Strada Garibaldi n. 75 - 43121 Parma
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Agenzia Interregionale per il Fiume PO
Strada Garibaldi 75 - 43121 Parma
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e p.c. Ente di gestione delle Aree Protette
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suolo, Protezione civile, Trasporti e Logistica
Corso Stati Uniti 21 - Torino
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Voltaggio,
20 settembre 2021
Oggetto:
Programma di interventi di manutenzione idraulica con asportazione di
materiale litoide dai corsi d’acqua del Piemonte
In un comunicato stampa della Regione Piemonte del 30
luglio si legge che “In tutto il Piemonte sono stati individuati 125 tratti
di fiume in cui intervenire per un totale di circa 900 mila metri cubi di
materiale da asportare, 33 aree di intervento si trovano nell’Alessandrino, 16
nell’Astigiano, 31 nel Cuneese, 5 nel Novarese, 15 nel Torinese, 14 nel Verbano
Cusio Ossola e 11 nel Vercellese”.
Tali interventi sono definiti dal “primo programma di
interventi di manutenzione con asportazione di materiale litoide, nel rispetto
dei criteri previsti dall'articolo 37, comma 2 della L.R. n. 15/2020, da realizzarsi, da parte di imprese o altri soggetti
privati, previa pubblicazione di avvisi per manifestazione di interesse alla
redazione del progetto definitivo/esecutivo e alla realizzazione con canone
base pari a zero” (Deliberazione
della Giunta Regionale 16 luglio 2021, n. 7-3538 - Regione Piemonte BU30
29/07/2021).
Le informazioni di dettaglio sono riportate al seguente
link:
In
Provincia di Alessandria i torrenti e i fiumi interessati da tali interventi
sono: Bormida, Tanaro, Scrivia, Orba, Lemme, Ardana, Borbera, Albirola,
Stanavazzo, Curone, Riasco, Sisola, Staffora. In alcuni casi (torrenti Orba e
Borbera) sono previsti interventi distinti di rimozione di sedimenti con una
stima di volume da asportare pari a 10.000 mc ciascuno su tratti ravvicinati o
addirittura adiacenti.
Sull’Orba
(nel tratto più a valle) sono previsti 7 interventi, di cui 5 ubicati nel
comune di Casalcermelli e 2 in quello di Castellazzo Bormida, per un totale di
70.000 mc di sedimento di cui si prevede l’asportazione. I primi prevedono
complessivamente l’asportazione di 50.000 mc di sedimento su un tratto di circa
4 km ubicato a cavallo del ponte della SP181; i secondi, invece, prevedono la
rimozione di 20.000 mc in totale, poco a valle dei primi, ovvero in prossimità
della confluenza con il Fiume Bormida, nel quale è previsto un ulteriore
intervento (Immagine 1). A monte sono previsti ulteriori interventi in capo a
Regione Piemonte che prevedono l’asportazione di migliaia di mc di sedimento
dall’asta fluviale principale presso Ovada, dal Torrente Lemme a Gavi e
Francavilla, e dal Torrente Riasco a Basaluzzo/Francavilla.
Nel
Torrente Borbera sono previsti due interventi di asportazione di sedimenti da
10.000 mc ciascuno, molto ravvicinati, nei pressi di Cantalupo Ligure e altri
due pressoché adiacenti, con la stessa volumetria, alla confluenza con il
Torrente Scrivia. (Immagini 2 e 3).
Dal
momento che
o come
specificato nella Deliberazione della Giunta Regionale 5 marzo 2021 n. 4-2929,
“la “Direttiva tecnica per la programmazione degli interventi di gestione
dei sedimenti degli alvei” allegata alla deliberazione n. 9 del 2006 del
Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po prevede, al punto
5, procedure transitorie per gli interventi comportanti asportazione di
materiale litoide, anche in assenza di programma generale di gestione dei
sedimenti, riguardante esclusivamente specifiche situazioni locali:
•
situazioni in corrispondenza di opere
trasversali o restringimenti di sezione d’alveo in cui risultano presenti
locali depositi che non possono essere presi in carico dalla corrente a causa
della presenza della stessa opera trasversale o del restringimento;
•
tratti di corso d’acqua in
corrispondenza di centri abitati, in cui per motivate e verificate esigenze di
carattere idraulico è necessario ripristinare la geometria d’alveo di progetto
necessaria per il deflusso delle piene;”
· la gestione dei sedimenti fluviali non si
attua unicamente con la movimentazione in alveo e l’asportazione dall’alveo
degli stessi e che vi sono ormai molteplici altri strumenti gestionali
finalizzati all’implementazione di una efficace e sostenibile gestione
dell’ambiente fluviale, come previsto dalle recenti politiche europee
finalizzate alla mitigazione del rischio alluvionale e al miglioramento della
qualità delle acque;
· è ormai ben noto in letteratura
scientifica che interventi di rimozione della vegetazione e dei sedimenti,
spesso promossi dalla popolazione e dai comuni e giustificati come misure per
la riduzione della pericolosità idraulica, in realtà sono privi di fondamento
scientifico e il rapporto costi-benefici è del tutto discutibile (Cencetti et
al., 2017; Comiti et al., 2011)[1];
· gli effetti delle escavazioni in alveo
sono ormai ampiamente conosciuti (Bravard et al., 1999; Kondolf, 1997; Surian
et al., 2009)[2];
· l’implementazione del “Programma di
interventi di manutenzione idraulica con asportazione di materiale litoide” di
cui in oggetto, è del tutto avulsa da qualsiasi valutazione in termini di
programmazione e pianificazione di vasta area, da una effettiva valutazione dei
costi e dei benefici in senso lato degli interventi previsti, nonché dalla
procedura di consultazione pubblica, di cui anche al Contratto di Fiume vigente
in alcuni dei corsi d’acqua interessati;
· quanto sopramenzionato relativamente alle
specifiche situazioni locali sembrerebbe in contrasto con gli interventi
previsti dal programma di cui in oggetto;
· gran parte degli interventi programmati
non si collocano in corrispondenza di centri abitati;
· l’art. 37 della L.R. n. 15/2020
sembrerebbe del tutto avulso dalla pianificazione e programmazione di bacino,
ovvero esterno al quadro di riferimento normativo afferente alle direttive
europee WFD ed FD;
· limitatamente ad alcuni nodi idraulici si
richiama il raggiungimento di originarie condizioni di progetto, obiettivo che
in assenza di dati recenti che consentano valutazioni quantitative robuste
sembra piuttosto discutibile e incerto;
· non risultano nel Geoportale AIPO dati
topografici recenti che consentano di caratterizzare le dinamiche morfologiche
attuali e recenti, base conoscitiva essenziale per definire le opportune misure
gestionali.
· dati disomogenei e locali non consentono
di avere una visione complessiva delle dinamiche morfologiche e possono
condurre ad erronee interpretazioni che non considerano le dinamiche alla scala
di analisi appropriata per un sistema dinamico quale quello fluviale;
· nessuna relazione accompagna le schede
descrittive degli interventi, quindi non vi è alcun riferimento ai dati sulla
base dei quali gli interventi sono stati definiti;
· occorre, ai sensi del bando, realizzare un
progetto per ogni intervento, benché gli interventi siano talvolta adiacenti o
molto vicini, trascurando completamente la dimensione longitudinale del sistema
fluviale;
[1]
[1] - Comiti, F., Da Canal, M., Surian, N., Mao, L., Picco, L.,
& Lenzi, M. A. (2011). Channel
adjustments and vegetation cover dynamics in a large gravel bed river over the
last 200 years. Geomorphology, 125(1), 147-159.
- Cencetti, C., De
Rosa, P., & Fredduzzi, A. (2017). Geoinformatics in morphological study of
River Paglia, Tiber River basin, Central Italy. Environmental
Earth Sciences, 76(3), 128.
[2]
[2] - Bravard, J.-P.,
Kondolf, G.M., Piégay, H., 1999. Environmental and
societal effects of channel incision and remedial strategies, in: Darby, S.E.,
Simon, A. (Eds.), Incised River Channels: Processes, Forms, Engineering and
Management. Wiley, Chichester, UK, pp. 303–341.
- Kondolf, G.M., 1997.
Hungry Water: Effects of Dams and Gravel Mining on River Channels. Environmental
Management 21, 533–551. https://doi.org/10.1007/s002679900048
·
le schede illustrative degli interventi
non risultano chiare e dettagliate relativamente ai lavori da realizzare ed
alla loro effettiva estensione. Si riporta un esempio relativo a parte della
scheda 17.
Descrizione
intervento: Lavori di manutenzione idraulica Torrente Orba mediante
asportazione di materiale alluvionale nel tratto scorrente in località Cascina
Merlanetta in comune di Casalcermelli (AL). Unitamente a due immagini aeree del
sito di intervento è riportato quanto segue:
Come
si evince dal testo si riconoscono i fenomeni erosivi in atto, elemento
evidentemente contrastante con la rimozione di sedimenti, considerato che le
difese spondali sono per lunghi tratti instabili o collassate e che la
riduzione del carico sedimentario potrebbe aggravare il problema, comportando
eventuali spese pubbliche per difendere terreni privati da erosioni promosse da
interventi antropici. Inoltre, sotto il titolo “stima di massima volumetria da
asportare” (non solo nella scheda 17) si riportano vaghe indicazioni circa la
movimentazione di materiale in alveo che, da una prima interpretazione di
questo dettato generico, sembrerebbe relativa ad un quantitativo pari a quello
che dovrebbe essere asportato;
·
le schede illustrative degli interventi
AIPO Ufficio Operativo di Alessandria non riportano, a differenza delle altre
schede degli interventi AIPO (Moncalieri e Casale), i vincoli esistenti, quali
aree naturali o opere antropiche;
·
il baricentro degli interventi previsti
dal programma in oggetto in Provincia di Alessandria si trova mediamente ad una
distanza di 2,8 Km da un impianto di lavorazione degli inerti e per 10 di essi
la distanza scende a meno di 1 km (Immagine 4);
·
è ormai ben noto che le riprofilature
degli alvei hanno impatti negativi elevati sull’ecosistema fluviale;
· la difesa dall’erosione delle sponde
attuata con l’accumulo di materiale litoide incoerente al piede della stessa è
del tutto effimera e il rapporto costi-benefici a giustificazione
dell’implementazione di tale pratica non risulta dimostrato;
e, per quanto
riguarda il torrente Orba, che
· la frammentazione dei lavori di
regimazione dell’alveo in molteplici e ravvicinati interventi sottosoglia in
termini di volumetrie di sedimento da estrarre non diminuisce l’effettiva
entità dell’escavazione programmata in una certa area piuttosto ristretta e
costellata da elementi antropici in alveo (ponte e difese spondali)
(complessivamente 70.000 mc);
· lo Studio di fattibilità per la
definizione dell’assetto di progetto – interventi di gestione sedimenti,
recupero morfologico e sistemazione idraulica del fiume Bormida e del torrente
Orba (E-SPEC-858), commissionato da AIPO nel 2010, alle pag. 3 e 4 del capitolo
06 – Trasporto solido della Relazione descrittiva dell’attività
06-01-01R riporta:
“A valle, fino a Casal Cermelli, cresce il condizionamento delle opere di sponda (molto diffuse) e delle traverse (roggia Bosco e roggia S. Michele) con alveo che si mantiene da rettilineo a sinuoso con barre alternate ciottolose e parzialmente vegetate. Infine verso la confluenza in Bormida, rettificata rispetto alla conformazione storica, il carattere sinuoso con barre alternate tende a sviluppare una certa propensione all’erosione spondale e all’ampliamento di sezione, congiuntamente con la maggiore incisione dell’alveo attivo. […] Complessivamente l’alveo mostra una variazione planimetrica modesta rispetto alle condizioni di fine ‘800 e praticamente insignificante nell’ultimo cinquantennio (tracciato planimetrico stabile). A tale configurazione hanno sicuramente concorso le numerose opere di sponda. Il profilo di fondo ha subito in epoca storica recente un processo di abbassamento considerevole, stimato sulla base qualitativa delle osservazioni in campo (affioramento continuo del substrato tra Molare e Ovada, 2-3 metri a Casal Cermelli e 5-6 metri alla confluenza del Bormida).”
Il
documento in questione, frutto di dettagliate valutazioni tecniche, prevede una
serie di interventi diversi da quelli di cui al programma in oggetto;
· recentissimi studi del Dipartimento di
Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita dell’Università di Genova
condotti sul tratto di torrente Orba compreso tra Silvano d’Orba e la
confluenza con il Fiume Bormida hanno messo ulteriormente in luce la
considerevole incisione storica dell’alveo, e rilevato che il corso d’acqua si
trova ora in una fase di instabilità morfologica caratterizzata da un lieve e
localizzata tendenza all’allargamento accompagnata dall’assenza di un processo
verticale dominante (condizione non associata ad un contesto di equilibrio
morfologico, bensì sia di lieve incisione che di lieve aggradazione
essenzialmente registrata a valle delle erosioni spondali - due in destra (1:
C.na Marchesina - Bosco Marengo; 2: C.na Cassetti – Casalcermelli) e una in
sinistra (C.na Merlanetta – Casalcermelli)); l’allargamento è essenzialmente
associato al collasso delle difese spondali per scalzamento al piede ed alle
conseguenti erosioni spondali; soprattutto nel tratto di torrente Orba a valle
della traversa di derivazione posta più a valle (Traversa di Frugarolo-San
Michele, Comune di Bosco Marengo) sono numerose le sponde difese instabili;
· il recente articolo scientifico
dell’Università di Genova (DISTAV) e dell’IRPI CNR (Torino) (https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/17445647.2020.1866702)
ha messo in luce una serie di criticità associate all’instabilità morfologica,
all’interferenza di elementi antropici sulle dinamiche di piena, al
modellamento di forme di erosione e all’adeguatezza della golena, elementi che
certamente non vedono un miglioramento nelle misure di cui al programma in
oggetto;
· gli interventi di mobilizzazione del
materasso alluvionale hanno come conseguenza (ben documentata in letteratura
tecnico-scientifica) l’aumento dell’erodibilità dello stesso, con conseguente
promozione dei processi erosivi;
· non è specificato che alcuni degli
interventi programmati sono inclusi nella ZPS/ZSC Torrente Orba e nella Riserva
Naturale del Torrente Orba.
I Circoli Legambiente Val Lemme e Ovadese e Valli Orba e Stura
chiedono
di verificare che tutti gli interventi di asportazione dei sedimenti rispettino
le specifiche situazioni locali previste dalla “Direttiva tecnica per la
programmazione degli interventi di gestione dei sedimenti degli alvei”.
Gli
stessi chiedono inoltre che vengano attuate con urgenza le disposizioni del PAI
nel tratto di Orba in comune di Bosco Marengo e Casalcermelli dove, come già
previsto dal Piano Fasce Fluviali del lontano 1997, si attende l’arretramento
dell’argine destro, misura essenziale per ampliare la golena e mitigare il
pericolo ed il rischio idraulico e geomorfologico dell’area.
A
tale proposito è opportuno evidenziare che in questi giorni è in corso di
realizzazione un intervento di rinforzo della struttura arginale commissionato
da AIPO. L’intervento sta coinvolgendo anche il tratto di argine che dovrebbe
essere spostato, e che comunque era recentemente stato ricostruito in seguito
alla sua asportazione dovuta all’arretramento spondale. La domanda sorge quindi
spontanea: perché ripristinare e poi consolidare con denaro pubblico un’opera
di difesa dalle esondazioni che ai sensi degli strumenti di pianificazione
vigenti avrebbe dovuto essere arretrata da tempo?
Ringraziando
anticipatamente e restando a disposizione si porgono i più cordiali saluti.
Circolo Legambiente Circolo Legambiente
Val Lemme Ovadese e Valli Orba e Stura
Il Presidente La Presidente
Francesco
Saverio Fera Michela Sericano