La Giornata Mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day), il 2 febbraio, celebra la firma avvenuta nel 1971 della Convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide di importanza internazionale.
Per zone umide, così come vengono definite nella Convenzione, si intendono
“le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o
artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente,
dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la
cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri”. La
Convenzione di Ramsar è lo strumento che fornisce ai 170 Paesi
firmatari le Linee Guida per la conservazione e l’uso razionale di
queste aree e delle loro risorse, ed è l’unico trattato internazionale
sull’ambiente che si occupa di questi particolari ecosistemi che, oltre
ad accogliere e conservare una ricca diversità biologica di piante,
uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, garantiscono
ingenti risorse di acqua e cibo e svolgono una funzione fondamentale di mitigazione dai cambiamenti climatici.
Val Lemme
Situazione 2014
Situazione 2015
In
occasione della giornata Mondiale delle Zone Umide vorremmo portare
all’attenzione di tutti la devastazione di un ambiente naturale per l’avanzare
del “progresso”.
La
zona della Val Lemme è stata interessata da grandi lotte per la salvaguardia
dell’acqua, un bene prezioso e insostituibile, non sempre andate a buon fine.
Lungo il torrente Lemme negli anni ’50 fu aperta una cava per l’estrazione di
marna dalla ditta Cementir che, dopo averne dichiarato l’esaurimento, è stata
abbandonata lasciando spazio ad una lenta ma costante rinaturalizzazione. Infatti,
lungo la sponda è possibile trovare uno degli habitat riconosciuto a livello
europeo: l’habitat prioritario 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa
e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae). Anche
grazie alla sua presenza questa gigantesca ex cava rientra nei confini della
ZSC/ZPS Capanne di Marcarolo, il parco naturale più grande della provincia di
Alessandria.
Eppure,
nel 1992, quest’area viene vista con grande interesse dal progetto della Grande
Opera “Terzo Valico dei Giovi”, ideato dal Cociv (Consorzio Collegamenti
Integrati Veloci). Tra inizi di scavi per i tunnel nel 1998 bloccati e progetti
rigettati dal Ministero dell’Ambiente bocciati in sede di VIA (Valutazione
d’Impatto Ambientale) passano più di vent’anni.
È
solo nel 2002 che quasi tutti gli Enti interrogati pronunciano un “parere
positivo con prescrizioni” all’ennesimo progetto presentato dal Cociv, solo il
Comune di Arquata Scrivia e il Parco delle Capanne di Marcarolo non concordano.
Nel 2011 vengono stanziati le prime risorse monetarie per iniziare i cantieri
che vedranno l’apertura dei cantieri in Val Lemme e aree limitrofe.
Ma
che c’entra il Terzo Valico con l’Ex Cava Cementir? Questa cava rientra nel
progetto di lavoro del Lotto1 ed è stata riaperta come discarica di materiale
litoide proveniente dagli scavi delle gallerie. Inizialmente il piano prevedeva
lo stoccaggio di oltre 4 milioni di m3
di smarino successivamente
ridotti a 1,2/1,3 milioni di m3. Nel 2019, però, è stato stimato uno stoccaggio
di 2 milioni di m3.
Il
18/01/2013 viene trasmessa dal COCIV la documentazione progettuale ai fini
dell’avvio della procedura di Verifica di Attuazione per il Terzo Valico, che
viene presa in carico; e la cui risposta arriva più di un anno dopo, il
27/06/2014 con parere negativo e la richiesta di nuovi documenti sull’Impatto
Ambientale. Nonostante tutto in quell’anno iniziano i lavori sul torrente
Lemme.
Legambiente
Val Lemme non è mai riuscita ad ottenere la documentazione della Valutazione d’Incidenza,
probabilmente perché non esiste.
Nella
parte sud della cava era presente un’area umida di grande importanza in quanto
si trovava in una posizione favorevole alla migrazione delle specie anfibie, siccome
tra i rii di sponda sinistra compresi nella ZSC e l’area indicata, non vi sono
strade asfaltate da attraversare.
Tra il 2014
e il 2015 questo sito viene tombato. L’area era sito di riproduzione di rospo
comune Bufo bufo, rana dalmatina Rana dalmatina, rana temporaria Rana
temporaria e risultava importante per rana verde maggiore Pelophylax
ridibundus, tritone alpestre Ichthyosaura alpestris, natrice
viperina Natrix maura, natrice dal collare Natrix natrix.
Sempre nel 2014 sono stati richiesti i documenti sull’Impatto Ambientale e le
Valutazioni di Incidenza dei lavori,, ma senza successo. Oltre alla tombazione della pozza, nel 2015,
il Cociv ha provveduto a rafforzare le sponde del torrente con la messa in posa
di massi ciclopici con modalità differenti da quelle dichiarate nel progetto
2014. I lavori sono andati a modificare profondamente il letto del torrente e
la sua sponda destra (che
non rientrava nel progetto). Queste difformità sono state successivamente
confermate nella documentazione presentata proprio dal Cociv nel 2018.
Nel
frattempo, i lavori non si sono fermati e sarebbe interessante sapere quale è
la vera quantità di smarino ad oggi depositata.