Abbiamo partecipato al seminario organizzato da Legambiente Piemonte e VdA sulla nuova Pac e agricoltura sostenibile. Riportiamo alcuni appunti presi nel corso della mattinata: purtroppo questi argomenti che riguardano la quotidianità dei cittadini, la qualità del cibo che acquistano e le misure di sostegno per una agricoltura buona per l'ambiente non sono oggetto di informazione puntuale e diffusa da parte dei telegiornali e della stampa. Peccato.
SEMINARIO
AGRICOLTURA SOSTENIBILE IN PIEMONTE E VALLE D'AOSTA
e
PRESENTAZIONE DOSSIER "STOP PESTICIDI 2017"
La nuova PAC e l’agricoltura sostenibile: un prezioso alleato per la conservazione delle risorse naturali e dei paesaggi rurali
SABATO 18 Febbraio 2017
- ore 10 - Via Maria Ausiliatrice, 45
Fabio Dovana, presidente
Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta - Introduzione ai lavori
Daniela Sciarra,
coordinatrice agricoltura Legambiente Onlus - La Pac e i pesticidi. Il dossier
Stop Pesticidi 2017
Regione Piemonte - La Pac e Psr in Piemonte
Le proposte di Legambiente
Tavola rotonda con i circoli di Legambiente:
Tavola rotonda con i circoli di Legambiente:
le attività sul territorio
Intervento funzionario Regione Piemonte
sulla nuova PAC e Psr
Il Psr si inserisce nella Pac come elemento
del secondo pilastro della Pac stessa. Per ora è stato realizzato solo per le
misure di superficie che non prevedono investimenti, in particolare nell’ambito
della conversione all’agricoltura biologica di aziende tradizionali.
PAC => obiettivi: economico, ambientale
e di coesione sociale. Anche il primo obiettivo è comunque declinato alla
competitività sostenibile.
La Pac si fonda su due elementi:
Primo pilastro=> aiuti diretti agli
agricoltori
Secondo pilastro=> politica di sviluppo
rurale, in cui si inserisce il PSR. L’integrazione del fondo strutturale di
investimento insieme al Feasr, il fondo pesca, il fondo sociale ecc.
costituisce lo strumento per la realizzazione del PSR
La Pac nasce nel 1958 a Stresa ed è stata
tradotta in regolamenti nel 1962: in un primo tempo, venne realizzata con aiuti
compensativi accoppiati ai volumi di produzione. Distorsioni: eccessivo
sfruttamento del suolo, agricoltura mirata solo agli aiuti, impatto ambientale
elevato e distorsione del mercato.
Si è intervenuto dunque con alcune
modifiche: la più importante è stata l’introduzione del regime unico
disaccoppiato
Dal 2014 il pagamento unico è stato
“inverdito” (greening) cioè a ogni intervento finanziato devono essere messi in
pratica misure tangibili di sviluppo equilibrato del territorio che modifichino
in positivo le situazioni di partenza.
Strategia 2020: il PSR si inserisce in
questa strategia soprattutto per quel che riguarda il cambiamento climatico. In
questo campo l’agricoltura può far molto sia per risparmio energetico che per
l’uso di materie prime rinnovabili, limitazione consumi di carburanti e
ammoniaca.
Nuove sfide: economiche (orientamento al
mercato per aumentare la competitività, pagamenti non legati alla produzione,
abolizione delle restrizioni di produzione, incentivi alla cooperazione)
ambientali (miglioramento della sostenibilità cioè aumento prestazioni
ambientali, aumento dell’efficacia con maggiore equità nella distribuzione
degli aiuti, cioè convergenza nei pagamenti diretti)
Per quanto riguarda il sostegno
finanziario, l’agricoltura fornisce incidentalmente benefici ambientali e
quindi gli agricoltori non sono compensati per questi benefici (produzione di
ossigeno da parte delle piante), cosi come per il rispetto della
regolamentazione e standard obbligatori (consumo acqua, uso pesticidi,
spandimenti limitato a determinate soglie) : anche questi interventi non sono
compensati agli agricoltori.
Sono invece sostenuti finanziariamente
i costi sostenuti dalla società. Il Greeening prevede diversificazione
delle colture oltre una certa superficie dell’azienda agricola ( 2 colture
diverse per 10-20 ha, 3 oltre i 30 ha, per limitare le monocolture), la
protezione dei prati permanenti e dei pascoli e infine le aziende più
grosse devono dedicare una quota della loro superficie a colture sostenibili
La nuova Pac è ancora costituita sui due
pilastri, cosi modificati:
- Sull’adattabilità => primo pilastro: one fit all per tutta l’UE ; secondo pilastro : misure specifiche per le singole realtà territoriali
- Sulla selettività => primo pilastro non selettivo; secondo pilastro: selettivo a seconda delle zone da privilegiare ( montagna, pianura o collina)
Comunque i tre obiettivi della Pac sono
perseguiti da entrambi i pilastri, con collegamenti molto più stretti
La dotazione finanziaria del Psr è ingente,
con una maggior disposizione di fondi per la focus area Ambiente. Per poter
partire con il Psr, le regioni devono dimostrare di aver adempiuto a tutti le
direttive europee=>
- recepimento direttive suoi costi ambientali sull’applicazione di prezzi acqua volumetrici.
- Estensione dell’uso di prezzi incentivati basati sui volumi utilizzati ( sia in caso di erogazione che di estrazione individuale acqua)
- Recepimento piano gestione
Le misure finanziarie sono raggruppabili in
diverse tipologie:
- I pagamenti del Primo pilastro relativi all’Ambiente, Piemonte andrà alle aziende grosse del riso e comunque della pianura. La pianura vale meno del 7% della superficie ma riceve molti più soldi col pagamento diretto. Il Psr cerca di ridurre le sperequazioni
- la montagna riceve più dal Psr meno dal pagamento diretto
Per quanto riguarda le misure finanziate
dal Psr, dal punto di vista dell’obiettivo ambientale verranno sostenute:
- la produzione integrata che rappresenta più di 100mila ettari ed è l’insieme di metodi chimici (come l’utilizzo calendarizzato dei prodotti fitosanitari ) e non (lavorazioni meccaniche o trappole feromoni) che tende a ridurre l’uso dei pesticidi.
- il rispetto della biodiversità nelle risaie( mantenere l’acqua anche in inverno in modo che gli insetti antagonisti zanzare si mantengano ad un livello di popolazione adeguato a contrastare naturalmente le zanzare)
- agricoltura conservativa della struttura del suolo
- sistemi colturali ecocompatibili ( conversione seminativi, diversificazione di aziende maidicole)
- riduzione emissione nh3 e gag per gli allevamenti
- difesa allevamenti dai lupi con misure a tutela della biodiversità
- gestione siepi e filari
- allevamento razze autoctone
Daniela Sciarra presenta il dossier di Legambiente Stop pesticidi 2017.
https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/stop-pesticidi-2017 |
Nell'ambito dell'agricoltura sostenibile, il progetto imPACt si configura come una
campagna d’informazione e comunicazione sui temi cardine della nuova PAC
2014-2020 che rispondono contestualmente alle misure di salvaguardia
dell’ambiente e guardano agli obiettivi dell’Europa 2020: sicurezza alimentare,
alimentazione di qualità, salvaguardia delle risorse naturali, mitigazione del
clima.
Piano d’azione nazionale per l’usosostenibile dei pesticidi per la protezione di chi li usa, dei consumatori
finali, dell’ambiente acquatico e delle acque potabili e per il rispetto della biodiversità e
degli ecosistemi.
Diminuzione dei prodotti fitosanitari: dal
2010 al 2014 si è registrato un calo del 10%
Tra il 2013 e il 2014 invece si registra
un’inversione di tendenza con un aumento dell’uso di prodotti fitosanitari che passano da 118 a circa 130 mila tonnellate rispetto all’anno precedente.: le
cifre parlano di 65 mila tonnellate fungicidi ( cambiamenti climatici
responsabile della diffusione delle malattie fungicidi) , 24 mila t erbicidi,
22,3 mila insetticidi e acaricidi, 18 mila t di altri prodotti.
L’Italia si piazza al terzo posto in Europa
nella vendita di pesticidi (con il 16,2%), dopo Spagna (19,9%) e Francia (19%).
Nel complesso dei prodotti fitosanitari più utilizzati, l’Italia si classifica
al secondo posto per l’impiego di fungicidi.
Tra i dati del dossier rimane lo zoccolo
duro dei campioni che pur essendo regolari presentano residui di 1 o più di molecole
chimiche ( anche 20..)
Daniela Sciarra mostra alcune slide con le
percentuali dei campioni di frutta e verdura analizzati e le relative
risultanze (vedere il dossier https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/stop-pesticidi-2017
)
Il multi residuo è il nuovo scenario.
L’Europa sta predisponendo una valutazione dell’esposizione a più molecole per
capire il livello di rischio all’esposizione ai multi residuo
Proprio in riferimento all’intervento della
Regione, Daniela suggerisce che all’interno del Psr occorra sostenere la
diffusione delle buone pratiche: bisogna fare in modo che il biologico sia il
riferimento. Il principio di precauzione dovrebbe guidare la gestione del Piano
di azione nazionale, con richiesta di fermare l’uso di glifosato.
Non essendoci uno studio scientifico omogeneo in merito al glifosato, si
richiede l’applicazione del principio di precauzione. Purtroppo i laboratori
non lo ricercano negli alimenti sebbene Ispra poi ne rilevi la presenza nelle
acque, le stesse che verranno poi utilizzate per irrigare i campi anche
biologici….
L’ultimo Rapporto nazionale pesticidi nelleacque di ISPRA che individua la presenza di 224 diverse sostanze nei campioni
di acqua, in aumento rispetto agli anni passati. I pesticidi sono presenti in
più della metà dei punti di monitoraggio delle acque superficiali (63,9%) e in
274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) viene superato
Rispetto al Pan sarebbe interessante sapere
cosa intenda la Regione per riduzione dei pesticidi: sarebbe meglio definire
l’obiettivo di riduzione.
Lanciata a febbraio la raccolta firme a livello europeo #StopGlifosato. Legambiente chiede alle regioni di vietare il
glifosato, tra l’altro, anche nei disciplinari e di escludere le aziende che lo
usano dal riconoscimento di sostegni finanziari.
FIRMA QUI #StopGlyphosate
Nessun commento:
Posta un commento