Intanto ricordiamo l'appuntamento "Per non morire di amianto" venerdì 5 febbraio h.21,00 - assemblea ad Arquata Scrivia sul rischio amianto legato al Terzo Valico.
Torino, 29 gennaio 2016 Comunicato stampa
Legambiente presenta Mal’Aria di città, il
dossier annuale sull’inquinamento atmosferico e acustico nelle
città italiane
Smog: in
Piemonte fuorilegge l’82% delle centraline.
Legambiente
attacca Regione e Sindaci per il loro immobilismo
“Serve
una strategia nazionale per la qualità dell’aria e un piano per la
mobilità nuova”
In Piemonte aria fuorilegge
nell’82% delle centraline di
rilevamento. A Torino,
Asti,
Alessandria,
Novara e
Vercelli
nel 2015 neanche una stazione Arpa rispetta il limite dei 35 giorni
di sforamento consentiti per le PM10. Le situazioni più critiche si
registrano a Torino (Rebaudengo) con 99 sforamenti, Asti (Baussano)
con 92, Alessandria (D’Annunzio) 84, Vercelli (Gastaldi) 82. Sono i
dati di Mal’Aria di città, il dossier annuale di Legambiente
sull’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane.
Anche il 2015 per l’aria respirata nei centri urbani è stato un
anno da codice rosso, segnato da un’ “emergenza” smog sempre
più cronica.
“Non si può più aspettare. E’ ormai
da troppo tempo che sollecitiamo senza successo l’assessore
regionale all’Ambiente Valmaggia perchè la Regione aggiorni in
tempi brevi il piano sulla qualità dell'aria, vecchio di 14 anni
–dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e
Valle d’Aosta-. Chi ha responsabilità
politiche deve dare soluzioni concrete per abbandonare o ridurre
drasticamente l’uso dell’auto di proprietà, ancora la principale
responsabile delle concentrazioni di inquinanti nell’aria. Ma è
fondamentale che si incida anche in campo energetico, del verde
urbano e dell’agricoltura. Perché ciò avvenga in tutto il
Piemonte in modo strutturale e coordinato, facendo un passo avanti
rispetto alle politiche emergenziali o alle iniziative spot messe in
atto dai diversi comuni, è indispensabile un forte coordinamento
regionale. Ma sembra ormai evidente che la Regione Piemonte non
ritiene prioritarie le politiche antismog, così
come gran parte dei Sindaci che continuano ad osservare il fenomeno
o, al più, a mettere in campo iniziative di propaganda. Si devono
invece gettare basi concrete per politiche efficaci e lungimiranti, a
partire dal settore della mobilità prevedendo forme di disincentivo
a quella privata”.
L’aspetto più paradossale fotografato da
Legambiente -visto il clamore mediatico di metà dicembre scorso che
ha fatto ancora una volta parlare di “emergenza”- è il confronto
dei dati del 2015 con quelli raccolti negli anni precedenti. Ebbene,
il numero di città che ha superato i 35 giorni previsti dalla legge
per le PM10
è stato di 48 nel 2015, esattamente in linea con la media del numero
di città che, nelle classifiche di Legambiente, hanno oltrepassato
la soglia normativa dal 2009 ad oggi (48 per l’appunto). Il dato
che fa più riflettere, sempre confrontando i sette anni tra il 2009
e il 2015, è di come nelle classifiche redatte ogni anno le città
coinvolte siano prevalentemente sempre le stesse; ben 66 città
infatti compaiono almeno una volta nella classifica dei capoluoghi
che hanno superato i 35 giorni ammessi e di queste ben 27 (il 41%) lo
ha fatto sistematicamente 7 anni su 7: tra queste si trovano Torino,
Alessandria e Asti. Situazione analoga per l’ozono:
il limite dei 25 giorni negli ultimi 5 anni è stato sempre superato
da Torino e 4 anni su 5 da Cuneo e Vercelli. Prendendo infine in
considerazione gli ossidi di azoto,
si scopre che nel 2015 il valore medio registrato a Torino è di 52
mg/mc contro i 40 mg/mc consentiti, ma che gli sforamenti sono una
costante ininterrotta dal 2006 a oggi, mentre a Novara negli ultimi 9
anni si è superato il limite 7 volte.
“Il protocollo firmato lo scorso 30 dicembre
-dichiara Rossella Muroni, presidente
nazionale di Legambiente- tra Ministero
dell’Ambiente, rappresentanti di Comuni e Regioni, non è stato
all’altezza del problema e il rischio è che si rincorra sempre
l’emergenza senza arrivare a risultati concreti e di lunga durata.
Per questo è urgente e indispensabile che l’Italia adotti
un piano nazionale per la mobilità
urbana, dotato di risorse economiche, obiettivi misurabili e
declinabili. La priorità deve essere la realizzazione di nuove linee
metropolitane e di tram, a cui devono essere vincolate da subito
almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle
città, dove si svolge la sfida più importante in termini di
rigenerazione urbana e di vivibilità”.
Per Legambiente per contrastare in maniera
efficace l’inquinamento atmosferico, è indispensabile un cambio di
passo nelle politiche della mobilità sostenibile, potenziando il
trasporto su ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova,
e rendere così le auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli
spostamenti dei cittadini. Oggi l’Italia continua ad avere il
record di auto per numero di abitanti:
il tasso di motorizzazione arriva a 62
auto ogni 100 abitanti a Torino o ai 68
di Cuneo e Biella, contro le 25 auto
ogni 100 abitanti di Amsterdam e Parigi o le 31 di Londra.
Tante auto portano anche a città
sempre più rumorose. Legambiente
infatti ricorda che in Italia sono quasi sei milioni (il 10% della
popolazione) i cittadini esposti, negli ambiti considerati, al rumore
prodotto dal traffico stradale a livelli giornalieri inaccettabili
secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le persone
esposte, invece, ad elevati livelli di inquinamento acustico durante
la notte sono quasi cinque milioni. La risposta a questa situazione è
però ancora del tutto insufficiente. Non per nulla il nostro Paese è
in procedura d’infrazione, in stato di messa in mora, per il
mancato rispetto della normativa comunitaria relativa ai livelli di
inquinamento acustico.
Tra le altre proposte
che Legambiente rilancia a Governo, Regioni e amministrazioni locali,
per liberare le città dallo smog e renderle più vivibili ci sono:
quella di incrementare il trasporto su ferro con 1000 treni per i
pendolari, incentivare la mobilità sostenibile attraverso 100 strade
per la ciclabilità urbana, limitare la circolazione in ambito urbano
dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello di Parigi.
Visto però che la mancanza di risorse
continua ad essere un argomento ricorrente tra gli amministratori
locali, Legambiente, proprio per togliere questo alibi a chi ha
responsabilità politiche, ha deciso di portare alcuni esempi di
interventi a costo zero o addirittura a saldo positivo. Uno su tutti
è l’AreaC di Milano che attraverso la regolamentazione e
tariffazione degli accessi all’area centrale della città ha
permesso di drenare nuove risorse a favore del potenziamento del tpl.
Ma non mancano gli esempi positivi provenienti anche dal territorio
piemontese, purtroppo rimasti isolati negli anni. La Zona30 istituita
a Mirafiori Nord a Torino ha portato ad un risparmio netto in termini
sanitari e non solo: lo studio del Politecnico di Torino testimonia
una riduzione del 74% dei giorni di prognosi per incidenti, con un
risparmio complessivo di 1,5 milioni di euro.
Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 –
349.2572806
Nessun commento:
Posta un commento