Dal sito:
http://www.tusciaweb.eu/2023/01/la-caccia-la-causa-dellemergenza-cinghiali-non-la-soluzione/
Ambiente
- L'intervento di Enzo Calevi della Lipu:
"Nessun governante capisce che il problema non può essere risolto da chi
lo provoca"
“La caccia è la causa dell’emergenza cinghiali, non la soluzione”
Viterbo – A proposito di
caccia nelle aree urbane e nelle aree protette, a proposito delle
esternazioni fuori luogo di esponenti politici e amministratori locali, a
proposito della disinformazione dilagante sull’argomento, faremmo bene tutti a
cominciare a capire alcune cose.
La prima, che nessuno, stampa, amministrazioni e governanti mai
dicono, è che l’emergenza cinghiali deriva direttamente dall’attività
venatoria.
La seconda, che
nessuno di chi governa capisce, è che questa emergenza non verrà mai risolta e
nemmeno attenuata dalla stessa categoria che l’ha causata. Il mondo venatorio
non sarebbe in grado di avere, anche qualora lo volesse, un approccio corretto
e funzionale all’emergenza ma la cosa più grave è che alla categoria interessa
l’opposto ossia, l’aumento della popolazione dei cinghiali.
Sarebbe ora che chi
governa, a tutti i livelli, cominciasse a informarsi prima di sparare, in senso
figurato e non solo.
Conoscere per
giudicare. Ma cos’è la famosa e tanto discussa “caccia alla braccata”?
E’ prima di ogni altra cosa un business milionario e altamente
impattante con l’ambiente, l’agricoltura, la fauna e la società. Ma è anche il
metodo di caccia che uccide più cacciatori o fruitori dei boschi, il più
pericoloso in assoluto. E’ il sistema venatorio che uccide per sbaglio più cani
da caccia. E’ il metodo che uccide e disturba più specie protette. E’ il metodo
che causa più danni all’agricoltura spingendo i cinghiali fuori dalla macchia,
verso i campi coltivati e/o i centri abitati.
E infine è anche
casualmente il metodo più usato per la caccia al cinghiale in Italia, visto che
aumenta il numero dei cinghiali invece di diminuirlo, destrutturando la
popolazione e causando un aumento del tasso riproduttivo, la riproduzione
precoce delle femmine e un maggiore tasso di dispersione dei giovani.
Anche 50-60 e più
cacciatori in squadra, con altrettanti cani contemporaneamente in unica area
boschiva. Ha più i connotati di una guerra, che di una battuta di caccia.
Enzo Calevi
Lipu Viterbo
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