lunedì 18 dicembre 2017

ALLUVIONI, FRANE E... NUTRIE

Consumo di suolo e dissesto idrogeologico vanno a braccetto...e non scarichiamo il barile!

Da Il Resto del Carlino del 14 dicembre 2017

Reggio Emilia, 14 dicembre 2017 - «Quando si rompe un argine, non è mai colpa del fiume. Le alluvioni? Si smetta di essere ipocriti e di dare la colpa alle nutrie. Le amministrazioni comunali cadono dal pero quando succedono queste cose, ma chi ha dato le concessioni edilizie per costruire case in area golenale? Loro. E se le case finiscono allagate, vuol dire che lì non dovevano starci…». Boom. Come un vulcano che erutta. Sono roboanti le parole di Mario Tozzi, noto geologo, divulgatore e primo ricercatore del Cnr (conosciuto anche per diversi programmi tv di carattere scientifico) commentando l’esondazione dell’Enza a Lentigione.
Professor Tozzi, cosa si nasconde solitamente dietro alla rottura di un argine?
«Quando si rompe un argine, non è mai colpa del fiume. Significa che è mal fatto rispetto alle portate previste o all’asse del fiume. Non venite a dirmi che hanno dato la colpa alle nutrie pure stavolta…»
È una delle ipotesi emerse.
«La nutria è un animale che vive in quell’ambiente. Non ha interessi a provocare un’alluvione. Nel mondo naturale le cose funzionano in modo sensato. L’eccesso di nutrie può influenzare, ma queste cose non accadono nemmeno negli ambienti liberi coi castori. Prima di dare la colpa alle nutrie starei un attimo attento a scaricare il barile».
C’è la mano dell’uomo dunque? «Il cambiamento climatico influisce, ma l’Italia ha il record europeo di frane: quasi 610mila su 800mila censite in tutta Europa (di cui 80mila nell’Appennino della nostra regione, ndr). Questo indica che abbiamo costruito dove non si doveva. Nelle golene di tutti i fiumi. Quando c’è l’acqua attorno alle case, sono quest’ultime ad essere nel posto sbagliato. Questo Paese consuma 8 metri quadrati al secondo di territorio. E non finiscono nel rischio, ma lo creano. Sono stanco di sentire discorsi ipocriti....
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