lunedì 1 novembre 2021

Dino Bianchi ci ha lasciati


    Dino il 25 agosto 2019 a Cascina Moglioni guardava lontano... 


Ho conosciuto Dino Bianchi tutto sommato recentemente era il 2016, durante la nostra ultima esperienza alle Aree Protette dell’Appennino Piemontese; ci siamo ritrovati inizialmente su posizioni piuttosto distanti e le discussioni sono state accese, ma ho trovato in lui una persona leale e corretta, il tempo ci ha aiutati e ci siamo pian piano compresi sempre di più. Ha saputo fare cose notevoli per il Parco Capanne di Marcarolo tanto da farlo divenire Aree Protette dell’Appennino Piemontese, sebbene fosse già pronta la legge regionale che avrebbe portato alla fusione del nostro Parco con quello del Po Alessandrino. Ha lavorato  per ottenere questo risultato, tra gli altri, con Valter Ottria di cui era sinceramente amico. La sua conoscenza della “politica” gli ha permesso di fare notevoli interventi a favore del nostro Territorio non sempre incontrando il favore delle amministrazioni locali più attente a questioni campanilistiche che ad una corretta gestione di questo lembo di Piemonte così prezioso e così maltrattato. Sarebbe stato ancora un buon presidente delle Aree Protette ma la sua indipendenza, la sua lontananza dai sotterfugi locali lo hanno penalizzato; poco incline ad obbedire, ma a ragionare con la sua testa, ha sempre anteposto agli interessi localistici il rispetto delle Leggi ed una promessa di qualche denaro ai comuni, non è servita a fargli cambiare idea. Anche sullo scempio della Benedicta trovò la forza di obiettare ma anche in questo caso, pur essendo tutti consci della situazione, nessuno osò supportarlo. Ancora ai primi di settembre 2019 lavorava assiduamente per il suo rinnovo come Presidente delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, moltissimi gli appoggi promessi, ma poi nel momento decisivo il cambiamento di idea lo ha estromesso ingiustamente: avrebbe ricoperto onorevolmente questo carica/impegno… ma non sempre chi lavora bene viene premiato. Forse anche l’aver salvato l’Asilo di Bosio per trasformarlo in una decorosa sede del nostro ente non gli ha creato favori.

     Dino con Eraldo... erano "Culo e Camicia" ...

 

Nato falegname, ha messo le sue capacità a disposizione della Comunità parrocchiale di Bosio e questo dimostra la sua apertura mentale, non era un ambientalista in senso stretto ma ha saputo vedere le criticità presenti sul territorio derivanti ad esempio dal deposito di smarino nell’Area SIC Capanne di Marcarolo in Comune di Voltaggio  ed anche in questo caso non si è lasciato abbagliare dai trenta denari.

Abbiamo perso un Amico ed una persona che avrebbe potuto dare ancora molto al nostro Territorio.

Addio Dino, riposa in Pace!

Mario