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Le
recenti prese di posizione dei Sindaci della val Roja, che hanno quasi
raggiunto un accordo per vietare il transito ai mezzi pesanti superiori alle 19
tonnellate, è finalmente una nota di chiarezza apprezzabile.
La Val
Roja, per chi la transita e la conosce, non è certo una valle adatta al
transito di mezzi pesanti, e la sua morfologia non si presta, sul lungo
termine, ad ulteriori significativi miglioramenti delle condizioni di
viabilità.
Paesi
antichi con strade strette, angusti sottopassi della linea ferroviaria a senso
alternato, lunghe gallerie a doppio senso non sono certo condizioni adatte al
transito dei TIR.
Una
vocazione prevalentemente turistica ed un costante maggiore impegno a
valorizzare le risorse naturali e storiche dei Comuni sono un dato di fatto.
Il
valico del Tenda e la Valle Roja non devono essere considerati come un asse del
trasporto internazionale. Non ha senso che un TIR che transita tra Spagna e
Austria, ad esempio, possa passare per la Val Roja al solo scopo di risparmiare
pedaggi autostradali.
Secondo la Regione Piemonte (Il
traffico delle merci attraverso l’arco alpino occidentale. 2000-2009) :
”Il Colle di Tenda
è collegato alla città di Cuneo grazie alla Strada Statale 20 per poi
proseguire in
Francia lungo la
RN204 dopo aver superato la galleria di valico e il confine (1.320 metri sopra
il livello del mare). Il collegamento fa parte dell’itinerario europeo E74 e
consente di unire agevolmente il capoluogo piemontese con Ventimiglia e la
Costa Azzurra. Il valico del Colle di Tenda ha un ruolo considerevole per la
sua posizione geografica, defilata rispetto al valico del Frejus e strategica
per la possibilità di collegarsi con le località marittime della costa francese
a tempi e costi ridotti rispetto all’utilizzo delle infrastrutture stradali
della Liguria”.
Questa definizione ci fa capire
chiaramente che la funzione del valico del Tenda è puramente locale e la sua
vocazione è il traffico leggero.
Se poi vogliamo soffermarci sui numeri,
il rapporto INTERALPES del 2013 mostra come nel 2012 siano transitati al Tenda
in media, al giorno, 159 autocarri contro 5044 autovetture; quindi il 3% del
totale.
Al valico non autostradale di
Ventimiglia nello stesso periodo sono transitati in media, al giorno, 158
autocarri e 11887 autovetture; a quello autostradale di Ventimiglia 3123
autocarri.
Quindi la percentuale di autocarri che
transita al Tenda è intorno al 4% di tutti i transiti pesanti verso la Francia dal basso Piemonte e dalla Liguria
(Tenda + Ventimiglia).
Non ci pare che modificare in parte una
simile bassa percentuale di traffico possa sconvolgere l’economia del Piemonte.
Infatti nel ridotto valore del 4% sono inclusi anche gli autocarri al di sotto
delle 19 tonnellate, che continuerebbero comunque a transitare.
Va ricordato che il tunnel del Tenda è
attualmente vietato ai TIR con altezza superiore ai 3,90 m; quindi non passano
quelli centinati, i porta-container e le bisarche, che costituiscono la
maggioranza del traffico pesante.
Attualmente il traffico verso la Francia
è dovuto, principalmente, a carichi di cemento, calce, materiali ferrosi,
animali, carni e merci varie, per un totale di un’ottantina di viaggi in
andata.
Quanto una variazione di tragitto verso
l’autostrada possa mettere in crisi questo tipo di export non è facile sapere,
anche perché parte delle merci sono di multinazionali, con punti alternativi di
produzione.
Il disastroso e disastrato progetto di
raddoppio della galleria del Tenda non deve far confondere le idee: un transito
agevolato al valico non ha nulla a che vedere con il resto del tracciato, che
permane tale e quale. Non deve certo costituire uno stimolo per essere usato
ancora di più dal traffico pesante. E’ indubbio, però, che finora il traffico a
senso alternato e la ridotta sezione del tunnel hanno rappresentato un rallentamento
per il traffico dei TIR. E’ probabile che il raddoppio della galleria (che con
i tempi e le condizioni attuali è molto remoto) sarà un incentivo al maggiore
traffico pesante. Verrà sicuramente rimosso il divieto per le altezze superiori
ai 3.90 m, ed allora il traffico pesante aumenterà in modo considerevole e non
prevedibile.
Quindi, la presa di posizione dei
Sindaci della val Roja assume un significato ancora più forte se si pensa
all’incremento di traffico futuro, che renderà la valle Roja un vero incubo.
Le voci di preoccupazione che si levano
da parte delle Associazioni di trasporto italiane ci paiono del tutto
ingiustificate. La nuova autostrada Cuneo-Massimini, largamente
sottoutilizzata, permette, già ora, un veloce raccordo col sistema autostradale
verso la Francia, ed i tempi di percorrenza non sono superiori al transito in
valle Roja. Molti trasportatori, poi, preferiscono utilizzare l’autostrada
invece del Tenda, in quanto il percorso montagnoso, con salite, discese e
tornati, porta a maggiori oneri di manutenzione dei mezzi.
Si pensi piuttosto ad incentivare il
transito autostradale con tariffe agevolate per gli autotrasportatori e si
finisca di martoriare col traffico pesante una valle non adatta a riceverlo,
per il solo interesse di alcuni gruppi multinazionali presenti nella Val
Vermenagna.
Le accuse fatte dal «patto per lo sviluppo» (associazione che riunisce
Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti e Confagricoltura
della Granda) ai
Comuni francesi di non aver provveduto a un miglioramento della viabilità nei
loro territori ci paiono del tutto ingiustificate, soprattutto se pensiamo a
ciò che noi non abbiamo fatto, come le circonvallazioni di Demonte e Aisone.
Non possiamo imporre ad una valle di uno
Stato confinante, che vuole privilegiare il turismo e il rispetto del proprio
territorio, di assecondare le richieste motivate da poche realtà industriali,
che sono in grado di trovare soluzioni alternative.
Il traffico pesante, e non ci stancheremo
mai di dirlo, va dirottato il più possibile su rotaia, e devono essere ridotti
sempre più i trasporti inutili, ossia di merci che non hanno motivo di
viaggiare, se non quello di favorire interessi particolari del tutto
contrastanti con quelli della comunità.
Cuneo 25 agosto 2017
Il Presidente Pro Natura Cuneo Il
Presidente Legambiente Cuneo
Domenico Sanino
Bruno Piacenza