Il testo fa riferimento anche alle notizie comparse in questi giorni relative alla sospensione dei lavori di scavo nel cantiere di Radimero (Arquata Scrivia) a seguito delle presunte indampienze contrattuali di Cociv nei confronti delle ditte appaltatrici, che denunciano forti ritardi nei pagamenti delle fatture. Cociv nega vi siano insoluti.
I DATI ARPA DIMOSTRANO CHE
L'AMIANTO C'E'
MENTRE LA “VERSIONE
D'ANGELO” DEL PROTOCOLLO NON VIENE APPROVATA.
A seguito della
pubblicazione dei dati sui monitoraggi ambientali eseguiti dall’ARPA
Piemonte nel 2014 relativi alla presenza di amianto nei cantieri del
terzo valico dei giovi di Voltaggio e Fraconalto abbiamo appreso che
in 3 campioni su 38 sono state rilevate
fibre di amianto in quantità inferiore alla soglia di 1 fibra litro,
quest’ultima definita di rischio dall’OMS e dal Protocollo
Gestione Rischio Amianto. Apparentemente questo dovrebbe
tranquillizzare le popolazioni rispetto ai rischi per la salute, ma
questa invece è la dimostrazione che i nostri timori sono fondati.
Tralasciando il fatto che
la verifica visiva delle
litologie durante gli scavi, la determinazione del livello di rischio
ed il campionamento vengono effettuati da Co.civ, queste
analisi dimostrano che l’amianto c’è e lo smarino viene
sparpagliato per tutta la Provincia, nel mancato rispetto di piano
del traffico e piano cave.
Mentre il terzo capitolo
del protocollo amianto, denominato “protocollo D'Angelo”, in
quanto redatto dal responsabile del Centro Sanitario Amianto dell'Asl
Al, Massimo D'Angelo, attende da un anno l’approvazione fra i
meandri della burocrazia, Co.civ continua a scavare senza che si
sappia come dovrà comportarsi in caso di ritrovamenti effettivi con
concentrazioni rilevanti che potrebbero verificarsi in qualunque
momento. Inoltre, questo capitolo del protocollo prevede che anche lo
smarino contenete amianto con soglie inferiori a 1 fibra/litro venga
gestito in modo differente dal comune smarino poichè potrebbe essere
comunque pericoloso per la salute della popolazione. In particolare,
partendo dall’accumulo all’interno del cantiere, al trasporto e
al confinamento definitivo, dovrebbero essere attuate misure idonee
ad impedire la dispersione di fibre nell’ambiente circostante,
ribadiamo, anche con concentrazioni, come si diceva, inferiori ad 1
fibra/litro. Cosa aspettano ad approvare queste modalità di lavoro?
Ciò che preoccupa in
tutto questo è come un aspetto così delicato come quello
dell’amianto, dopo i precedenti di Casale Monferrato, venga
rinviato mentre dovrebbe essere stata, in base al principio di
precauzione, la priorità da affrontare prima dell’avvio dei
cantieri.
SITUAZIONE CANTIERE
RADIMERO
Il Terzo Valico porta
lavoro. Ce lo sentiamo ripetere da anni da chi normalmente non sa
nulla dell’opera, ma sposa lo slogan propinato da chi lo vuole:
porta lavoro, toglie il traffico su gomma, è il progresso. Dati
sull’analisi costi benefici nessuno.
Abbiamo appreso dalla
stampa che le aziende che stavano lavorando nel cantiere di Radimero,
presenti ad Arquata da quasi un anno, hanno ricevuto 54.000 euro di
pagamenti a fronte di un credito di oltre un milione di euro.
Pertanto da oggi le ditte se ne vanno e gli operai saranno in cassa
integrazione, mentre anche in tutta la Vallemme si rincorrono voci di
mancati pagamenti. A detta di queste ditte Co.civ non paga perchè a
sua volta sostiene di non essere pagato da RFI. RFI, società a
capitale pubblico e committente dell’opera, a sua volta tace. A
farne le spese, dunque, sempre i più deboli, i lavoratori e le
popolazioni dei territori.
Queste modalità di
gestione economica e finanziaria dei lavori fanno del Terzo Valico
dei Giovi, anzichè un modello dello sviluppo futuro del nostro
Paese, un esempio eloquente di disorganizzazione e confusione, come
già riscontrato nella fase di progettazione, nella peggior
tradizione del modo di lavorare in Italia.
E tutto ciò in un
momento storico in cui quotidianamente ci vengono richiesti sacrifici
per il risanamento dell’economia con tagli a scuola, pensioni,
sanità.
Associazione
Amici delle Ferrovie e dell'Ambiente – Afa.
Per info:
Gianni Repetto (335/6961367)
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