Dal sito di Genova 24
Campomorone. Il Tar della Liguria ha dato ragione al Cociv, accogliendo il ricorso contro l’Arpal presentato dopo che l’Agenzia regionale dell’ambiente ligure, durante i controlli sui lavori per il Terzo valico ferroviario, aveva ravvisato “la presenza di fibre di amianto in misura superiore al consentito” in uno dei campioni prelevati dal materiale conferito nel cantiere del Terzo Valico Castellaro, a Campomorone.
Il Tar della Liguria ha stabilito che l’Arpal ha fatto riferimento a una “normativa inapplicabile” e demanda alla
stessa Agenzia ligure per l’ambiente “un eventuale e ulteriore controllo sulle terre repertate nella cava Castellaro”.
In uno dei sopralluoghi Arpal aveva raccolto quattro campioni del materiale conferito da Cociv al Castellaro: uno di essi era risultato “irregolare nella quantità di amianto refertata”. Cociv aveva quindi presentato ricorso al Tar denunciando “illegittimità delle modalità seguite per estrarre e trattare i campioni esaminati”. Il Tar, motivando la sentenza, spiega: “Appare corretta la denuncia con cui Cociv evidenzia l’applicazione di una normativa che nel 1994 era stata introdotta per la ricerca e la messa in sicurezza dell’amianto già trattato dall’uomo”, mentre la lite davanti al Tar “riguarda l’amianto o gli altri metalli pericolosi nelle terre o rocce di scavo”.
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