Amianto dal Terzo Valico
La Sindaca di Alessandria mantenga l’ordinanza
e si discuta
subito la proposta di deliberazione sostenuta da 2000 cittadini
Per Legambiente Ovadese,
Legambiente Val Lemme, Pro Natura Alessandria e Alessandria No Amianto dal
Terzo Valico non ci sono dubbi: lo smarino di quest’opera non deve arrivare nel
territorio di Alessandria né altrove.
Come già avvenuto per il
Comune di Tortona, dove il movimento NO TAV tre anni fa ha proposto un provvedimento
analogo, è urgente che il Consiglio Comunale discuta ed approvi la proposta di
deliberazione sostenuta da oltre 2000 cittadini che prevede che il materiale di
scavo del Terzo Valico non transiti neppure per Alessandria e contestualmente
dichiari la contrarietà all’opera per il forte impatto ambientale e sociale,
come pure per manifesta antieconomicità.
E la decisione deve
essere presa indipendentemente da un auspicabile commissariamento del Cociv.
Si fa
presente che lo scorso 23 dicembre Legambiente ha depositato un esposto presso
la Procura con cui si chiede un pronunciamento sulla regolarità dei
conferimenti con smarino additivato avvenuti prima dell’alluvione e che
verosimilmente potrebbero aver creato un inquinamento ambientale nelle zone a
valle. Inquinamento probabilmente difficile da rilevare oggi, in quanto è stato
“democraticamente” distribuito dalla Bormida chissà fino a dove!
Ciò che
dovrebbe preoccupare, tuttavia, non sono tanto gli effetti generati dalla piena
recente quanto la stessa scelta di riempire un lago di cava situato a monte del
campo pozzi dell’acquedotto della città. Nelle sue osservazioni dell’aprile
2015, l’ufficio Arpa di Alessandria riteneva che tale tombamento rappresentasse
“certamente un elemento di notevole
attenzione in termini di salute pubblica rispetto al potenziale rischio di
rilascio di sostanze indesiderate in falda”. Come mai oggi Arpa Piemonte ha
ignorato quanto affermato da Arpa Alessandria? Siamo certi che gli elementi
attualmente disponibili sulle falde alessandrine possano scongiurare pericoli
futuri? Non sarebbe il caso di applicare una politica di condotta cautelativa
secondo il principio di precauzione?
Se siamo qui a disquisire sulla necessità o meno di
conferire smarino in quel sito è proprio perché non c’è stato il confronto
politico che la Sindaca di Alessandria tanto auspica: purtroppo ora non è più
tempo. Non si può chiedere un confronto ad opera già iniziata, quando nessuno
vuole prendere in considerazione l’opzione zero. Questa grande opera è stata
progettata e condotta in modo pessimo: bastava fare l’analisi costi- benefici
per capire che faceva acqua (letteralmente in questo caso) da tutte le
parti. E nei costi dell’opera bisognava
contemplare anche il rischio amianto, il rischio di inquinamento delle falde
acquifere, l’inquinamento dell’aria e la messa in sicurezza nonché della
manutenzione ad opera ultimata dei siti conferimento dello smarino. Tutti
rischi che noi cittadini avremmo evitato se il Terzo Valico non si fosse fatto:
la ristrutturazione e l’ammodernamento delle linee esistenti sarebbero stati sicuramente meno pericolosi nonché meno costosi…e forse proprio
questo era il problema.
Ma voi politici non avete voluto ascoltare e ora ci troviamo a gestire enormi problemi di salute e di incolumità pubblica. Ricordiamo alla Sindaca che è responsabile per mandato della salute dei suoi cittadini: nel caso in cui la Procura accertasse che i conferimenti sono stati illegittimamente effettuati, dovrebbe essere lei a chiedere a Rfi e Cociv di risarcire i danni presenti e futuri per l’abbancamento! E il risarcimento secondo il codice è illimitato, indipendentemente dagli accordi contrattuali tra le parti.
Il Consiglio comunale e
la Giunta trovino dunque il modo per fermare tutto ciò! E contro l’arroganza e
lo strapotere di Cociv chiedano al Governo di togliergli l’affidamento e di
annullare l’opera che, oltre a devastare ed inquinare il territorio, è inutile
e molto costosa.
Se un sindaco non può fermare il Terzo Valico, ha però il dovere istituzionale di metter in atto ogni possibile azione per difendere la salute della comunità e l’obbligo politico di fermare lo sperpero di denaro pubblico.
Alessandria, 3 febbraio
2017
Legambiente Val Lemme
Legambiente Ovadese e Valle Stura
Alessandria No Amianto dal Terzo Valico
Pro Natura Alessandria
Il lago di cava è
soggetto da diversi anni ad un processo di rinaturalizzazione che ha
creato una zona umida potenzialmente interessante dal punto di vista
naturalistico, in territorio fortemente antropizzato come la pianura
alessandrina.
Questo lago è il residuo di un'attività estrattiva
(L e CL) al di sotto della falda a Sud di Alessandria presso cascina
Clara. Si trova all'interno di un meandro del f. Bormida; negli anni si
sono creati canali di erosione (CEv e CEm) che hanno messo in comunicazione il
lago di cava con l'alveo del fiume, accennando quindi ad un taglio del
meandro come visibile anche dalle foto aerea https://binged.it/2kEOehq e https://www.google.it/maps/@44.8690304,8.595322,536m/data=!3m1!1e3. L'area ovviamente viene periodicamente interessata dalle
piene del Bormida come testimonia l'acqua torbida (che risulta rossastra nelle
immagini a falsi colori del satellite Sentinel-2) dello scorso dicembre
2016, dopo la piena di novembre.
Cortesia Davide Notti, PhD Geologist
Il lago situato
all’interno del meandro del f. Bormida e della classe più critica di
pericolosità idraulica (azzurro più intenso)
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