Pubblichiamo il resoconto a cura dell'Associazione Amici delle Ferrovie e dell'Ambiente sull'incontro tenutosi a Carrosio sabato 8 febbraio 2014
L’incontro di Carrosio di sabato 8
febbraio, che a detta degli organizzatori doveva fugare ogni dubbio e
allarmismo sulla questione amianto in relazione ai lavori per il Terzo Valico,
non ha fatto altro che aumentare quei dubbi
sia sul merito che sulla correttezza delle procedure per la
realizzazione dell’opera. In particolare è emerso quanto segue:
-
i
sindaci dell’alta Val Lemme hanno confermato il loro schieramento a fianco dei
proponenti l’opera nonostante abbiano ammesso in diretta (contraddicendo,
purtroppo soltanto quando se n’era già andata, ciò che aveva affermato poco
prima la rappresentante di RFI) che nessuno ha finora mostrato loro un’analisi
dei costi e dei benefici che la linea AV-AC Genova – Tortona comporterebbe; e
questa era una delle pregiudiziali all’opera che loro avevano indicato e
sottoscritto, insieme ad altri sindaci
della zona e alla Provincia, nella richiesta al Governo di moratoria dei lavori
del 9 marzo 2013;
-
il
cosiddetto “protocollo provvisorio” in base al quale sarebbero iniziati i
lavori (che il sindaco di Voltaggio ha sempre smentito che fossero in atto) è
un documento “fantasma” non contemplato dal diritto amministrativo in base al
quale qualsiasi norma, per essere cogente, deve essere ratificata (n. di
protocollo e data) come atto ufficiale dell’ente preposto; il fatto che venga
citato nella determina del 2 agosto del Ministero dell’Ambiente, sempre senza
citarne gli estremi, non significa che esso sia a tutti gli effetti un atto
pubblico, ma piuttosto un documento di lavoro che non può autorizzare proprio
niente;
-
la
stessa cosa vale per la “valutazione di incidenza” relativa all’intervento nel
SIC Capanne di Marcarolo con il deposito di “smarino” nell’ex cava Cementir:
nonostante sia stata da noi ripetutamente richiesta alla Regione, che aveva
competenza sul SIC all’epoca della presunta redazione (2003), abbiamo assistito
a un sistematico “passarsi la palla”, in tutto il suo valore semantico, tra
Regione e Ministero; la rappresentante della Regione ha asserito che tale
documento sarebbe stato di competenza del Ministero, ma tutti continuano a
citarlo, come nel caso del “protocollo provvisorio”, senza indicarne mai gli
estremi e sostengono che sarebbe contenuto nella procedura di VIA istruita dal
Ministero; noi facciamo notare a costoro che il DPR n.557 del 1997 e le
successive integrazioni stabiliscono senza equivoci che la procedura di VIA
ingloba la Valutazione di incidenza, ma non la sostituisce, e quindi tale
valutazione deve essere prodotta come documento autonomo e citata nei suoi
estremi specifici, altrimenti vuol dire che non c’è;
-
il
sindaco di Voltaggio ha voluto ribadire che nel deposito dell’ex cava Cementir
verrà messo soltanto il “sottoprodotto” terra da scavo e non il “rifiuto
speciale” amianto che dovesse fuoriuscire dal cunicolo; crede davvero il nostro
sindaco che possa farsi una separazione così netta della “seta e degli stracci”
e che del materiale e delle polveri di amianto non finiranno comunque nel
gigantesco cumulo che incomberà sul Lemme? E che dire del nastro trasportatore
che scorrerà dal cantiere alla cava sulla testa di coloro che percorreranno la
strada della Bocchetta? Gli abitanti di Molini si sentiranno pienamente tutelati
dalle centraline di rilevamento polveri a terra quando la “benedizione”
arriverà loro dal cielo?
-
secondo
il “protocollo amianto”, sempre “provvisorio” perché ancora non è stato
approvato, il geologo che controllerà il fronte di scavo dipenderà dal General
Contractor così come il laboratorio permanente di analisi delle rocce che dovrà
essere presente in cantiere: in pratica il controllato sarà anche il
controllore; noi ribadiamo la stessa domanda che abbiamo posto al direttore
dell’Arpa Piemonte: sarà in grado l’ente regionale di tutela ambientale, vista
la scarsità di organico lamentata anche dal dirigente stesso, di intervenire
tempestivamente qualora si dovessero registrare valori di dispersione nell’aria
di fibre superiori a quelli previsti per legge? Non potrebbe a quel punto
essere troppo tardi per prevenire una contaminazione?
Rafforzati nei
nostri dubbi circa la necessità e la pericolosità ambientale dell’opera, non
dormiremo certamente sonni tranquilli se i lavori dovessero cominciare a pieno
regime. Ma continueremo a lottare per la tutela della salute dei cittadini
della valle e contro questo spreco di denaro pubblico per un’opera sulla quale
tutti, persino gli stessi committenti, hanno forti perplessità e forse anche un
po’ di vergogna in quanto non riescono a dare, se non nascondendosi dietro a
qualche slogan, una giustificazione plausibile alla sua realizzazione.
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