Torino, 8 settembre 2015
Comunicato stampa
Manifestazione
sotto il palazzo della Regione Piemonte
Rifiuti,
le associazioni a Chiamparino: ”Blocchi con noi gli inceneritori previsti da
Renzi”
“L’ipotesi di nuovi inceneritori
prevista dall’articolo 35 dello Sblocca Italia è da rispedire con forza al
mittente. Su questo speriamo di avere il presidente Chiamparino al fianco
della vasta coalizione di cittadini che chiedono una gestione dei rifiuti basata
sulla riduzione a monte dei rifiuti e su una raccolta differenziata spinta”. E’
questo il messaggio lanciato dagli ambientalisti durante la manifestazione
organizzata sotto il palazzo della Regione Piemonte in piazza Castello a
Torino. L’iniziativa, promossa da Zero Waste Italy e da un ampio cartello di
associazioni ambientaliste, è stata indetta alla vigilia della Conferenza
Stato-Regioni in cui dovrebbe essere approvato il decreto attuativo
dell’articolo 35 del decreto Sblocca Italia che autorizza 12 nuovi
inceneritori nel Paese e che prevede che lo Stato pianifichi sulla gestione
dei rifiuti, ponendo il veto anche su delibere e atti degli Enti
Regionali.
“Palazzo Chigi –hanno
sottolineato i promotori- fa finta di non vedere che ancora una volta manca
l’oggetto del contendere, e cioè i quantitativi di rifiuti. Sfidiamo chiunque a
garantirsi le quantità di rifiuti da bruciare previste nella bozza di decreto ed
è impossibile non tener conto dell’aumento inesorabile delle quantità avviate a
riciclo, oltre che di quelle oggetto delle inevitabili politiche di prevenzione.
I quantitativi da bruciare in nuovi impianti sono sovrastimati dal
governo perché sono calcolati su un obiettivo del 65% di raccolta differenziata
già ampiamente superato in diverse regioni (a partire da Veneto, Friuli Venezia
Giulia, Marche). Tra l’altro già oggi gli impianti da poco costruiti sono in
grande difficoltà perché grazie alle raccolte differenziate domiciliari e la
tariffazione puntuale non hanno più i rifiuti dal territorio che li ospita e
sono costretti a cercarli da altre regioni. Lo stanno facendo utilizzando
proprio l’articolo 35 dello Sblocca Italia che smonta il condivisibile principio
di prossimità, moltiplicando i viaggi dei rifiuti urbani da una parte all’altra
del Paese, e permette anche di ri-autorizzare gli impianti sul carico termico
massimo, aumentando i quantitativi di rifiuti da bruciare. Insomma
sull’incenerimento il governo dà veramente i numeri”.
Un decreto che per le
associazioni è “il frutto della sommatoria delle singole richieste delle aziende
di gestione dei rifiuti, soprattutto delle multiutilities del Nord, che
ancora non hanno capito che in questo Paese il vento è cambiato e che non c’è
più spazio per nuovi inceneritori. Ci sarebbe invece bisogno di tanti impianti
che non ci sono e che servirebbero ai cittadini e alle loro tasche. Serve
realizzare, soprattutto nel Centro-Sud, gli impianti per trattare l’organico
differenziato, che purtroppo continua a viaggiare quotidianamente su gomma per
diverse centinaia di chilometri, spendendo inutilmente soldi in inquinanti
trasporti e consumando gasolio. Serve costruire una rete capillare di impianti
per massimizzare il riciclaggio (ecodistretti, fabbriche dei materiali, etc).
Tutti impianti -ricordano le associazioni- alla base della legge di
iniziativa popolare “Rifiuti zero”, curiosamente ferma in Commissione
Ambiente della Camera dei deputati, mentre il Governo spinge
sull’incenerimento”.
I promotori della manifestazione hanno
consegnato al presidente della conferenza Stato-Regioni Chiamparino un
documento tecnico-legale da utilizzare per impugnare l’articolo 35 del
decreto Sblocca Italia augurandosi che un consistente numero di governatori si
opponga al decreto “che porterebbe ad un unico risultato: lo stallo totale, che
farebbe felici ancora una volta i tanti signori delle discariche che continuano
a fare soldi e governare il ciclo dei rifiuti grazie alle inesistenti politiche
di settore”.
Ufficio stampa
Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806
www.legambientepiemonte.it – www.facebook.com/legambientepiemontevalledaosta
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Roma, 8 settembre 2015
Comunicato stampa
Rifiuti, Decreto Sblocca Italia e
nuovi inceneritori
Legambiente aderisce alla tre
giorni di mobilitazione promossa da Zero Waste Italy
“I nuovi impianti sono un danno per
l'economia circolare e un favore per la lobby degli
inceneritori”
In vista della riunione tecnica presso la conferenza Stato Regioni che
domani esaminerà la bozza di Dpcm sull’incenerimento dei rifiuti in attuazione
dell’articolo 35 del decreto Sblocca Italia, Legambiente scende in piazza
insieme a Zero Waste Italy e ad altre associazioni e comitati per chiedere al
Governo di fare un passo indietro per evitare un ulteriore danno all'industria
del riciclo e all'economia circolare italiana. Se infatti, il decreto, venisse
approvato si aprirebbe la strada a 12 nuovi e inutili impianti di incenerimento
(3 nel nord Italia, 4 nel centro, 3 nel Sud e 2 in Sicilia che si
aggiungerebbero a quelli già attivi), dimensionati sulla base di elaborazioni
numeriche grossolane, che graverebbero ulteriormente sulle già salate bollette
elettriche pagate nel nostro Paese.
“Se il governo volesse lavorare sul serio sulla gestione dei rifiuti basterebbe cancellare questa bozza di Dpcm e scrivere un nuovo testo per promuovere concretamente l’economia circolare. Basterebbe rivedere completamente il principio di penalità e premialità economica nel ciclo dei rifiuti e il cambio di passo sarebbe garantito”.
Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha
motivato l’adesione da parte dell’associazione ambientalista alle mobilitazioni
in corso in questi giorni in diverse città contro l'ipotesi di realizzare nuovi
impianti di incenerimento dei rifiuti contenuta nello Sblocca Italia, in corso
di valutazione presso la conferenza Stato Regioni.
“Occorre utilizzare al meglio l’ecotassa per far aumentare il costo di smaltimento in discarica e ridurre il flusso di rifiuti smaltiti sotto terra ma anche cancellare gli incentivi alla produzione di elettricità da incenerimento – prosegue Cogliati Dezza -. Il Dpcm in discussione rischia di causare un nuovo stallo del settore che farà felici solo i signori delle discariche che continuano a fare soldi e governare il ciclo dei rifiuti grazie alle inesistenti politiche di settore. Senza contare che così facendo si condannerebbe definitivamente una delle esperienze più avanzate in campo ambientale europeo, la raccolta differenziata, mettendo in crisi uno dei pochi settori industriali che non dipende dall'estero per il reperimento delle materie prime”.
Tra i motivi di opposizione, Legambiente ricorda che manca l’oggetto del
contendere, e cioè i quantitativi di rifiuti: già oggi gli impianti da poco
costruiti, come ad esempio quello di Parma, sono in grande difficoltà perché
grazie alle raccolte differenziate domiciliari e la tariffazione puntuale non
hanno più i rifiuti dal territorio che li ospita e sono costretti a cercarli da
altre regioni. E lo stanno facendo utilizzando proprio l’articolo 35 dello
Sblocca Italia che smonta il condivisibile principio di prossimità,
moltiplicando i viaggi dei rifiuti urbani da una parte all’altra del paese e
permette anche di riautorizzare gli impianti sul carico termico massimo,
aumentando i quantitativi di rifiuti da bruciare.
Ancora una volta il governo scrive un decreto sotto dettatura di una
lobby, in particolare di alcune multiutilities quotate in borsa, e non
nell'interesse del Paese: del resto, vedendo la distribuzione territoriale dei
12 impianti, è abbastanza semplice capire chi sono i promotori dei singoli
progetti che il governo ha prontamente fatto propri. Il Paese invece avrebbe
bisogno di tanti impianti che non ci sono e che servirebbero molto ai cittadini
e alle loro tasche. Serve realizzare, soprattutto nel centro sud, gli impianti
per trattare l’organico differenziato (recuperando energia con il biogas),
raccolto dai sempre più numerosi Comuni ricicloni, che purtroppo continua a
viaggiare quotidianamente su gomma per diverse centinaia di chilometri,
spendendo inutilmente soldi in inquinanti trasporti e consumando gasolio. Serve
costruire la rete capillare degli impianti per la massimizzazione del
riciclaggio (ecodistretti, fabbriche dei materiali, etc) e per la preparazione
per il riutilizzo dei rifiuti, alla base della legge di iniziativa popolare
“Rifiuti zero”, curiosamente in discussione in Commissione Ambiente della Camera
dei deputati proprio mentre il Governo spinge sull’incenerimento. Parallelamente
serve individuare gli inceneritori ormai obsoleti e da chiudere definitivamente,
rimpiazzandoli con impianti per il riciclo e la preparazione per il riutilizzo.
L’ufficio
stampa: 06.86268376 -99 -53
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