Vi
segnaliamo che tra le 10 linee ferroviarie peggiori d'Italia risultano
quest'anno la Casale Monferrato-Vercelli, la Casale
Monferrato-Mortara e la Genova-Acqui Terme..
Altri dati salienti per il Piemonte: dal 2010 al 2016 il servizio ferroviario è stato tagliato complessivamente dell'8,4%, mentre negli stessi anni si è registrato un aumento tariffario del 47,3%.
Altri dati salienti per il Piemonte: dal 2010 al 2016 il servizio ferroviario è stato tagliato complessivamente dell'8,4%, mentre negli stessi anni si è registrato un aumento tariffario del 47,3%.
Roma, 12 dicembre
2016 Comunicato
stampa
Muoversi ogni giorno con treni
vecchi, lenti e sovraffollati:
e presenta le 10 linee peggiori per
il viaggiatore pendolare
Roma – Ostia Lido e Circumvesuviana
in cima alla classifica delle tratte più problematiche
In Abruzzo, Basilicata e Sicilia i
treni più vecchi
Guasti tecnici, ritardi
imprecisati, sovraffollamento mettono alla prova ogni giorno quei milioni di
cittadini che utilizzano il treno per raggiungere il luogo di lavoro o studio. E
mentre cresce ancora l’offerta del servizio ad alta velocità (+276% dal 2007
sulla Roma-Milano), le condizioni in molti casi continuano a peggiorare per chi
si muove sulla rete secondaria, sugli intercity e sui regionali dove invece si
sono ridotti i treni (in 15 Regioni) o sono state aumentate le tariffe (in 16
Regioni).
Come ogni anno, all’entrata
in vigore dell’orario invernale, Legambiente lancia la campagna Pendolaria, con
una prima analisi della situazione del trasporto
ferroviario pendolare in Italia e la lista delle 10 peggiori linee, mentre
l’analisi puntuale dei finanziamenti e dei processi organizzativi verranno
presentati nel rapporto previsto a gennaio 2017.
Complessivamente
dal 2010 a
oggi, a seguito della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si
possono stimare tagli nel servizio ferroviario regionale pari al 6,5% e negli
intercity del 19,7%.
Solo in pochissime regioni è aumentato il servizio (il caso migliore è la
Provincia di Bolzano), in tutte le altre è stato ridotto o è numericamente
rimasto uguale ma con tagli su alcune linee, mentre sono cresciute le tariffe. Non
tutti i pendolari sono uguali quindi. Alcuni sono più sfortunati di altri. Sono
innanzi tutto quelli delle grandi città, dove i numeri di chi si muove ogni
giorno sono enormi, e quelli che tentano di muoversi su linee cosiddette
secondarie. Le dieci linee peggiori indicate da Pendolaria 2016 sono state
scelte in base a criteri relativi alla qualità del servizio, alle proteste
degli utenti per i problemi di ritardi e tagli dei treni, alla tipologia dei
treni utilizzati sia per capienza sia per età, alla disponibilità di orari adatti
all’utenza pendolare, alla frequenza dei convogli, alla condizione delle
stazioni.
“Il trasporto
ferroviario pendolare deve diventare una priorità nazionale – ha dichiarato il
vicepresidente di Legambiente Edoardo
Zanchini – negli investimenti e nelle attenzioni. Oggi non è così, e su
troppe linee la situazione in questi anni è addirittura peggiorata, con meno
treni, convogli vetusti, ulteriori tagli ad interi collegamenti. Emblematica è
la situazione della Roma-Ostia Lido e della Circumvesuviana dove ogni giorno
oltre 300mila persone subiscono le conseguenze di una gestione indegna per un
paese civile. Ma questo non è più accettabile. Il nuovo Governo deve
individuare le risorse per il rilancio del trasporto pendolare e procedere al
commissariamento dove le Regioni non sono in grado di garantire il servizio”.
Anche quest’anno a guidare la poco onorevole
classifica delle tratte peggiori troviamo la Roma –Ostia Lido e la Circumvesuviana: nella prima il servizio
della linea suburbana gestita da Atac appare totalmente inadeguato alla domanda
di spostamento dei circa 100.000 studenti e lavoratori quotidiani. Guasti e
problemi tecnici si ripercuotono sugli utenti tra corse che saltano senza che venga fornita un’adeguata informazione e
continui ritardi. I circa 28
km che separano la stazione di Porta San Paolo a Ostia
Lido vengono coperti con lentezza esasperante da treni vecchi (spesso di oltre
20 anni), sovraffollati, privi di aria condizionata d'estate o riscaldamento
d’inverno. Stessa situazione nelle stazioni: le biglietterie solo nel 21,4% dei
casi, nel 78,6% non vi è la presenza di personale ferroviario, o è saltuaria,
nell’85,7% dei casi i tabelloni elettronici degli orari sono guasti. La Circumvesuviana
invece, collega un’area metropolitana di circa due milioni di abitanti e si
estende per 142 km
distribuiti su 6 linee e 96 stazioni. Qui il pendolare non fa più caso ai
ritardi. La speranza, semmai, è che la corsa non venga cancellata e che si
arrivi a destinazione senza gravi intoppi perché il peggio non sarebbe il
probabile guasto ma l’incidente o il principio di incendio, oppure il
finestrino preso a sassate. Fino al 2003 la Circumvesuviana assicurava più di 500 corse al giorno ma oggi
i numeri sono dimezzati. Salvo guasti, oggi viaggiano 56 treni, ma ne
occorrerebbero almeno 70 per garantire un servizio dignitoso. Ma la débâcle
riguarda tutta l’Eav, l’holding (Circumvesuviana, Cumana, Circumflegrea e
Metrocampania NordEst) con deciso crollo di utenti su tutte le tratte: da 40
milioni (nel 2010) a 27 milioni sulla Circumvesuviana, da 20 a 11 milioni quelli della
Sepsa (Cumana e Circumflegrea); da 67 milioni a 40 quelli di MetroCampania
Nordest.
Al terzo posto troviamo la Reggio Calabria-Taranto, la linea che dovrebbe unire le regioni del Sud, i centri turistici e i porti,
garantendo un servizio di qualità per studenti, turisti, lavoratori,
attualmente in uno stato di grave degrado. Solo 4 collegamenti al giorno da
Reggio a Taranto, per una durata minima di 6 ore e 15 minuti, ma con tre cambi
e un tratto in pullman. Molti i tagli: 20% dal 2010, e le cancellazioni: 2
intercity, 4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2
treni interregionali. Al quarto posto troviamo la Messina-Catania-Siracusa, ma va detto che tutte le tratte siciliane
sono scomode e inefficienti, a danno dei siciliani e dei turisti che giungono
sull’isola, con solo 429 corse regionali in tutta la regione (sono 2.300 in Lombardia). Su
questa linea che collega tre grandi città siciliane, con intensi traffici
commerciali e turistici negli ultimi 15 anni i treni si sono ridotti del 41% e viaggiano meno veloci.
Grave è anche lo stato di degrado delle stazioni. La Cremona-Brescia occupa il quinto posto
grazie a treni più lenti oggi di 15 anni fa (34 minuti nel 2002, 58 oggi),
ritardi, soppressioni, carrozze sovraffollate, disagi dovuti allo spostamento
del sottopasso di Brescia per i lavori dell'alta velocità. Materiale rotabile
tra i più vecchi (treni con 25/30 anni di età) e servizio ancora parzialmente
effettuato da automotrici diesel.
La Pescara-Roma,
al sesto posto, è una linea su cui pochissimi pendolari oramai prendono il
treno malgrado gli spostamenti intensi tra le due Regioni e i tanti centri lungo
la direttrice. La ragione? Ogni giorno il numero di pullman è tre volte quello
dei treni, e su gomma si viaggia più veloci e più comodi con collegamenti che
vanno dalla mattina presto alla sera tardi. La linea avrebbe bisogno di
investimenti per velocizzare i collegamenti, visto che solo 15 km su 240 sono a doppio
binario. La beffa è che con il nuovo
orario sono stati inseriti dei treni Jazz per velocizzare gli spostamenti, ma l’offerta
vale solo per quei pendolari che da Pescara vanno verso Roma la mattina e
tornano la sera, e non viceversa, e in ogni caso è meno competitiva del
pullman.
Al settimo posto troviamo i
collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per
Vercelli e quella per Mortara
che sono state chiuse a seguito del tagli decisi
dalla Regione Piemonte. Fino a pochi anni fa da Casale Monferrato si poteva
andare a Vercelli in 18 minuti, con diversi collegamenti diretti al giorno, e
si poteva andare a Mortara in 25 minuti, anche qui con diversi collegamenti
attraverso una linea diretta. Oggi ci vogliono fino a due ore in entrambe le
direttrici perché costretti a cambi. In alternativa ci sono i pullman, comunque
più lenti del servizio treni che esisteva fino a pochi anni fa.
La tratta Bari-Martina
Franca-Taranto
si colloca al ottavo posto grazie alla lentezza dei treni (41 kmh) e alla
presenza del binario singolo per gran parte della tratta che, secondo uno
studio della Regione Puglia, potrebbe potenzialmente servire oltre 700 mila
persone tra pendolari e turisti. Circolazione ridotta al minimo per motivi di
sicurezza, continui guasti, sovraffollamento delle carrozze e informazione
inadeguata hanno determinato, in alcune occasioni, la reazione dei pendolari
esasperati. Al nono posto troviamo i 52 km a binario unico della Treviso-Portogruaro utilizzata soprattutto
dagli studenti e dagli utenti dell’Ospedale Riabilitativo di Motta di Livenza. Negli
ultimi mesi i servizi su questa linea hanno subìto un graduale peggioramento,
con forte riduzione dei convogli soprattutto nel pomeriggio, e uso di mezzi
vecchi (almeno 35 anni) con velocità media di soli 50 kmh.
Tra le 10 linee peggiori anche la Genova-Acqui Terme. Tratta con
46 km a binario unico, che ha subito forti tagli, caratterizzata da ritardi
cronici dovuti a problemi durante l’attraversamento dei passaggi a livello, ai
lavori di potenziamento della stazione di
Rossiglione e quelli tra Genova Brignole e Genova Principe. Eppure è una linea
di collegamento con la Regione Piemonte che attraversa molti nodi del
pendolarismo nell’area genovese e che potrebbe rappresentare una alternativa
all’utilizzo dell’auto per tanti lavoratori e studenti.
Nel complesso, in Italia sono quasi 3.300 ogni giorno i treni del servizio regionale.
Il 69% dei treni in circolazione supera i 15 anni d’età, con differenze marcate
tra le regioni del centro-nord e quelle del sud. Nel dettaglio, la regione con la più alta età media dei treni è
l’Abruzzo, con 24,1 anni di età seguito
dalla Basilicata con una età media
dei treni di 23,3 anni e dalla Sicilia, con 23,2. L’età media nazionale è pari a 17,2 anni,
migliorata rispetto allo scorso anno (era 18,6), per gli investimenti di
alcune Regioni, per i nuovi contratti di servizio con Trenitalia che prevedono
la sostituzione di 450 treni e, in alcuni casi, per la dismissione di quelli
più vecchi (Puglia e Lombardia).
“Il nostro Paese ha bisogno di una cura del ferro a
partire dalle città – ha concluso Zanchini -, per consentire al
trasporto pendolare di raggiungere la stessa qualità ed efficienza dell’Alta
velocità. In questi anni è mancata una regia nazionale rispetto a un servizio
ferroviario pendolare trasferito alle Regioni, che ha avuto come conseguenza
tagli e aumenti delle tariffe senza che si fissassero obiettivi di efficienza
del servizio o controlli su quanto avveniva nelle linee. Occorre dare
speranza ai pendolari che la situazione possa migliorare, e ciò potrà avvenire
solo trovando risorse per aumentare il servizio e per acquistare treni nuovi”.
Per i prossimi anni non sono
previsti finanziamenti atti ad aumentare i treni in circolazione, con la conseguenza che
nelle tratte non ad Alta Velocità si rischiano ulteriori tagli nel servizio. Inoltre,
secondo Legambiente, occorre garantire gli stessi standard di sicurezza
e qualità su tutte le linee del Paese. Quello che il drammatico incidente
del 12 Luglio, tra Andria e Corato, ha evidenziato è che tra le diverse linee
ferroviarie regionali in Italia esistono situazioni molto diverse anche in termini
di sicurezza. Se la prima decisione che il Governo ha preso, di avere un'unica
Agenzia per la sicurezza con gli stessi e più stringenti standard, va nella
direzione giusta ora dobbiamo garantire la stessa qualità del servizio in tutta
Italia. E quando si hanno situazioni come quelle delle linee Roma-Ostia Lido o
Roma-Viterbo gestite da Atac, delle linee Circumvesuviana, Cumana e
Circumflegrea, Alifana gestite da EAV in Campania, su cui viaggiano ogni giorno
quasi 300mila persone in situazioni disastrose, e inaccettabili, è evidente che
occorra cambiare quanto prima. Per Legambiente occorre quanto prima trasferire
la gestione delle infrastrutture regionali a RFI, per realizzare subito
investimenti in sicurezza e efficienza delle linee, e poi affidare il servizio
attraverso gare europee per garantire i diritti di chi ogni giorno prende il
treno a Roma o Napoli come in tutte le altre città italiane.
Tabella dei tagli ed aumenti tariffari
Legambiente 2016.
*Le corse effettuate da FAL
riguardano la Regione Basilicata
e la Regione Puglia.
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Età media del materiale rotabile per regione
Legambiente 2016
Nota: rispetto allo scorso anno i revamping di treni e carrozze
sono stati inclusi nella media delle regioni.
*La
flotta Trenitalia in Toscana include alcuni convogli assegnati ad altre
Regioni.
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News e info su: www.pendolaria.it
L’ufficio stampa: 06.86268376 – 99
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