giovedì 11 febbraio 2016

TERZO VALICO: LE ULTIME NOTIZIE


Quello che dicono i politici:

«Una stagione nuova per il terzo Valico»

Finalmente, con la prima riunione tra il nuovo commissario di governo e i sindaci del territorio interessato, si può aprire una stagione nuova per la realizzazione del Terzo Valico. Conosco e apprezzo le qualità della dottoressa Romano proprio nel delicatissimo campo della concertazione territoriale, che è esattamente ciò che serve per fare in modo che quest’opera così importante per l’Italia possa realizzarsi nel migliore dei modi, non solo dando alle popolazioni il massimo delle garanzie sul fronte ambientale, ma anche producendo nei limiti del possibile vantaggi per le comunità locali. L’elenco delle cose che si possono fare è noto e molto articolato. Colgo positivamente lo stimolo di Oliviero Toscani, a puntare sul recupero del patrimonio edilizio esistente quale soluzione per gli insediamenti delle maestranze impegnate nei cantieri. È uno dei punti sui quali, da anni, insieme agli amministratori, ho sempre insistito.

Sen. DANIELE BORIOLI

ALESSANDRIA
(La Stampa)



Ad Arquata Scrivia durante l'assemblea sul Terzo valico

L'appello dei medici: "Fermate quei lavori"


Giampiero Carbone

In Italia ci sono mille nuovi casi di tumore al giorno, di cui il 35% riguardano il polmone, per questo opere come il Terzo valico vanno fermate. Sono le parole della dottores­sa Maura Arbuffi, oncologa di Alessandria, intervenuta vener­dì scorso all'assemblea organiz­zata ad Arquata Scrivia dal co­mitato No Terzo valico per fare il punto sulla questione amian­to, a causa del quale il Cociv ha sospeso l'assegnazione dei lavori per lo scavo del tunnel di Valico, l'opera principale di tut­to il progetto da 6,2 miliardi. "C'è una connessione diretta - ha detto il medico alessandri­no - tra l'amianto-asbesto e il cancro al polmone. Anche con una sola fibra respirata c'è una certezza matematica di contrar­re una malattia fatale, che si manifesta in circa 8 anni. Il pro­blema riguarda non solo le fibre nell'aria, ma anche quelle nelle rocce scavate. Nella nostra zona ogni movimento di terra deter­mina un rischio concreto per la notevole presenza di amianto naturale, senza contare gli altri contaminanti in una provincia che, per rimanere solo in que­sta zona, deve già fare i conti con la ex Fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo, la Solvay a Spinetta e altro. Una situazione che porterà anche a un aumento dei costi sociali a carico del ser­vizio sanitario nazionale e socio assistenziali, con conseguenze sulla salute dei nostri figli e dei nostri nipoti, considerando anche - ha proseguito Maura Arbuffi - anche le polveri sottili causate dal traffico pesante e l'inquinamento delle falde ac­quifere. Il buon senso impone che certe opere, come il Terzo valico, vengano fermate". Come ha ricordato l'ingegner Francesco De Milato, tutti fino a poco tempo fa negavano il problema amianto, "a parte il Cociv, persino il consiglio na­zionale delle ricerche, l'allora sottosegretario Improta e il senatore Daniele Borioli. Tutti hanno ignorato le prescrizioni della Regione e della Provincia datate 2005, che evidenziavano invece il rischio concreto di tro­vare amianto nello scavo della galleria. Dal 2013 noi abbiamo lanciato l'allarme basandoci su documento pubblici ma abbia­mo persine ricevuto telefona­te da funzionari regionali che ci hanno detto di stare attenti poiché rischiavamo di essere accusati di procurato allarme poiché, a loro dire, il problema non esisteva. Eppure - ha pro­seguito De Milato - tutti sape­vano che sul monte Porale, in alta val Lemme, le quantità di amianto trovate erano fino a 2,5 etti per chilo. Poi è scoppiato il caso Cravasco e ora il Cociv, che non ha voluto tenere conto dei costi per lo smaltimento dell'amian­to (1,5 miliardi di euro in più), annuncia anche la possibilità che i bandi per la realizzazio­ne del tunnel di valico appena sospesi non vengano neanche più ripubblicati, quindi senza assegnazione dei lavori. A que­sto punto, l'unica soluzione è lo stop definitivo all'opera". Sabato scorso, propria a Cravasco (Campomorone), circa 200 persone hanno nuovamen­te manifestato per chiedere la chiusura definitiva del cantiere del Terzo valico. Il corteo, parti­to da Isoverde, è arrivato a de­stinazione organizzando quindi un presidio di fronte ai cancelli del cantiere, dove l'attività, a quanto pare, sta andando anco­ra a rilento dopo il doppio bloc­co dei lavori di luglio e settem­bre dello scorso anno, proprio a causa dell'amianto, situazione oggetto di indagini da parte della procura ligure. Gli attivisti hanno evidenzia­to, in un comunicato del coor­dinamento valverde No Tav, "il malaffare e la devastazione che porta questa grande opera sul nostro territorio, con la consa­pevolezza che l'unico mezzo per fermarla è la partecipazione at­tiva di ognuno".

(Il Nostro Giornale)

Quello che fanno i funzionari:

L'architetto visiterà tutti i cantieri, I sindaci Pd temono l'informazione

Iolanda Romano, un commissario in tour

(g.c.) "Incontrerò singolar­mente sul territorio i sindaci dei Comuni interessati dall'opera", Iolanda Romano, neo commis­sario straordinario del Terzo valico, lunedì si è presentata, accanto al prefetto Romilda Tafuri e a Mauro Bonaretti, (capo di gabinetto del ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio) agli amministratori locali e ai giornalisti annunciando un tour nei cantieri e nei municipi. Per l'architetto torinese si pro­spetta quindi fitto il calendario dei prossimi mesi. "Ascolterò - ha detto la pro­fessionista - ogni problemati­ca emersa e fin qui non ancora affrontata. Gli amministratori locali sono i miei primi inter­locutori". Come annunciato dal suo curriculum, il nuovo commissario, nominato dal go­verno un anno e mezzo dopo il mancato rinnovo dell'incarico a Walter Lupi, punterà a rende­re "partecipata" la costruzione del Terzo valico, dialogando con tutti, "anche con chi è con­trario all'opera, se vorrà con­frontarsi". Il neo commissario non si è
espresso su questioni impor­tanti come l'amianto e il rischio di distruzione delle fonti: "Quel­lo odierno - ha detto - è solo il primo atto. Valuteremo ogni questione al meglio ma serve un'istruttoria per rispondere a quanto sollevato dai sindaci". Iolanda Romano ha detto di essere a conoscenza del conten­zioso avviato dal Cociv contro le nuove norme imposte dal mini­stero dell'Ambiente sul campio­namento della fibra killer nelle rocce scavate: "Chiederò di conoscere gli atti per avere un quadro preciso. Il mio compito è quello di garantire l'interes­se pubblico nella realizzazione dell'opera, quindi di tutelare i cittadini". I sindaci hanno consegnato un lungo elenco, nel quale sono riportate questioni come le mancate ricadute occupaziona­li del Terzo valico e le opere di accompagnamento territoriale richieste al Cociv. Resta l'os­sessione degli amministratori locali (tranne rare eccezioni) per l'informazione sul Terzo va­lico, a loro dire "monopolizzata dai giornalisti No Tav", quando proprio da parte loro e dal loro partito di riferimento, il Pd, la comunicazione è del tutto ca­rente, proprio come dal Cociv. Fra le novità emerse dall'in­contro, l'avvio a Roma dell'iter per la cancellazione dello shunt tra Novi e Pozzolo, richiesto da anni dall'amministrazione novese allo scopo di far transitare i treni del Terzo valico in città per far tornare ai livelli di un tempo l'attività dello scalo di SanBovo. Bonaretti ha risposto così a una domanda sui fondi disponi­bili per il Terzo valico: "È stato finanziato il terzo lotto.- Sui re­stanti la domanda non si pone: l'opera è fondamentale ed è utile a eliminare i camion dalle strade". Teoria mai dimostrata e smentita dagli stessi operato­ri del settore.
(Il Nostro Giornale)

 

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