martedì 9 dicembre 2014

L'EUROPA NON CE LO CHIEDE....

Bruxelles esprime critiche alla politica alpina dei trasporti


Uno studio del Parlamento europeo constata le numerose carenze del progetto ferroviario To- Lione. © erysipel / pixelio.de
Miope, inadeguata, incoerente: uno studio di recente pubblicazione commissionato dal Parlamento europeo mette in discussione la politica e i progetti per il trasferimento del trasporto merci su rotaia. Per quale motivo il sostegno europeo alla “Torino-Lione” vacilla e perché i cittadini svizzeri hanno l’ultima parola.

All’inizio di novembre è stato presentato alla Commissione trasporti del Parlamento europeo uno studio aggiornato sui progetti europei TEN-T, ossia le grandi reti transeuropee di trasporto che dovrebbero collegare i diversi Stati dell’UE. La prevista linea ferroviaria con il tunnel di base tra Torino e Lione rientra in questa analisi, così come il tunnel di base del Gottardo in Svizzera.
Molti punti interrogativi sulla Lione-Torino
Il bilancio dello studio sulla linea tra Torino e Lione lascia poco spazio a facili illusioni. Da un lato, nella progettazione di questo grande progetto sono stati omessi elementi fondamentali: i costi e i benefici delle alternative non sono mai stati presi in considerazione in modo comparato e non è stata effettuata la valutazione di impatto ambientale prevista per legge, conformemente alle direttive europee. La prima analisi costi-benefici accessibile al pubblico è stata redatta dai promotori solo nel 2012, cioè 20 anni dopo l’inizio della progettazione. Ad oggi manca un’analisi economica riferita al periodo in cui la linea sarà in esercizio. La trasparenza e la partecipazione dell’opinione pubblica sono carenti. Dall’altro, lo studio mette in discussione la necessità della costruzione della nuova linea poiché non si sono rivelate esatte le stime che prevedevano un costante aumento delle merci trasportate su questa tratta.
Inoltre le capacità della linea esistente sono sufficienti almeno per i prossimi 20 anni. La Commissione europea non intende più finanziare il progetto globalmente, ma stanziare fondi solo per le singole sezioni. Michael Cramer, presidente della Commissione trasporti del Parlamento europeo, considera questo atto una prima presa di distanza dal progetto.
 
Frejus e Gottardo: i tunnel stradali sono un ostacolo allo sviluppo della ferrovia
Il tunnel ferroviario Torino-Lione viene messo in discussione dagli autori dello studio anche perché allo stesso tempo Francia, Italia e Svizzera portano avanti la costruzione di nuovi tunnel stradali. I nuovi e costosi tunnel ferroviari rischiano così di restare sottoutilizzati. Questa preoccupazione è condivisa anche da un’ampia alleanza di oltre 40 organizzazioni in Svizzera. Nel 2016 sarà inaugurato il tunnel di base ferroviario del Gottardo, costato 16 miliardi di franchi. Contemporaneamente, il Governo e il Parlamento intendono ampliare la galleria autostradale costruendo una seconda canna in occasione degli imminenti interventi di risanamento. I politici promettono che, terminato il risanamento, ogni canna sarà percorribile a una sola corsia. In realtà, già ora, in caso di necessità, in alcuni tratti la corsia di emergenza viene utilizzata come corsia di marcia. Attualmente in Svizzera è in corso una raccolta firme per un referendum contro la seconda canna. I cittadini svizzeri potrebbe essere chiamati a esprimersi per una politica dei trasporti coerente già nel giugno 2015: nel 1994 gli svizzeri con l’articolo sulla protezione delle Alpi hanno inserito nella Costituzione federale una limitazione del traffico di transito.
La decisione di aprire la seconda canna del tunnel del Frejus al traffico pesante è invece già stata presa; questo è stato confermato nel corso della Conferenza franco - italiana del dicembre 2012 a Lione.
Gli Stati alpini devono unire le forze
Il potenziamento dell’autostrada con il raddoppio del tunnel del Frejus è in contraddizione con il progetto di collegamento ferroviario tra Torino e Lione e con la politica comune per il clima, afferma lo studio del Parlamento europeo. Tutti i progetti stradali che agevolano il transito di veicoli pesanti e tutti i progetti ferroviari privi di una adeguata politica di accompagnamento dovrebbero pertanto essere abbandonati, sostengono gli autori dello studio. Servono una politica coerente e incentivi a supporto del trasferimento alla rotaia per tutta la regione. La prima priorità dovrebbe pertanto essere la creazione di condizioni quadro a livello alpino allo scopo di trasferire le merci su rotaia in modo rapido ed efficace.

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