dissenso, sono cominciate le operazioni per lo smantellamento della linea ferroviaria in Val Pellice, sospesa dal 2012. Legambiente: “Scelta sbagliata nella forma e nei contenuti. Nessun confronto con il territorio”

La linea ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice è sospesa dal 2012. Come in molte altre realtà, il fermo è stato preceduto da un esercizio misto treno-bus, con corse sempre più limitate. La linea, in tali condizioni, ha patito la concorrenza con i bus diretti e con le auto private, perdendo progressivamente utenti sino alla sospensione. Da allora il Comitato Trenovivo, a cui i circoli locali di Legambiente partecipano, si batte per la sua riapertura.
Sebbene la linea sia stata indicata come tratta da ripristinare nella recente proposta di servizio ferroviario metropolitano elaborata da Trenitalia, l’attuale Giunta regionale ad inizi 2020 si è detta non interessata al ripristino. Gli amministratori locali non hanno ottenuto altro che la promessa di uno studio di fattibilità per un mezzo “ecologico” su gomma che potrebbe correre sul sedime trasformato in pista ciclabile.

Dal 23 aprile RFI sta procedendo allo smontaggio della linea elettrica aerea. L’Assessore regionale Gabusi ha dichiarato che si tratta della mera rimozione del cavo di contatto a causa di continui furti. In realtà, si sta procedendo con l’asportazione di tutta la catenaria, compresi i supporti, nonostante gli elementi siano recenti e in buone condizioni a detta degli stessi operatori.
È evidente di come si tratti di un’operazione radicale, senza ritorno, finalizzata sostanzialmente alla dismissione della linea.

Legambiente chiede che la Regione blocchi immediatamente lo smantellamento operato da RFI. I Sindaci agiscano direttamente per fermare i lavori, dal momento che non può essere sostenuto che si tratti di un intervento di manutenzione urgente che deroga alle limitazioni COVID-19. Il dibattito consiliare previsto in Regione per martedì 28 corre il rischio di avvenire a operazione pressoché compiuta. Inoltre si chiede che le Amministrazioni locali creino un tavolo di lavoro, stabile e partecipativo, sulla mobilità di valle con l’obiettivo non di discutere dell’una o dell’altra soluzione tecnologica di trasporto, ma di analizzare i flussi di spostamento locali, mettere a fuoco esigenze e potenzialità, evidenziare gli spostamenti più significativi e tracciare linee di azione a livello territoriale. Solo coordinandosi il territorio potrà essere in grado di avanzare richieste robuste alla Regione, avere contezza delle necessità e, in sostanza, poter attuare una vera politica della mobilità locale.

“Le amministrazioni locali, in questi anni, non hanno saputo ragionare su una proposta congiunta per la mobilità di valle – dichiara Fabrizio Cogno, presidente del Circolo Legambiente Valle Pellice – e su azioni territoriali per favorire la domanda di mobilità collettiva. È mancato un solido coordinamento volto allo studio dei flussi di mobilità del territorio e sulle esigenze da intercettare per promuovere il trasporto pubblico. In sostanza si è accettato l’incremento del trasporto privato senza neppur conoscere realmente l’entità degli spostamenti. L'Amministrazione regionale pare non cogliere del tutto le opportunità che ferrovie locali efficienti garantirebbero in termini sia di transizione energetica, sia di qualità dell'aria, peraltro in una delle aree più inquinate d'Europa. L'approccio ragionieristico sui costi di gestione funziona solamente se si finge di non conoscere i costi economici (per i singoli cittadini), ambientali, sociali e sanitari legati all'incremento del trasporto privato.”

“Si blocchi il lavoro di smantellamento della linea elettrica aerea – dichiara il Circolo Legambiente Pinerolo in un comunicato del suo direttivo – Si crei un tavolo di lavoro a cui partecipino le Amministrazioni Comunali interessate alla linea ferroviaria, con la presenza dei Comitati locali e delle Associazioni che sulla questione sono impegnate da anni. Un tavolo che dovrà avere il compito di studiare, definire e comunicare i dati relativi alla mobilità su questo territorio e di fare proposte attuabili e sostenibili, finalizzate a ridurre l’inquinamento atmosferico e a dare soluzioni adeguate alle esigenze di mobilità della popolazione”.

“Smantellare una linea di trasporto pubblico esistente è un’azione improvvida – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Farlo in tempo di lockdown, senza comunicazioni preventive non è un esercizio di stile. Stanno cancellando la possibilità di riattivare (come Legambiente chiede da tempo) un servizio essenziale per studenti e lavoratori, economico e a basso impatto ambientale, ad oggi sostituito da una linea bus, impattante sia dal punto di vista ambientale che da quello della qualità di vita. La giustificazione degli alti costi di esercizio è figlia di una mancata pianificazione, di un servizio che nel corso degli anni è stato reso sempre meno efficiente da scelte industriali e non supportato da scelte politiche. Si fermino finché sono in tempo e dialoghino con il territorio”. 



Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 339.2272687

Ferrovia Pinerolo-Torre Pellice - Wikipedia


lunedì 13 marzo 2017

FIBRE DI AMIANTO NELL’ACQUA DELLA CLARA E BUONA DI ALESSANDRIA -Comunicato stampa

“E’ solo la prima conferma dei nostri timori:
l’opera è  inutile, costosa E anche dannosa!”


Il comitato di cittadini “Alessandria no amianto dal terzo valico”, Pro Natura Alessandria e i circoli Legambiente dell’Ovadese, Valle Stura e Val Lemme ritengono che i risultati delle analisi di Arpa sui campioni d’acqua di falda prelevati nei pozzi piezometrici intorno alla cava Clara e Buona ad Alessandria, che evidenziano la presenza di amianto fino a 300 mila fibre per litro siano solo la prima conferma dei timori più volte espressi dai cittadini e dalle associazioni sulle conseguenze del Terzo Valico, opera inutile, costosa, è anche dannosa!

Al pari di altre associazioni e comitati, sulla scellerata decisione (una tra le tante di questa assurda Grande Opera) di inserire nel Piano Cave il sito Clara e Buona, così come altri siti del territorio comunale alessandrino, gli scriventi si erano già espressi, ricorrendo in via straordinaria al Capo dello Stato, presentando un esposto in Procura e sollecitando il Sindaco di Alessandria a non cedere alle indebite pressioni esterne di Cociv.

Ma ancora una volta hanno vinto gli accordi di palazzo e le convenienze politiche, a scapito dell’interesse generale della collettività, e l’ordinanza comunale che vietava i conferimenti di smarino è stata ritirata.

Sebbene non vi siano abbastanza studi sui limiti massimi di fibre di amianto disperse nell’acqua oltre i quali sono accertate le conseguenze per la salute umana, lo IARC (Istituto internazionale per la ricerca sul cancro) ha comunque sollevato la questione, considerando l’ingestione di amianto come una “esposizione primaria” al pari dell’inalazione (capitolo 1.5, pagina 7), con rischi particolarmente alti per i bambini piccoli.

Proprio perché la materia non è ancora del tutto dipanata e visto la gravissima criticità ambientale in cui si trova il territorio alessandrino, riteniamo che il principio di cautela avrebbe dovuto e dovrebbe ispirare qualsiasi decisione politica, tanto più che finora, tale principio non ci sembra sia mai stato applicato (si vedano le numerose criticità ambientali della provincia alessandrina, dall’Eternit di Casale M., all’Ecolibarna di Serravalle Scrivia, al caso Solvay di Spineta Marengo, passando per il caso Acna di Cengio e per il deposito di materiale radioattivo di Bosco Marengo ecc. ecc.). Come sottolinea l’Osservatorio nazionale amianto, nel parere qui allegato, occorre tenere “conto che anche pochissime fibrille assunte quotidianamente, col tempo, si sommano nel nostro organismo, raggiugendo il carico (body burden dei ricercatori anglosassoni) di rottura del tiro-alla-fune tra cancerogeni e difese dell’organismo contro il cancro.”

Il sito Clara e Buona ricade pertanto in una delle tipologie indicate dal ministero dell’Ambiente come sorgente di contaminazione delle acque da parte di fibre d’amianto, vale a dire “inquinamento da siti industriali dismessi, che è generalmente prodotto dallo scarico in laghi e fiumi di acque di dilavamento nei pressi di cave, attività estrattive o siti industriali in cui vi è ancora presenza di amianto e/o MCA”.

Considerato inoltre che l’abbancamento dello smarino avviene poco distante dai pozzi dell’acquedotto che serve la città di Alessandria e che l’area è in zona esondabile, come già indicato dagli scriventi nei precedenti comunicati, il buon senso e il principio di precauzione avrebbero dovuto dunque far decidere per una sua esclusione dal piano cave, una completa bonifica dell’area e una naturalizzazione del sito senza conferimento di altro materiale potenzialmente inquinante, anche per altre cause, non necessariamente riconducibili all’ amianto.

Pertanto, alla luce di quanto emerso dalle analisi Arpa, consideriamo gravemente irresponsabile il comportamento della Regione e del Sindaco di Alessandria e di chi ha il dovere istituzionale di salvaguardare la salute pubblica perché hanno operato e preso decisioni ignorando il principio di precauzione.

È più che evidente ormai che è impossibile gestire in sicurezza un’inutile opera faraonica nata su presupposti sbagliati e formalmente irregolari perché non supportata da una analisi costi-benefici, motivo per cui, riteniamo noi, non è stata fatta nessuna gara d’appalto per l’assegnazione al General contractor, non sono stati assegnati gli strumenti tecnici e finanziari a coloro che dovrebbero controllare sull’esecuzione del progetto, che peraltro riteniamo abbia dato ampia dimostrazione della scarsa professionalità con cui è stato concepito, senza menzionare inoltre gli scandali di corruzione e infiltrazione mafiosa che si sono susseguiti in questi anni intorno a questo inutile dispendio di denaro pubblico.

Ci opponiamo al Terzo Valico con tutte le nostre forze, chiedendo di fermare i conferimenti in Cascina Clara e Buona per fermare l’opera e evitare l’ulteriore devastazione della nostra provincia che ha già conosciuto criticità ambientali tali da compromettere la salute pubblica.

Invitiamo i cittadini a sottoscrivere la petizione al Comune di Alessandria per chiedere lo STOP all’utilizzo delle cave di Alessandria per lo smarino del Terzo Valico, e ad aiutarci a fermare l’opera, non solo perché rischia di creare gravi danni all’ambiente e alla salute, non solo perché è un regalo agli speculatori del settore movimento terra, ma perché ne va della nostra dignità di cittadini: in un Paese dove non ci sono soldi per la sanità, per la scuola, per la salvaguardia del territorio, per aiutare i poveri … a questi progetti assurdi e costosissimi è ora di dire basta.

#FUORIDALTUNNEL 



Legambiente Val Lemme 


Legambiente Ovadese e Valle Stura
 info@ambienteal.it

Alessandria No Amianto dal Terzo Valico 

Pro Natura Alessandria 

sabato 6 agosto 2016

LEGAMBIENTE ASSEGNA LE BANDIERE VERDI E NERE DI CAROVANA DELLE ALPI

Ecco le bandiere verdi e nere assegnate quest'anno in Piemonte e Valle d'Aosta: come dimostra l'emergenza dei fiumi in secca che si è verificata in questi giorni , l'inadempienza della Regione in merito alla individuazione delle aree inidonee per tali impianti crea gravi danni all'ambiente. Le nostre congratulazioni invece vanno a Valgrisenche e Val d'Ayas, alla Valle Stura e  a Andonno-Valdieri  per le loro lungimiranti politiche del territorio nonché al Corpo Forestale dello Stato, per l'impegno nella lotta alle Ecomafie.




Torino, 5 agosto 2016                                                                       Comunicato stampa


Montagna al bivio: Legambiente assegna le bandiere verdi e nere di Carovana delle Alpi

 Nel mirino di Legambiente il far west dell’idroelettrico e dell’eliski. Bandiera verde al Corpo Forestale


Anche questa estate la Carovana delle Alpi di Legambiente fa il check up dello stato di salute dell’arco alpino e, in questa edizione, assegna 11 bandiere verdi alle situazioni più virtuose di gestione del territorio e 8 bandiere nere a quelle peggiori. Al Piemonte e Valle d’Aosta vengono assegnate complessivamente 8 bandiere, di cui 5 verdi e 3 nere. Un risultato che, nel bene e nel male, conferma le tendenze degli anni passati. Si assiste infatti, da un lato, ad un incremento di buone pratiche che spaziano dall'economia circolare al coinvolgimento associativo, alla creatività dei singoli fino all'impegno appassionato di alcuni rappresentanti delle istituzioni e, dall’altro, ad una reiterata aggressione all'ambiente da parte dei “pirati” della montagna che causano danni al patrimonio culturale e paesaggistico.

 BANDIERE NERE - Due le bandiere nere in Piemonte. La prima è assegnata alle Ditte e alle Amministrazioni promotrici della pratica dell’eliski e dell’utilizzo ludico degli elicotteri in montagna per la promozione di una pratica che, a fronte del vantaggio di pochissimi operatori, si rivela dannosa per chi vive in montagna e per chi vi si reca per praticare attività turistiche sostenibili, per la sicurezza della montagna oltre che pericolosa per la vita della fauna selvatica alpina. La seconda bandiera nera della Carovana delle Alpi va invece all’Assessorato Energia, Attività produttive, Innovazione della Regione Piemonte per non avere ancora elaborato, così come previsto dalle linee guida ministeriali già dal 2010, il documento di specificazione delle aree inidonee per la realizzazione di qualsiasi tipo di impianto che utilizza fonti rinnovabili, consentendo invece uno sviluppo ubiquitario e dannoso di alcune fonti, in particolar modo dell'idroelettrico. Ed ancora, in Valle d’Aosta, bandiera nera al Comune di Issime e alla Giunta Regionale valdostana per la riproposizione del progetto di valorizzazione e urbanizzazione del Vallone di San Grato, nel Comune di Issime, già bocciato nel 2010.

 "I casi di aggressione alla montagna che sanzioniamo quest’anno con le bandiere nere di Carovana delle Alpi non sono per nulla originali, ma si ripresentano puntualmente e senza soluzione di continuità ormai da troppo tempo –dichiara il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Fabio Dovana-. Un esempio su tutti è il far west che continua a regnare per gli impianti idroelettrici che spesso hanno pesanti ripercussioni ambientali e paesaggistiche, e mettono a repentaglio la qualità ecologica di fiumi e torrenti. Sulla materia è quanto mai urgente che la Regione Piemonte individui le aree inidonee per tali impianti, ponendo fino ad allora un'immediata sospensione del rilascio di nuove concessioni e autorizzazioni. Ma è importante anche il ruolo del Ministero dello Sviluppo Economico, a cui va un’altra nostra bandiera nera per il mancato rinnovo, tramite gara, delle grandi concessioni idriche per uso idroelettrico scadute, che deve definire regole innovative e chiare per un patto di convivenza che ponga una particolare attenzione all'ecosistema fiume e ai territori coinvolti”.



BANDIERE VERDI - La prima bandiera verde piemontese viene assegnata al Comitato dell’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico frazionale di Andonno - Valdieri (CN) esempio virtuoso e innovativo di gestione dei beni collettivi. Si tratta dell’unica realtà operativa in Piemonte nell’amministrazione degli antichi demani collettivi. La seconda bandiera verde va invece al Comando regionale del Corpo Forestale dello Stato che si è distinto per l’eccellente lavoro svolto nel contrasto all’illegalità ambientale su tutto il territorio piemontese con una particolare attenzione alle aree montane. Viene inoltre premiato con la bandiera verde il progetto “Germinale - Agricoltura di Comunità in Valle Stura” che ha avviato un importante percorso di agricoltura di comunità in Valle Stura (CN). Ma le bandiere verdi sventolano anche in Valle d’Aosta, dove Legambiente premia quest’anno il Gruppo spontaneo di residenti e frequentatori della Valgrisenche per l’opposizione intelligente alla pratica dell’eliski, e la capacità di interlocuzione con l’Amministrazione locale. La seconda bandiera verde valdostana viene invece assegnata all’Unité des Communes Valdôtaines Evançon, Consorzio Turistico Val d’Ayas e 31 operatori turistici della vallata per l’idea e la realizzazione dell’anello escursionistico Monte Rosa Rando’ e la capacità di attivare sinergie per lo sviluppo sostenibile del territorio.



“Con le bandiere di Carovana delle Alpi vogliamo accendere i riflettori sui predatori ma anche sui costruttori di futuro delle nostre vallate alpine -aggiunge Fabio Dovana-. Lo testimoniano le due bandiere, una nera e una verde, che quest’anno parlano di eliski. Da un lato abbiamo deciso di assegnare il vessillo nero alle aziende e alle amministrazioni che continuano a promuovere una pratica cosiddetta “sportiva” che va a beneficio di pochissime persone e che invece reca disturbo a molti, e allo stesso tempo abbiamo premiato i residenti della Valgrisenche che a questa pratica dannosa per il territorio si sono opposti in modo efficace. Sono infatti ormai molte le realtà che difendono il proprio territorio, capaci di valorizzare le opportunità e le conoscenze locali e che gettano così le basi per un’economia montana diversa e sostenibile. Dai gruppi spontanei di cittadini che si auto-organizzano per tutelare e far conoscere le peculiarità territoriali, alle nuove forme di gestione comunitaria della proprietà che hanno la forza e la capacità di superare pregiudizi e resistenze, fino al ruolo fondamentale di contrasto alle illegalità ambientali svolto con serietà e dedizione dal Corpo Forestale”.



La 16° edizione della Carovana delle Alpi nelle prossime settimane proseguirà il proprio cammino in Piemonte ed in Valle d’Aosta con diversi appuntamenti: spettacoli teatrali, feste, escursioni, degustazioni di prodotti tipici e dibattiti con l’obiettivo di far conoscere, valorizzare e sostenere i piccoli comuni montani e le loro tradizioni, esaltando le risorse locali con particolare attenzione al paradiso di bellezza e biodiversità che le Alpi offrono e all’importanza delle aree protette.

Il 6 agosto in Val Pellice (TO) sarà presentato il campo di volontariato “SIC est Val Pellice” finalizzato all’avvio di un percorso partecipativo di gestione della biodiversità locale. Il 7 agosto a Saint-Jacques, Ayas (AO) si terrà una camminata “Alla scoperta della presa d’acqua del Ru”, mentre il 21 agosto, una passeggiata con appuntamento alle 9:30 al Col de Joux (AO) porterà al salto di quota nella valle d’Ayas. Il 28 agosto ad Ostana (CN), i volontari di Legambiente propongono una visita guidata al Bosco Incantato. Per il mese di settembre, l’11 è in programma la “Marcia per la salvaguardia e la tutela del Vallone di San Grato” ad Issime (AO), una passeggiata di circa 2 ore con ritrovo nella piazza del paese e spuntino offerto durante il percorso; il 25 a Carrosio, in Val Lemme (AL), avrà invece luogo la Sagra della Zucca. Seguiranno, a Sant’Antonino di Susa (TO), una passeggiata alla scoperta dell’area umida dei Mareschi, a Rassa (VC), un incontro sull'idroelettrico con degustazione di prodotti tipici locali mentre ad ottobre è in programma, con partenza da borgata Codrei a Sant’Antonino di Susa (TO), una passeggiata dal Castello Bilia a Borgata Bigliano.

Dossier Carovana delle Alpi 2016:



Le iniziative di Carovana delle Alpi in Piemonte e Valle d’Aosta:


Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806

www.legambientepiemonte.it – www.facebook.com/legambientepiemontevalledaosta







venerdì 22 luglio 2016

INCHIESTA ALCHEMIA: IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI



Roma, 22 luglio 2016                                                                                       Comunicato stampa



Inchiesta Alchemia: infiltrazioni 'Ndrangheta nei cantieri del Terzo Valico



Legambiente: “C'è bisogno di una reazione forte da parte della politica, controlli più efficaci

 e una rinnovata cultura della prevenzione”



Legambiente accoglie con molta amarezza quanto è emerso a seguito dell'inchiesta Alchemia condotta dalla Procura di Reggio Calabria, che svela l'intrico di interessi della 'Ndrangheta nei sub-appalti già aggiudicati per la realizzazione del "Terzo Valico dei Giovi" attualmente in fase di costruzione nei cantieri del Terzo Valico.

“Davanti a occasioni ghiotte come grandi infrastrutture e grandi eventi – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente - il crimine economico e quello mafioso fanno squadra per massimizzare i profitti e per arrivare l'uno dove non riesce l'altro. Dal Mose di Venezia all’Expo per arrivare all’ultima inchiesta Alchemia, è oramai chiaro che siamo di fronte ad un fenomeno, diffuso in tutto il Paese e caratterizzato dall’intreccio di politica, mafie, corruzione e opacità, che impoverisce e danneggia la Penisola sul piano economico, politico, culturale e ambientale. Per sradicare la corruzione che pervade il settore dei lavori pubblici, occorre una reazione forte e immediata da parte di tutti, in primis delle istituzioni e da chi ha responsabilità politiche, ma servono anche controlli più efficaci e una rinnovata cultura della prevenzione”.

“Indipendentemente dalla nostra posizione di contrarietà al Terzo Valico e, più in generale, al sistema delle Grandi Opere, per gli svariati motivi che andiamo da anni ripetendo, ci lascia ancor più sconcertati il silenzio rumoroso delle istituzioni, la Regione Piemonte in primis che, a tre giorni da quanto accaduto non è ancora intervenuta a dissipare l'incresciosa sensazione da parte dei cittadini del basso Piemonte di vivere in una sorta di territorio franco, dove la 'Ndrangheta si è agevolmente radicata apparentemente senza alcuna difficoltà e senza ostacoli politici e culturali: la criminalità organizzata colma i vuoti e le lacune di uno Stato di diritto assente. La politica e le Istituzioni piemontesi non hanno davvero nulla da dire di fronte a quanto accaduto?”, dichiarano Francesca Gramegna, direttrice Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Paola Lugaro, Presidente del Circolo Legambiente Val Lemme.



L’ufficio stampa di Legambiente: 0686268353

Circolo Legambiente Val Lemme: 3496724348