Partito il ricorso al Tar contro il Terzo valico
Giampiero Carbone
Come annunciato a ottobre in un’assemblea a Gavi,
l’associazione Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente (Afa) ha presentato ricorso
contro l’avvio dei lavori del Terzo valico dei Giovi, la linea ad alta
capacità-alta velocità in programma tra Genova e Tortona, i cui lavori sono
ripresi a fine novembre a Voltaggio, in Val Lemme. Insieme a Pro Natura e a
undici cittadini, tutti assistiti dagli avvocati Mattia Crucioli ed Emiliano
Bottazzi, ha impugnato davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio
(competente per le opere di interesse nazionale) i tre atti del ministero
dell’Ambiente e della Regione
Piemonte che hanno permesso al Cociv di far partire i lavori.
«Abbiamo chiesto ai giudici - spiegano dall’Afa - di valutare la legittimità
innanzitutto della determina della commissione Via (Valutazione di impatto
ambientale; ndr) del ministero dell’Ambiente datata 2 agosto 2013: l’atto ha
autorizzato il Cociv ad avviare in via anticipata lo scavo, prima che la
verifica di ottemperanza del progetto esecutivo sia conclusa». Le ruspe sono
entrate in azione a
Voltaggio nella galleria di servizio del tunnel sotto
l’Appennino. Potranno fare altrettanto per scavare il «pozzo» dove calare la
«talpa» ad Arquata Scrivia, in località Radimero, dove il cantiere deve ancora
essere allestito. Impugnata anche la determina, approvata sempre dalla
commissione Via, del 24 ottobre, con la quale è stato approvato il Piano di
utilizzo delle terre da scavo (Put). Infine, nel mirino il Piano di reperimento
litoidi (noto come Piano cave), che a dicembre ha ricevuto l’ok della Regione
Piemonte. I ricorrenti hanno chiesto ai giudici di sospendere immediatamente
l’efficacia degli atti in base alle numerose lacune riscontrate. Fra queste,
ricorda l’Afa, la questione della valutazione di incidenza riferita al deposito
di smarino (1,3 milioni di metri cubi) nell’ex cava Cementir di Voltaggio:
«Dallo scorso anno continuiamo a chiedere a Regione e ministero lo studio
riferito all’area, inserita nel Sito di importanza comunitaria Capanne di
Marcarolo, ma i due enti si sono passati la palla e il documento non è mai
saltato fuori». Nel mirino c’è pure il fatto che «il Cociv abbia iniziato a
scavare a Voltaggio a fine novembre senza che il Piano cave fosse ancora stato
approvato, condizione prevista dal Put». L’Afa chiede sostegno a cittadini,
comitati e associazioni per far fronte alle spese legali: «Tra quanto già
versato e quello ancora da pagare servono circa 20 mila euro. Perciò chiediamo
a tutti un contributo, anche piccolo, che ci consenta di portare a termine un
percorso, quello legale, indispensabile nel tentativo di fermare quest’opera
inutile e dannosa». Il 5 aprile, a Gavi, nel convento di Valle, è in programma
una cena organizzata sempre per finanziare il ricorso.
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