domenica 2 febbraio 2020

GIORNATA MONDIALE DELLE AREE UMIDE - FLASH MOB #worldwetlandsday

  Oggi, 2 febbraio 2020, in occasione della Giornata mondiale delle aree umide, abbiamo organizzato un flash mob per denunciare la mancata tutela dell'area umida presso la ex Cava Cementir, in comune di Voltaggio (AL) e per sensibilizzare in merito al grande ruolo che questo tipo di habitat svolge nella lotta contro il cambiamento climatico.
A ricordare l’importanza di queste aree sono anche i dati che Legambiente ha raccolto nel Focus Zone Umide 2020 per tracciare un quadro della situazione. Secondo la lista stilata dalla Convezione di Ramsar, sono oltre 220 milioni gli ettari coperti dalle zone umide nel mondo, rifugio per volatili, piante, mammiferi, anfibi, pesci e invertebrati. Di questi, 82.331 ettari (circa 15.000 con superficie agricola) si trovano in Italia, Paese che conta 65 siti Ramsar e, complessivamente, ben 1520 zone umide secondo l’inventario del PMWI (il Pan Mediterranean Wetland Inventory di Med Wet). Il Belpaese vanta, inoltre, la più grande biodiversità d’Europa, ospitando il 37% della fauna euro mediterranea.
Grandi alleate nella lotta ai cambiamenti climatici, fulcro di importanti rotte migratorie nonché fonte inestimabile di risorse, le 2.200 zone umide d’importanza strategica internazionale per il mantenimento della biodiversità mondiale riconosciute dalla convenzione di Ramsar (2 febbraio 1971) accolgono la più grande biodiversità della Terra, oltre a giocare un ruolo decisivo nel mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. In particolare, queste aree – ricorda Legambiente – rappresentano i serbatoi di carbonio più efficaci sulla Terra, immagazzinandone il doppio rispetto a quello assorbito da tutte le foreste.
Sono in grado di assorbire anche le piogge in eccesso arginando il pericolo inondazioni, di rallentare l’insorgere delle siccità e stabilizzare le emissioni di gas serra. Limitano inoltre l’erosione delle aree costiere per effetto dell’innalzamento del livello dei mari, riducendo l’impatto di tifoni, uragani e tsunami.
Custodiscono, al contempo, scorci suggestivi in ogni stagione, luogo ideale per praticare attività sportive ecosostenibili e incentivare l’ecoturismo.
Senza dimenticare gli importanti riverberi che hanno sulla vita quotidiana dell’uomo, specie per quanto concerne la produttività delle zone umide, le cui piante forniscono alimenti base a gran parte della popolazione mondiale, dal riso al pesce di acquacoltura, e il 70% di tutta l’acqua dolce utilizzata per l’irrigazione.
Ambienti naturali che oggi, però, sono a rischio. Nel Focus, Legambiente ricorda come il pericolo sparizione sia già una realtà galoppante per questi habitat e per le specie che li popolano. Se, come rileva il Segretariato della Convenzione di Ramsar, dal 1900 a oggi, almeno i tre quarti delle zone umide di tutto il mondo sono scomparsi, gli ultimi dati IUCN mettono in evidenza anche il problema legato alla perdita della biodiversità, con 596 su 2807 specie animali che in Italia rischiano di scomparire, minacciate da cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse naturali, frammentazione e perdita di habitat, inquinamento e pesticidi, introduzione di specie aliene invasive, urbanizzazione e infrastrutture.
Allarmanti anche i dati dell’ultimo rapporto Onu, che evidenzia come la natura stia subendo un declino, con tassi d’estinzione senza precedenti nella storia umana: nell’arco di un decennio potremmo dire addio a un milione di specie animali e vegetali.
Qui sotto elenchiamo le specie scomparse nella zona umida un tempo presente nella ex cava ora trasformata in deposito di smarino del #TerzoValico.
Le Grandi Opere devastano il territorio anche cosi'










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