giovedì 29 giugno 2017

SABATO 1 LUGLIO PRIMA LEZIONE DEL CORSO GRATUITO TEORICO E PRATICO "UN ORTO DA SOGNO"

IL MENU!!

Da Barbara e Roberto Pisani:


Cosa vi prepariamo per il pranzo durante il corso? 

Tagliatelle con sugo di melanzane


Frittata di zucchini


Insalatona mista di stagione

Dolce di yogurt alla rosa

Pane e pasta fatti in casa

Euro 15 , bevande escluse

Se qualcuno ha problemi di allergie, intolleranze, ecc ce lo faccia sapere per tempo.

E' gradita la prenotazione telefonando al 3495826357 



CAROVANA DELLE ALPI - 14, 15 E 16 LUGLIO 2017 - PRATO DI RESIA, PREALPI GIULIE


Dal 2002 Legambiente promuove la Carovana delle Alpi, una campagna di attenzione alla qualità ambientale delle Alpi ed anche di verifica di sostenibilità delle politiche economiche e sociali, condizione per favorire una presenza umana che appare sempre più difficile nelle aree montane.
La consegna delle Bandiere verdi che premiano le migliori pratiche ed i buoni esempi realizzati da persone, da enti ed associazioni, da imprese ed istituzioni pubbliche, è uno dei momenti più significativi di questa campagna, che consente di verificare la volontà di vivere in montagna, di viverci in armonia con l’ambiente e di coniugare per questo l’innovazione ed una lunga tradizione.
Dal 2015 Legambiente ha iniziato ad organizzare il summit annuale delle Bandiere verdi, ormai decine e decine nei più diversi campi, per favorire uno scambio di esperienze, costruire una rete di relazioni e buone pratiche, approfondire tematiche comuni.
Dopo gli appuntamenti di Mendatica, in Liguria nel 2015, e di Ostana, in Piemonte nel 2016, quest’anno tocca a Resia, nel Friuli Venezia Giulia, un Comune che fa parte del Parco regionale delle Prealpi Giulie.
Il tema che Legambiente propone per il confronto di quest’anno è quello del turismo sostenibile, punto d’incrocio non solo delle qualità ambientali dei territori montani con una proposta di economia sostenibile, ma anche termometro della qualità dei servizi per le piccole comunità e per la tutela delle loro identità.
Nell’ambito del Convegno, dopo le relazioni introduttive sarà dato spazio al protagonismo delle bandiere.
L’appuntamento a Resia è previsto dal 14 al 16 luglio p.v. ed al Convegno sarà dedicata la giornata di sabato 15.

mercoledì 28 giugno 2017

TERZO VALICO: ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI


Poiché nessun politico, nessun parlamentare, nessun consigliere regionale né provinciale, nessun Sindaco,   nessun Prefetto ha ritenuto necessario e doveroso chiedere conto di quanti soldi pubblici vengono gettati per un'opera definita inutile dallo stesso Commissario al Terzo Valico, abbiamo sentito il dovere di farlo noi cittadini.


-         DIREZIONE NAZIONALE
-         PIEMONTE E VDA
-         OVADESE E VALLE STURA                          
-         VAL LEMME





COMITATO SPONTANEO DI CITTADINI

      Alessandria No Amianto dal Terzo Valico   




















Voltaggio, 12 giugno 2017





Spett.le Corte dei Conti Procura Regionale del Piemonte

Via Bertola, 28

10122 Torino 

C.A.: dott. Giancarlo Astegiano



Trasmissione via Pec




Oggetto: Linea ferroviaria AV/AC Milano-Genova, tratta Terzo Valico dei Giovi Richiesta accertamenti


Omissis
...............


Ill.mo Procuratore,

in riferimento all’ Opera in oggetto, con il presente esposto-segnalazione si intende sottoporre all’attenzione della Procura Regionale della Corte dei Conti i fatti di seguito riportati, allo scopo di consentire la verifica dell’eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazione di disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse pubbliche.

PREMESSO CHE

La ferrovia ad alta velocità/alta capacità Tortona/Novi Ligure-Genova, conosciuta anche come “Terzo valico dei Giovi”, è una linea in costruzione, finalizzata a creare un terzo collegamento tra il porto di Genova e l'entroterra padano: è stata progettata nel 1991 ma il primo progetto venne respinto nel giugno del 1994; il secondo nel maggio del 1998, il terzo venne bloccato dalla Commissione ambiente con un pronunciamento interlocutorio negativo e una lunga serie di integrazioni e modifiche assai ampia e articolata.

Il progetto riprende vita solo grazie alla Legge Obiettivo, approvata nel 2001, che introduce variazioni nella normativa per la valutazione ambientale di opere considerate "strategiche" e il Terzo Valico viene inserito in queste. 

La linea dovrebbe servire a trasportare i container ad alta velocità, ma per quest’opera non è mai stata presentata un’analisi costi-benefici pubblica (vi è solo un documento redatto dal General Contractor) né è stata mai indetta una gara d’appalto, al contrario di quanto previsto dalla normativa europea.

 Viene annoverata tra le opere strategiche per l'interesse nazionale sulla base di previsioni di incremento del traffico portuale che negli anni sono state smentite nei fatti: rispetto a quanto previsto nel 1991, oggi il porto di Genova tratta circa 2.000.000 TEU/anno. Di questi il 60% va verso nord (circa 1.200 TEU/anno).

Le attuali linee potrebbero quindi trasportare il 100% degli attuali TEU gestiti nel porto di Genova, mentre in realtà meno dell'8% dei TEU sono inviati via ferro: dunque le linee esistenti sono ampiamente sottoutilizzate.

La realizzazione dell'opera, il cui limite di spesa massima è di 6,2 miliardi (vale a dire 98 M€/km per 63 km comprese le diramazioni), a cui si dovranno aggiungere i costi non preventivati per la gestione dell’amianto, ha avuto l'avvio nel novembre del 2011 e dovrebbe terminare nel 2021.

La nuova linea si sviluppa complessivamente per 53 km, di cui 37 km in galleria e interessa 12 comuni delle province di Genova e Alessandria a cui si aggiungono i Comuni nel cui territorio gravano le cave di abbancamento dello smarino.

CONSTATATO CHE

il processo di costruzione di tale opera è stato anche contaminato da infiltrazioni mafiose e reti di corruttela nonché segnato da gravi inadempienze e omissioni

CONSIDERATO CHE

·         In data 11.05.1991, il quotidiano “Il sole-24 ore” riportava le Dichiarazioni ufficiali dell’Amministratore straordinario Lorenzo Necci: “Dopo l’ok del ministro dei trasporti che ha autorizzato l’Ente FS a perfezionare le strutture organizzative del sistema A.V., circa l’eventuale concessione al consorzio privato Co.C.I.V. (Collegamenti Integrati Veloci) della linea veloce MI-GE, Necci non nega che la Milano-Genova sia stata una carta di scambio per avere il via sulla TAV; aggiunge inoltre che le FS non hanno alcun dato reale che conforti la fattibilità della linea”.

·         In data 6 aprile 2017, il Commissario Iolanda Romano, nel corso dell‘incontro da lei stessa organizzato ad Alessandria, intitolato “Gestione del rischio amianto nel territorio del Terzo valico – la parola ai tecnici”, così rispondeva a una domanda posta dal pubblico: Poi il commissario ha risposto all’ultimo quesito (di Domenico Di Filippo, M5S: «Progettato 30 anni fa, il Terzo valico è ancora attuale?») ammettendo che «sull’opera fu condotta un’analisi costi/benefici insufficiente ed è sovradimensionata».



Alla luce dei fatti sopra esposti, si richiede un accertamento al fine di verificare la congruità dell’opera e se sia ravvisabile un danno erariale e/o siano da rilevarsi irregolarità nella gestione del denaro o del patrimonio pubblico per la realizzazione di un’opera dichiarata inutile dallo stesso Commissario governativo e se vi siano gli estremi per un’eventuale citazione in giudizio dei presunti responsabili.



Ai sensi degli artt. 406 e 408 c.p.p. si chiede di essere informati presso il seguente domicilio del Presidente del circolo “Legambiente Val Lemme, Casa Certosini 76 – Voltaggio (Al), tramite Pec al seguente indirizzo legambientevallemme@pec.it, oppure via e-mail legambiente.vallemme@gmail.com, su eventuali richieste di proroghe delle indagini preliminari o eventuali richieste di archiviazione.



....
Omissis

Certi di un vostro sollecito riscontro, porgiamo cordiali saluti.





   

     Legambiente Onlus                                 Legambiente Piemonte e VdA

             legambiente@legambiente.it  
          legambiente@pec.legambiente.it
 
Pro Natura Piemonte

Legambiente Val Lemme legambiente.vallemme@gmail.com





Legambiente Ovadese e Valle Stura info@ambienteal.it

 L’Altra Campomorone           
Alessandria No Amianto dal Terzo Valico Alnoamiantodalterzovalico@gmail.com



                          



                                          

lunedì 26 giugno 2017

IL FAI A CAPRIATA D'ORBA - DOMENICA 2 LUGLIO 2017

Pubblichiamo con piacere, con invito a partecipare,  la locandina relativa all'evento in programma per domenica 2 luglio a Capriata d'Orba
organizzato dal Gruppo FAI I fiumi della bassa valle   e dal gruppo FAI Colline dell'Orba

Si tratta di una visita culturale alla scoperta del paese, delle strade e delle case, della Chiesa, degli oratori e della storia di questo borgo dell'Alto Monferrato. 

Per informazioni contattare i numeri indicati in locandina.















UN ORTO DA SOGNO: IL PROGRAMMA!



Siete pronti? State scaldando muscoli e zappette? Il corso per un orto da sogno inizia tra pochi giorni!
Ma come ogni umana cosa, anche l'orto ha il suo "coté noir" per cui iniziamo subito facendo conoscenza con gli ostacoli che dovremo affrontare per poter godere di un raccolto ottimo, abbondante e soprattutto buono e con gli strumenti da utilizzare per superarli in maniera sostenibile!
La prima lezione riguarderà, infatti, il problema delle fitopatologie e delle sue ...soluzioni con un confronto tra i rimedi convenzionali e i rimedi naturali. Al mattino frequenteremo una lezione teorica relativa ai i prodotti fitosanitari: cosa sono e a cosa servono e come sono regolamentati. Scopriremo quali sono i problemi legati all'uso dei prodotti fitosanitari sia a livello ambientale sia a livello di salute.
Una volta affrontato il "nemico" e dopo esserci deliziati il palato con le specialità di Barbara e Roberto Pisani, al pomeriggio vedremo quali sono le alternative naturali e sostenibili per aiutare le piante a affrontare le malattie, a prevenirle e a curarle: Barbara e Roberto ci introdurranno nell'orto sostenibile per una lezione pratica sui macerati e gli altri rimedi naturali e sulle tecniche di coltivazione alternative all'orto tradizionale.

Lasciáti alle spalle gli aspetti meno piacevoli dell'orticoltura, nella seconda lezione avremo tutto il tempo di dedicarci alle buone pratiche agricole, spiegheremo al mattino e praticheremo al pomeriggio cosa vuol dire lotta biologica e come sfruttarla per avere un orto da sogno!

In attesa di salutarvi sabato prossimo, vi ricordiamo di portare guanti e cesoie e indossare scarponcini e abbigliamento comodo per il lavoro in orto.

     🍓🍆🥕🌶️🌽🍑🍒🍎🍊🍇🍉🍏🍐🍈

Vi diamo appuntamento a
sabato 1 luglio per la prima lezione!



Image may contain: plant, outdoor and nature

domenica 25 giugno 2017

CONFERENZA STAMPA -LUNEDÌ 26 GIUGNO ORE 10 -VIA MAMELI 2 NOVI LIGURE

Informiamo che lunedì 26 giugno alle ore 10,00 presso i locali del Bar Delizia di Via G.Mameli 2 - Novi Ligure, si terrà la conferenza stampa per la presentazione dell’esposto alla Corte dei Conti sottoscritto da Legambiente Direzione nazionale, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Circoli Legambiente Ovadese e Valle Stura, Val Lemme, Pro Natura Piemonte, Lista civica L’Altra Campomorone e Associazione Alessandria No Amianto dal Terzo Valico.
Ulteriori informazioni ai recapiti sotto indicati.
LEGAMBIENTE CIRCOLO VAL LEMME
Casa Certosini, 76 – 15060 Voltaggio (AL)
C.F. 92023840066
Tel 0143392161 – Cell. 349 67 24 348
Codice Fiscale per la donazione
del 5xMille: 92023840066


sabato 24 giugno 2017

UN ORTO DA SOGNO - CORSO GRATUITO TEORICO E PRATICO PER UN ORTO SOSTENIBILE


Vi aspettiamo all' Agriturismo La Sereta di Fraconalto sabato 1  e 15 luglio per il corso gratuito teorico e pratico sulle tecniche sostenibili di orticoltura,  dalle ore 10 al tramonto. È possibile frequentare anche una solo giornata. Per chi lo desidera, l'Agriturismo La Sereta propone un menu fisso a 15 euro bevande escluse, per la pausa pranzo.
APERTO A TUTTI.
Per info: legambiente.vallemme@gmail.com - Tel. 010-969 3108, cell. 347-0679591 oppure 339-6978055

EVENTO FB

mercoledì 21 giugno 2017

LA MATURITÀ DELLA SPECIE UMANA ...

Giorgio Caproni "Versicoli quasi ecologici"

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.

venerdì 16 giugno 2017

ENTRATO IN VIGORE IL NUOVO CODICE APPALTI: COMMENTO DI ANNA DONATI

Dal sito di Sbilanciamoci

Il Codice appalti tra novità positive e arretramenti

Il nuovo testo approvato di recente ha complessivamente retto alla forza d’urto di chi voleva tornare ai vecchi sistemi, ma in diverse modifiche si leggono compromessi negativi ed arretramenti. Ecco quali, punto per punto
Il 20 maggio 2017 è entrato in funzione il Decreto correttivo ed integrativo del Codice Appalti vigente, con la pubblicazione del Dlgs 56/2017 sulla Gazzetta ufficiale n.103 del 5 maggio 2017.
E’ stata una lunga gestazione, perché dopo pochi mesi dalla entrata in vigore del nuovo codice appalti ad aprile 2016, sono partite subito le polemiche per aver causato il blocco degli appalti, di essere troppo complesso, di avere un regime transitorio troppo breve: imprese, sindacati, concessionarie ed Enti Locali hanno chiesto fin da subito robuste modifiche.
Il nuovo testo approvato di recente ha complessivamente retto alla forza d’urto di chi voleva tornare ai vecchi sistemi, ma in diverse modifiche si leggono compromessi negativi ed arretramenti. L’appalto integrato, il subappalto, i lavori delle concessionarie autostradali, massimo ribasso, i poteri di Anac, l’estensione del regime transitorio, gli strumenti di tutela, sono stati tra i temi più controversi e dibattuti. Vediamo dunque alcune tra le principali modifiche.
Appalto integrato e ripristino dei vecchi progetti
Il nuovo correttivo introduce diverse eccezioni al divieto assoluto del Codice 2016 di utilizzare l’appalto integrato, cioè progettazione ed esecuzione congiunta che aveva prodotto progetti di scarsa qualità, più funzionali agli interessi dei costruttori che all’interesse pubblico. Con le integrazioni odierne, frutto di un compromesso, si potrà mandare in gara il progetto definitivo negli appalti ad alto contenuto tecnologico, per i beni culturali, per le manutenzioni. Inserita nelle modifiche l’allungamento della fase transitoria: tutti i progetti definitivi approvati entro il 19 aprile 2016 vengono salvati. Il periodo nel quale si potrà fare la gara sarà di dodici mesi: la finestra per gli appalti integrati si chiuderà quindi il 20 maggio del 2018. Si tratta di un arretramento della norma e resta poi da vedere in concreto quali saranno i progetti tirati fuori dai cassetti che andranno in gara nei prossimi mesi.
Il subappalto resta al 30%
L’impresa che si aggiudica l’appalto non potrà subappaltare ad altre imprese più del 30% del valore del contratto, come già avveniva prima e le regole saranno fisse per tutte le gare. Per i lavori sopra la soglia comunitaria di 5,2 milioni di euro e per quelli a rischio infiltrazione (noli a caldo e movimenti terra) qualunque sia l’importo, interviene l’obbligo di indicare con l’offerta una terna di subappaltatori disponibili e qualificati a eseguire le opere. Sul subappalto vi è stato un lungo braccio di ferro con ANCE, l’associazione dei costruttori, che ha invocato la liberalizzazione totale del subappalto secondo le Direttive Europee ed i sindacati, contrari ad eliminare la quota del 30%. I pareri del Parlamenti ed il Governo hanno scelto giustamente di confermare la quota, anche se questa previsione è già nel mirino di Bruxelles.
Cresce il massimo ribasso, più inviti nella trattativa privata
Sale da uno a due milioni la soglia di utilizzo del criterio del massimo ribasso con esclusione delle offerte anomale per assegnare le opere. Per arrivare fino alla soglia massima, l’appalto andrà assegnato con “procedura ordinaria” e sulla base di un progetto esecutivo, senza possibilità di modifiche del progetto da parte delle imprese che dovranno limitarsi a eseguire i lavori. Per la trattativa privata, sale da 5 a 10 il numero minimo di imprese da invitare alle procedure negoziate per i lavori di importo compresi tra 40mila e 150mila euro. E a 15 per le opere comprese tra 150mila euro e un milione. Infine i siti da bonificare vengono eliminati tra quelli ammessi a trattativa privata, per evitare che si lascino marcire i problemi per poi intervenire “d’urgenza” senza gara.
Meno trasparenza sotto 40mila euro
Per gli appalti, incarichi e consulenze fino a 40 mila euro si cancella l’obbligo di motivare la scelta dell’affidamento diretto ed il suggerimento di richiedere almeno due preventivi, come previsto dalle recenti Linee Guida approvate dall’Anac, l’Autorità Anticorruzione. Invece come richiesto da Comuni e Regioni, il correttivo archivia la proposta di Cantone per questi incarichi fiduciari affidati direttamente dalle Pubblica Amministrazione.
Autostrade, un anno in più per la trasformazione delle concessioni in house
Per le concessioni autostradali scadute, ci sarà un anno in più per portare a termine gli eventuali affidamenti in house, che quindi arriva fino ad aprile 2019. Inoltre con l’articolo 178 arriva la normativa che consentirà al MIT di assegnare le concessioni autostradali in house ad altre amministrazioni, con il controllo analogo di un Comitato appositamente costituito: due norme certamente pensate per le concessionarie AutoBrennero SpA ed Autovie SpA.                                       Niente modifiche, dopo molte discussioni, per la percentuali di lavori che le concessionarie devono mettere a gara, che resta fissata all’80% mentre il restante 20% potrà essere realizzato con società in house. Ma va anche ricordato che questa previsione del Codice 2016 scatta ad aprile 2018 mentre ora la quota è ancora 60/40: c’è quindi ancora il tempo per modificare in peggio la norma come chiedono concessionari e sindacati.
Concessionari, si allentano i vincoli pubblici di controllo
Diversi articoli riferiti alle concessioni allentano il potere pubblico di intervento come nel caso dell’articolo 165 dove viene eliminata la previsione che se entro 12 mesi dalla firma del contratto non è perfezionato il contratto di finanziamento la concessione decade (il nuovo testo parla di 18 mesi e senza decadenza). O ancora all’articolo 176 dove vengono elencate le ragioni per la cessazione della concessione che si trasforma dal netto “cessa” in un più blando e discrezionale “può cessare” che aumenterà trattative e contenziosi. Infine si segnala sempre dell’articolo 176, il comma 5bis aggiuntivo di non chiara interpretazione e che ha il sapore di una proroga mascherata. Infatti si prevede che in caso di cessazione non dovuta ad inadempimenti del concessionario (per esempio una scadenza naturale) il concessionario ha “il diritto di proseguire nella gestione dell’opera, incassandone i ricavi da essa derivanti, sino all’effettivo pagamento delle suddette somme per il tramite del nuovo soggetto subentrante”.
Contributo pubblico al 49% nel project financing ai privati
Si tratta di un grave arretramento del correttivo con l’innalzamento dal 30% al 49% del tetto massimo per il contributo pubblico nelle opere finanziate con capitali privati. E’ una modifica che spazza via tutta la retorica sempre invocata che l’autofinanziamento è la soluzione per realizzare gli investimenti mentre in realtà si chiede sempre di più un robusto finanziamento pubblico, come conferma anche questa modifica del Codice. Pare molto critico del Consiglio di Stato su questa scelta perchè in contraddizione “con i criteri di ripartizione del rischio” mirati a ridurre “la compartecipazione pubblica” e perchè rivede in maniera radicale gli elementi che servono a pesare l’equilibrio economico finanziario della concessione.
Si riduce il potere di intervento per Anac, ma niente silenzio-assenzo
E’ la modifica a sorpresa che ha fatto sobbalzare Raffaele Cantone, perchè toglie il potere di “raccomandazione vincolante” di Anac. Infatti il correttivo cancella il comma 2 dell’articolo 211 del Dlgs 50/2016 sul precontenzioso, cioè la misura che autorizzava l’Anac a intervenire in tempo reale sulla gestione delle gare da parte delle stazioni appaltanti, intimando ai funzionari di correggere in corsa gli atti o le procedure giudicate illegittime, pena la minaccia di sanzioni fino a 25mila euro. Dopo le proteste di Cantone e le rassicurazioni del Presidente del Consiglio Gentiloni, la misura è stata recuperata, sia pure modificata nella direzione indicata dal Consiglio di Stato nel suo parere, con un emendamento alla “manovrina” all’esame del Parlamento. Il nuovo testo concordato con Cantone prevede che se Anac riscontra vizi ed illegittimità potrà richiamare la stazione appaltante ad adeguarsi al rispetto delle norme. Se si rifiuta allora Anac potrà ricorrere entro i 30 giorni successivi   al giudice amministrativo che decide nel merito. Quindi Anac perde dei poteri ma si rientra più coerentemente nell’alveo del nostro sistema giuridico, come aveva anche richiesto il Consiglio di Stato nel suo parere.
Nel correttivo si elimina anche la norma che imponeva all’Autorità Anticorruzione di rispondere in trenta giorni alla richiesta di parere sulle varianti, facendo scattare, in caso contrario, una sorta di silenzio-assenso. Una precisa richiesta di Cantone, «perché la valutazione delle varianti prevede un esame molto complesso che presuppone peraltro una conoscenza approfondita del progetto». Per evitare una valanga di pareri positivi tramite silenzio assenso, il correttivo cancella questa previsione ed elimina ogni vincolo per i tempi di risposta.
Si estende il giro di vite sugli arbitrati
Si allarga in modo significativo la stretta sui compensi degli arbitri. Il correttivo ha imposto di applicare a tutti i nuovi arbitrati le regole più stringenti su nomine e compensi previste dal Codice 2016, senza scappatoie e colmando l’incertezza lasciata dalla prima versione del testo. Basterà che la procedura sia iniziata dopo l’entrata in vigore del Codice, anche se i relativi appalti sono stati banditi prima.
Costi trasparenti per manodopera e sicurezza
Più chiarezza tra costi della sicurezza e costi della manodopera: il correttivo punta a distinguere in maniera chiara la definizione dei due importi. Nei contratti di lavori e servizi la stazione appaltante, nel momento in cui determina l’importo posto a base d’asta, individua nel progetto i costi della manodopera. I costi della sicurezza saranno trattati a parte e dovranno essere scorporati dal costo complessivo. La distinzione è significativa perchè i costi della sicurezza non sono assoggettati, come è giusto, al ribasso d’asta.
Il General Contractor si applica per opere superiori a 100 milioni
L’istituto del General Contractor resta nel codice appalti ma avrà un ambito di azione ancora più limitato che in passato. Secondo la modifica decisa per l’articolo 195, le stazioni appaltanti non potranno più procedere ad affidamenti a contraente generale per contratti il cui importo non sia almeno pari o superiore alla somma di 100 milioni di euro, quindi solo le grandi opere. Modifica rilevante anche sull’albo dei collaudatori, che sarà tenuto dal MIT, che sarà l’unica strada per partecipare agli appalti affidati tramite contraente generale con il ruolo di collaudatore o direttore lavori. Nel decreto che regola l’albo andranno definiti anche «specifici requisiti di moralità, di competenza e di professionalità» dei professionisti che accedono agli elenchi. Norme giuste ovviamente anche se poi abbiamo visto che la corruzione si può annidare ovunque, purtroppo, Ministeri inclusi.
Modifiche peggiorative sulle procedure di tutela dei progetti
Nel Decreto Correttivo sono contenute tre modifiche sui progetti e le procedure di tutela: si stabilisce (art.27, comma 1bis) che anche in caso di annullamento, revoca o ritiro di un progetto, restano sempre valide le autorizzazione ottenute per la durata di cinque anni. Evidentemente c’è sempre qualche vecchio progetto sbagliato da ritirare fuori dai cassetti.
Secondo, all’art. 216 sul regime transitorio si stabilisce, come già aveva fatto con un parere ANAC, che le infrastrutture strategiche di cui è avviata la procedura di VIA alla data di entrata in funzione del Codice (19 aprile 2016) dovranno concludersi con le procedure semplificate della legge Obiettivo. La terza modifica riguarda la verifica dell’interesse archeologico (art.25) in cui viene inserito un nuovo decreto da emanare per ottenere speditezza ed efficacia e per applicare procedimenti semplificati e dai tempi certi“ che garantiscono la tutela del patrimonio archeologico tenendo conto dell’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’opera”. Pessima definizione perché sembra di capire che tutelare il nostro patrimonio archeologico non equivalga a fare l’interesse pubblico! Inoltre nel medesimo articolo è modificato il comma 15 in cui si invoca l’applicazione del regolamento Madia di semplificazione per le grandi opere, che in pratica è una nuova Legge Obiettivo, ed è l’opposto di tutta la strategia annunciata dal Ministro Delrio per opere “utili, snelle e condivise”.

Infrastrutture: programmazione delle opere, progettazione e dibattito pubblico                                                                        
Ed a proposito del superamento reale della Legge obiettivo resta confermato l’impianto del Codice 2016 (articoli 200-203) con la previsione di strumenti di revisione dei progetti, ricognizione e presentazione del Documento Pluriennale di Programmazione con gli interventi da realizzare, aggiornamento del Piano generale dei Trasporti e della Logistica, la gestione del regime transitorio. In riferimento a questo, il primo DPP è stato modificato dal correttivo e potrà essere presentato senza tutta la procedura di proposta di intervento da parte di Regioni ed Enti Locali e dovrà essere riferito a tutte le opere strategiche e non solo a quelle trasporti: questo perché il problema al MIT ed alla Struttura Tecnica di Missione è selezionare dalla sterminata lista e Obblighi Giuridicamente Vincolanti (OGV) della Legge Obiettivo, selezionando e facendo pulizia. Già l’Allegato Infrastrutture al DEF 2017 ha anticipato la strategia ma serve la presentazione del primo DPP che doveva già essere presentato ad aprile 2017, per superare davvero la Legge obiettivo.
Novità del correttivo anche sui livelli di progettazione (art.23) dove si prevede che il Progetto di fattibilità possa essere articolato in due fasi, ma ai soli fini di Programmazione del Piano Triennale, del Dibattimento Pubblico e dei Concorsi di Progettazione. Viene aggiunta la necessità di indicare le possibili soluzioni alternative progettuali sulla base di indicatori ambientali, economici, tecnici, di impatto sul consumo di suolo e la tutela del patrimonio, che dovranno far parte dello Progetto di fattibilità e poste alla discussione del Dibattimento Pubblico (art.22). Sul DP viene istituito un monitoraggio al MIT su tutte le esperienze effettuate.   Ma comunque su DP e sui livelli di Progettazione servono i decreti e regolamenti attuativi che inoltre si dovranno raccordare con la procedura di VAS e di VIA. Valutazione di impatto ambientale di cui è in corso il recepimento della nuova Direttiva che si spera – dopo le proteste delle Associazioni ambientaliste ed i pareri del Parlamento – venga applicata adeguatamente sul progetto definitivo.
Salgono a 60 i provvedimenti attuativi del Codice                                                                                     
Infine va ricordato che per attuare il Codice Appalti – sia per il testo del 2016 e sia per le correzioni 2017 – servono 60 provvedimenti attuativi di varie istituzioni (ANAC, MIT, CSLP, Ministero Ambiente..). Di questi ne sono stati adottati 12 ma alcuni andranno già modificati alla luce del nuovo Decreto Legislativo correttivo Dlgs 56/2017. Un numero eccessivo, che pregiudica la funzionalità ed efficacia della nuove norme, ha scritto nel proprio parere il Consiglio di Stato.
Già sono partite discussioni ed interpretazioni su punti specifici, chiarimenti sul testo, difficoltà applicative: del resto sono abbastanza fisiologiche data la complessità ed estensione delle norme. Il lavoro quindi continua e sarà ancora lungo per ottenere una normativa efficiente a tutela della concorrenza e della trasparenza nel nostro Paese.

domenica 11 giugno 2017

LA MONTAGNA SENZA MOTORI: LA BUONA SCELTA DELL'UNIONE DEI COMUNI DELLA VALLE MAIRA

Risultati immagini per val maira
Alta Val Maira

L'Unione dei Comuni della Valle Maira ha recentemente deliberato di contrastare l'utilizzo dei mezzi motorizzati su strade di montagna e sentieri. Dopo aver detto no all'eliski ed alle motoslitte ed a seguito dell'iniziativa del comune di Balme (alla cui delibera si ispira) la Valle Maira cerca di frenare i motori anche nel periodo estivo. Ora tocca ai sindaci ed ai comuni emanare ordinanze e  i provvedimenti necessari a fermare moto e fuoristrada.
Ci uniamo a Cipra, che ha emanato il comunicato sotto riportato, e con piacere diffondiamo la notizia nella speranza che l'esempio della Valle Maira serva anche per altre realtà non solo di montagna. I nostri paesini della Val Lemme acquisterebbero una maggiore vivibilità con i centri storici sgomberi dalle macchine e sentieri preservati da fuoristrada e motocross. Occorre un cambio di mentalità ma siamo sicuri che prima o poi anche qui accadrà.

Visitate la pagina FB della Val Maira!
https://www.facebook.com/consorziovallemaira/







Comunicato Stampa di CIPRA Italia

Valle Maira senza motori: l’iniziativa dell’Unione di Comuni va nella direzione giusta

CIPRA Italia, il comitato nazionale della Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi - CIPRA, apprezza l’iniziativa dell’Unione di Comuni della Valle Maira di contrastare la frequentazione turistica motorizzata della valle ed incoraggia i comuni ad adottare le misure necessarie per garantire una fruizione turistica sostenibile di un territorio unico nel suo genere.
Ambienti di pregio paesaggistico e naturalistico, luoghi unici come l’altipiano della Gardetta classificato come Patrimonio Geologico italiano con il suo reticolo di strade ex militari, antichi percorsi come la Strada dei Cannoni tra
Valle Maira e Varaita, sentieri storici che collegano le borgate occitane non meritano di essere presi d’assalto da moto, quad, e veicoli fuoristrada. Per la loro integrità ambientale e paesaggistica, ma anche per non compromettere una fruizione turistica da parte di escursionisti, ciclisti, soprattutto stranieri, che hanno fatto della Valle Maira una delle mete più ambite a livello alpino, con ricadute economiche significative per le attività commerciali della valle.
La Valle Maira è riuscita finora a non banalizzare il proprio territorio evitando di farne una sorta di lunapark invernale per motoslitte ed eliski. La stessa cosa auspichiamo possa avvenire per la montagna estiva. Il paesaggio naturale e culturale, la vasta rete di sentieri e di antiche strade sterrate in alta montagna, gli itinerari tra le borgate percorribili per gran parte dell’anno, uniti alla qualità dell’accoglienza che gli operatori hanno saputo sviluppare possono continuare a costituire l’asse attorno al quale far vivere la valle. Ciò a condizione di essere determinati nel contrastare ogni forma di fruizione turistica motorizzata, sia in inverno che in estate, del tutto inadeguata ad un territorio così sensibile.


Torino, 15 maggio 2017

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