lunedì 5 dicembre 2016

IL TERZO VALICO IN TV

A seguito del servizio di Gaetano Pecoraro, andato in onda durante la trasmissione de Le Iene, il 21 novembre scorso e che troverete qui di lato a sinistra,  pubblichiamo un commento ricevuto da Antonello Brunetti:



SERVIZIO “LE IENE” 21 novembre su Italia uno
Miliardi di soldi pubblici per il Terzo Valico

Per l’inizio di novembre il giornalista Gaetano Pecoraro de “Le Iene” aveva realizzato un servizio sul Terzo Valico. La messa in onda è stata dapprima bloccata e solo il 21 novembre, per mezzanotte, è stata consentita la trasmissione visto che il giornalista aveva forzato la mano inserendo nel suo sito un anticipo di quanto girato.
Poiché il pezzo mi pare di notevole interesse, come del resto altri precedenti passati in sordina, ritengo giusto trascriverne o riassumerne alcuni passaggi.

- Inizialmente vengono forniti alcuni dati di questa opera che collegherebbe Genova a Rivalta in Piemonte, sottoposta dal 2002 alla legge obiettivo (sullo sfondo immagini girate nei cantieri e in galleria). Una delle più grandi opere, cosiddette strategiche, di cui non si sente parlare quasi mai se non per dire, come qualche giorno fa, cose come queste: Appalti, corruzione ed escort, arresti in tutta Italia.
Intorno a quest’opera girano un sacco di soldi pubblici.
Ma non vi è solo il problema della criminalità perché
- L’opera è completamente inutile  e chi dichiara  una cosa così grave è Marco Ponti, professore di economia applicata, membro dell’Autorità di regolamento dei trasporti, consulente della Banca mondiale, della Comunità europea e di vari ministeri. Una persona che sa perfettamente quanto dice.

- Rispetto a quei costi, superiori ai 6 miliardi di euro, è un folle spreco di denaro pubblico.
Di linee ce ne sono già due e la linea attuale non è affatto satura. Nel 2003 venne fatta dalla stessa impresa che dovrebbe eseguire l’opera una analisi costi-benefici. Questa concluse che entro il 2010 si sarebbe giunti alla saturazione e quindi occorreva partire subito per fare una terza linea. Saturazione con 165 treni merci al giorno, mentre oggi, al 2016 siamo a soli 62 al giorno. Doveva aumentare a dismisura, cosa mai successa.
Ma vi sembra normale che una analisi del genere debba essere fatta dagli stessi promotori?

- Non è vero che l’Europa finanzia quest’opera e ciò perché si è resa conto che non c’era bisogno di quel tunnel e non vi ha visto alcuna priorità.
Lei è l’unica persona che sostiene l’inutilità del Terzo Valico?
Non è vero! Si pensi che addirittura l’ing, Moretti a lungo amministratore delegato delle Ferrovie italiane ha dichiarato che l’opera serve a niente (immagini di giornali che riportano tali dichiarazioni).
- Abbiamo un livello di coscienza sull’uso dei denari pubblici che è da Terzo mondo.

- Vi è un altro problema sia economico che sanitario. Le carte geologiche ci dicono che nelle zone indicate dal progetto c’è un sacco di amianto, ma questo aspetto viene ignorato e non previsto nei costi. Qualora si ponesse il problema dello smaltimento con aumenti vertiginosi nei costi, non ne pagheranno le conseguenze progettisti e costruttori, ma pagherà lo Stato, ossia tutti noi. Ad esempio lo Stato nell’agosto del 2016 ha stanziato ulteriori un miliardo e 600 milioni di euro. È certo che da quell’enome buco usciranno migliaia di tonnellate di amianto che verranno trasportate ovunque. Ma per il Cociv qui di amianto non ce ne sarebbe. Lo dice quindi lo stesso costruttore del Terzo Valico, quello che aveva “sbagliato” in pieno i dati delle analisi costi-benefici.
Eppure alla Castagnola e a Cravasco l’Arpa ha già denunciato la presenza di forti quantitativi di amianto. Nel 2011 Enel Green power fece decine di sondaggi sul monte Porale (a 700 metri dai cantieri Cociv) in vista di un grande impianto eolico. Il valore massimo consentito è di 1000 milligrammi al chilo: ne trovarono 200.000, ossia 200 volte in più! Ovviamente l’Enel decise di rinunciare. Attualmente la Snam in zona, nel corso dei lavori per un metanodotto, trova amianto ovunque. Il Cociv sostiene di aver fatto mesi fa 13 prelievi, ma evidentemente li ha fatti dove non servivano. Del resto, contemporaneamente a queste “rassicurazioni” la magistratura intercettava comunicazioni fra i massimi dirigenti Cociv in cui si afferma che c’è il problema di 4 milioni di metri cubi di roccia verde contenente amianto.
Nello stesso tempo l’Arpa questa estate trovava grandi quantità di roccia amiantifera depositata in un piazzale come fosse roccia normale. Il responsabile dell’Arpa sostiene che i fondi disponibili e il personale limitato non consentono un controllo di una così ampia quantità di terra e dei circa 200 camion giornalieri diretti o provenienti da ben 15 siti.
Solo il Cociv non troverebbe amianto con valori alti (oltre i 1000 milligrammi), e allora perché nei cantieri ove si ampliano strade per consentire il passaggio a giganteschi camion appare il cartello “Attenzione rischio amianto”. Amianto che si vede ad occhio nudo nella roccia verdastra che viene rimossa dagli escavatori, sollevando polvere. A tutela di chi lavora o transita si vedono alcuni teli laceri distesi sulle superfici rimosse e, ma non sempre, qualche mascherina di garza.
Nel corso della trasmissione vengono interpellati alcuni autisti di camion che viaggiano intorno ai cantieri e alle cave e in questo caso presso il Basso Pieve di Novi.
Sorprendente è sentire che, oltre a quelli provenienti dai cantieri o dalle cave di Pozzolo, ve n’è uno che afferma di venire da Formigliana. Un paese, fra Vercelli e Biella, che nulla avrebbe a che fare con le cave del Terzo Valico; noto per avere sul proprio territorio una centrale a carbone e una discarica relativa alle scorie della centrale. In più la ditta che se ne occupava è già stata condannata per traffico illecito.

- Il servizio ricorda che in Parlamento era arrivata la proposta di ridurre la soglia del limite massimo di amianto da 1000 a 100, proposta bocciata poiché comportava costi troppo elevati per lo smaltimento, ignorando completamente qualsiasi aspetto relativo alla salute degli operai e delle popolazioni. 
Il giornalista chiede a un componente del vecchio Osservatorio ambientale nel periodo 1996-2001 per quali motivi non fosse emerso subito l’aspetto rischio amianto. La risposta è secca. Tutti sapevamo della presenza sicura di pietra verde e la segnalammo, ma senza darvi eccessiva importanza perché già allora eravamo convinti che l’opera non servisse a niente e infatti i progetti vennero bocciati per ben tre volte;  di conseguenza era inutile affrontare un problema che non dovevamo esaminare. Poi nel 2002 arrivò la Legge Obiettivo e ogni possibilità di critica fu impedita.

- Infine riprende l’intervista a Marco Ponti che afferma
Il Cociv non ha fatto alcuna gara di appalto. Io non ho parole per commentare che si sia affidata senza gara una roba da oltre 6 miliardi, per di più proprio due giorni prima che scattasse la legge dell’obbligo europeo a fare le gare.
Affidare un lavoro di tale costo e firmare un atto di questo genere è cosa da codice penale.
 Questa affermazione ricorda a distanza di 24 anni quanto il Comitato NO al Supertreno MI-GE scrisse nella prima delle 86 pagine del fascicolo di Osservazioni al TAV : “La questione presenta peculiarità tali da far ritenere che il luogo più indicato in cui dibattere debba essere l’aula del Tribunale e non il Servizio di V.I.A. Del Ministero all’Ambiente”.
Infine Pecoraro intervista l’Amministratore delegato delle Ferrovie e il ministro Del Rio che, chiaramente infastiditi, svicolano su ogni osservazione e negano evidenze.


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