"Da questi recenti studi dell' EEA (2015) si può quindi ragionevolmente stimare che addirittura il 10% del complesso dei decessi che si registrano annualmente in Italia (circa 60mila su 600mila) sarebbe evitabile se si riducesse l'inquinamento atmosferico. Una vera strage, che gli epidemiologi ambientali ed i Medici per l'Ambiente (ISDE, Italia) avevano già annunciato. Nonostante ciò si continuano a penalizzare le fonti energetiche davvero rinnovabili (fotovoltaico, eolico, ecc.) mentre si favorisce la combustione del carbone e dei "rifiuti", il traffico individuale con i motori a scoppio, la geotermia inquinante, gli inceneritori di rifiuti, le discariche e la produzione di biogas (invece che risparmio, riuso, raccolta differenziata, produzione di compost di qualità, ecc.). Mi sa che oltre a "svegliare" i ns governanti locali e nazionali, dovremmo dare l'esempio e far crollare questo tipo di consumismo (usa e getta) che, tra l'altro, alimenta sfruttamento, guerre, emigrazioni in massa, ecc..."
Alla luce dei dati presentati dall'agenzia europea, l'invito di Legambiente Piemonte ad agire in modo concreto al di là dei proclami e delle singole azioni dettate dall'emergenza diviene ancor più pressante. Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa a cui ci permettiamo di aggiungere l'invito a fermare immediatamente i cantieri del Terzo Valico in Valle Scrivia e Val Lemme e il relativo traffico di mezzi pesanti e di destinare le risorse finanziarie alle politiche di mobilità sostenibile nell'interesse di tutta la collettività e non di (pochissimi) interessi privati.
Torino,
23 dicembre 2015
Comunicato
stampa
Smog,
ecco il decalogo dei cittadini per Governo, Regioni e Comuni
Legambiente:
“Dalla Regione Piemonte un silenzio vergognoso. Sì ai
comportamenti virtuosi dei cittadini, ma senza politiche concrete
nessun risultato significativo”
L’emergenza
smog attanaglia le nostre città e, complice il bel tempo, le polveri
sottili stagnano condannando i cittadini a respirare massicce dosi di
inquinanti. Da giorni infatti, i livelli di
esposizione dei cittadini agli inquinanti nell’aria rimangono
elevati e ancora ben oltre le soglie consentite dalla normativa.
Situazione che difficilmente sarà
risolta solo con gli interventi sporadici che le amministrazioni
propongono in fase d’emergenza, tra targhe alterne, blocchi del
traffico, mezzi pubblici gratis e nessuna politica concreta e
lungimirante.
“Questa
situazione -ha dichiarato la presidente
nazionale di Legambiente Rossella Muroni-
rappresenta una emergenza ma non certo un caso eccezionale. Ogni anno
in questa stagione ci troviamo a dover affrontare picchi di
inquinamento e contare sulla pioggia, che prima o poi scenderà, non
è proprio la soluzione più efficace e utile. Sicuramente i singoli
cittadini possono mettere in campo comportamenti
virtuosi che contribuiscano a diminuire
le emissioni inquinanti ma la vera
ricetta per cambiare le cose può venire solo dal Governo e dalle
istituzioni. Solo mettendo finalmente
mano a nuove politiche di mobilità incentrate su trasporto
pubblico locale, treni per pendolari e mobilità alternativa
potremo raggiungere migliori livelli di vivibilità e liberare i
nostri centri urbani dalla cappa inquinante che, non dimentichiamolo,
contribuisce all’aumento di patologie respiratorie, soprattutto nei
bambini, e cardiovascolari negli anziani”.
Legambiente
invita quindi il Governo, i ministeri dell’Ambiente, della Salute e
delle Infrastrutture, le Regioni e i Comuni a intervenire con
politiche concrete ed efficaci per garantire una migliore qualità
dell’aria e della vita in tutte le città, a partire da queste
dieci proposte:
1000
treni per i pendolari. Annunciati nel
2006 dal Governo Prodi, che fece sperare in una nuova politica dei
trasporti, ma mai arrivati. Intanto i disservizi, l’affollamento
dei convogli e il forte disagio per chi viaggia, porta sempre più
persone a scegliere l’auto per entrare e uscire dalle città negli
spostamenti quotidiani casa-lavoro.
Fuori
i diesel dalle città. Limitazione
della circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto
e camion) sul modello adottato dalla città di Parigi: entro il 2016
divieto di circolazione di tutti i veicoli degli euro0 ed euro1, e
dei diesel (auto e camion) euro2. Entro il 2017 divieto esteso a
diesel euro3 e poi a crescere sino a vietare nel 2020 la circolazione
dei veicoli diesel euro5 (quelli venduti sino ad oggi).
Nuovi
controlli sulle emissioni reali delle auto:
applicazione immediata dei nuovi criteri di prova di omologazione per
i veicoli immessi sul mercato, con verifica su strada e dichiarazione
obbligatoria dei risultati reali di consumo e di inquinamento
risultanti. Richiesta già avanzata da Legambiente ma ancora senza
risposta.
Ridurre
la velocità. Imporre a livello
nazionale il limite di 30 km/h all’interno dei centri abitati, con
l’eccezione delle principali arterie di scorrimento. Con effetti
sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico derivante
dall’uso dell’auto e grandi benefici in termini di sicurezza
stradale, riducendo notevolmente il numero di incidenti.
Chi
inquina paga. Prevedere, con una
disposizione nazionale, l’estensione del modello dell’Area C
milanese a tutte le grandi città e con una differente politica
tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati
all’efficientamento del trasporto pubblico locale.
Muoversi
in città… senza l’auto. Approvare
un piano nazionale che imponga target di mobilità a livello urbano
(sul modello della raccolta differenziata) per arrivare entro due
anni ad una quota di spostamenti individuali motorizzati al di sotto
del 50% del totale. A partire da questo obiettivo fissare target
ambiziosi per arrivare nel giro di 6-8 anni sotto il 30%.
Prevenire
è meglio che curare. Serve un serio
Piano nazionale antismog in cui il governo assuma un ruolo guida
importante, dotato di risorse economiche, obiettivi misurabili e
declinabili. La priorità deve essere la realizzazione di nuove linee
metropolitane e di tram, a cui devono essere vincolate da subito
almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle
città. Occorre infine una verifica dei piani di risanamento
dell'aria delle regioni e delle principali città per garantire una
uscita dall'emergenza entro i prossimi cinque anni.
Stop
ai sussidi all’autotrasporto per migliorare il TPL. Dal
2000 al 2015 sono stati dati circa 400 milioni in media l'anno
all’autotrasporto e anche per il 2016 gli aiuti diretti e indiretti
saranno pari a 250 milioni di euro. Chiediamo che tali risorse siano,
al contrario, destinate ad incrementare e migliorare il trasporto
pubblico locale e il servizio per i cittadini.
Riscaldarsi
senza inquinare. Divieto di uso di
combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento
degli edifici a partire dalla prossima stagione di riscaldamento.
Obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei
condomini in tutta Italia a partire dalla prossima stagione di
riscaldamento. Obiettivo del 3% all’anno sulla riqualificazione
degli edifici pubblici e privati per attuare il piano europeo per
ammodernare o ricostruire l'intero patrimonio edilizio entro 30 anni.
Ridurre
l’inquinamento industriale. Occorre
applicare autorizzazioni integrate ambientali (AIA) stringenti, come
prevedono le norme europee e nazionali e rendere il sistema del
controllo pubblico efficace. Per fare ciò occorre però sbloccare
l’iter di approvazione della legge sul sistema delle Agenzie e dei
controlli ambientali ferma al Senato da oltre un anno.
“Nella
grave situazione per la salute pubblica in cui ci troviamo è
vergognoso il silenzio della Regione Piemonte che non sta neanche
facendo il tentativo di coordinare le politiche antismog sul proprio
territorio -dichiarano Fabio Dovana e
Federico Vozza, rispettivamente presidente e vicepresidente di
Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-.
Al Piemonte serve subito un nuovo e coraggioso piano regionale
antismog che sia ambizioso e concreto oltre che integrato con
le altre politiche e pianificazioni delle diverse direzioni
regionali, in particolar modo con il settore dei trasporti, delle
infrastrutture, dell'urbanistica e delle politiche industriali. Ma
nell’attesa del nuovo piano regionale i sindaci, primi responsabili
della salute pubblica, non possono restare a guardare o, al più,
regalare qualche giorno gratis o scontato sui bus. Devono invece
gettare basi concrete per politiche efficaci e lungimiranti, a
partire dal settore della mobilità prevedendo forme di disincentivo
della mobilità privata”.
“Cambiamo
aria”, le proposte di Legambiente per il nuovo Piano regionale
sulla qualità dell'aria
Il
documento integrale presentato il 16 maggio 2015:http://bit.ly/1EMWsSz
Ufficio stampa Legambiente
Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806
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