Riceviamo dal nostro Consigliere Aldo Orlando e con molto piacere pubblichiamo questo suo contributo,relativo alle risorse idriche del territorio alessandrino.
Acque che scarseggiano - Prima parte
La situazione
italiana, con particolare riferimento al Piemonte ed alle regioni a noi vicine
In Italia l'estate 2017 ha visto una combinazione
di calura e siccità di gravità sconosciuta fino a una quindicina di anni fa nei
nostri climi, ma che sta diventando sempre più ricorrente per effetto del
riscaldamento globale.
In base alle statistiche elaborate dal CNR –
ISAC di Bologna è stata la seconda estate più calda dal 1800 a
livello nazionale dopo il caso estremo del 2003, con un eccesso termico medio
di 2,5 °C, e la quarta più asciutta,
con precipitazioni in difetto del 40%.
Questo connubio, simile per intensità e
caratteristiche a quello verificatosi di recente nell'estate 2012, è stato particolarmente
sfavorevole per agricoltura, foreste, ghiacciai e disponibilità idriche, ma
anche per il benessere umano.
Anomalie termo pluviometriche estate 2017
Stazione
|
Tmed °C
Scarto
1981-2010
°C
|
Posizione estati più
calde
|
Estate più calda fino al 2016 AA+ Tmed C°
|
Inizio serie
|
Pioggia
mm
% rispetto
1981-2010
|
Posizione tra le estati più asciutte
|
Estate più asciutta fino al 2016
AA + Pioggia
mm
|
Inizio serie
|
Torino
|
25,5
|
2,2
|
2
|
2003 26,7
|
1753
|
203,4
|
89,00%
|
87
|
1928 49,9
|
1802
|
Moncalieri
|
26,4
|
2,5
|
2
|
2003 27,9
|
1864
|
152,6
|
87,00%
|
56
|
1879 47,4
|
1864
|
Imperia
|
25
|
2,1
|
4
|
1928 25,5
|
1876
|
5
|
8,00%
|
4
|
2003-2004 2,8
|
1876
|
Genova
|
24,4
|
1
|
3
|
2003 25,5
|
1822
|
46
|
29,00%
|
8
|
1879 10,8
|
1833
|
Dopo che già la primavera era stata calda e asciutta
in molte zone del Paese, soprattutto dal Nord-Est, al Centro e alle isole, da
fine maggio a fine agosto gli anticicloni
nord-africani hanno rappresentato la configurazione atmosferica prevalente,
concedendo solo effimere tregue.
Soprattutto con il concorso di giugno (secondo
più caldo dal 1800 con +3,3 °C rispetto al 1971-2000) e di agosto (terzo più
caldo, +2,5 °C), l'estate 2017 è stata dunque la seconda più calda a livello italiano con una deviazione di +2,5 °C.
Solo nel 2003 la stagione fu più rovente ancora nel suo insieme (scarto medio:
+3,7 °C).
Oltre che molto calda ovunque, l'estate 2017 è
stata pure decisamente secca, la quarta
più asciutta dal 1800 nella serie CNR – ISAC con un deficit di precipitazioni del 40% a
livello nazionale.
Dal corso del Po verso Sud è caduta pochissima pioggia, in particolare tra basso Piemonte, Liguria , versante tirrenico
e isole, e la calura ha ulteriormente aggravato la situazione intensificando
l'evaporazione della già poca acqua disponibile nei suoli agrari.
Siccità, ma
anche temporali dannosi
Pur in un contesto complessivamente siccitoso,
specialmente al Settentrione non sono mancati temporali violenti, che spesso
hanno portato più danno che beneficio.
Ghiacciai alpini in sofferenza, più a Est che a Ovest
La calura costante e prolungata
ha determinato massicce perdite di massa dei ghiacciai alpini, più evidenti
sulle Alpi centro-orientali, dal Monte Rosa verso Est, dove - a causa dello
scarsissimo innevamento invernale e primaverile - l'ablazione su ghiaccio è
cominciata molto presto nella stagione, talora a fine giugno, e a fine luglio
gran parte degli apparati glaciali appariva già completamente priva di neve
residua.
Tra i primi dati al momento disponibili,
la perdita di spessore glaciale prossima a 200 cm a quota 3100 m e in
esposizione settentrionale sul ghiacciaio
di Cedec . Sulle Alpi occidentali, bilancio di -1,39 m di acqua equivalente
al ghiacciaio Ciardoney, valore vicino alla (pur negativa) media della serie
di misure dal 1992 solo grazie all'inverno che lì invece è stato molto nevoso.
*I dati sin qui citati sono tratti
dall’articolo: “L'ESTATE 2017 IN ITALIA” di Daniele Cat Berro e Luca Mercalli, SMI
/ Redazione Nimbus del 14 Settembre 2017 che doverosamente ringraziamo.
Seconda parte
In Italia l'estate 2017 ha visto una combinazione di calura e siccità
di gravità sconosciuta fino a una quindicina di anni fa nei nostri climi, ma
che sta diventando sempre più ricorrente per effetto del riscaldamento globale.
A fronte di questa situazione preoccupante e
generalizzata registriamo che le reazioni del mondo istituzionale ed
industriale sono scomposte e disadatte a tentare di risolvere i problemi.
Le proposte di costruire nuovi bacini di raccolta
idrica male si accordano ad un situazione in cui la penuria di acqua convive
con sprechi e dispersione della risorsa così importanti da non essere
quantificabili con certezza.
A nessun livello progettuale vengono considerate
alternative rivolte a:
·
Miglior uso della risorsa acqua
·
Tecniche industriali ed agricole che consentano
di utilizzare meno acqua
·
Revisione di tutti gli impianti di distribuzione
per uso idropotabile e loro ottimizzazione
·
Revisione e ottimizzazione degli impianti di
depurazione delle acque
Riferendo
l'analisi di questo generale problema all'ambito ristretto del nostro
territorio emerge una situazione a mio avviso preoccupante, che segnala
una grave miopia dei nostri
amministratori rispetto alla risorsa acqua .
In poche parole:
nessuno si cura del fatto che dal reticolo idrografico della Provincia di
Alessandria vengono effettuati prelievi che vengono usufruiti, a partire da 150 anni fa circa, da utenze
idropotabili in Provincia di Genova.
Nel nostro caso il soggetto gestore di questo
bene essenziale è IREN un colosso privato che fornisce acqua potabile a oltre 2
milioni e mezzo di persone nelle province di Genova, Savona, La Spezia, Parma,
Piacenza e Reggio Emilia e in altre regioni italiane per un totale di 219
Comuni.
Fra
le svariate modalità e siti di approvvigionamento idrico che servono la città
Metropolitana di Genova (in totale 67 comuni) è opportuno citare:
Il
complesso dei laghi del Gorzente, formato dai laghi Badana, Lungo e Lavezze,
raggiunge un invaso totale di volume ca 12 milioni di mc e sottende un bacino
imbrifero di 24 chilometri quadrati.
Ogni anno vengono erogati dai laghi del Gorzente
25 milioni di metri cubi di acqua che vengono prelevati interamente in
territorio alessandrino.
·
L’invaso
della Busalletta
Il
lago della Busalletta,
generato artificialmente dallo sbarramento in calcestruzzo, è la seconda
fonte di approvvigionamento dell'Acquedotto Nicolay, dopo la presa sul torrente
Scrivia, con una capacità di 4,5 milioni di metri cubi d'acqua.
La derivazione dal lago rappresenta un'integrazione alle acque captate dallo
Scrivia nei periodi di magra del torrente.
·
L’invaso
di Val Noci
L'acqua
del Val Noci è stata fino a tutti gli anni ‘50 la principale fonte di
approvvigionamento idrico per il sistema degli acquedotti AMGA. Negli anni
della ricostruzione post bellica tuttavia, la disponibilità idrica cominciò ad
essere inadeguata alle rinnovate esigenze di vita della collettività cittadina:
si intraprese così la costruzione della diga del Brugneto.
Oggi l'invaso del Val Noci costituisce una riserva
ulteriore di risorsa, alimentata in parte dalle acque del Brugneto, della
capacità di 3.3 milioni di metri cubi.
·
Le
acque fluenti
La
società capta ingenti quantitativi di risorsa idrica da 63 corsi d'acqua
di varia lunghezza e portata,
presenti sul territorio di competenza.
Fra
le prese di acque fluenti:
·
la
presa sul torrente Scrivia può fornire fino a 22.000.000 mc/anno;
Fatta
eccezione per il quantitativo di acqua proveniente dal Brugneto che raggiunge
il Val Noci, di questi ulteriori punti di approvvigionamento è opportuno
ricordare che pur trovandosi in territorio ligure sono attinenti a bacini che, TUTTI,
afferiscono a quello dello Scrivia il quale viene in tal modo impoverito in
una maniera assolutamente devastante.
Dopo
un estate come questa, che mentre scrivo queste righe non è affatto finita,
ritengo sia indispensabile iniziare al più presto una negoziazione che riporti
là dove naturalmente andrebbe buona parte dell'acqua che viene venduta e
consumata altrove .
Altrettanto
urgenti sono le alternative progettuali, citate all'inizio, di cui non si può a
mio parere fare più a meno. Le conseguenze di una inerzia che si protraesse
ancora a lungo potrebbero portare a scenari davvero foschi e potenzialmente
molto pericolosi.
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Panoramica Laghi del Gorzente |