La natura è piena d'infinite ragioni che non furon mai in isperienza. Leonardo da Vinci, Codice I, 1492-1516
domenica 30 marzo 2014
venerdì 28 marzo 2014
INQUINAMENTO ATMOSFERICO ED ALLERGIE
I soggetti allergici sono in costante aumento a significare che la qualità dell'aria peggiora sempre più. Forse non servono studi di alto livello per averne certezza, in ogni caso proponiamo un articolo tratto dalla rivista dell'Ordine dei Biologi che conferma la tesi.
Al proposito, ci piace ricordare ai nostri politici e a tutti noi una frase di T. Roosvelt che suona più o meno così: "... non esiste nulla di più importante del dovere di lasciare ai nostri figli un paese migliore di quello attuale".
Appunto...
giovedì 27 marzo 2014
sabato 22 marzo 2014
Il nostro prezioso socio Alessandro Maria segnala l'articolo apparso su "La Stampa" di ieri 21 marzo 2014.
Attenti all’acqua virtuale
Mario Tozzi
La buona notizia è
che, in linea teorica, ogni uomo ha a disposizione, sul pianeta Terra, oltre
diecimila litri di acqua al giorno: una quantità impressionante, se si pensa
che nella Firenze dell’estate del 1944 c’era disponibile un solo litro per
abitante. La notizia cattiva è che, però, ogni italiano (esempio paradigmatico
di cittadino del mondo occidentale ricco) ne «beve» seimila. Ma proprio ne
beve, tenendo presente che soltanto il 7% dell’impronta idrica viene usato per
la manifattura industriale, mentre solo il 4% per l’igiene domestico. Tutto il
resto è acqua «nascosta» nei cibi che consumiamo, inconsapevoli, in quantità
spaventose anche rispetto alla teorica ricchezza d’acqua del pianeta.
L’Italia è il
terzo importatore mondiale di acqua virtuale contenuta in cibi che provengono
dall’estero (62 miliardi di metri cubi all’anno), dunque contribuisce
seriamente all’assorbimento della risorsa idrica del mondo. Settanta grammi di
pomodori hanno bisogno di 13 litri d’acqua, ma un singolo hamburger arriva fino
a 2400 litri. Nonostante le piogge, che in Italia sono divenute più abbondanti,
nonostante per confezionare una t-shirt occorrano 4100 litri d’acqua e per
fabbricare un wafer di silicio da sei pollici ce ne vogliano 20.000, noi
assumiamo quantità incredibili d’acqua attraverso il cibo importato.
L’altra cattiva
notizia è che l’acqua degli italiani non è sempre di ottima qualità. Ora, va
subito detto che questa non può essere una scusa per continuare a essere fra i
primi consumatori di acqua in bottiglia al mondo (191 litri per famiglia
all’anno, più di noi solo il Messico). Non c’è alcuna ragione di sicurezza per
preferire l’acqua in bottiglia rispetto a quella del rubinetto, che viene controllata
quotidianamente con scrupolo e che deve sottostare a normative draconiane. Chi
vuole bere acqua in bottiglia lo può fare per qualsiasi ragione fuorché quella
della sicurezza, che è certamente garantita nei nostri acquedotti (e l’acqua
imbottigliata può anche essa provenire da falde vulcaniche). Ma l’arsenico, no,
quello non ce lo aspettavamo. Eppure, in realtà, le cose sono cambiate solo
sulla carta, quando finalmente l’Italia si è adeguata a una normativa europea
del 1998 (!) che è stata rimandata, come altre, per quasi vent’anni e che
prevede dieci microgrammi di arsenico, al massimo, per litro d’acqua potabile
(contro i cinquanta fino a qui tollerati). In diversi posti dell’Italia
centrale, e nella stessa Roma, invece, si va ben oltre quelle concentrazioni (o
meglio si andava già oltre): circa un milione di persone sono complessivamente
coinvolte nel nostro Paese.
L’arsenico non
dipende direttamente dall’inquinamento di attività umane velenose più o meno
criminali, o dallo stato delle condutture, quanto da condizioni chimiche
particolari nell’acquifero o dalla presenza di minerali sulfurei che contengono
il pericoloso elemento che viene portato in circolo naturalmente. Lo stesso
fenomeno è ben noto in Giappone, Nuova Zelanda, Cina o Grecia e dove sono
presenti rocce vulcaniche. E, in genere, si ritiene che il fenomeno sia
praticamente tollerabile per gli adulti almeno fino a tre anni di esposizione,
mentre comporti rischi più alti fino ai 18 anni di età (i pochi studi
epidemiologici non mettono in luce rischio di malattie connesse per livelli
inferiori ai 25 microgrammi). E’ peraltro possibile eliminare chimicamente
l’arsenico, potenzialmente in grado di provocare cancro e danni
cardiovascolari, attraverso alcuni «filtri» che comportano un costo elevato,
diciamo attorno a 250.000 euro per cinquemila abitanti (come si è fatto a
Vitorchiano, in provincia di Viterbo). Siamo sicuri che eventuali gestori
privati dell’acqua possano permetterselo? E, infine, se l’arsenico è da sempre
naturalmente contenuto nelle falde acquifere dei terreni vulcanici, come
facevano gli antichi abitanti dell’Etruria o del Lazio a non avvelenarsi?
Rassegna stampa del 21 marzo 2014
da Repubblica
Per i danni provocati per i lavori della linea
ferroviaria tra Firenze e Bologna. Disposto obbligo di bonifica e il ripristino
dei luoghi
21 marzo 2014
I vertici
del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, sono stati condannati a Firenze nell'appello
bis per i danni provocati nel Mugello per i lavori della linea ferroviaria Tav
fra Firenze e Bologna. Gli imputati erano 30,
19 le persone condannate. I vertici Cavet Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco
Castellani sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di
rifiuti. Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e Giovanni Guagnozzi
per omessa bonifica. Cavet è responsabile civile.
I reati
contestati riguardano la destinazione delle terre di scavo che, per l'accusa,
sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni
illegittime. Questo avrebbe provocato l' inquinamento di diverse aree. Fra gli
imputati, dirigenti e tecnici Cavet, direttori di cantiere, titolari di ditte
di betonaggio e responsabili di cave o siti per lo smaltimento delle terre.
Sempre
per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e 11 mesi di arresto per Valerio
Piscitelli, Roberto Miccoli e Giulio Frulloni.
I giudici
hanno poi stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet) l'interdizione
dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.
I lavori per la realizzazione della linea ferroviaria, realizzata da Consorzio
Cavet, iniziarono nel '96 e sono finiti nel 2009: la tratta e' di 78,5
km, di
cui 73,3 in galleria.
La corte
d'appello di Firenze ha disposto l'obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi
per i vertici del Consorzio Cavet condannati al processo sui danni
provocati
nel Mugello per i lavori di costruzione della Tav fra Firenze e Bologna.
I giudici
hanno poi stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile)
per lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. Fra i danni
che dovranno essere risarciti il giudici ha inserito anche quelli per omessa
bonifica di alcuni dei 24 corsi d'acqua che, secondo l'accusa, sono
stati
inquinati dai lavori per la Tav. Il processo di oggi è un appello bis, i reati legati
ai corsi di fiumi sono stati comunque considerati prescritti.
Riguardo
le bonifiche "i vertici Cavet - ha spiegato uno dei legali del Consorzio,
Giuseppe Zanalla - sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà o
gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni.
Resta poi
da capire - ha aggiunto - perchè il traffico illecito di rifiuti è stato ritenuto
prescritto in alcuni casi e non in altri".
"Una
condanna severa". Così il pm di Firenze Giulio Monferini ha commentato le
condanne al processo d'appello bis per i danni provocati dai lavori per la Tav
fra
Firenze e Bologna. Il pm ha parlato di un'affermazione
precisa e puntuale delle responsabilità" aggiungendo che: "I giudici
hanno recepito la ricostruzione dell'accusa".
In primo grado, nel 2009,
vennero condannate 27 persone a pene fino a 5 anni di reclusione per reati
ambientali. In appello, nel 2011, gli imputati vennero
assolti. La Cassazione ha
poi annullato nel marzo 2013 quella sentenza ordinando un appello bis, che si è
concluso oggi pomeriggio con la condanna
di 19 imputati, su 30, fra
i quali i vertici del Consorzio Cavet che ha costruito l'opera.
Da "il Fatto Quotidiano
Tav Mugello, vertici di Cavet condannati per reati ambientali
Secondo
l'accusa durante i lavori per la costruzione dell'alta velocità tra Firenze e
Bologna le terre di scavo sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci
sarebbero state delle certificazioni illegittime. Inquinati anche 24 corsi
d'acqua. Diciannove persone condannate, tra i quali i vertici del consorzio
controllato da Impregilo. Contestati a vario titolo: traffico illecito di
rifiuti e omessa bonifica.
Condannati i vertici del Consorzio Cavet, controllato
da Impregilo, per danni
ambientali durante la realizzazione della linea Tav del Mugello, tra Firenze e Bologna. La Corte d’appello di
Firenze, nel processo bis, ha inoltre disposto l’obbligo di bonifica e il
ripristino dei luoghi per i dirigenti condannati.
I reati contestati riguardano la destinazione delle
terre di scavo che, per l’accusa, sono state smaltite in cave o in siti per i
quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. I giudici hanno poi
stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile) per lo
Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. Tra i quali anche
quelli per omessa bonifica di alcuni dei 24 corsi d’acqua che, secondo
l’accusa, sono stati inquinati dai lavori per la linea dell’alta velocità
(reati considerati prescritti).
Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. I
vertici Cavet Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani sono stati
condannati a 4 anni e mezzo per traffico
illecito di rifiuti. Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e
Giovanni Guagnozzi per omessa bonifica.
Cavet è responsabile civile.
Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e
11 mesi di arresto per Valerio
Piscitelli, Roberto Miccoli
e Giulio Frulloni. I
giudici hanno poi stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet)
l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la
pubblica amministrazione. I lavori per la realizzazione della linea
ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel ’96 e sono finiti
nel 2009: la tratta è di 78,5 km, di cui 73,3 in galleria.
Riguardo le bonifiche “i vertici Cavet – ha spiegato
uno dei legali del Consorzio, Giuseppe
Zanalla - sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà
o gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni. Resta
poi da capire – ha aggiunto – perché il traffico illecito di rifiuti è stato
ritenuto prescritto in alcuni casi e non in altri”.
“Una condanna severa”. Così il pm di Firenze Giulio Monferini ha commentato la
sentenza. In primo grado, nel 2009, vennero condannate 27 persone a pene fino a
5 anni di reclusione per reati ambientali. In appello, nel 2011, gli imputati
vennero assolti. La Cassazione ha poi annullato nel marzo 2013 quella sentenza
ordinando un appello bis.
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da Reuter Italia
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da Reuter Italia
Impregilo, Corte appello
Firenze condanna vertici Cavet per danni Tav
venerdì 21 marzo 2014 19:21
FIRENZE, 21 marzo (Reuters) - I giudici della Corte
d'appello di Firenze, al termine del processo d'appello bis, hanno condannato i
vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per i danni provocati
nella zona del Mugello per i lavori della Tav nel tratto tra Firenze e Bologna.
Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. Tra
loro Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani, ovvero i vertici
di Cavet, sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di
rifiuti.
Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e
Giovanni Guagnozzi, sempre di Cavet, per omessa bonifica.
Secondo l'accusa, le terre di scavo sono state
smaltite in cave o siti per i quali ci sarebbero state certificazioni ritenute
illegittime, con il conseguente inquinamento di diverse aree.
Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e
11 mesi di arresto per Valerio Piscitelli, Roberto Miccoli e Giulio Frulloni.
Fra gli imputati figuravano dirigenti e tecnici Cavet,
direttori di cantiere, titolari di ditte di betonaggio e responsabili di cave o
siti per lo smaltimento delle terre.
I giudici, inoltre, hanno stabilito per alcuni dei
condannati (anche di Cavet) l'interdizione dai pubblici uffici e l'incapacità
di contrattare con la pubblica amministrazione.
La Corte d'appello di Firenze ha anche disposto
l'obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi per i vertici del Consorzio
Cavet, che è responsabile civile.
Dovranno essere
risarciti, con un ammontare che dovrà essere stabilito in sede civile, lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e
Province del Mugello. "Faremo ricorso pre Cassazione", ha
detto Giuseppe Zanalla, uno dei legali di Cavet, aggiungendo che "la
condanna riguarda siti esterni, ovvero di non proprietà o gestiti dal
consorzio. Per i siti gestiti direttamente da Cavet, le certificazioni sono
state ritenute legittime e, infatti, gli imputati assolti perché il fatto non
sussiste".
I lavori per la linea ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel '96 e sono finiti nel 2009: la tratta è di 78,5 chilometri, di cui 73,3 in galleria.
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