COMUNE DI
ALESSANDRIA
UFFICIO
STAMPA
Alessandria, 8 giugno
2015
COMUNICATO
STAMPA
Chiarimenti
sulla questione cave:
il
sindaco scrive a Chiamparino
Il
sindaco di Alessandria, Maria Rita Rossa, ha inviato stamattina a
Sergio CHIAMPARINO, Presidente della Giunta Regionale,
ad Antonio SAITTA,
Assessore regionale alla Sanità, ad
Alberto VALMAGGIA,
assessore regionale
all’Ambiente, e per conoscenza al Dott. Gilberto GENTILI,
Direttore Generale
A.S.L. e all’Ing.
Angelo ROBOTTO,
Direttore Generale
di A.R.P.A. Piemonte,
la nota che trasmettiamo integralmente:
“OGGETTO:
Inserimento di cave
presenti sul territorio del Comune di Alessandria tra i siti di
deposito del materiale proveniente dal primo lotto di lavori del
“Terzo Valico”. Richiesta di definitivi chiarimenti tecnico -
scientifici.
Come
noto, l’Amministrazione comunale di Alessandria ha partecipato alla
conferenza dei servizi per la realizzazione dell’opera “TERZO
VALICO”, di livello strategico nazionale, esprimendo parere
favorevole all’anticipazione temporale dell’utilizzo di alcune
cave presenti in zona Spinetta Marengo, (quali cava Bolla, cava
Guarasca 1 e 2, cava Clara e Buona) tra i siti di deposito del
materiale proveniente dal primo lotto di lavori. Tale parere è
subordinato a precise prescrizioni, fra le quali la realizzazione di
un’ampia area boschiva per la rinaturalizzazione e la difesa
ambientale dell’intera zona.
Allo
stesso tempo, ha inteso ribadire agli Organi preposti alla tutela
della salute pubblica e ai controlli ambientali di assumere tutte le
misure necessarie a garantire che sia messo in atto ogni possibile
accertamento tecnico legato alla caratterizzazione ambientale dei
materiali prodotti dai lavori e dei siti di destinazione, affinché
possa essere data piena assicurazione e risposta positiva a tutte le
legittime preoccupazioni della Cittadinanza in merito alla
eliminazione dei rischi ambientali connessi con il deposito nelle
cave di materiali inquinanti diversi.
Il
dibattito pubblico che è seguito a tale parere favorevole - peraltro
parere solo complementare al Soggetto amministrativo responsabile
esterno all’Amministrazione comunale e ispirato anche a principi
generali di leale collaborazione con lo Stato - ha messo in evidenza
come la preoccupazione per la decisione presa sia estremamente
elevata.
Non
solo. In occasione di alcuni incontri pubblici e dai resoconti
giornalistici conseguenti, è emerso che gli Organismi tecnici
preposti al controllo e summenzionati non sappiano come ridurre o
eliminare tale preoccupazione, ma - al contrario - Essi sono
risultati incerti e in qualche modo confermativi di potenziali
rischi.
Tale
situazione non è accettabile dall’Amministrazione comunale di
Alessandria, Organo politico che deve confrontarsi con le scelte
politiche effettuate, ma che certamente non può e non deve sopperire
ad incertezze tecniche sull’argomento.
In
considerazione di un così delicato interesse pubblico, quello sella
salute pubblica e della difesa ambientale, mi vedo costretta a
sollecitare le SS. LL. affinché i rispettivi Organi tecnici
dichiarino inequivocabilmente se sono o meno in grado di assicurare i
controlli utili e necessari per eliminare definitivamente ogni
rischio per la salute e l’ambiente.
In
caso contrario, mi vedrò costretta a rivedere le decisioni adottate.
Ringrazio
anticipatamente per l’attenzione e resto in attesa di un cortese e
sollecito riscontro alla presente”.
Perché gli organismi di controllo non sono stati consultati prima? Cosa sarebbe successo in assenza degli incontri pubblici che hanno sollevato i timori, a questo punto giustificati?
Riteniamo che quello che emerge dal contenuto di questa lettera sia molto grave in termini di amministrazione del territorio e tutela della salute dei cittadini.
Intanto, la cronaca riporta altri scandali: La Stampa dell' 8 giugno rivela l'azione condotta dai Noe e dal Corpo forestale nell'ambito dello smaltimento illecito di rifiuti....
I rifiuti dei cantieri pubblici finivano nelle cave: ditte sequestrate e arresti ad Alessandria
Gli scarti di lavori pubblici nel settore stradale e ferroviario,
provenienti da siti di bonifica a carattere regionale e nazionale nel
Genovese, nel Torinese e nel basso Piemonte, erano destinati
illecitamente a cave e impianti di recupero della provincia di
Alessandria
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