lunedì 29 gennaio 2024

 

La Giornata Mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day), il 2 febbraio, celebra la firma avvenuta nel 1971 della Convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide di importanza internazionale.

Per  zone umide, così come vengono definite nella Convenzione, si intendono “le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri”. La Convenzione di Ramsar è lo strumento che fornisce ai 170 Paesi firmatari le Linee Guida per la conservazione e l’uso razionale di queste aree e delle loro risorse, ed è l’unico trattato internazionale sull’ambiente che si occupa di questi particolari ecosistemi che, oltre ad accogliere e conservare una ricca diversità biologica di piante, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, garantiscono ingenti risorse di acqua e cibo e svolgono una funzione fondamentale di mitigazione dai cambiamenti climatici.

 

Val Lemme

Situazione 2014


Situazione 2015
 

In occasione della giornata Mondiale delle Zone Umide vorremmo portare all’attenzione di tutti la devastazione di un ambiente naturale per l’avanzare del “progresso”.

La zona della Val Lemme è stata interessata da grandi lotte per la salvaguardia dell’acqua, un bene prezioso e insostituibile, non sempre andate a buon fine. Lungo il torrente Lemme negli anni ’50 fu aperta una cava per l’estrazione di marna dalla ditta Cementir che, dopo averne dichiarato l’esaurimento, è stata abbandonata lasciando spazio ad una lenta ma costante rinaturalizzazione. Infatti, lungo la sponda è possibile trovare uno degli habitat riconosciuto a livello europeo: l’habitat prioritario 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae). Anche grazie alla sua presenza questa gigantesca ex cava rientra nei confini della ZSC/ZPS Capanne di Marcarolo, il parco naturale più grande della provincia di Alessandria.

Eppure, nel 1992, quest’area viene vista con grande interesse dal progetto della Grande Opera “Terzo Valico dei Giovi”, ideato dal Cociv (Consorzio Collegamenti Integrati Veloci). Tra inizi di scavi per i tunnel nel 1998 bloccati e progetti rigettati dal Ministero dell’Ambiente bocciati in sede di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) passano più di vent’anni.

È solo nel 2002 che quasi tutti gli Enti interrogati pronunciano un “parere positivo con prescrizioni” all’ennesimo progetto presentato dal Cociv, solo il Comune di Arquata Scrivia e il Parco delle Capanne di Marcarolo non concordano. Nel 2011 vengono stanziati le prime risorse monetarie per iniziare i cantieri che vedranno l’apertura dei cantieri in Val Lemme e aree limitrofe.

Ma che c’entra il Terzo Valico con l’Ex Cava Cementir? Questa cava rientra nel progetto di lavoro del Lotto1 ed è stata riaperta come discarica di materiale litoide proveniente dagli scavi delle gallerie. Inizialmente il piano prevedeva lo stoccaggio di oltre 4 milioni di m3 di smarino successivamente ridotti a 1,2/1,3 milioni di m3. Nel 2019, però, è stato stimato uno stoccaggio di 2 milioni di m3.

Il 18/01/2013 viene trasmessa dal COCIV la documentazione progettuale ai fini dell’avvio della procedura di Verifica di Attuazione per il Terzo Valico, che viene presa in carico; e la cui risposta arriva più di un anno dopo, il 27/06/2014 con parere negativo e la richiesta di nuovi documenti sull’Impatto Ambientale. Nonostante tutto in quell’anno iniziano i lavori sul torrente Lemme.

Legambiente Val Lemme non è mai riuscita ad ottenere la documentazione della Valutazione d’Incidenza, probabilmente perché non esiste.

Nella parte sud della cava era presente un’area umida di grande importanza in quanto si trovava in una posizione favorevole alla migrazione delle specie anfibie, siccome tra i rii di sponda sinistra compresi nella ZSC e l’area indicata, non vi sono strade asfaltate da attraversare.

Tra il 2014 e il 2015 questo sito viene tombato. L’area era sito di riproduzione di rospo comune Bufo bufo, rana dalmatina Rana dalmatina, rana temporaria Rana temporaria e risultava importante per rana verde maggiore Pelophylax ridibundus, tritone alpestre Ichthyosaura alpestris, natrice viperina Natrix maura, natrice dal collare Natrix natrix. Sempre nel 2014 sono stati richiesti i documenti sull’Impatto Ambientale e le Valutazioni di Incidenza dei lavori,, ma senza successo.  Oltre alla tombazione della pozza, nel 2015, il Cociv ha provveduto a rafforzare le sponde del torrente con la messa in posa di massi ciclopici con modalità differenti da quelle dichiarate nel progetto 2014. I lavori sono andati a modificare profondamente il letto del torrente e la sua sponda destra (che non rientrava nel progetto). Queste difformità sono state successivamente confermate nella documentazione presentata proprio dal Cociv nel 2018.

Nel frattempo, i lavori non si sono fermati e sarebbe interessante sapere quale è la vera quantità di smarino ad oggi depositata.