Attraverso alcuni giornali, la lobby dei costruttori lancia un messaggio al governo perché venga modificato il testo del decreto che riforma la normativa sul trattamento delle terre da scavo. Per i costruttori, l'abbassamento dei limiti relativi alla presenza di amianto e il conseguente obbligo di trattamento per un corretto conferimento dello smarino a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, comporterà un aumento eccessivo dei costi. Pertanto, le variazioni suggerite al testo del decreto vanno nella direzione di aumentare i limiti di amianto contenuto nelle terre e/o di modificare la definizione di terre da scavo. Così, in barba alla tutela della salute pubblica, l'amianto diventerebbe innocuo per legge. Sorvolando sulla loro mai provata utilità e imprescindibilità ( e non è cosa da poco, visto che solo il terzo valico costa 6 miliardi e 200 milioni € di soldi pubblici, vale a dire 12.004.874.000.000 di vecchie lire) le grandi opere sono tecnicamente realizzabili: è il buon senso, l'intelligenza, la saggezza e l'amore verso le future generazioni che dovrebbero suggerirci a non intraprendere progetti così imponenti, costosi e impossibili da gestire sotto il profilo della sicurezza. Ma buona parte dell'atttuale classe dirigente, politica e imprenditoriale, non brilla certo per tali qualità.
Il Secolo XIX
L’IRA DELL’ASSESSORE ALLE INFRASTRUTTURE 29 gennaio 2016
Gronda e Terzo valico, sgambetto da Roma
Roberto Sculli
Il cantiere del Terzo Valico a Cravasco
Genova - Il Terzo Valico, su tutti, perché è il lavoro che richiede gli scavi più imponenti, tra quelli in fase di realizzazione, e rischierebbe di essere definitivamente cancellato. Ma, in prospettiva e perfino di più, per le peculiarità dell’opera e dei terreni interessati, pure la Gronda autostradale. Tutto senza contare l’impatto su una serie di interventi minori che richiedono la movimentazione di terra.
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