Aiab - Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica - Fai -
Federbio - ISDE - Legambiente - Lipu - Wwf
Comunicato stampa
#CAMBIAMOAGRICOLTURA
SERVE UNA RIFORMA RADICALE DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE (PAC)
DA OGGI PETIZIONE ONLINE AL SITO WWW.CAMBIAMOAGRICOLTURA.IT
PER CHIEDERE UNA NUOVA AGRICOLTURA CHE GARANTISCA CIBO DI
QUALITA’, RISPETTO PER LA SALUTE E TUTELA DELLA NATURA
Cambiare in modo radicale la Politica agricola comune (Pac), per
premiare gli agricoltori più rispettosi dell’ambiente ed amici della natura e
per produrre alimenti sani e rispettosi della salute dei consumatori. E’ online
da oggi sul sito www.cambiamoagricoltura.it
la raccolta firme promossa dalle Associazioni Ambientaliste e dell’Agricoltura
Biologica rivolta sia a cittadini che ad Associazioni, per chiedere un
cambiamento radicale e decisivo della politica agricola europea. La campagna #CambiamoAgricoltura,
supportata dalla Fondazione Cariplo, è parte della campagna europea Living
Land, avviata in data odierna mentre si sta svolgendo la consultazione
pubblica voluta dalla Commissione europea sul futuro della Pac, consultazione
che terminerà il 2 maggio.
Per decenni, di riforma in riforma, l’Unione europea non ha saputo
correggere gli effetti distorsivi di una Politica agricola che, pagata con i
soldi dei cittadini europei, ha favorito un ristretto numero di grandi
aziende agricole intensive a discapito dei produttori estensivi, più
sensibili al rispetto dell’ambiente, del benessere animale e della biodiversità,
come molti produttori biologici o biodinamici. Una Pac che, così com’è
formulata ora, contribuisce alla perdita di biodiversità e habitat naturali, al
cambiamento climatico, al degrado del paesaggio, all’erosione del suolo, alla
scarsità d’acqua, così come all’inquinamento delle acque e dell’aria.
“Per cambiare in modo radicale la Pac è essenziale che il
maggior numero di persone e associazioni facciano sentire la loro voce per
chiedere un’altra agricoltura che tuteli la salute delle persone e dell’ambiente
– dichiarano le Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica che
appoggiano la campagna “Cambiamo Agricoltura”– vogliamo far sapere alla
Commissione europea che il sistema agricolo europeo va cambiato e per questo
serve una vera riforma della Pac”.
Sono quattro i requisti essenziali indicati
dalle Associazioni per la prossima riforma della Pac: “La riforma dovrà
essere: giusta per gli agricoltori, i lavoratori salariati agricoli e le
comunità rurali; sostenibile per l’ambiente e il paesaggio, per avere
acqua pulita, un suolo fertile, per rispettare il benessere degli animali e
garantire la tutela della natura; sana per il nostro cibo e per il
benessere di tutti; responsabile per proteggere il futuro del pianeta e del
clima, per un’agricoltura veramente sostenibile a livello globale”.
Una nuova e ulteriore conferma del fallimento della PAC attuale,
basata sui pagamenti diretti alle aziende con il primo pilastro, e della scarsa
volontà dell’Europa di cambiare la rotta di questa politica, è il dossier
presentato pochi giorni fa, il 29 marzo, dalla Commissione europea sulle Efa
(Ecological focus areas), ossia quelle aree pari al 5% dei terreni agricoli
seminativi aziendali che dovrebbero essere dedicate alla tutela della
biodiversità, in cambio del pagamento “Greening” (il 30% delle risorse del
primo pilastro della Pac). Il rapporto evidenzia che la maggior parte delle Efa
è costituita oggi da colture azotofissatrici che non contribuiscono
sensibilmente alla conservazione della natura; inoltre il rapporto non contiene
un’analisi dell’impatto delle Efa sulla biodiversità e si conclude con la
decisione di non alzare la percentuale dal 5% al 7%, come consentito dai
regolamenti, a conferma, appunto, di una scarsissima attenzione per l’ambiente
e per la tutela della natura.
Anche questa è la prova ulteriore del fallimento degli obiettivi
ambientali del primo pilastro della PAC e della necessità di trasferire risorse
dal primo al secondo pilastro per sostenere le iniziative del territorio in
termini di servizi ecosistemici, di tutela della biodiversità, introducendo il
criterio dei pagamenti alle aziende agricole in base ai risultati ambientali
concreti raggiunti ed utili per la collettività.
Per partecipare alla consultazione online e cambiare la Pac, basta
un click sul sito www.cambiamoagricoltura.it
4 aprile
2017
GLI UFFICI
STAMPA:
Lipu – tel
340 3642091
Legambiente
– 06 86268399 - 53
Wwf –
Fai -
Federbio -
Aiab
-
Associazione
Italiana Agricoltura Biodinamica -
ISDE -
SCHEDA
LA POLITICA AGRICOLA COMUNE DELL’UNIONE EUROPEA IN ITALIA
L’attuale riforma della PAC 2014/2020 è stata definita dopo un
lungo e faticoso negoziato svolto per la prima volta secondo la procedura
legislativa ordinaria introdotta con il Trattato di Lisbona (art. 294 del
TFUE), che ha coinvolto Parlamento europeo, Consiglio e Commissione.
QUANTO COSTA OGGI LA PAC:
Le risorse destinate alla PAC corrispondono complessivamente al
38% dell’intero bilancio dell’Unione Europea.
I finanziamenti della PAC per il periodo 2014 – 2020 per l’Italia
ammontano a 52 miliardi di euro (41,5% miliardi fondi UE e 10,5
miliardi fondi nazionali), suddivisi come segue:
- Pagamenti diretti (primo pilastro): 27 miliardi di euro (fondi UE)
- OCM (Organizzazione comune di mercato) vino e ortofrutta: 4 miliardi di euro (fondi UE)
- Sviluppo rurale (secondo pilastro): 21 miliardi di euro (10,5 miliardi fondi UE e 10,5 miliardi fondi nazionali)
Le aziende agricole in Italia al 2010 (fonte censimento ISTAT)
erano 1.620.844. Oggi 1.136.240 aziende percepiscono un premio dal primo
pilastro della PAC 2014 – 2020 (le aziende che fino al 2013 percepivano
meno di 250 euro/anno dal primo pilastro della PAC sono oggi escluse dai
pagamenti diretti).
In Italia la superficie media aziendale dichiarata è pari a 8
ettari a fronte dei 52 ettari della Francia, i 46 ettari della Germania,
e i 24 ettari della Spagna.
Sono 780.000 gli agricoltori italiani che continuano a
ricevere, su base annua, meno di 1.250 euro di finanziamenti. Per altri
353.000 agricoltori i pagamenti diretti della PAC sono compresi tra i 2.000 e
10.000 euro. Sono invece solo 2.950 gli agricoltori italiani che beneficiano
maggiormente della PAC, con contributi annui che vanno da 100.000 e oltre
300.000 euro insieme alle 290 aziende che ottengono tra i 300.000 e
500.000 euro l’anno.
Il 52% delle risorse della PAC sono pertanto distribuite a pioggia essenzialmente
come rendita fondiaria, senza nessun beneficio diretto per l’ambiente o per
una conversione verso un’agricoltura più sostenibile e con risultati concreti
verificabili in termini di minore impatto ambientale e maggiore salubrità del
cibo che consumiamo.
COS’E’ E COSA PREVEDE IL GREENING:
La principale novità della PAC 2014 – 2020 nell’ambito del primo
pilastro doveva essere il “greening”, le misure obbligatorie aggiuntive a
favore dell’ambiente e della biodiversità che motivavano l’investimento delle
risorse pubbliche dell’Unione Europea nell’agricoltura. Il “greening” alla
prova dei fatti si è dimostrato essere un autentico “imbroglio ecologico”:
Sulla base del Regolamento UE della PAC il “greening” prevede:
- Diversificazione delle colture
- Mantenimento dei prati e pascoli permanenti (non arati da almeno 5 anni)
- Destinazione del 5% della SAU a seminativi alle Aree d’interesse ecologico (EFA)
In realtà:
Il 57% della superficie agricola in Italia, che corrisponde a più
del 90% delle aziende agricole, non deve rispettare le regole che proteggono la
biodiversità. In Italia il 57% della superficie agricola utilizzata (SAU) non
è sottoposta all’obbligo di costituire l’area di valenza ambientale che
comprende fasce tampone, alberi, siepi e stagni.
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