Alessandria, 29 marzo 2016
Comunicato stampa
Domenica 17 aprile, referendum contro le trivelle
La mobilitazione del Comitato “Vota SÌ per fermare le
trivelle” della Provincia di Alessandria
In tutta Italia è partita ormai a pieno regime la campagna per il SÌ al
referendum sulle trivelle in programma domenica 17 aprile. Oltre 50 milioni di
italiani tra un mese saranno chiamati a votare per abrogare la norma che
permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas
entro le 12 miglia dalla costa di non avere più scadenze. La Legge di Stabilità
2016, infatti, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro le 12
miglia dalla costa, rende “sine die” le licenze già rilasciate in quel
perimetro di mare.
L’appello, prima al Governo poi al Capo dello Stato, perché si decidesse
per un election day, che accorpasse in un’unica data il referendum popolare
sulle trivelle e le elezioni amministrative, è rimasto inascoltato. La
scelta del Governo di far votare gli italiani il 17 aprile comporta uno spreco
di 360 milioni di euro di soldi pubblici e tempi strettissimi per informare i
cittadini.
Il Comitato “Vota
SÌ per fermare le trivelle” della
Provincia di Alessandria ha condiviso le linee e le azioni da
intraprendere nelle prossime settimane di campagna referendaria:
26 marzo: banchetto
informativo a Novi Ligure in Viale Saffi
2 aprile: Alessandria – distribuzione materiale
informativo piazza Garibaldi e piazzetta della Lega
6 aprile: Tortona - distribuzione materiale informativo portici
angolo via Carducci
6 aprile: h.18-
19,30 – intervento radiofonico nel quadro della rubrica “Spazio Europa”
trasmessa da Radio Voce Spazio
8 aprile:
Alessandria – Taglieria del Pelo h .21,00 – incontro informativo
9 aprile: Alessandria
- distribuzione materiale informativo in
piazza Garibaldi - mattino
9 aprile: Ovada - distribuzione
materiale informativo via Cairoli
(davanti
UniCredit) - mattino
9 aprile: Tortona distribuzione
materiale informativo - pomeriggio
13 aprile: h.18-
19,30 – intervento radiofonico nel quadro della rubrica “Spazio Europa”
trasmessa da Radio Voce Spazio
15 aprile: Novi
Ligure – distribuzione materiale informativo – mattino; nel pomeriggio,
Annalisa Corrado (Possibile & Green Italia) porterà l’argomento Notriv nei
luoghi del Terzo Valico (Valle Scrivia e Val Lemme).
Primi firmatari
del Comitato piemontese “Vota SÌ per fermare le trivelle”:
Legambiente Ovadese e Valle Stura, Legambiente Val Lemme, Legambiente
Casale Monferrato, Libera Provinciale Alessandria, Comitato Faldesicure,
Pronatura Alessandria, Italia Nostra Alessandria, Alessandria Attiva e Gamalero
2.0.
I
portavoce del Comitato Provinciale Alessandria “Vota SÌ per fermare le trivelle”:
Gianni Gatti redkat2013@libero.it
Paola Lugaro legambiente.vallemme@tiscali.it
Michela Sericano serik@libero.it
Ecco alcune
buone ragioni per votare SÌ al referendum contro le trivelle del 17 aprile:
1. Il tempo delle fonti fossili è scaduto: in Italia il nostro Governo
deve investire da subito su un modello energetico pulito, rinnovabile,
distribuito e democratico, già affermato nei Paesi più avanzati del nostro
Pianeta.
2. Le ricerche di petrolio e gas mettono a rischio i nostri mari e non
danno alcun beneficio durevole al Paese. Tutte le riserve di petrolio presenti
nel mare italiano basterebbero a coprire solo 7 settimane di fabbisogno
energetico, e quelle di gas appena 6 mesi.
3. L’estrazione di idrocarburi è un’attività inquinante, con un impatto
rilevante sull’ambiente e sull’ecosistema marino. Anche le fasi di ricerca che
utilizzano la tecnica dell’airgun (esplosioni di aria compressa), hanno effetti
devastanti per l’habitat e la fauna marina.
4. In un sistema chiuso come il mar Mediterraneo un eventuale incidente
sarebbe disastroso e l’intervento umano pressoché inutile. Lo conferma
l’incidente del 2010 avvenuto nel Golfo del Messico alla piattaforma Deepwater
Horizon che ha provocato il più grave inquinamento da petrolio mai registrato
nelle acque degli Stati Uniti.
5. Trivellare il nostro mare è un affare per i soli petrolieri, che in
Italia trovano le condizioni economiche tra le più vantaggiose al mondo. Il “petrolio” degli italiani è ben altro:
bellezza, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità,
innovazione industriale ed energie alternative.
6. E’ ormai provato che per ogni GWh di energia
prodotta, in modo economicamente competitivo, le fonti rinnovabili impiegano
dalle 5 alle 10 unità lavorative rispetto all'unica unità impiegata dalle fonti
fossili. Dire che con le trivellazioni si creerebbero 3.000 posti di lavoro,
come fa il Governo, equivale a dire che si perderebbero tra i 15.000 e i 30.000
posti di lavoro nel settore delle fonti rinnovabili.
7. Oggi l’Italia produce più del 40% della sua energia da fonti
rinnovabili, con 60.000 mila addetti tra diretti e indiretti, e una ricaduta
economica di 6 miliardi di euro.
8. Alla Conferenza ONU sul Clima tenutasi a Parigi lo scorso dicembre,
l’Italia -insieme con altri 194 paesi- ha sottoscritto uno storico impegno a
contenere la febbre della Terra entro 1,5 gradi centigradi, perseguendo con
chiarezza e decisione l’abbandono dell’utilizzo delle fonti fossili. Fermare le
trivelle vuol dire essere coerenti con questo impegno.
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