Legambiente Ovadese e Vallemme
la Regione “Sceglie” di Non Far
Decidere al Capo dello Stato il Ricorso contro
il Piano di
smaltimento dello Smarino
del Terzo Valico
anche nell’area della Cascina
Clara
e Buona di Alessandria
(Forse la Regione temeva
la decisione del Capo dello Stato ?)
Legambiente Vallemme e Legambiente dell’Ovadese, ai primi di novembre del 2015, hanno presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato (Vedere
link) contro la Deliberazione della Giunta Regionale n. 9-1531 del
08.06.2015, pubblicata sul BUR n. 27 del 9 luglio 2015, riguardante l’aggiornamento
del Piano di gestione dei materiali del Terzo Valico dei Giovi,
cioè, in parole povere, la possibilità di obbligare alcuni Comuni, fra i quali
quello di Alessandria, a dover accettare sul proprio territorio i rifiuti
costituiti dallo smarino derivante dalla realizzazione del Terzo Valico (opera
che riteniamo inutile e dannosa).
I principali motivi per cui i ricorrenti chiedevano al Capo dello Stato
di voler annullare la deliberazione regionale sul Piano di smaltimento dello
smarino del Terzo Valico erano i seguenti.
1. Il Piano è stato approvato senza verificare le esigenze di salvaguardia
delle risorse idriche sotterranee.
2. Il Piano non è coerente con le norme del PRGC di Alessandria.
3. Il Piano prevede l'utilizzo del sito di deposito di Alessandria Cascine
Clara e Buona che è ufficialmente riconosciuto come zona umida
naturalisticamente pregevole.
4. Il sito di deposito di Cascina Clara e Buona nel Comune di Alessandria
presenta un inquinamento pregresso ed una necessità di bonifica
preliminare.
5. Vi sarebbe in ogni caso almeno la assoluta necessità di garantire la più
rigorosa tracciabilità dei materiali e dei rifiuti conferiti, che il Piano non
garantisce sufficientemente.
Il 31 dicembre ai ricorrenti è stato notificato l’atto di opposizione
in forza della Delibera della Giunta Regionale del 9
dicembre 2015, con la quale, a voti unanimi, il Presidente della Giunta
Regionale è stato autorizzato a presentare opposizione, imponendo la
discussione davanti al Tar Piemonte, anziché davanti al Capo dello Stato, come
originariamente proposto dalle Associazioni: la differenza pratica è che alle
Associazioni il ricorso al TAR viene a costare dieci volte di più di quello al
Capo dello Stato.
Questo nonostante che la Deliberazione della Giunta Regionale n. 9-1531
del 08.06.2015, pubblicata sul BUR n. 27 del 9 luglio 2015, come ogni
provvedimento, prevedesse esplicitamente: “….Avverso la presente
deliberazione è ammesso ricorso giurisdizionale avanti al TAR entro 60 giorni
dalla data di comunicazione o piena conoscenza dell’atto, ovvero ricorso
straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla suddetta Legata,…”.
Legambiente Ovadese e Legambiente Vallemme, in accordo con i cittadini
sottoscrittori del ricorso straordinario, hanno scelto di non adeguarsi alla
imposizione della Regione, non perché siano venute meno le ragioni, anzi, ma
piuttosto perché al Tar è, comunque, già presente un ricorso molto simile
proposto da altre Associazioni e Comitati, ed ancora una volta le Associazioni
devono fare molta attenzione a come investono le proprie risorse economiche,
per sfruttare al meglio le proprie capacità senza sovrapporsi.
Sottolineiamo però che, con la sua decisione, la Regione ha mancato,
ancora una volta, di democrazia:
- ha preferito imporre la discussione al Tribunale Amministrativo Regionale di un ricorso che, invece, si sarebbe potuto discutere in una sede unica, sovraordinata, non contenziosa: si sarebbe esaminata la situazione da prospettive diverse e si sarebbero espressi nuovi pareri, verosimilmente meno influenzabili dalle soggettività locali;
- con la propria scelta (consentita dalla legge) ha deciso di cestinare il lavoro volontario delle nostre associazioni e le risorse finanziare da noi raccolte per rivolgerci al Capo dello Stato, chiedendoci al contempo un impegno economico molto più gravoso, così dissuadendoci di fatto dal portare avanti il ricorso. Le Associazioni non operano per bloccare indiscriminatamente ogni tentativo di sviluppo, ma evidenziano (se è il caso, e questo indubbiamente lo è) situazioni di criticità importanti, dove i diritti dei cittadini e dell’ambiente vengono subordinati a logiche di ben altro tipo.
Per questo abbiamo deciso di non adeguarci alle imposizioni della
Regione, che per noi sono economicamente insostenibili, e non trasferiremo il
nostro ricorso al TAR, ma non rinunciamo a denunciare pubblicamente la
situazione, e richiediamo al Presidente Chiamparino una risposta altrettanto
pubblica sulle scelte fatte, anche in termini di democraticità e di reale
possibilità dei Cittadini e delle Associazioni di far valere i propri
convincimenti.
Legambiente Vallemme – Paola Lugaro - 349-67.24.348
Legambiente Ovadese – Michela Sericano - 349-53.63.609
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