lunedì 23 ottobre 2017

ACQUE CHE SCARSEGGIANO - Un'analisi della situazione dei bacini idrici della provincia di Alessandria



Riceviamo dal nostro Consigliere Aldo Orlando e con molto piacere pubblichiamo questo suo contributo,relativo alle risorse idriche del territorio alessandrino.

Acque che scarseggiano - Prima parte
La situazione italiana, con particolare riferimento al Piemonte ed alle regioni a noi vicine

In Italia l'estate 2017 ha visto una combinazione di calura e siccità di gravità sconosciuta fino a una quindicina di anni fa nei nostri climi, ma che sta diventando sempre più ricorrente per effetto del riscaldamento globale.
In base alle statistiche elaborate dal CNR – ISAC  di Bologna è stata la seconda estate più calda dal 1800 a livello nazionale dopo il caso estremo del 2003, con un eccesso termico medio di 2,5 °C, e la quarta più asciutta, con precipitazioni in difetto del 40%.
Questo connubio, simile per intensità e caratteristiche a quello verificatosi di recente nell'estate 2012, è stato particolarmente sfavorevole per agricoltura, foreste, ghiacciai e disponibilità idriche, ma anche per il benessere umano.

Anomalie termo pluviometriche estate 2017

Stazione
Tmed °C    Scarto                                  
                       1981-2010
                              °C
Posizione estati più
calde
Estate più calda fino al 2016 AA+ Tmed C°
Inizio serie
Pioggia
mm

                     % rispetto
                     1981-2010
Posizione tra le estati più asciutte
Estate più asciutta fino al 2016
 AA + Pioggia mm
Inizio serie
Torino
25,5
2,2
2
2003  26,7
1753
203,4
89,00%
87
1928     49,9
1802
Moncalieri
26,4
2,5
2
2003  27,9
1864
152,6
87,00%
56
1879     47,4
1864
Imperia
25
2,1
4
1928  25,5
1876
5
8,00%
4
2003-2004    2,8
1876
Genova
24,4
1
3
2003 25,5
1822
46
29,00%
8
1879      10,8
1833

Dopo che  già la primavera era stata calda e asciutta in molte zone del Paese, soprattutto dal Nord-Est, al Centro e alle isole, da fine maggio a fine agosto gli anticicloni nord-africani hanno rappresentato la configurazione atmosferica prevalente, concedendo solo effimere tregue. 

Soprattutto con il concorso di giugno (secondo più caldo dal 1800 con +3,3 °C rispetto al 1971-2000) e di agosto (terzo più caldo, +2,5 °C), l'estate 2017 è stata dunque la seconda più calda a livello italiano con una deviazione di +2,5 °C. Solo nel 2003 la stagione fu più rovente ancora nel suo insieme (scarto medio: +3,7 °C).

Oltre che molto calda ovunque, l'estate 2017 è stata pure decisamente secca, la quarta più asciutta dal 1800 nella serie CNR – ISAC  con un deficit di precipitazioni del 40% a livello nazionale.
Dal corso del Po verso Sud è caduta pochissima pioggia, in particolare tra basso Piemonte, Liguria , versante tirrenico e isole, e la calura ha ulteriormente aggravato la situazione intensificando l'evaporazione della già poca acqua disponibile nei suoli agrari.

Siccità, ma anche temporali dannosi
Pur in un contesto complessivamente siccitoso, specialmente al Settentrione non sono mancati temporali violenti, che spesso hanno portato più danno che beneficio.

Ghiacciai alpini in sofferenza, più a Est che a Ovest
La calura costante e prolungata ha determinato massicce perdite di massa dei ghiacciai alpini, più evidenti sulle Alpi centro-orientali, dal Monte Rosa verso Est, dove - a causa dello scarsissimo innevamento invernale e primaverile - l'ablazione su ghiaccio è cominciata molto presto nella stagione, talora a fine giugno, e a fine luglio gran parte degli apparati glaciali appariva già completamente priva di neve residua.
Tra i primi dati al momento disponibili, la perdita di spessore glaciale prossima a 200 cm a quota 3100 m e in esposizione settentrionale sul ghiacciaio di Cedec . Sulle Alpi occidentali, bilancio di -1,39 m di acqua equivalente al ghiacciaio Ciardoney, valore vicino alla (pur negativa) media della serie di misure dal 1992 solo grazie all'inverno che lì invece è stato molto nevoso.

*I dati sin qui citati sono tratti dall’articolo: “L'ESTATE 2017 IN ITALIA” di Daniele Cat Berro e Luca Mercalli, SMI / Redazione Nimbus del 14 Settembre 2017 che doverosamente ringraziamo.

Seconda parte
In Italia l'estate 2017 ha visto una combinazione di calura e siccità di gravità sconosciuta fino a una quindicina di anni fa nei nostri climi, ma che sta diventando sempre più ricorrente per effetto del riscaldamento globale.

A fronte di questa situazione preoccupante e generalizzata registriamo che le reazioni del mondo istituzionale ed industriale sono scomposte e disadatte a tentare di risolvere i problemi.
Le proposte di costruire nuovi bacini di raccolta idrica male si accordano ad un situazione in cui la penuria di acqua convive con sprechi e dispersione della risorsa così importanti da non essere quantificabili con certezza.
A nessun livello progettuale vengono considerate alternative rivolte a:
·         Miglior uso della risorsa acqua
·         Tecniche industriali ed agricole che consentano di utilizzare meno acqua
·         Revisione di tutti gli impianti di distribuzione per uso idropotabile e loro ottimizzazione
·         Revisione e ottimizzazione degli impianti di depurazione delle acque

Riferendo l'analisi di questo generale problema all'ambito ristretto del nostro territorio emerge una situazione a mio avviso preoccupante, che segnala una  grave miopia dei nostri amministratori rispetto alla risorsa acqua .
In poche parole: nessuno si cura del fatto che dal reticolo idrografico della Provincia di Alessandria vengono effettuati prelievi che vengono usufruiti,  a partire da 150 anni fa circa, da utenze idropotabili in Provincia di Genova.

Nel nostro caso il soggetto gestore di questo bene essenziale è IREN un colosso privato che  fornisce acqua potabile a oltre 2 milioni e mezzo di persone nelle province di Genova, Savona, La Spezia, Parma, Piacenza e Reggio Emilia e in altre regioni italiane per un totale di 219 Comuni.

Fra le svariate modalità e siti di approvvigionamento idrico che servono la città Metropolitana di Genova (in totale 67 comuni) è opportuno citare:

  •       Gli invasi del Gorzente


Il complesso dei laghi del Gorzente, formato dai laghi Badana, Lungo e Lavezze, raggiunge un invaso totale di volume ca 12 milioni di mc e sottende un bacino imbrifero di 24 chilometri quadrati.
Ogni anno vengono erogati dai laghi del Gorzente 25 milioni di metri cubi di acqua che vengono prelevati interamente in territorio alessandrino. 

·         L’invaso della Busalletta


Il lago della Busalletta, generato artificialmente dallo sbarramento in calcestruzzo, è la seconda fonte di approvvigionamento dell'Acquedotto Nicolay, dopo la presa sul torrente Scrivia, con una capacità di 4,5 milioni di metri cubi d'acqua.
La derivazione dal lago rappresenta un'integrazione alle acque captate dallo Scrivia nei periodi di magra del torrente.

·         L’invaso di Val Noci


L'acqua del Val Noci è stata fino a tutti gli anni ‘50 la principale fonte di approvvigionamento idrico per il sistema degli acquedotti AMGA. Negli anni della ricostruzione post bellica tuttavia, la disponibilità idrica cominciò ad essere inadeguata alle rinnovate esigenze di vita della collettività cittadina: si intraprese così la costruzione della diga del Brugneto. Oggi l'invaso del Val Noci costituisce una riserva ulteriore di risorsa, alimentata in parte dalle acque del Brugneto, della capacità di 3.3 milioni di metri cubi.

·         Le acque fluenti
La società capta ingenti quantitativi di risorsa idrica da 63 corsi d'acqua di varia lunghezza e portata,
presenti sul territorio di competenza.

Fra le prese di acque fluenti:
·      la presa sul torrente Scrivia può fornire fino a 22.000.000 mc/anno;

Fatta eccezione per il quantitativo di acqua proveniente dal Brugneto che raggiunge il Val Noci, di questi ulteriori punti di approvvigionamento è opportuno ricordare che pur trovandosi in territorio ligure sono attinenti a bacini che, TUTTI, afferiscono a quello dello Scrivia il quale viene in tal modo impoverito in una maniera assolutamente  devastante.
Dopo un estate come questa, che mentre scrivo queste righe non è affatto finita, ritengo sia indispensabile iniziare al più presto una negoziazione che riporti là dove naturalmente andrebbe buona parte dell'acqua che viene venduta e consumata altrove .
Altrettanto urgenti sono le alternative progettuali, citate all'inizio, di cui non si può a mio parere fare più a meno. Le conseguenze di una inerzia che si protraesse ancora a lungo potrebbero portare a scenari davvero foschi e potenzialmente molto pericolosi.

Panoramica Laghi del Gorzente


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