martedì 21 settembre 2021

SEGNALAZIONE DEI CIRCOLI SULLE ESCAVAZIONI NEI FIUMI

 

                                                                   


                                                                       Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po
                                                            Strada Garibaldi n. 75 - 43121 Parma
                                                           PEC:
protocollo@postacert.adbpo.it

                                                                Agenzia Interregionale per il Fiume PO
                                                        Strada Garibaldi 75 - 43121 Parma
                                                        PEC:
protocollo@cert.agenziapo.it

                                            e p.c.    Ente di gestione delle Aree Protette
                             del Po piemontese
                                                                    Piazza Giovanni XXIII, 6 - 15048 Valenza
                                                    PEC:
parcopopiemontese@pec.it

                            Regione Piemonte
                                                                            Direzione regionale Opere pubbliche, Difesa del
                                                                        suolo, Protezione civile, Trasporti e Logistica
                                             Corso Stati Uniti 21 - Torino
                                                                         PEC:
difesasuolo@cert.regione.piemonte.it   
               

Voltaggio, 20 settembre 2021

 

Oggetto: Programma di interventi di manutenzione idraulica con asportazione di materiale litoide dai corsi d’acqua del Piemonte

 

In un comunicato stampa della Regione Piemonte del 30 luglio si legge che “In tutto il Piemonte sono stati individuati 125 tratti di fiume in cui intervenire per un totale di circa 900 mila metri cubi di materiale da asportare, 33 aree di intervento si trovano nell’Alessandrino, 16 nell’Astigiano, 31 nel Cuneese, 5 nel Novarese, 15 nel Torinese, 14 nel Verbano Cusio Ossola e 11 nel Vercellese”.

Tali interventi sono definiti dal “primo programma di interventi di manutenzione con asportazione di materiale litoide, nel rispetto dei criteri previsti dall'articolo 37, comma 2 della L.R. n. 15/2020, da realizzarsi, da parte di imprese o altri soggetti privati, previa pubblicazione di avvisi per manifestazione di interesse alla redazione del progetto definitivo/esecutivo e alla realizzazione con canone base pari a zero” (Deliberazione della Giunta Regionale 16 luglio 2021, n. 7-3538 - Regione Piemonte BU30 29/07/2021).

Le informazioni di dettaglio sono riportate al seguente link:

https://bandi.regione.piemonte.it/avvisi-beni-regionali/programma-interventi-manutenzione-idraulica-asportazione-materiale-litoide

In Provincia di Alessandria i torrenti e i fiumi interessati da tali interventi sono: Bormida, Tanaro, Scrivia, Orba, Lemme, Ardana, Borbera, Albirola, Stanavazzo, Curone, Riasco, Sisola, Staffora. In alcuni casi (torrenti Orba e Borbera) sono previsti interventi distinti di rimozione di sedimenti con una stima di volume da asportare pari a 10.000 mc ciascuno su tratti ravvicinati o addirittura adiacenti.

Sull’Orba (nel tratto più a valle) sono previsti 7 interventi, di cui 5 ubicati nel comune di Casalcermelli e 2 in quello di Castellazzo Bormida, per un totale di 70.000 mc di sedimento di cui si prevede l’asportazione. I primi prevedono complessivamente l’asportazione di 50.000 mc di sedimento su un tratto di circa 4 km ubicato a cavallo del ponte della SP181; i secondi, invece, prevedono la rimozione di 20.000 mc in totale, poco a valle dei primi, ovvero in prossimità della confluenza con il Fiume Bormida, nel quale è previsto un ulteriore intervento (Immagine 1). A monte sono previsti ulteriori interventi in capo a Regione Piemonte che prevedono l’asportazione di migliaia di mc di sedimento dall’asta fluviale principale presso Ovada, dal Torrente Lemme a Gavi e Francavilla, e dal Torrente Riasco a Basaluzzo/Francavilla.

Nel Torrente Borbera sono previsti due interventi di asportazione di sedimenti da 10.000 mc ciascuno, molto ravvicinati, nei pressi di Cantalupo Ligure e altri due pressoché adiacenti, con la stessa volumetria, alla confluenza con il Torrente Scrivia. (Immagini 2 e 3).

 

Dal momento che

o  come specificato nella Deliberazione della Giunta Regionale 5 marzo 2021 n. 4-2929, “la “Direttiva tecnica per la programmazione degli interventi di gestione dei sedimenti degli alvei” allegata alla deliberazione n. 9 del 2006 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po prevede, al punto 5, procedure transitorie per gli interventi comportanti asportazione di materiale litoide, anche in assenza di programma generale di gestione dei sedimenti, riguardante esclusivamente specifiche situazioni locali:

          situazioni in corrispondenza di opere trasversali o restringimenti di sezione d’alveo in cui risultano presenti locali depositi che non possono essere presi in carico dalla corrente a causa della presenza della stessa opera trasversale o del restringimento;

          tratti di corso d’acqua in corrispondenza di centri abitati, in cui per motivate e verificate esigenze di carattere idraulico è necessario ripristinare la geometria d’alveo di progetto necessaria per il deflusso delle piene;

o  limitatamente ai nodi idraulici puntualmente individuati nell'Accordo “tra Regione Piemonte, AIPo e Autorità di Bacino del Fiume Po, sottoscritto in data 20/02/2007 ed il cui schema è stato approvato con D.G.R. n. 29-5268 del 12/02/2007, per la ’”Attuazione della D.G.R. n. 44-5084 del 14/01/2002 attraverso il Programma generale di gestione dei sedimenti degli alvei dei corsi d’acqua della Regione Piemonte, ai sensi della Direttiva dell’Autorità di bacino adottata dal Comitato Istituzionale con deliberazione n.9 in data 05/04/2006”” non vi sono “limitazioni al quantitativo di materiale litoide estratto in quanto sarà il raggiungimento delle originarie condizioni di progetto a stabilirne i volumi”;

 Considerato che

·    la gestione dei sedimenti fluviali non si attua unicamente con la movimentazione in alveo e l’asportazione dall’alveo degli stessi e che vi sono ormai molteplici altri strumenti gestionali finalizzati all’implementazione di una efficace e sostenibile gestione dell’ambiente fluviale, come previsto dalle recenti politiche europee finalizzate alla mitigazione del rischio alluvionale e al miglioramento della qualità delle acque;

·    è ormai ben noto in letteratura scientifica che interventi di rimozione della vegetazione e dei sedimenti, spesso promossi dalla popolazione e dai comuni e giustificati come misure per la riduzione della pericolosità idraulica, in realtà sono privi di fondamento scientifico e il rapporto costi-benefici è del tutto discutibile (Cencetti et al., 2017; Comiti et al., 2011)[1];

·    gli effetti delle escavazioni in alveo sono ormai ampiamente conosciuti (Bravard et al., 1999; Kondolf, 1997; Surian et al., 2009)[2];

·     l’implementazione del “Programma di interventi di manutenzione idraulica con asportazione di materiale litoide” di cui in oggetto, è del tutto avulsa da qualsiasi valutazione in termini di programmazione e pianificazione di vasta area, da una effettiva valutazione dei costi e dei benefici in senso lato degli interventi previsti, nonché dalla procedura di consultazione pubblica, di cui anche al Contratto di Fiume vigente in alcuni dei corsi d’acqua interessati;

·       quanto sopramenzionato relativamente alle specifiche situazioni locali sembrerebbe in contrasto con gli interventi previsti dal programma di cui in oggetto;

·        gran parte degli interventi programmati non si collocano in corrispondenza di centri abitati;

·    l’art. 37 della L.R. n. 15/2020 sembrerebbe del tutto avulso dalla pianificazione e programmazione di bacino, ovvero esterno al quadro di riferimento normativo afferente alle direttive europee WFD ed FD;

·     limitatamente ad alcuni nodi idraulici si richiama il raggiungimento di originarie condizioni di progetto, obiettivo che in assenza di dati recenti che consentano valutazioni quantitative robuste sembra piuttosto discutibile e incerto;

·    non risultano nel Geoportale AIPO dati topografici recenti che consentano di caratterizzare le dinamiche morfologiche attuali e recenti, base conoscitiva essenziale per definire le opportune misure gestionali.

·   dati disomogenei e locali non consentono di avere una visione complessiva delle dinamiche morfologiche e possono condurre ad erronee interpretazioni che non considerano le dinamiche alla scala di analisi appropriata per un sistema dinamico quale quello fluviale;

·   nessuna relazione accompagna le schede descrittive degli interventi, quindi non vi è alcun riferimento ai dati sulla base dei quali gli interventi sono stati definiti;

·        occorre, ai sensi del bando, realizzare un progetto per ogni intervento, benché gli interventi siano talvolta adiacenti o molto vicini, trascurando completamente la dimensione longitudinale del sistema fluviale;



[1]
                              [1] - Comiti, F., Da Canal, M., Surian, N., Mao, L., Picco, L., & Lenzi, M. A. (2011). Channel adjustments and vegetation cover dynamics in a large gravel bed river over the last 200 years. Geomorphology, 125(1), 147-159.
                    - Cencetti, C., De Rosa, P., & Fredduzzi, A. (2017). Geoinformatics in morphological study of River Paglia, Tiber River basin, Central Italy.
Environmental Earth Sciences, 76(3), 128.

[2]
                              [2] - Bravard, J.-P., Kondolf, G.M., Piégay, H., 1999. Environmental and societal effects of channel incision and remedial strategies, in: Darby, S.E., Simon, A. (Eds.), Incised River Channels: Processes, Forms, Engineering and Management. Wiley, Chichester, UK, pp. 303–341.
                    - Kondolf, G.M., 1997. Hungry Water: Effects of Dams and Gravel Mining on River Channels.
Environmental Management 21, 533–551. https://doi.org/10.1007/s002679900048

                    - Surian, N., Rinaldi, M., Pellegrini, L., Audisio, C., Maraga, F., Teruggi, L., Turitto, O., Ziliani, L., 2009. Channel adjustments in northern and central Italy over the last 200 years, in: James, L.A., Rathburn, S.L., Whittecar, G.R. (Eds.), Management and Restoration of Fluvial Systems with Broad Historical Changes and Human Impacts, Geological Society of America Special Papers. Geological Society of America, pp. 83–95. https://doi.org/10.1130/2009.2451(05)              

·         le schede illustrative degli interventi non risultano chiare e dettagliate relativamente ai lavori da realizzare ed alla loro effettiva estensione. Si riporta un esempio relativo a parte della scheda 17.

Descrizione intervento: Lavori di manutenzione idraulica Torrente Orba mediante asportazione di materiale alluvionale nel tratto scorrente in località Cascina Merlanetta in comune di Casalcermelli (AL). Unitamente a due immagini aeree del sito di intervento è riportato quanto segue:

Come si evince dal testo si riconoscono i fenomeni erosivi in atto, elemento evidentemente contrastante con la rimozione di sedimenti, considerato che le difese spondali sono per lunghi tratti instabili o collassate e che la riduzione del carico sedimentario potrebbe aggravare il problema, comportando eventuali spese pubbliche per difendere terreni privati da erosioni promosse da interventi antropici. Inoltre, sotto il titolo “stima di massima volumetria da asportare” (non solo nella scheda 17) si riportano vaghe indicazioni circa la movimentazione di materiale in alveo che, da una prima interpretazione di questo dettato generico, sembrerebbe relativa ad un quantitativo pari a quello che dovrebbe essere asportato;

·         le schede illustrative degli interventi AIPO Ufficio Operativo di Alessandria non riportano, a differenza delle altre schede degli interventi AIPO (Moncalieri e Casale), i vincoli esistenti, quali aree naturali o opere antropiche;

·         il baricentro degli interventi previsti dal programma in oggetto in Provincia di Alessandria si trova mediamente ad una distanza di 2,8 Km da un impianto di lavorazione degli inerti e per 10 di essi la distanza scende a meno di 1 km (Immagine 4);

·         è ormai ben noto che le riprofilature degli alvei hanno impatti negativi elevati sull’ecosistema fluviale;

·       la difesa dall’erosione delle sponde attuata con l’accumulo di materiale litoide incoerente al piede della stessa è del tutto effimera e il rapporto costi-benefici a giustificazione dell’implementazione di tale pratica non risulta dimostrato;


e, per quanto riguarda il torrente Orba, che


·      la frammentazione dei lavori di regimazione dell’alveo in molteplici e ravvicinati interventi sottosoglia in termini di volumetrie di sedimento da estrarre non diminuisce l’effettiva entità dell’escavazione programmata in una certa area piuttosto ristretta e costellata da elementi antropici in alveo (ponte e difese spondali) (complessivamente 70.000 mc);

·       lo Studio di fattibilità per la definizione dell’assetto di progetto – interventi di gestione sedimenti, recupero morfologico e sistemazione idraulica del fiume Bormida e del torrente Orba (E-SPEC-858), commissionato da AIPO nel 2010, alle pag. 3 e 4 del capitolo 06 – Trasporto solido della Relazione descrittiva dell’attività 06-01-01R riporta:

“A valle, fino a Casal Cermelli, cresce il condizionamento delle opere di sponda (molto diffuse) e delle traverse (roggia Bosco e roggia S. Michele) con alveo che si mantiene da rettilineo a sinuoso con barre alternate ciottolose e parzialmente vegetate. Infine verso la confluenza in Bormida, rettificata rispetto alla conformazione storica, il carattere sinuoso con barre alternate tende a sviluppare una certa propensione all’erosione spondale e all’ampliamento di sezione,  congiuntamente con la maggiore incisione dell’alveo attivo. […] Complessivamente l’alveo mostra una variazione planimetrica modesta rispetto alle condizioni di fine ‘800 e praticamente insignificante nell’ultimo cinquantennio (tracciato planimetrico stabile). A tale configurazione hanno sicuramente concorso le numerose opere di sponda. Il profilo di fondo ha subito in epoca storica recente un processo di abbassamento considerevole, stimato sulla base qualitativa delle osservazioni in campo (affioramento continuo del substrato tra Molare e Ovada, 2-3 metri a Casal Cermelli e 5-6 metri alla confluenza del Bormida).”

Il documento in questione, frutto di dettagliate valutazioni tecniche, prevede una serie di interventi diversi da quelli di cui al programma in oggetto;

·   recentissimi studi del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita dell’Università di Genova condotti sul tratto di torrente Orba compreso tra Silvano d’Orba e la confluenza con il Fiume Bormida hanno messo ulteriormente in luce la considerevole incisione storica dell’alveo, e rilevato che il corso d’acqua si trova ora in una fase di instabilità morfologica caratterizzata da un lieve e localizzata tendenza all’allargamento accompagnata dall’assenza di un processo verticale dominante (condizione non associata ad un contesto di equilibrio morfologico, bensì sia di lieve incisione che di lieve aggradazione essenzialmente registrata a valle delle erosioni spondali - due in destra (1: C.na Marchesina - Bosco Marengo; 2: C.na Cassetti – Casalcermelli) e una in sinistra (C.na Merlanetta – Casalcermelli)); l’allargamento è essenzialmente associato al collasso delle difese spondali per scalzamento al piede ed alle conseguenti erosioni spondali; soprattutto nel tratto di torrente Orba a valle della traversa di derivazione posta più a valle (Traversa di Frugarolo-San Michele, Comune di Bosco Marengo) sono numerose le sponde difese instabili;

·      il recente articolo scientifico dell’Università di Genova (DISTAV) e dell’IRPI CNR (Torino) (https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/17445647.2020.1866702) ha messo in luce una serie di criticità associate all’instabilità morfologica, all’interferenza di elementi antropici sulle dinamiche di piena, al modellamento di forme di erosione e all’adeguatezza della golena, elementi che certamente non vedono un miglioramento nelle misure di cui al programma in oggetto;

·   gli interventi di mobilizzazione del materasso alluvionale hanno come conseguenza (ben documentata in letteratura tecnico-scientifica) l’aumento dell’erodibilità dello stesso, con conseguente promozione dei processi erosivi;

·        non è specificato che alcuni degli interventi programmati sono inclusi nella ZPS/ZSC Torrente Orba e nella Riserva Naturale del Torrente Orba.


I Circoli Legambiente Val Lemme e Ovadese e Valli Orba e Stura

chiedono di verificare che tutti gli interventi di asportazione dei sedimenti rispettino le specifiche situazioni locali previste dalla “Direttiva tecnica per la programmazione degli interventi di gestione dei sedimenti degli alvei”.

Gli stessi chiedono inoltre che vengano attuate con urgenza le disposizioni del PAI nel tratto di Orba in comune di Bosco Marengo e Casalcermelli dove, come già previsto dal Piano Fasce Fluviali del lontano 1997, si attende l’arretramento dell’argine destro, misura essenziale per ampliare la golena e mitigare il pericolo ed il rischio idraulico e geomorfologico dell’area.

A tale proposito è opportuno evidenziare che in questi giorni è in corso di realizzazione un intervento di rinforzo della struttura arginale commissionato da AIPO. L’intervento sta coinvolgendo anche il tratto di argine che dovrebbe essere spostato, e che comunque era recentemente stato ricostruito in seguito alla sua asportazione dovuta all’arretramento spondale. La domanda sorge quindi spontanea: perché ripristinare e poi consolidare con denaro pubblico un’opera di difesa dalle esondazioni che ai sensi degli strumenti di pianificazione vigenti avrebbe dovuto essere arretrata da tempo?

Ringraziando anticipatamente e restando a disposizione si porgono i più cordiali saluti.


 Circolo Legambiente                                                                             Circolo  Legambiente

     Val Lemme                                                                                  Ovadese e Valli Orba e Stura      

     Il Presidente                                                                                         La Presidente


Francesco Saverio Fera                                                                            Michela Sericano


Immagine 1   


Immagine 2


Immagine 3



Immagine 4