Torino,
14 novembre 2016 Comunicato
stampa
I dati di Mal’Aria, campagna antismog di Legambiente: Torino e Alessandria già fuorilegge
Smog, al Piemonte
continua a mancare il Piano regionale promesso nel 2015
Legambiente sollecita
Regione e Comuni a non farsi trovare ancora una volta impreparati di fronte
alla stagione dello smog
Torino, Alessandria ma anche la più
piccola Carmagnola. Sono già diverse le città del Piemonte fuorilegge
per smog ancor prima che inizi la stagione più critica per la concentrazione
di inquinanti. A denunciarlo è Legambiente che con la campagna Mal’Aria
torna ad accendere i riflettori sull’annoso problema dell’inquinamento
atmosferico nelle nostre città. In tutto il Piemonte, nonostante un leggero
miglioramento, i livelli di smog continuano infatti ad essere alti, ben oltre i
limiti consentiti per legge. Analizzando
i dati relativi ai primi 10 mesi dell’anno emerge che oltre ad esser già stato
consumato in diverse città il “bonus” dei 35 superamenti della soglia massima giornaliera
consentita per il PM10, sono preoccupanti anche i livelli
massimi raggiunti dalle polveri sottili con picchi ad Alessandria di 140 μg/m3,
a Novara di 138, Torino 130, Vercelli 116, Asti 115 e Biella 111. Ma oltre i
limiti sono anche i valori medi del biossido di azoto a Torino, Novara e
Alessandria e le concentrazioni di ozono registrate in tutte le
provincie piemontesi.
“Si riapre la
stagione dello smog e il Piemonte si presenta ancora una volta impreparato -dichiara
il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Fabio Dovana-. Ad
inizio 2015 abbiamo accolto con favore la volontà da parte della Giunta
Chiamparino di procedere ad un aggiornamento del piano regionale antismog vecchio
di 15 anni, ma dopo quasi due anni nulla si è concretizzato e il rischio è di
vedere ancora una volta i singoli comuni andare in ordine sparso con iniziative
spot ed inefficaci. Non si racconti che il ‘cruscotto antismog’ approvato lo
scorso marzo vada in questa direzione: si tratta di un provvedimento debole, che entrerebbe in
vigore in casi rarissimi e che affronta il problema esclusivamente in chiave
emergenziale e non di prevenzione. Al Piemonte serve invece subito un nuovo e coraggioso piano antismog, non c'è bisogno di nuove analisi, né di
enunciazioni di principio, ma sono urgenti misure immediatamente praticabili.
Per questo alla Regione chiediamo concretezza, la stessa che devono avere i
Comuni che non hanno ancora esplicitato cosa intendono fare per contrastare l’inquinamento
e tutelare la salute dei propri cittadini”.
L’associazione ambientalista a maggio 2015
aveva avanzato alla Regione e ai comuni piemontesi le proprie proposte antismog per arrivare ad avere entro qualche mese il nuovo Piano
di risanamento della qualità dell’aria. Un Piano che per Legambiente deve avere obiettivi ambiziosi ma anche
indicare gli strumenti concreti per raggiungerli ed essere integrato con le
altre politiche e pianificazioni delle diverse direzioni regionali, in
particolar modo con il settore dei trasporti, delle infrastrutture,
dell'urbanistica e delle politiche industriali. Per l’associazione è inoltre
fondamentale attivare strumenti di controllo sull’efficacia del Piano che siano
efficaci sia per la stessa Regione, sia per le Amministrazioni comunali. La
programmazione regionale, così come la pianificazione delle azioni previste nei
vari comuni, sarà più efficace se costruita tramite un percorso partecipato, in
cui i portatori di interesse siano consultati attraverso un confronto attivo e
continuativo nel tempo. “Per questo abbiamo proposto alla Regione di attivare
un tavolo permanente sul tema della qualità dell'aria, di cui facciano parte le
città con più di 20.000 abitanti, i comuni a loro limitrofi e quelli in cui si
evidenzia il superamento di uno o più valori limite aumentati del margine di
tolleranza; l'Arpa e le Associazioni ambientaliste e impegnate sui temi della
mobilità sostenibile”.
L’associazione ricorda
quelli che dovrebbero essere i campi d’azione principali delle politiche
antismog. Per Legambiente la vera sfida si gioca nelle città, a partire dalla fonte principale: i trasporti e
la mobilità urbana. La riduzione del parco auto circolante deve essere
l'obiettivo principale da porsi: “Per muoversi in modo sostenibile dentro le
città è indispensabile progettare i nuovi spazi urbani e riadattare quelli
esistenti in modo che siano facilitati gli spostamenti a piedi, in bicicletta o
con i mezzi pubblici. Devono replicarsi in modo capillare le zone 30 nelle aree
residenziali (concepite con le caratteristiche europee), estendendo inoltre il
limite dei 30 km orari in tutto il territorio cittadino ad eccezione delle
grandi vie di scorrimento. Vanno previste delle congestion charge zone al
fine di limitare il traffico veicolare privato e reperire risorse economiche da
destinare al trasporto pubblico. Vanno aumentati i posteggi per le biciclette,
soprattutto nei luoghi di interscambio con i mezzi di trasporti utilizzati dai
pendolari, così come vanno costruiti e resi appetibili i posteggi di
interscambio alle porte della città”. Per reperire le risorse necessarie, il
piano regionale dovrebbe inserire l'obbligo di destinare alla mobilità
ciclabile almeno il 15% dei proventi delle multe destinati alla sicurezza
stradale (del 50% previsto per legge e deliberato dai Comuni) e almeno il 10%
dei proventi delle sanzioni ad interventi di moderazione del traffico. Le
amministrazioni comunali dovrebbero inoltre essere obbligate dal piano
regionale ad aggiornare costantemente i propri Pums (Piani urbani della
mobilità sostenibile).
“Nel chiedere uno sforzo ai cittadini
affinché cambino le loro abitudini di spostamento –si sottolinea nel documento
di Legambiente- è indispensabile un incremento dell'offerta dei mezzi pubblici,
che hanno visto in questi anni una sostanziale riduzione in termini di risorse
e di offerta, sia a livello urbano che extraurbano. Non c'è bisogno di grandi
opere molto impattanti per il territorio, molto costose e dalla dubbia utilità,
è necessario invece tornare ad investire sul trasporto pubblico per i pendolari,
a partire da quello ferroviario, utilizzato quotidianamente da migliaia di
persone”. Anche il settore energetico e di gestione del calore secondo
Legambiente può dare un contributo significativo alla riduzione
dell'inquinamento in Piemonte: “L'energia solare e le altre fonti energetiche
rinnovabili che non prevedono la combustione possono sostituire gli impianti
esistenti di produzione energetica o di calore attualmente esistenti,
contribuendo al miglioramento della qualità dell'aria. Altrettanto sforzo va
poi fatto nella direzione della rigenerazione urbana, per far sì che i
tantissimi edifici attualmente poco performanti dal punto di vista
dell'efficienza energetica vengano riqualificati, così che venga diminuito il
loro fabbisogno energetico per il consumo di energia elettrica e per il
riscaldamento/raffrescamento”.
Per Legambiente il Piano dovrebbe inoltre
prevedere misure e azioni specifiche per tutelare e potenziare il verde in
città, collegando tra loro le aree verdi, in modo tale che si realizzi una
vera e propria maglia ecologica urbana connessa alle aree agricole periurbane.
Altrettanta attenzione deve essere data inoltre al tema dell'agricoltura
e a quali misure mettere in campo affinché anche questo settore, spesso
trascurato da questo punto di vista, sia più sostenibile. Un esempio è la
vecchia pratica agricola dell’abbruciamento delle stoppie del riso, e più in
generale dei residui vegetali, che non andrebbe più consentita laddove vengono
superati i limiti di inquinamento previsti per legge. Questa vecchia abitudine
dovrebbe essere definitivamente archiviata a favore dell’interramento delle
stoppie, pratica ormai messa in atto dalla maggior parte delle aziende risicole
con benefici sia ambientali che agronomici; mentre i residui vegetali possono
utilmente essere compostati a livello domestico o in appositi centri di
raccolta.
Le proposte di Legambiente per il nuovo
Piano regionale sulla qualità dell'aria
Il documento
integrale: http://bit.ly/1EMWsSz
Ufficio
stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806
www.legambientepiemonte.it
– www.facebook.com/legambientepiemontevalledaosta
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