mercoledì 5 marzo 2014

Rassegna stampa 
Partito il ricorso al Tar contro il Terzo valico

 Giampiero Carbone

 Come annunciato a ottobre in un’assemblea a Gavi, l’associazione Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente (Afa) ha presentato ricorso contro l’avvio dei lavori del Terzo valico dei Giovi, la linea ad alta capacità-alta velocità in programma tra Genova e Tortona, i cui lavori sono ripresi a fine novembre a Voltaggio, in Val Lemme. Insieme a Pro Natura e a undici cittadini, tutti assistiti dagli avvocati Mattia Crucioli ed Emiliano Bottazzi, ha impugnato davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio (competente per le opere di interesse nazionale) i tre atti del ministero dell’Ambiente e della Regione Piemonte che hanno permesso al Cociv di far partire i lavori. «Abbiamo chiesto ai giudici - spiegano dall’Afa - di valutare la legittimità innanzitutto della determina della commissione Via (Valutazione di impatto ambientale; ndr) del ministero dell’Ambiente datata 2 agosto 2013: l’atto ha autorizzato il Cociv ad avviare in via anticipata lo scavo, prima che la verifica di ottemperanza del progetto esecutivo sia conclusa». Le ruspe sono entrate in azione a Voltaggio nella galleria di servizio del tunnel sotto l’Appennino. Potranno fare altrettanto per scavare il «pozzo» dove calare la «talpa» ad Arquata Scrivia, in località Radimero, dove il cantiere deve ancora essere allestito. Impugnata anche la determina, approvata sempre dalla commissione Via, del 24 ottobre, con la quale è stato approvato il Piano di utilizzo delle terre da scavo (Put). Infine, nel mirino il Piano di reperimento litoidi (noto come Piano cave), che a dicembre ha ricevuto l’ok della Regione Piemonte. I ricorrenti hanno chiesto ai giudici di sospendere immediatamente l’efficacia degli atti in base alle numerose lacune riscontrate. Fra queste, ricorda l’Afa, la questione della valutazione di incidenza riferita al deposito di smarino (1,3 milioni di metri cubi) nell’ex cava Cementir di Voltaggio: «Dallo scorso anno continuiamo a chiedere a Regione e ministero lo studio riferito all’area, inserita nel Sito di importanza comunitaria Capanne di Marcarolo, ma i due enti si sono passati la palla e il documento non è mai saltato fuori». Nel mirino c’è pure il fatto che «il Cociv abbia iniziato a scavare a Voltaggio a fine novembre senza che il Piano cave fosse ancora stato approvato, condizione prevista dal Put». L’Afa chiede sostegno a cittadini, comitati e associazioni per far fronte alle spese legali: «Tra quanto già versato e quello ancora da pagare servono circa 20 mila euro. Perciò chiediamo a tutti un contributo, anche piccolo, che ci consenta di portare a termine un percorso, quello legale, indispensabile nel tentativo di fermare quest’opera inutile e dannosa». Il 5 aprile, a Gavi, nel convento di Valle, è in programma una cena organizzata sempre per finanziare il ricorso.

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