lunedì 8 febbraio 2016

IL SENATORE STEFANO ESPOSITO NUOVAMENTE CONDANNATO

Dal sito notav.info - 7 febbraio 2016

Si Tav. Esposito di nuovo condannato

Da valsusanotizie.it – La nuova sentenza del tribunale civile di Torino è del 2 Febbraio: colpevole di diffamazione nei confronti di Livio Pepino, ex magistrato oggi presidente del Controsservatorio Valsusa, autore con Marco Revelli del libro “Non solo un treno… La democrazia alla prova della Valsusa“. Nell’estate del 2012 Esposito, all’uscita del libro, si lasciò andare a quelle che oggi vengono riconosciute come dichiarazioni diffamanti, in maniera particolarmente odiosa, attraverso un attacco al figlio di Livio Pepino basato su affermazioni totalmente infondate “con l’effetto, evidente e certamente prevedibile da parte dell’autore, – recita la sentenza –  di suscitare nel lettore la percezione di una sorta di alleanza familistica che accomuna il primo al figlio su un terreno latamente trasgressivo, e riconduce ad un unico filtro ‒ di pretesa illiceità ‒ le opinioni avverse di entrambi in ordine alla realizzazione della TAV“. Nel testo delle motivazioni vengono sottolineate “la stupefacente disinvoltura” e  “l’untuosità” con cui si esplicita la diffamazione.

Esposito deve pagare 17.500 euro, che si aggiungono agli altri oltre 20.000 peranaloga condanna subita il 26 Novembre 2015, (diffamazione nei confronti di quattro attivisti valsusini NdR) di cui sono state rese note in questi giorni le motivazioni. Il conto delle sue parole in libertà sale…(6.2.2016 www.notavtorino.org)

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Stefano Esposito condannato a Torino per diffamazione nei confronti di Livio Pepino 

Torino, 5 Febbraio 2016 

I tentativi di ridurre al silenzio o, comunque, di delegittimare le voci che si esprimono contro la Nuova linea ferroviaria Torino-

Lione sono stati e sono – come noto – continui. Se oggi ci torniamo su è solo per segnalare una piccola incrinatura al riguardo. 

Nel giugno del 2012 esce il libro “Non solo un treno… La democrazia alla prova della Valsusa” di Livio Pepino e Marco Revelli 

che denuncia in modo esplicito la follia del progetto e la repressione di cui si avvale. Il fatto che Pepino sia un ex magistrato, 

tuttora considerato in qualche misura un rappresentante delle istituzioni, irrita in modo particolare la lobby del Tav e inizia così, 

sui giornali cittadini, una campagna di delegittimazione nei suoi confronti in cui si distingue, manco a dirlo, il parlamentare del Pd 

Stefano Esposito che si spinge fino ad affermare (ovviamente senza fondamento alcuno) un presunto “arruolamento” del figlio di 

Pepino tra i guerriglieri del Kurdistan, al fine di apprendere tecniche di guerriglia da importare in Val Susa (sic!). Nel silenzio del 

Pd e di gran parte degli intellettuali torinesi (con poche significative eccezioni) Pepino cita Esposito davanti al Tribunale civile di 

Torino chiedendo che si accerti il carattere diffamatorio delle sue affermazioni con conseguente condanna al risarcimento dei 

danni. 

Dopo oltre tre anni dai fatti il 2 febbraio scorso il Tribunale pronuncia una sentenza che più netta non potrebbe essere: Esposito 

ha consapevolmente diffamato Livio Pepino per «sminuire la credibilità e l’autorevolezza delle opinioni contrarie da lui 

ripetutamente e pubblicamente espresse sulla TAV». E lo ha fatto in maniera particolarmente odiosa, attraverso un attacco al 

figlio «con una logica che, lungi dal costituire leale confronto di posizioni diverse, evoca fantasmi di inquietante allusività 

caratteristica di avvertimenti trasversali tipici di situazioni ai limiti della legalità». Altrettanto netta la conclusione: «La nota dell’on. 

Stefano Esposito si rivela lesiva dell’onore e della reputazione del dr. Livio Pepino, e quindi illecita e produttiva di danno alla sua 

immagine, anche perché contenente notizie che sono rimaste in questa sede del tutto prive di fondamento. Nessun elemento di 

prova è stato fornito in questa sede del fatto che Daniele Pepino si sia recato in Kurdistan “per migliorare alla scuola del PKK lo 

studio di tecniche di guerriglia e approfondire il concetto di guerra civile totale”. La totale assenza di prova in ordine alla veridicità 

delle gravi accuse che formano il nucleo di quanto affermato (invero con stupefacente disinvoltura) nelle dichiarazioni 

dell’Esposito riprese sull’articolo pubblicato da “Lo Spiffero”, costituisce l’ultima, ma non meno importante, ragione per ritenere 

diffamatorio il contenuto della notizia». 

Qualche volta esiste un giudice a Torino! L’auspicio è che ciò contribuisca a ripristinare un minimo di etica e di verità

nell’informazione sul Tav (e su quanto lo circonda).

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