Torino, 11 dicembre
2018
Comunicato stampa
Legambiente con il
lancio della campagna Pendolaria accende i riflettori su 26 infrastrutture senza
risorse, che interessano oltre 12 milioni di italiani
Pendolaria 2018,
Legambiente: “Altro che Tav, ecco le priorità per i
pendolari”
Altro che autostrade
e Tav, le vere incompiute italiane sono 26 opere, bloccate
e senza risorse, che aiuterebbero invece a migliorare la vita dei
pendolari. Linee di metropolitane e tram e collegamenti ferroviari di cui
potrebbero beneficiare oltre 12 milioni di persone se si investisse in una seria
cura del ferro. Come
ogni anno, all’entrata in vigore dell’orario invernale, Legambiente lancia la campagna Pendolaria presentando una prima
analisi dei dati più rilevanti che riguardano la situazione del trasporto
ferroviario regionale in Italia.
“Dopo l’imponente manifestazione No
Tav di sabato scorso a Torino vogliamo ribadire con numeri alla mano le ragioni
della nostra mobilitazione a fianco di chi ogni giorno prende il treno per
andare a lavorare, a scuola o all’università -dichiara Fabio Dovana, presidente di
Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Dal 2002 ad oggi i finanziamenti
statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade.
Queste priorità vanno cambiate altrimenti sarà impossibile dare una speranza ai
pendolari offrendo un’alternativa davvero più competitiva, economica e
sostenibile rispetto all'automobile privata. Nelle aree urbane vive il 42% della
popolazione nazionale, ed è qui che si concentrano i maggiori ritardi
infrastrutturali rispetto al resto d’Europa, e soprattutto congestione del
traffico e inquinamento. Per questo la priorità di investimento dei prossimi
anni in Piemonte non è un’opera inutile e dannosa come la Tav ma la
riattivazione delle 14 linee ferroviarie soppresse negli anni scorsi e la
realizzazione della linea 2 della metropolitana di
Torino”.
Tra il 2011 e il 2012 in Piemonte
sono state soppresse 12 linee ferroviarie al servizio passeggeri, a cui si sono
aggiunte ulteriori 2 linee negli anni successivi. Si tratta di oltre 483 km di
linee in un bacino che conta quasi un decimo della popolazione regionale e dove
risiedono circa 420 mila abitanti.
La sola linea Santhià-Arona serviva un territorio con un bacino d’utenza di
oltre 100.000 persone. Prima della chiusura, a causa di scarsi investimenti ed
insufficiente offerta del servizio, l’afflusso di passeggeri su queste linee si
era ridotto a circa 14 mila passeggeri al giorno, ma il mercato potenziale è di
60/80mila passeggeri al giorno.
Nello specifico per le linee Asti-Alba, Asti-Casale e Castagnole-Alessandria,
gli importanti lavori di consolidamento fondamentali per la riapertura sono
ancora in fase di progettazione e si prevede una durata di circa 3 anni dal
momento dell’assegnazioni dei fondi, circa 15 milioni di euro, su cui però la
Regione non ha dato tempi certi, e che comunque secondo uno studio dell’Agenzia
per la Mobilità Piemontese comprenderanno solo una minima parte dei costi
necessari. Il costo stimato per la riapertura al servizio delle linee è di 143 milioni di euro, mentre
servirebbero 55 milioni di euro
per ripristinare e potenziare il servizio.
Un’altra priorità per Legambiente è
la realizzazione della linea 2 della
metropolitana a Torino. Nelle scorse settimane è stato definito il
tracciato di circa 26 km e 33 fermate tra le stazioni Anselmetti e Rebaudengo,
con i treni che arriveranno a Sud Ovest fino a Orbassano mentre, a Nord Est,
raggiungeranno San Mauro, con una deviazione da via Bologna. Si stima che nel
2030, con l’intera rete completata, la nuova linea potrebbe raccogliere circa 300 mila spostamenti giornalieri, dei
quali 170 mila sottratti all’uso dell’auto privata, consentendo di ridurre le
emissioni di CO2 di 30 mila tonnellate annue. Ad oggi però non ci
sono certezze sul finanziamento dell’opera che per essere realizzata richiede un
investimento di circa 2 miliardi di
euro.
La
campagna Pendolaria di Legambiente accende poi i riflettori
sull’età dei
treni in circolazione rispetto a cui si può finalmente parlare di buone notizie.
Grazie alle immissioni di nuovi convogli di Trenitalia l’età media nazionale del
materiale rotabile scende al valore di 15,4 anni. E in Piemonte il dato scende
ulteriormente a 12,4 anni di età media per i treni, con un miglioramento
tra il 2015 e il 2018 del -4,8% (differenza età media materiale
rotabile).
Non
c’è invece nessuna buona notizia rispetto alla situazione che vivono coloro che
ogni giorno prendono i treni sulla tratta Settimo Torinese-Pont Canavese,
linea di 40 km, gestita da GTT e parte della linea 1 del Sistema Ferroviario
Metropolitano di Torino, indicata un anno fa da Legambiente come una delle 10
linee peggiori d’Italia. I pendolari della linea continuano a lamentare disagi
provocati da treni cancellati senza preavviso con frequenze inadeguate. L’età
dei convogli sfiora i 30 anni; la loro composizione in molti casi risulta del
tutto inadeguata. I ritardi, ormai cronici nelle ore di punta, non scendono
quasi mai sotto i venti minuti e con molti treni che si fermano a Rivarolo,
costringendo chi continua per Pont Canavese a dover prendere un autobus con
ulteriore perdita di tempo. Addirittura in questo caso si nota un peggioramento
rispetto allo scorso anno perché i convogli al momento devono viaggiare tra
Settimo Torinese e Rivarolo Canavese alla velocità massima di 50 km/h a causa
della mancanza dei nuovi sistemi di sicurezza.
Per
il dossier Pendolaria 2018:
Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle
d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806
www.legambientepiemonte.it – www.facebook.com/legambientepiemontevalledaosta
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