Riceviamo
da Gian Piero Godio, responsabile regionale energia - Legambiente Vercelli e
volentieri diamo diffusione dell'evento organizzato da Legambiente e Pronatura
del Vercellese, in occasione del trentesimo anniversario della vicenda di
Chernobyl.
A trent'anni dalla tragedia di Chernobyl,
e dalla chiusura del nucleare italiano:
prima potevamo non sapere, ora sappiamo,
ma ben poco è cambiato!
Dopo Chernobyl’, pareva ovvio che la società
civile scegliesse un’altra via di sviluppo.
Lontana dall’atomica.
L’era atomica doveva essere chiusa.
Andavano cercate altre vie.
E invece continuiamo a vivere con la paura di
Chernobyl’ ...
Pensavo di avere scritto del passato.
Invece era il futuro.
Svetlana Aleksievic
Premio Nobel per la letteratura (2015)
Il rischio radioattivo
per il Vercellese
Il più grande problema del Vercellese è quello
dei rifiuti radioattivi qui presenti da oltre trent’anni, a Saluggia e a Trino,
anche in forma liquida, come risultato dell'attività della centrale
"Enrico Fermi" di Trino e dell'attività di riprocessamento che era
praticata presso l’impianto Eurex di Saluggia negli anni 70-80, e che ha fatto
sì che il Vercellese abbia oggi sul proprio territorio oltre il 90% dei rifiuti
radioattivi di tutta Italia.
Per i rifiuti liquidi attualmente stoccati a
Saluggia è indispensabile la costruzione dell'impianto di solidificazione
(Cemex), che solidificandoli li possa rendere trasportabili al deposito
nazionale, o quantomeno in un sito meno assurdamente pericoloso.
La beffa dei nuovi
depositi nucleari
Mentre l'iter per l'individuazione del sito per
il deposito nazionale è fermo (la Carta delle aree potenzialmente idonee,
pronta da un anno, non è mai stata pubblicata), quello che invece è stato fatto
negli ultimi anni e che va avanti è il progetto di costruire nei siti nucleari
di Saluggia e di Trino nuovi, costosissimi depositi di scorie definiti
"temporanei" (ma di fatto senza scadenza): se dovessero essere
realizzati, siamo sicuri che dal Vercellese i rifiuti radioattivi non
andrebbero via mai più … e purtroppo
tutti sanno quanto i siti di Saluggia e di Trino siano eccezionalmente
pericolosi: uno per la sua collocazione a pochi metri dalla Dora Baltea e
proprio a monte dei pozzi del più grande acquedotto del Piemonte, l’altro per
essere sulla riva del Po.
Contro questi depositi, che per il Vercellese
rappresenterebbero l’ultima beffa, Legambiente e Pro Natura, insieme a
moltissimi Cittadini della zona, hanno
più volte affermato e anche dimostrato di essere pronti ad una durissima
opposizione. Sono passati trent'anni dalla fine dell'era nucleare italiana: le
scorie radioattive devono essere allontanate prima possibile dai siti di
Saluggia e Trino, non "messe temporaneamente in sicurezza" (come si
dice) in queste aree intrinsecamente insicure.
A presto!
Gian Piero Godio
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