Ad oggi, 2016, la situazione è questa:
DATI TRATTI DA INFORMARE
Nel primo semestre del 2016 il traffico nel porto di Genova è calato del -2,9% e i
container sono a quota + zero
Nel
primo semestre del 2016 il porto del capoluogo ligure ha movimentato
complessivamente 25,3 milioni di tonnellate di merci, con una contrazione del
-2,9% rispetto a 26,0 milioni di tonnellate nella prima metà dello scorso anno.
Nei
primi sei mesi di quest'anno si è totalizzata una movimentazione di contenitori
pari a 1.133.201 teu, con una variazione dello 0%
Antonello Brunetti segnala anche questo articolo apparso su "Il fatto quotidiano" accompagnato da una sua riflessione.
Le proteste dei pendolari dell’Alta Velocità:
"Prima rafforzare il trasporto locale"
Dario Balotta
Esperto di trasporti e ambiente
Se le Frecce di Trenitalia
intendono essere la Metropolitana del Paese, così come
promette l’azienda, queste le proteste dei pendolari dell’Alta
Velocità:
- la cancellazione di treni regionali e
interregionali, in questi anni, ha portato sulla rete AV oltre 10mila
pendolari, costretti a spendere molto di più per viaggiare solo qualche volta
meglio come nel caso delle Frecce Bianche. Ora protestano
perché un’ulteriore “stretta”, cioè cancellazione di convogli Intercity
e FrecciaBianca, li costringe ai Frecciarossa con un aggravio del 30%
dei costi. Sono stati spesi 50 miliardi di euro per un rete AV che
copre un modestissimo 4% della domanda di trasporto nel Paese;
- oggi crescono i km di linea
AV (quasi mille per trasportare circa 120mila passeggeri al giorno), mentre la
rete del trasporto locale viene lasciata ai suoi destini, con
i suoi 16mila km di binari frequentati ogni giorno da 3 milioni di viaggiatori
- i pendolari di lunga distanza, senza alternative,
sono costretti a utilizzare e pagare i salati biglietti dell’Alta Velocità al
posto dei vecchi treni interregionali che, o non esistono più, oppure hanno
indici di efficienza largamente distanti dalla media comunitaria. L’AV, nata
per connettere città distanti almeno 500/800 km, con una elevata domanda di
traffico e per sostituire aereo e automobile, in Italia per ora ha soltanto
soppiantato parzialmente l’aereo sulla
Milano-Roma. È così che sulla Milano-Bologna
hanno perso il treno del raddoppio ferroviario città come Lodi, Piacenza, Parma e Modena;
sulla Firenze-Roma è toccato ad Arezzo, Montecatini, Orvieto ed Orte,
mentre la Milano-Torino (pure sottoutilizzata) salta Santhià, Chivasso, Vercelli e Novara.
- invece la Penisola, con una media o grande
città ogni 50 km, ha bisogno di completare, tramite raddoppi o
quadruplicamenti, la rete in programmazione, sì, ma non con gli standard
dell’AV, bensì con linee veloci (200 km/h) in grado di
raddoppiare la capacità dei treni giornalieri, a cominciare da quelli usati dai
pendolari. Resta quindi stupefacente che si pensi di soddisfare un grande
mercato di trasporto pendolare e residenziale come quello
italiano – dove la domanda sulle lunghe distanze è scarsa – solo con treni ad
Alta Velocità.
Bisogna dunque recuperare gli errori, partendo proprio dalla politica commerciale proposta dai pendolari e, appunto, dal completamento della rete con linee veloci (200 km/h) capaci di raddoppiare la capacità di treni giornalieri e di far transitare sulle linee quadruplicate sia treni passeggeri (pendolari e veloci) che merci. La lezione dalla lotta dei pendolari AV non è quindi solo tariffaria ma impone un ripensamento rapido della pianificazione dell’Alta Velocità.
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