Sabato 23 maggio si è tenuta una nuova manifestazione ad Alessandria, indetta dai comitati NoTav contro l'autorizzazione rilasciata dal Comune di Alessandria per l'utilizzo di tre cave da destinare allo stoccaggio dello smarino del Terzo Valico dei Giovi.
Il rischio maggiore che la decisione del Comune di Alessandria può comportare è l'inquinamento delle falde acquifere su cui sorgono le cave => la situazione è così descritta da Tino Balduzzi:
Le falde acquifere non
sporgono denuncia, non possono farlo e non possono lamentarsi
quando vengono inquinate. Possono però farlo i cittadini, informandosi sulle
troppe cose su cui vengono tenuti all'oscuro dal potere.
Le falde acquifere: occhio non
vede...
Sono
sottoterra, la gente non le vede e non sa come sono fatte. Nemmeno lo immagina
perché molti pensano che una falda sia un fiume sotterraneo che velocemente
porta via ogni forma di inquinamento. Non è così: schematizzando si può dire
che le falde acquifere sono strati permeabili di ghiaia e sabbia con dentro
dell'acqua che si muove molto più lentamente di quanto si pensi. Strati
permeabili separati da altri totalmente impermeabili, o quasi, che ne
costituiscono il fondo. In pianura solitamente c'è una prima falda che è a
contatto con l'atmosfera e che raccoglie l'acqua piovana, poi un suo fondo
impermeabile, e poi altre falde ancora, ciascuna con un suo fondo
impermeabile.
Salvo
eccezioni in una falda di pianura l'acqua si muove a malapena, e 5
centimetri l'ora può rendere l'idea. Non la velocità di un fiume, ma anni
per percorrere un solo chilometro. Risultato: l'inquinamento delle falde
appare molti anni dopo, un tempo di solito sufficiente a farla franca da parte
di chi inquina grazie a tempi di prescrizione dei reati troppo brevi.
Inoltre se il fondo di una falda presenta profondi avvallamenti e vicino al
fondo la permeabilità della falda è minore, si possono creare condizioni di
acqua sostanzialmente ferma, dove inquinanti molto solubili possono espandersi
in tutte le direzioni e inquinanti molto pesanti si possono insediare
permanentemente sul fondo della falda.
Le falde
acquifere profonde non sono distribuite in modo uniforme. Ad
esempio in Piemonte le falde acquifere profonde sono 3 e sono
concentrate nell'alessandrino, nel cuneese e nel vercellese. Nel torinese e
nel novarese c'è meno acqua e ad Asti ancora meno.
Lo dicono i
geologi del CNR e dell'Università di Torino in una pubblicazione del
2009, apparsa sul sito della Regione Piemonte con un certo ritardo e
che ha cominciato a diffondersi solo recentemente, quando molte delle decisioni riguardanti
discariche, insediamenti industriali e terre da scavo dei tunnel erano state
prese sulla base di conoscenze che si limitavano a circa 200 metri di
profondità.
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