In tutta Italia è partita ormai a pieno regime la campagna
per il SÌ al referendum sulle trivelle in programma domenica 17 aprile. Oltre
50 milioni di italiani tra meno di due settimane saranno chiamati a votare per
abrogare la norma che permette alle attuali concessioni di estrazione e di
ricerca di petrolio e gas situate entro le 12 miglia dalla costa di non avere
più scadenze. La Legge di Stabilità 2016, infatti, pur vietando il rilascio di
nuove autorizzazioni entro le 12 miglia dalla costa, rende “sine die” le
licenze già rilasciate in quel perimetro di mare.
Per illustrare le ragioni del SI', il Comitato Provinciale organizza la serata di Venerdì 8 aprile 2016 ore 21 ad Alessandria, Ex Taglieria del Pelo – Via Wagner, 38 d, dal titolo
“IL PETROLIO RESTI SOTTO TERRA!”,
con il seguente programma
Barbara Tartaglione - Medicina Democratica:
Il momento storico e politico, il boicottaggio, le forze in campo
Gian Piero Godio - Legambiente Piemonte VdA:
Perchè il petrolio deve rimanere sotto terra
Pierluigi Cavalchini - ProNatura:
A che punto siamo con le Fonti Energetiche Rinnovabili
Tino Balduzzi - Comitato Falde Sicure:
I rischi delle trivellazioni in terraferma.
Seguirà un dibattito pubblico aperto a tutti
Il Comitato “Vota SÌ per fermare le trivelle” della Provincia di Alessandria condivide le ragioni del Comitato Nazionale per votare SÌ al referendum contro le trivelle del 17 aprile:
1. Il tempo delle fonti fossili è
scaduto: in Italia il nostro Governo deve investire da subito su un modello
energetico pulito, rinnovabile, distribuito e democratico, già affermato nei
Paesi più avanzati del nostro Pianeta.
2. Le ricerche di petrolio e gas mettono
a rischio i nostri mari e non danno alcun beneficio durevole al Paese. Tutte le
riserve di petrolio presenti nel mare italiano basterebbero a coprire solo 7
settimane di fabbisogno energetico, e quelle di gas appena 6 mesi.
3. L’estrazione di idrocarburi è
un’attività inquinante, con un impatto rilevante sull’ambiente e
sull’ecosistema marino. Anche le fasi di ricerca che utilizzano la tecnica
dell’airgun (esplosioni di aria compressa), hanno effetti devastanti per
l’habitat e la fauna marina.
4. In un sistema chiuso come il mar
Mediterraneo un eventuale incidente sarebbe disastroso e l’intervento umano
pressoché inutile. Lo conferma l’incidente del 2010 avvenuto nel Golfo del
Messico alla piattaforma Deepwater Horizon che ha provocato il più grave
inquinamento da petrolio mai registrato nelle acque degli Stati Uniti.
5. Trivellare il nostro mare è un affare
per i soli petrolieri, che in Italia trovano le condizioni economiche tra le
più vantaggiose al mondo. Il “petrolio” degli italiani è ben altro:
bellezza, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità,
innovazione industriale ed energie alternative.
6. E’ ormai provato che per ogni GWh di
energia prodotta, in modo economicamente competitivo, le fonti rinnovabili
impiegano dalle 5 alle 10 unità lavorative rispetto all'unica unità impiegata
dalle fonti fossili. Dire che con le trivellazioni si creerebbero 3.000 posti
di lavoro, come fa il Governo, equivale a dire che si perderebbero tra i 15.000
e i 30.000 posti di lavoro nel settore delle fonti rinnovabili.
7. Oggi l’Italia produce più del 40%
della sua energia elettrica da fonti rinnovabili, con 60.000 mila addetti tra
diretti e indiretti, e una ricaduta economica di 6 miliardi di euro.
8. Alla Conferenza ONU sul Clima
tenutasi a Parigi lo scorso dicembre, l’Italia -insieme con altri 194 paesi- ha
sottoscritto uno storico impegno a contenere la febbre della Terra entro 1,5
gradi centigradi, perseguendo con chiarezza e decisione l’abbandono
dell’utilizzo delle fonti fossili. Fermare le trivelle vuol dire essere
coerenti con questo impegno.
I portavoce del Comitato Provinciale Alessandria “Vota SÌ
per fermare le trivelle”:
Gianni Gatti 347.19.97.086
Paola Lugaro 349.67.24.348
Michela Sericano 349.53.63.809
Gianni Gatti 347.19.97.086
Paola Lugaro 349.67.24.348
Michela Sericano 349.53.63.809
Alessandria, 3 Aprile 2016
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