Rifiuti, veleni,
mafie:
quali controlli a Tortona
da un comunicato di Comitato No Tav Terzo Valico Tortona (con qualche integrazione)
I tortonesi possono
dormire sonni tranquilli: quegli allarmisti dei No Tav Terzo Valico e degli
ambientalisti in generale, ai quali si sono aggiunti ultimamente anche quegli
ecosovversivi di papa Francesco e del presidente Obama, raccontano solo
fandonie…. o forse no?
In realtà emerge una
situazione dell’inquinamento della nostra zona sempre più preoccupante e le
notizie uscite anche recentemente danno conferma del quadro da noi già descritto
più volte.
Si pensi ai tanti
impianti di incenerimento rifiuti proposti da Chiamparino, degli smaltitori di
rifiuti tossici, di discariche “controllate” sopra uno dei più grandi depositi
di acque di falda del Piemonte, di ciminiere che sparano tonnellate di fumi in
una area percorsa da autostrade e milioni di auto dai cui scarichi esce di tutto
eccetto che fumi controllati.
E la Scrivia? Un
canale privo di ogni forma di vita, in cui si scarica ogni ben di Dio (si fa per dire).
Un durissimo
discorso a parte meriterebbero le tre condotte che attraversano il nostro
territorio (ossigenodotto, metanodotto e oleodotto) e per nulla controllate
(come si giustificherebbe il fatto che l’Eni si accorga solo dopo un mese del
disastro dell’oleodotto che sta distruggendo tutte le falde acquifere? È dal
1975 che tre gatti si battono in solitudine e nell’indifferenza generale contro
l’arroganza del cosiddetto progresso. Ora siamo ormai al punto della fase di non
ritorno.
Ma il tema di oggi è
un altro:
Da anni sosteniamo,
forti anche di indagini compiute dall’Arpa nel 2011 e passate sotto silenzio,
che scavando le gallerie del Terzo
Valico si sarebbe trovato l’amianto: in Val Verde, al cantiere di Cravasco (ora
fermo per ordine della Procura e per indagini in corso), l’amianto è stato
trovato, eccome! 1,7 grammi per chilo di roccia estratta (il limite oltre il
quale i rischi diventano reali è di 0,7 g!)
Il Terzo Valico
parte da un costo di 6 miliardi e 200 milioni di euro di soldi
pubblici, destinato a salire vertiginosamente con il problema dello
smaltimento dell’amianto, per non parlare del costo delle opere collegate: ad
es. la Tangenziale di Tortona (circa 50 milioni) costruita per permettere ai
camion di arrivare con facilità alla cava Montemerla (spesi 2 milioni di euro
solo per una piccola variazione della strada dovuta a un errore di
progettazione!)
Tortona
riveste un ruolo importante per la realizzazione del Terzo Valico: la
tratta “finisce” proprio al Terminal dell’Interporto di Rivalta e inoltre in
molte cave della città dovrebbe essere conferito
proprio il terreno contaminato proveniente dagli scavi!
Da tempo segnaliamo
l’alto rischio di infiltrazioni mafiose nei lavori del Terzo Valico: diverse
aziende tortonesi sono state coinvolte nell’inchiesta “Triangolo” per traffico e
smaltimento illecito di rifiuti tossici: si parla di 250.000 tonnellate di
veleni trasportati nelle ex cave del tortonese, diventate poi in parte CAMPI
COLTIVATI. Cave per lo smarino (e di conseguenza anche per l’amianto) proposte
anche fra Tortona e Sale, poi a Sezzadio, ad Alessandria, a Isola, due a
Pontecurone con uscita al casello di Castelnuovo, ecc.
Da tempo
sottolineiamo il rischio inquinamento falde acquifere a causa della elevata
permeabilità della falda acquifera, come dichiarato di recente anche dall’Arpa.
In un articolo del 1980 si segnalava che il sottosuolo è particolarmente
ghiaioso a causa degli antichi letti di Scrivia e Tanaro per cui tutto ciò che
finisce a Scrivia o nelle zone circostanti viaggia rapidamente sia in
orizzontale che in verticale. Non per nulla la contaminazione delle falde si è
già propagata in due mesi di 6 chilometri e penetrando in profondità sino alle
falde del Tanaro renderà inutilizzabili le acque di molti paesi a valle, anche
sulla riva destra del nostro torrente.
Ciò che è grave è
che tutto intorno alla falda acquifera vi sono già:
-le cave interessate
dai lavori del Terzo Valico (per es. Castello Bollo, Castellotto, nonchè
terreni non distanti da Castello Armellino);
-le cave coinvolte
dall’indagine sui rifiuti tossici (per esempio quelle di Strada Cabannoni,
provinciale per Sale, quelle di Ruberto, e l’area di servizio autostradale
sull’A7 – frazione Ova, Castelnuovo Scrivia, non distante dalla cava di cascina
Aliprandina, sotto indagine per traffico e smaltimento rifiuti tossici, e da
quella di Castello Armellino, finita sotto sequestro qualche mese fa
...)
Due giorni fa, come
se non bastasse, apprendiamo che in seguito a un secondo tentativo di furto
(risalente a non si sa quando), sono state sversate altre migliaia di litri di
idrocarburi tra Tortona e Castelnuovo, riva destra, con potenziale rischio di
inquinamento molto più elevato di quello precedente, poiché a tre chilometri di
distanza sorge il pozzo di prelievo dell’aquedotto di Castelnuovo!
In merito ai
controlli siamo preoccupati:
I controlli del
Comune di Tortona non sono così rassicuranti:
- L’ENI ha aspettato
quasi un mese per intervenire
- alla Montemerla,
la più grande delle cave tortonesi del Terzo Valico, sono stati trovati valori
di cromo e nichel fuori norma ma pare manchi il campionamento proprio della
parte della cava che sarebbe destinata a ricevere lo smarino;
- all’Aliprandina,
alla ditta Gandini, che smaltì e fece la bonifica con rifiuti tossici, vennero
concesse dal Comune varie proroghe e alla fine fu multata con poco più di
250 euro;
- sugli idrocarburi,
la rassicurazione che gli acquedotti siano a posto non pensiamo sia
sufficiente: i veleni viaggiano molto veloci e la falda acquifera è molto
permeabile.
Inoltre su
molte di queste cave si coltiva! Cosa finisce sulle nostre tavole? E cosa vi
finirà quando l’irrigazione verrà fatta con acque inquinate?
E intanto, mentre
avviene tutto ciò, l’ospedale di Tortona viene declassato e chiude importanti
reparti: dopo ostetricia-ginecologia perde anche pediatria, radiologia,
neurologia, otorinolaringoiatria e oculistica, cardiologia e
rianimazione.
E ancora: aumentano
i ticket perché mancano i fondi per la Sanità pubblica;
chiudono uffici
postali;
diminuiscono le
corse delle corriere perché non ci sono fondi;
vengono penalizzate
le tratte treno dei pendolari per far spazio all’Alta Velocità delle merci;
molte strade della
nostra provincia sono ancora “rattoppate” perché mancano i soldi;
si avvicina un altro
autunno ed è alto il timore di nuove alluvioni (quali lavori sono stati fatti
per mettere DAVVERO in sicurezza il territorio?)
Cos’è prioritario? La salute o
un’opera inutile dai costi esorbitanti?
Non è tempo di sonni tranquilli:
ognuno di noi può e deve fare la sua parte, anche semplicemente informandosi e
facendo prendere coscienza a chi gli sta intorno che è in gioco la salute di
tutti e della terra su cui viviamo.
Oggi è il tempo, ora è il momento:
basta delegare la lotta ad altri, tocca a noi. TUTTI.
Ora!
25 settembre
2015
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