Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo il comunicato stampa relativo alla tavola rotonda, dedicata alla tutela dell'acqua nel nostro territorio, organizzata dal Circolo Legambiente dell'Ovadese e Valle Stura a Bosio – Domenica 31
luglio 2016
IL RISPETTO
DELL’ACQUA NEL NOSTRO TERRITORIO
incontro pubblico tra le
Istituzioni, i Comitati e le Associazioni,
promosso da Legambiente Ovadese e Valle
Stura
Domenica
31 luglio si è svolto, nell’ambito della rassegna ABBEY Contemporary Art, l’incontro sull’acqua, tema sviluppato
artisticamente a Parodi Ligure e analizzato ambientalmente in tutta la sua
complessità nella biblioteca del Comune di Bosio.
Per
Legambiente è intervenuta Vanda Bonardo, Responsabile Nazionale Alpi Legambiente.
L’incontro è stato inserito in La Carovana delle Alpi.
Dal
2002 con la campagna d'informazione "La Carovana delle Alpi"
Legambiente difende e promuove il territorio alpino, un ecosistema fragile
minacciato da uno sfruttamento eccessivo delle risorse. I circoli di
Legambiente dialogano con cittadini, forze economiche e istituzioni per
stimolare una discussione costruttiva verso uno sviluppo sostenibile.
Quest’anno La Carovana delle Alpi è scesa sino a Bosio, ha ascoltato e ha dato voce
alle Associazioni e ai Comitati Ambientalisti preoccupati per la fragile e
precaria situazione del territorio.
Michela
Sericano, per Legambiente Ovadese e Valle Stura, ha curato l’introduzione.
Le
varie problematiche sono state sviluppate da: Piero Mandarino per Legambiente
Val Lemme, Pier Luigi Cavalchini per ProNatura, Lelio Morricone per il Comitato
Vivere a Predosa, Enzo Daniele per il Comitato Sezzadio Ambiente.
Al
termine il Sindaco di Bosio Stefano Persano, ringraziando gli intervenuti, ha
sottolineato l’importanza di unire, con incontri di questo tipo, collina e
pianura poiché solo analizzando complessivamente i problemi, e mettendo le
esperienze in comune, si può crescere tutti insieme verso un futuro più
sostenibile.
Ecco
il messaggio che inviamo alle istituzioni:
Riteniamo sia necessario ed urgente
difendere
tutti insieme:
·
i fiumi: il Tanaro,
la Bormida, l’Orba, il Lemme, lo Scrivia, il Piota, il Gorzente, l’Erro, l’Albedos,
... Fiumi, torrenti e rii che scorrono da sud verso nord, e confluiscono l’uno
nell’altro in un intreccio assai complicato prima di arrivare al Po.
Discriminati persino nel nome, si pensi al Tanaro, che alla confluenza col Po
è, tra i due, il fiume più lungo, eppure, nonostante la consuetudine, cede al
Po la propria acqua ed il primato di fiume più lungo d’Italia.
·
le falde superficiali e
profonde
·
le zone di
ricarica:
le falde profonde, destinate al consumo umano, si alimentano dalle zone di
ricarica. Il PTA le definisce, ma non le cartografa con precisione e
soprattutto ne rinvia la protezione. Non possiamo aspettare poiché tra non
molto non ci sarà più nulla da proteggere! Si chieda agli abitanti di
Castelferro e Mantovana quanto ritengono di aver perso con la comparsa di
considerevoli valori di cromo esavalente nella loro acqua!
·
le riserve sono
strategiche, nell’alessandrino ce ne sono di molto grandi ed importanti. Anche
queste vanno protette con efficacia.
Solo
con l’impegno delle Istituzioni preserveremo i fiumi e le falde dall’attacco
degli inquinanti generati dalle discariche di rifiuti
industriali e urbani. Le discariche industriali vanno evitate progettando cicli
chiusi, e comunque, se indispensabili, devono essere fatte lontano dalle zone
ad elevata vulnerabilità, non sopra le aree di ricarica delle falde!
Le
cave (ad esempio Cascina Clara e Buona) non possono essere rinaturalizzate con
lo smarino del Terzo Valico! La raccolta differenziata deve rendere inutili le nuove
discariche di rifiuti urbani!
Rispettare
la nostra acqua significa denunciare gli impianti chimici gestiti in modo
sconsiderato. Gli impianti chimici devono essere
autorizzati solo se a ciclo chiuso e lontani dalle zone ad elevata vulnerabilità
delle falde. Una ferita aperta: lo stabilimento di fluoropolimeri di Spinetta
Marengo, principale sorgente di PFOA nel fiume Po (1 tonnellata/ anno
autorizzata dalla Provincia).
Rispettare
l’acqua è riflettere sull’utilizzo dei pesticidi in agricoltura e persino lungo
le strade e nei centri abitati. Il futuro dell’agricoltura sta nella qualità
degli alimenti prodotti. Il PAN va applicato, mentre si potrebbe evitare la
costruzione di qualche tangenziale!
Le
erbacce si possono rimuovere senza usare veleni!
Riteniamo sia
necessario ed urgente difendere la nostra acqua dalle captazioni
idroelettriche speculative (progetti in fase di autorizzazione insistono sul
Piota, sullo Stura, sull’Orba, ecc..) e dalle eccessive captazioni irrigue.
Le
nostre estati sono solitamente scarse di piogge ma l' Orba è sempre stata viva
e vegeta (seppure con portata ridotta) nei tratti a monte delle tre traverse di
Capriata, Bosco e San Michele. Quest'anno, come già accaduto in passato, a
partire dal 1990, la fauna ittica e l'intero ecosistema del torrente nel tratto
interno alla Riserva Naturale e a SIC, ha subito gravi danni.
Attribuire
le cause dell' asciutta a fenomeni naturali significa non affrontare il vero
problema che è la mancanza della definizione del Minimo Deflusso Vitale (DMV)
previsto per legge dal 1989, che ogni sbarramento deve lasciare defluire a
valle.
Solo
riconoscendogli almeno la dignità di un singolo utente che preleva acqua, lo
stesso corso d'acqua, fornitore della risorsa, si può auto depurare!
Occorre
dunque riprendere i lavori sul Contratto di Fiume, quantificare senza ulteriori
ritardi i DMV da inserire nei disciplinari di concessione delle derivazioni e
ripensare certe deroghe al DMV.
Riteniamo sia necessario ed urgente difendere
la nostra acqua:
·
dalle
perforazioni che mettono in comunicazione le falde. La pianura
alessandrina è costellata di perforazioni che accelerano la comunicazione tra
la falda superficiale e quella profonda. Connessione, peraltro, sempre presente
per la discontinuità del setto Villafranchiano, pensiamoci per non
sottovalutare l’importanza della falda superficiale.
·
dalle cave che
rendono le falde più vulnerabili: le cave tolgono strato protettivo alle falde.
In taluni casi la falda emerge per sempre.
... e dal
malaffare che è l’inquinante più pericoloso.
Legambiente
Ovadese e Valle Stura
Michela
Sericano 349.5363809