Torino, 10 dicembre 2014 Comunicato stampa
Al via Pendolaria, la
campagna di Legambiente dedicata al trasporto ferroviario pendolare.
In Piemonte treni tagliati del 7,5% negli ultimi 4 anni, una delle
situazioni peggiori d’Italia
Legambiente:
“Altro che grandi opere, i soldi della Tav e Terzo Valico vengano
utilizzati per ripristinare le 14 linee tagliate ai pendolari”
Negli ultimi anni i
pendolari del Piemonte hanno vissuto un’autentica beffa, perché
oltre ad avere subito i maggiori aumenti del costo dei biglietti,
hanno visto dal 2010 ad oggi cancellare ben 14 linee ferroviarie:
Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano,
Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba,
Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso,
Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Vercelli-Casale Monferrato,
Novara-Varallo Sesia e Sesto
Calende-Oleggio. Quest'ultima tratta fa parte della storica linea
Luino-Sesto Calende-Novara ed è stata soppressa senza alcun
preavviso. “A piedi” sono
rimasti i pendolari (tra cui molti studenti) che non hanno trovato
alcun mezzo sostitutivo. Le proteste si sono levate sia sulla sponda
lombarda del lago Maggiore che per i viaggiatori della tratta Sesto
Calende–Oleggio–Novara.
La tratta in questione è lunga solo 15 km ma la sua chiusura
costringe a cambi obbligati e tempi di percorrenza più che
raddoppiati.
Legambiente
punta i propri riflettori, con il lancio della campagna Pendolaria
2014, sullo stato del
trasporto ferroviario regionale, che rispecchia tristemente
quanto poco hanno fatto in questi anni Regioni e Governi e
quanto le situazioni già critiche dei pendolari siano diventate
insopportabili. Dal 2010 ad oggi, infatti, si possono
complessivamente stimare a livello nazionale tagli pari al 6,5% del
servizio ferroviario, che in Piemonte hanno addirittura raggiunto il
7,5%.
“I
tagli degli ultimi anni alla rete ferroviaria piemontese sono una
ferita aperta per le
migliaia di pendolari
che ogni giorno, nonostante i mille ostacoli, cercano di raggiungere
il proprio posto di lavoro in treno. Una ferita che è ancor più
dolorosa per chi si è trovato costretto a sostituire il treno col
proprio mezzo privato, soluzione più costosa, scomoda, pericolosa ed
inquinante -dichiara Fabio
Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-.
Ci auguriamo che la Giunta Chiamparino voglia bloccare la lenta
agonia del trasporto ferroviario e rilanciarlo anche come strumento
utile al miglioramento della qualità dell’aria in una regione che
soffre endemicamente di smog. In tal senso è positivo si stia
avviando l’iter per la messa
a gara del servizio
anche se passeranno anni prima di poter toccare con mano i relativi
benefici. Nell’attesa chiediamo alla Regione che si adoperi fin
d’ora per abbandonare grandi opere di cui i cittadini non sentono
minimamente il bisogno, come Tav e Terzo Valico, destinando quei
fondi alla riattivazione del servizio ferroviario pendolare, proprio
a partire dalle 14 linee soppresse”.
Come evidenzierà nel
dettaglio il Rapporto Pendolaria che Legambiente
presenterà il 18 dicembre, rispetto al 2009 le risorse
da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su
gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state
trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga
parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né
di attenzioni per recuperare la situazione. In Piemonte fanno
eccezione gli sforzi per l’attivazione del Servizio
Ferroviario Metropolitano torinese che con le sue 8 linee e un
orario cadenzato costituisce finalmente una valida alternativa al
mezzo privato per chi ogni giorno si sposta verso Torino o al suo
interno. Servizio che potrebbe essere ulteriormente funzionale se
venissero aperte le stazioni ferroviarie sotterranee di Dora e
Zappata, consegnate al “grezzo” da diversi anni e che, nonostante
i relativi progetti esecutivi, aspettano ancora i 39
milioni e 750 mila euro ministeriali per essere completate e
rese operative.
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