venerdì 28 marzo 2014

INQUINAMENTO ATMOSFERICO ED ALLERGIE

I soggetti allergici sono in costante aumento a significare che la qualità dell'aria peggiora sempre più. Forse non servono studi di alto livello per averne certezza, in ogni caso proponiamo un articolo tratto dalla rivista dell'Ordine dei Biologi che conferma la tesi.
Al proposito, ci piace ricordare ai nostri politici e a tutti noi una frase di T. Roosvelt che suona più o meno così: "... non esiste nulla di più importante del dovere di lasciare ai nostri figli un paese migliore di quello attuale".
Appunto...






sabato 22 marzo 2014

Un invito "caloroso" a tutti, aiutateci a proseguire la nostra giusta lotta contro il Terzo valico, il vostro contributo è determinante!


Il Comitato No Terzo valico di Tortona organizza:



Il nostro prezioso socio Alessandro Maria segnala l'articolo apparso su "La Stampa" di ieri 21 marzo 2014. 

Attenti all’acqua virtuale


Mario Tozzi



La buona notizia è che, in linea teorica, ogni uomo ha a disposizione, sul pianeta Terra, oltre diecimila litri di acqua al giorno: una quantità impressionante, se si pensa che nella Firenze dell’estate del 1944 c’era disponibile un solo litro per abitante. La notizia cattiva è che, però, ogni italiano (esempio paradigmatico di cittadino del mondo occidentale ricco) ne «beve» seimila. Ma proprio ne beve, tenendo presente che soltanto il 7% dell’impronta idrica viene usato per la manifattura industriale, mentre solo il 4% per l’igiene domestico. Tutto il resto è acqua «nascosta» nei cibi che consumiamo, inconsapevoli, in quantità spaventose anche rispetto alla teorica ricchezza d’acqua del pianeta.  



L’Italia è il terzo importatore mondiale di acqua virtuale contenuta in cibi che provengono dall’estero (62 miliardi di metri cubi all’anno), dunque contribuisce seriamente all’assorbimento della risorsa idrica del mondo. Settanta grammi di pomodori hanno bisogno di 13 litri d’acqua, ma un singolo hamburger arriva fino a 2400 litri. Nonostante le piogge, che in Italia sono divenute più abbondanti, nonostante per confezionare una t-shirt occorrano 4100 litri d’acqua e per fabbricare un wafer di silicio da sei pollici ce ne vogliano 20.000, noi assumiamo quantità incredibili d’acqua attraverso il cibo importato.  



L’altra cattiva notizia è che l’acqua degli italiani non è sempre di ottima qualità. Ora, va subito detto che questa non può essere una scusa per continuare a essere fra i primi consumatori di acqua in bottiglia al mondo (191 litri per famiglia all’anno, più di noi solo il Messico). Non c’è alcuna ragione di sicurezza per preferire l’acqua in bottiglia rispetto a quella del rubinetto, che viene controllata quotidianamente con scrupolo e che deve sottostare a normative draconiane. Chi vuole bere acqua in bottiglia lo può fare per qualsiasi ragione fuorché quella della sicurezza, che è certamente garantita nei nostri acquedotti (e l’acqua imbottigliata può anche essa provenire da falde vulcaniche). Ma l’arsenico, no, quello non ce lo aspettavamo. Eppure, in realtà, le cose sono cambiate solo sulla carta, quando finalmente l’Italia si è adeguata a una normativa europea del 1998 (!) che è stata rimandata, come altre, per quasi vent’anni e che prevede dieci microgrammi di arsenico, al massimo, per litro d’acqua potabile (contro i cinquanta fino a qui tollerati). In diversi posti dell’Italia centrale, e nella stessa Roma, invece, si va ben oltre quelle concentrazioni (o meglio si andava già oltre): circa un milione di persone sono complessivamente coinvolte nel nostro Paese.  



L’arsenico non dipende direttamente dall’inquinamento di attività umane velenose più o meno criminali, o dallo stato delle condutture, quanto da condizioni chimiche particolari nell’acquifero o dalla presenza di minerali sulfurei che contengono il pericoloso elemento che viene portato in circolo naturalmente. Lo stesso fenomeno è ben noto in Giappone, Nuova Zelanda, Cina o Grecia e dove sono presenti rocce vulcaniche. E, in genere, si ritiene che il fenomeno sia praticamente tollerabile per gli adulti almeno fino a tre anni di esposizione, mentre comporti rischi più alti fino ai 18 anni di età (i pochi studi epidemiologici non mettono in luce rischio di malattie connesse per livelli inferiori ai 25 microgrammi). E’ peraltro possibile eliminare chimicamente l’arsenico, potenzialmente in grado di provocare cancro e danni cardiovascolari, attraverso alcuni «filtri» che comportano un costo elevato, diciamo attorno a 250.000 euro per cinquemila abitanti (come si è fatto a Vitorchiano, in provincia di Viterbo). Siamo sicuri che eventuali gestori privati dell’acqua possano permetterselo? E, infine, se l’arsenico è da sempre naturalmente contenuto nelle falde acquifere dei terreni vulcanici, come facevano gli antichi abitanti dell’Etruria o del Lazio a non avvelenarsi? 

Rassegna stampa del 21 marzo 2014

Rassegna stampa del 21 marzo 2014

da Repubblica

Per i danni provocati per i lavori della linea ferroviaria tra Firenze e Bologna. Disposto obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi

21 marzo 2014

I vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, sono stati condannati a Firenze nell'appello bis per i danni provocati nel Mugello per i lavori della linea ferroviaria Tav fra Firenze e Bologna. Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. I vertici Cavet Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti. Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e Giovanni Guagnozzi per omessa bonifica. Cavet è responsabile civile.
I reati contestati riguardano la destinazione delle terre di scavo che, per l'accusa, sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. Questo avrebbe provocato l' inquinamento di diverse aree. Fra gli imputati, dirigenti e tecnici Cavet, direttori di cantiere, titolari di ditte di betonaggio e responsabili di cave o siti per lo smaltimento delle terre.
Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e 11 mesi di arresto per Valerio Piscitelli, Roberto Miccoli e Giulio Frulloni.
I giudici hanno poi stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet) l'interdizione dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. I lavori per la realizzazione della linea ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel '96 e sono finiti nel 2009: la tratta e' di 78,5
km, di cui 73,3 in galleria.
La corte d'appello di Firenze ha disposto l'obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi per i vertici del Consorzio Cavet condannati al processo sui danni
provocati nel Mugello per i lavori di costruzione della Tav fra Firenze e Bologna.
I giudici hanno poi stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile) per lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. Fra i danni che dovranno essere risarciti il giudici ha inserito anche quelli per omessa bonifica di alcuni dei 24 corsi d'acqua che, secondo l'accusa, sono
stati inquinati dai lavori per la Tav. Il processo di oggi è un appello bis, i reati legati ai corsi di fiumi sono stati comunque considerati prescritti.
Riguardo le bonifiche "i vertici Cavet - ha spiegato uno dei legali del Consorzio, Giuseppe Zanalla - sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà o gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni.
Resta poi da capire - ha aggiunto - perchè il traffico illecito di rifiuti è stato ritenuto prescritto in alcuni casi e non in altri".
"Una condanna severa". Così il pm di Firenze Giulio Monferini ha commentato le condanne al processo d'appello bis per i danni provocati dai lavori per la Tav
fra Firenze e Bologna. Il pm ha parlato di  un'affermazione precisa e puntuale delle responsabilità" aggiungendo che: "I giudici hanno recepito la ricostruzione dell'accusa".
In primo grado, nel 2009, vennero condannate 27 persone a pene fino a 5 anni di reclusione per reati ambientali. In appello, nel 2011, gli imputati vennero
assolti. La Cassazione ha poi annullato nel marzo 2013 quella sentenza ordinando un appello bis, che si è concluso oggi pomeriggio con la condanna
di 19 imputati, su 30, fra i quali i vertici del Consorzio Cavet che ha costruito l'opera.
 

Da "il Fatto Quotidiano


Tav Mugello, vertici di Cavet condannati per reati ambientali

Secondo l'accusa durante i lavori per la costruzione dell'alta velocità tra Firenze e Bologna le terre di scavo sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. Inquinati anche 24 corsi d'acqua. Diciannove persone condannate, tra i quali i vertici del consorzio controllato da Impregilo. Contestati a vario titolo: traffico illecito di rifiuti e omessa bonifica.

Condannati i vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per danni ambientali durante la realizzazione della linea Tav del Mugello, tra Firenze e Bologna. La Corte d’appello di Firenze, nel processo bis, ha inoltre disposto l’obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi per i dirigenti condannati.

I reati contestati riguardano la destinazione delle terre di scavo che, per l’accusa, sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. I giudici hanno poi stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile) per lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. Tra i quali anche quelli per omessa bonifica di alcuni dei 24 corsi d’acqua che, secondo l’accusa, sono stati inquinati dai lavori per la linea dell’alta velocità (reati considerati prescritti).

Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. I vertici Cavet Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti. Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e Giovanni Guagnozzi per omessa bonifica. Cavet è responsabile civile.

Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e 11 mesi di arresto per Valerio Piscitelli, Roberto Miccoli e Giulio Frulloni. I giudici hanno poi stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet) l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. I lavori per la realizzazione della linea ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel ’96 e sono finiti nel 2009: la tratta è di 78,5 km, di cui 73,3 in galleria.

Riguardo le bonifiche “i vertici Cavet – ha spiegato uno dei legali del Consorzio, Giuseppe Zanalla - sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà o gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni. Resta poi da capire – ha aggiunto – perché il traffico illecito di rifiuti è stato ritenuto prescritto in alcuni casi e non in altri”.

“Una condanna severa”. Così il pm di Firenze Giulio Monferini ha commentato la sentenza. In primo grado, nel 2009, vennero condannate 27 persone a pene fino a 5 anni di reclusione per reati ambientali. In appello, nel 2011, gli imputati vennero assolti. La Cassazione ha poi annullato nel marzo 2013 quella sentenza ordinando un appello bis.

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da Reuter Italia


Impregilo, Corte appello Firenze condanna vertici Cavet per danni Tav
venerdì 21 marzo 2014 19:21


FIRENZE, 21 marzo (Reuters) - I giudici della Corte d'appello di Firenze, al termine del processo d'appello bis, hanno condannato i vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per i danni provocati nella zona del Mugello per i lavori della Tav nel tratto tra Firenze e Bologna.
Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. Tra loro Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani, ovvero i vertici di Cavet, sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti.
Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e Giovanni Guagnozzi, sempre di Cavet, per omessa bonifica.
Secondo l'accusa, le terre di scavo sono state smaltite in cave o siti per i quali ci sarebbero state certificazioni ritenute illegittime, con il conseguente inquinamento di diverse aree.
Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e 11 mesi di arresto per Valerio Piscitelli, Roberto Miccoli e Giulio Frulloni.
Fra gli imputati figuravano dirigenti e tecnici Cavet, direttori di cantiere, titolari di ditte di betonaggio e responsabili di cave o siti per lo smaltimento delle terre.
I giudici, inoltre, hanno stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet) l'interdizione dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.
La Corte d'appello di Firenze ha anche disposto l'obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi per i vertici del Consorzio Cavet, che è responsabile civile.
Dovranno essere risarciti, con un ammontare che dovrà essere stabilito in sede civile, lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. "Faremo ricorso pre Cassazione", ha detto Giuseppe Zanalla, uno dei legali di Cavet, aggiungendo che "la condanna riguarda siti esterni, ovvero di non proprietà o gestiti dal consorzio. Per i siti gestiti direttamente da Cavet, le certificazioni sono state ritenute legittime e, infatti, gli imputati assolti perché il fatto non sussiste".

I lavori per la linea ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel '96 e sono finiti nel 2009: la tratta è di 78,5 chilometri, di cui 73,3 in galleria.