6 giugno 2022 Comunicato stampa
Legambiente: “NO a nuovi inceneritori in Regione e NO all'ipotesi Novi Ligure”
Il 24 maggio le dichiarazioni del neo-Presidente di TRM Alessandro Battaglino su La Stampa di Torino, ieri 5 giugno quelle del presidente del Consorzio servizi rifiuti del Novese, Tortonese, Acquese e Ovadese, Angelo Ravera : “A questo punto direi che sia evidente: il termovalorizzatore si farà sul nostro territorio”.
Di evidente c'è solo una classe politica sorda alle necessità ambientali e pronta a percorrere la strada che apparentemente sembra più semplice. Il Consorzio Rifiuti Novese ed il suo presidente devono fare un passo indietro perché la pianificazione dei termovalizzatori non spetta a loro.
Inoltre il Piemonte non ha bisogno di nuovi impianti di incenerimento: una Regione ampiamente inadempiente alle norme europee, nazionali e allo stesso piano regionale, non può basare sulle proprie inefficienze nuove progettualità impiantistiche per lo smaltimento, né può accollarsi le esigenze liguri. Il Basso Piemonte non può essere perennemente al servizio della Liguria!
E soprattutto non è accogliendo rifiuti da fuori regione che migliorerà la situazione ambientale novese. Di seguito alcune frasi del comunicato di Legambiente Piemonte che condividiamo in pieno e riproponiamo per dire NO a nuovi inceneritori in Piemonte.
Con i progetti ad oggi avanzati si andrebbe verso un sovradimensionamento impiantistico importante, a tutto discapito di una gestione sostenibile dei rifiuti e del percorso di economia circolare che l’Europa ci chiede. Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta assiste con sgomento alla corsa all’incenerimento partita da Roma ed ora arrivata in pompa magna anche nella nostra Regione dove da tempo covava sotto le ceneri.
Le parole del neo-Presidente di TRM Alessandro Battaglino nell’intervista a La Stampa del 24 maggio scorso ci lasciano abbastanza esterrefatti, nella forma e nella sostanza. Nella forma perché Battaglino è Presidente di una società che di incenerimento si occupa, nominato dal Comune di Torino; nella sostanza perché, al solito, si parte dall’elemento (lo smaltimento dei rifiuti) in fondo a tutte le indicazioni di priorità d’azione dettate dalle norme nazionali ed europee.
La programmazione impiantistica è in capo alla Regione e ricordiamo come ad oggi siano presenti sul territorio piemontese almeno 3 progetti in differente stato di avanzamento per altrettanti nuovi impianti di incenerimento con valorizzazione energetica: l’impianto proposta da A2A a Cavaglià in provincia di Biella (280.000 tonn/anno); l’impianto proposto e presentato alle amministrazioni locali la scorsa settimana da SMAT per la valorizzazione energetica dei fanghi da depurazione a Settimo Torinese (100.000 tonn /anno); l’impianto a cui spesso l’amministrazione regionale ha fatto riferimento da creare nel sud della regione, con ogni probabilità a Novi Ligure.
Si va verso un sovradimensionamento impiantistico impressionante in una Regione che non solo non rispetta le direttive nazionali sulla gestione rifiuti, ma che nemmeno rispetta gli obiettivi auto-imposti dal piano regionale al 2020 (474 kg/abitante e 64% di raccolta differenziata contro i target dei 465 kg/abitante e il 65% di RD) .
Se solo si rispettassero gli obiettivi (modesti) fissati dal piano vigente al 2025 (425 kg e 70% di RD in ogni ATO) il Piemonte avrebbe una necessità di smaltimento pari a 545.000 tonn/anno di RSU, ampiamente coperta dall’impianto del Gerbido (che nel 2021 ha bruciato 560.000 tonnellate di rifiuti).
Obiettivi che, come affermato al nostro Ecoforum 2021 da funzionari regionali, saranno rivisti e resi decisamente ambiziosi dalla nuova pianificazione, sia in tema di raccolta differenziata che in tema di riduzione. “La gestione dei rifiuti – continua Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte – ha ricadute importanti anche sul tema della decarbonizzazione. In questo momento il Gerbido è il maggior punto di emissione di gas climalteranti della Città di Torino. Ci chiediamo come possa la Città di Torino, per bocca di un suo nominato, pensare ad un nuovo impianto di incenerimento, visto che ha assunto il gravosissimo impegno di una decarbonizzazione totale entro il 2030 con la partecipazione al programma europeo “100 Climateneutral Cities by 2030 – by and for the Citizens”.
Torino non ha bisogno di un nuovo impianto di smaltimento.
Il Piemonte non ha bisogno di un nuovo impianto di smaltimento.
Novi Ligure ed il Basso Piemonte non hanno bisogno di un nuovo impianto di smaltimento.
Si percorra senza preclusioni ideologiche la strada dettata dall’Europa e si segua un reale percorso verso l’economia circolare: prevenzione, riduzione, riuso e raccolta differenziata.
Legambiente Ovadese Valli Orba e Stura
Legambiente Val Lemme
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