Quello che dicono i politici:
«Una
stagione nuova per il terzo Valico»
Finalmente,
con la prima riunione tra il nuovo commissario di governo e i sindaci
del territorio interessato, si può aprire una stagione nuova per la
realizzazione del Terzo Valico. Conosco e apprezzo le qualità della
dottoressa Romano proprio nel delicatissimo campo della concertazione
territoriale, che è esattamente ciò che serve per fare in modo che
quest’opera così importante per l’Italia possa realizzarsi nel
migliore dei modi, non solo dando alle popolazioni il massimo delle
garanzie sul fronte ambientale, ma anche producendo nei limiti del
possibile vantaggi per le comunità locali. L’elenco delle cose che
si possono fare è noto e molto articolato. Colgo positivamente lo
stimolo di Oliviero Toscani, a puntare sul recupero del patrimonio
edilizio esistente quale soluzione per gli insediamenti delle
maestranze impegnate nei cantieri. È uno dei punti sui quali, da
anni, insieme agli amministratori, ho sempre insistito.
Sen.
DANIELE BORIOLI
ALESSANDRIA
(La Stampa)
Ad
Arquata Scrivia durante l'assemblea sul Terzo valico
L'appello dei medici: "Fermate quei lavori"
In
Italia ci sono mille nuovi casi di tumore al giorno, di cui il 35%
riguardano il polmone, per questo opere come il Terzo valico vanno
fermate. Sono le parole della dottoressa Maura Arbuffi, oncologa
di Alessandria, intervenuta venerdì scorso all'assemblea
organizzata ad Arquata Scrivia dal comitato No Terzo valico
per fare il punto sulla questione amianto, a causa del quale il
Cociv ha sospeso l'assegnazione dei lavori per lo scavo del tunnel di
Valico, l'opera principale di tutto il progetto da 6,2 miliardi.
"C'è una connessione diretta - ha detto il medico alessandrino
- tra l'amianto-asbesto e il cancro al polmone. Anche con una sola
fibra respirata c'è una certezza matematica di contrarre una
malattia fatale, che si manifesta in circa 8 anni. Il problema
riguarda non solo le fibre nell'aria, ma anche quelle nelle rocce
scavate. Nella nostra zona ogni movimento di terra determina un
rischio concreto per la notevole presenza di amianto naturale, senza
contare gli altri contaminanti in una provincia che, per rimanere
solo in questa zona, deve già fare i conti con la ex
Fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo, la Solvay a Spinetta e
altro. Una situazione che porterà anche a un aumento dei costi
sociali a carico del servizio sanitario nazionale e socio
assistenziali, con conseguenze sulla salute dei nostri figli e dei
nostri nipoti, considerando anche - ha proseguito Maura Arbuffi -
anche le polveri sottili causate dal traffico pesante e
l'inquinamento delle falde acquifere. Il buon senso impone che
certe opere, come il Terzo valico, vengano fermate". Come ha
ricordato l'ingegner Francesco De Milato, tutti fino a poco tempo fa
negavano il problema amianto, "a parte il Cociv, persino il
consiglio nazionale delle ricerche, l'allora sottosegretario
Improta e il senatore Daniele Borioli. Tutti hanno ignorato le
prescrizioni della Regione e della Provincia datate 2005, che
evidenziavano invece il rischio concreto di trovare amianto
nello scavo della galleria. Dal 2013 noi abbiamo lanciato l'allarme
basandoci su documento pubblici ma abbiamo persine ricevuto
telefonate da funzionari regionali che ci hanno detto di stare
attenti poiché rischiavamo di essere accusati di procurato allarme
poiché, a loro dire, il problema non esisteva. Eppure - ha
proseguito De Milato - tutti sapevano che sul monte Porale,
in alta val Lemme, le quantità di amianto trovate erano fino a 2,5
etti per chilo. Poi è scoppiato il caso Cravasco e ora il Cociv, che
non ha voluto tenere conto dei costi per lo smaltimento dell'amianto
(1,5 miliardi di euro in più), annuncia anche la possibilità che i
bandi per la realizzazione
del tunnel di
valico appena sospesi non vengano neanche più ripubblicati, quindi
senza assegnazione dei lavori. A questo punto, l'unica soluzione
è lo stop definitivo all'opera". Sabato scorso, propria a
Cravasco (Campomorone), circa 200 persone hanno nuovamente
manifestato per chiedere la chiusura definitiva del cantiere del
Terzo valico. Il corteo, partito da Isoverde, è arrivato a
destinazione organizzando quindi un presidio di fronte ai
cancelli del cantiere, dove l'attività, a quanto pare, sta andando
ancora a rilento dopo il doppio blocco dei lavori di luglio
e settembre dello scorso anno, proprio a causa dell'amianto,
situazione oggetto di indagini da parte della procura ligure. Gli
attivisti hanno evidenziato, in un comunicato del coordinamento
valverde No Tav, "il malaffare e la devastazione che porta
questa grande opera sul nostro territorio, con la consapevolezza
che l'unico mezzo per fermarla è la partecipazione attiva di
ognuno".
(Il Nostro Giornale)
Quello che fanno i funzionari:
L'architetto
visiterà tutti i cantieri, I sindaci Pd temono l'informazione
Iolanda Romano, un commissario in tour
(g.c.)
"Incontrerò singolarmente sul territorio i sindaci dei
Comuni interessati dall'opera", Iolanda Romano, neo commissario
straordinario del Terzo valico, lunedì si è presentata, accanto al
prefetto Romilda Tafuri e a Mauro Bonaretti, (capo di gabinetto del
ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio) agli amministratori
locali e ai giornalisti annunciando un tour nei cantieri e nei
municipi. Per l'architetto torinese si prospetta quindi fitto il
calendario dei prossimi mesi. "Ascolterò - ha detto la
professionista - ogni problematica emersa e fin qui non
ancora affrontata. Gli amministratori locali sono i miei primi
interlocutori". Come annunciato dal suo curriculum, il
nuovo commissario, nominato dal governo un anno e mezzo dopo il
mancato rinnovo dell'incarico a Walter Lupi, punterà a rendere
"partecipata" la costruzione del Terzo valico, dialogando
con tutti, "anche con chi è contrario all'opera, se vorrà
confrontarsi". Il neo commissario non si è
espresso
su questioni importanti come l'amianto e il rischio di
distruzione delle fonti: "Quello odierno - ha detto - è
solo il primo atto. Valuteremo ogni questione al meglio ma serve
un'istruttoria per rispondere a quanto sollevato dai sindaci".
Iolanda Romano ha detto di essere a conoscenza del contenzioso
avviato dal Cociv contro le nuove norme imposte dal ministero
dell'Ambiente sul campionamento della fibra killer nelle rocce
scavate: "Chiederò di conoscere gli atti per avere un quadro
preciso. Il mio compito è quello di garantire l'interesse
pubblico nella realizzazione
dell'opera, quindi
di tutelare i cittadini". I sindaci hanno consegnato un lungo
elenco, nel quale sono riportate questioni come le mancate ricadute
occupazionali del Terzo valico e le opere di accompagnamento
territoriale richieste al Cociv. Resta l'ossessione degli
amministratori locali (tranne rare eccezioni) per l'informazione sul
Terzo valico, a loro dire "monopolizzata dai giornalisti No
Tav", quando proprio da parte loro e dal loro partito di
riferimento, il Pd, la comunicazione è del tutto carente,
proprio come dal Cociv. Fra le novità emerse dall'incontro,
l'avvio a Roma dell'iter per la cancellazione dello shunt tra Novi e
Pozzolo, richiesto da anni dall'amministrazione novese allo scopo di
far transitare i treni del Terzo valico in città per far tornare ai
livelli di un tempo l'attività dello scalo di SanBovo. Bonaretti ha
risposto così a una domanda sui fondi disponibili per il Terzo
valico: "È stato finanziato il terzo lotto.- Sui restanti
la domanda non si pone: l'opera è fondamentale ed è utile a
eliminare i camion dalle strade". Teoria mai dimostrata e
smentita dagli stessi operatori del settore.
(Il Nostro Giornale)
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