La Calabria cancella il glifosato dai campi
E ora le associazioni del settore lanciano l’appello: tutte le altre Regioni italiane taglino i fondi al pesticida
Pubblicato il
19/12/2016
Ultima modifica il 19/12/2016 alle ore 12:35
Per sapere se il glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, scomparirà definitivamente dai nostri campi, occorrerà aspettare la fine del prossimo anno. A quella data la Commissione Europea deciderà sostanzialmente se ad avere ragione è lo IARC, prestigioso istituto di ricerca internazionale sul cancro che appartiene al circuito dell’Organizzazione mondiale della sanità, oppure l’Efsa, l’agenzia alimentare europea. I primi hanno messo il glifosato nella lista delle sostanze di cui è altamente probabile l’effetto sulla saluta umana, in termini di più tumori; i secondi hanno sostanzialmente accolto le tesi di non comprovata pericolosità dell’erbicida targato Monsanto. In attesa di questo giudizio, il glifosato si può ancora utilizzare. Anzi, come nel passato l’uso del diserbante viene finanziato attraverso i Piani di sviluppo rurale.
Una realtà che la Coalizione #StopGlifosato (composta 45 associazioni, tra cui SlowFood, WWF, Legambiente, Greenpeace, Touring Club, Lipu e Federbio) definisce “l’assurdo principio del chi inquina viene pagato”. Di fatto, la prima Regione italiana a scegliere di non finanziare più l’utilizzo dell’erbicida è stata la Calabria, che qualche giorno fa con una deliberazione ha escluso le pratiche agricole che utilizzano il glifosato dalla concessione di fondi pubblici. LEGGI TUTTO
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