martedì 30 giugno 2015

RAPPORTO ECOMAFIA 2015


Pubblichiamo il Comunicato stampa di Legambiente regionale relativo alla presentazione del rapporto Ecomafia 2015, il documento redatto annualmente da Legambiente per monitorare e informare i cittadini in merito all'ampiezza del fenomeno dei delitti contro l'ambiente.
Purtroppo i dati risultano in progressione rispetto agli anni precedenti e i recenti fatti di cronaca locale relativi alle cave e al traffico illecito di rifiuti confermano quanto sono grandi gli appetiti delle consorterie mafiose in questo settore.
Possiamo già anticipare che il nostro circolo intende organizzare un evento per presentare pubblicamente il rapporto: a breve, comunicheremo la data.





 Torino, 30 giugno 2015                                                      Comunicato stampa

Ecomafia 2015: in Piemonte 469 infrazioni, 631 persone denunciate, 2 arresti e 106 sequestri

Le ecomafie non conoscono crisi. Legambiente: “Tenere alta l’attenzione su rifiuti, cemento e grandi opere”

“Disponibili a collaborare con la nascente commissione regionale antimafia”


Il 2014 riporta un bilancio davvero pesante per i crimini contro l’ambiente: 29.293 reati accertati in Italia, circa 80 al giorno, poco meno di 4 ogni ora, per un fatturato criminale che è cresciuto di 7 miliardi di euro rispetto all’anno precedente ed è tornato ai livelli pre-crisi, raggiungendo la ragguardevole cifra di 22 miliardi. Numeri e storie di corrotti, clan e inquinatori, illustrate oggi a Roma da Legambiente per la presentazione del rapporto Ecomafia 2015.
Alla crescita dell’economia ecomafiosa contribuisce in modo eclatante il settore dell’agroalimentare, con un fatturato che ha superato i 4,3 miliardi di euro. Crescono i reati nel ciclo dei rifiuti (+26%), ed anche gli illeciti nel ciclo del cemento (+4,3%). Cresce anche l’incidenza criminale nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia, Sicilia, Campania e Calabria), dove si è registrato più della metà del numero complessivo di infrazioni. Ma le ecomafie non sono prerogativa del Sud Italia e, anzi, da molti anni sono ormai fortemente insediate nell'economia del Nord del Paese.

Per quanto riguarda il Piemonte il bilancio è di 469 infrazioni di natura ambientale, 631 persone denunciate, 2 arresti e 106 sequestri. Continuano a primeggiare i settori ormai tradizionali della criminalità ambientale regionale: il ciclo dei rifiuti (172 infrazioni accertate) ed il ciclo del cemento (130). Per quanto riguarda quest’ultimo settore nel 2014 la provincia di Asti fa registrare il primato negativo scavalcando la provincia di Torino che, in ogni caso, resta il territorio in cui si trova il numero complessivo più elevato di infrazioni ambientali (113). Sono 2, invece, le persone arrestate in regione, entrambe per crimini legati al racket degli animali.

A mettere in evidenza come la criminalità organizzata in Piemonte si concentri sui settori più redditizi, ovvero sul ciclo del cemento e dei rifiuti, sono le più importanti inchieste degli ultimi anni. Se il giudizio in appello del processo Minotauro, pronunciato lo scorso 28 maggio, ha confermato il radicamento della ‘ndrangheta nel ciclo del cemento e nelle relazioni con la politica attraverso il voto di scambio, gli esiti dell’operazione San Michele hanno fatto scendere l’ombra della criminalità organizzata anche nel settore dei rifiuti speciali. Fino a qualche anno fa, infatti, sembrava non emergere un ruolo diretto dei clan nel settore, ma solamente di singoli imprenditori spregiudicati che provavano ad abbattere i costi di smaltimento, abbandonando sostanze pericolose ai bordi delle strade, interrandoli sotto campi coltivati o cave dismesse o dirottandoli verso il traffico illecito internazionale. L’operazione San Michele ha invece fatto emergere, a carico di un soggetto originario della provincia di Catanzaro e residente in provincia di Novara, l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa per aver utilizzato una cava a Chiusa di San Michele in Valsusa per stoccare e smaltire irregolarmente oltre 50.000 metri cubi di rifiuti speciali.

Un’attenzione particolare per Legambiente va anche posta al ruolo delle grandi opere quali Tav e Terzo Valico e alle possibilità d’infiltrazione della ‘ndrangheta. Per l’associazione è necessario intensificare i controlli sui cantieri delle opere pubbliche, attraverso la costruzione di commissioni di controllo specifiche che siano in grado e che abbiano i poteri per vigilare sulle gestione degli appalti e sulla realizzazione dei lavori, ma anche riducendo, ripensando e valutando bene l’elenco delle opere strategiche per la collettività. Per Legambiente occorre vietare i subappalti nei cantieri ed è inoltre da abolire l’anomalo istituto del general contractor per evitare che la direzione lavori sia in carico alla stessa stazione appaltante.

“E’ preoccupante verificare che, nonostante la crisi, le ecomafie non subiscano flessioni –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. La recente introduzione, dopo 21 anni di battaglie da parte della nostra associazione, degli ecoreati nel codice penale dà sicuramente uno strumento repressivo in più per contrastare in modo efficace ecomafie ed ecocriminalità, ma la vera lotta alla criminalità si batte sul campo della prevenzione: occorre che tutti, dai cittadini alle istituzioni continuino a tenere alta l’attenzione a partire dai settori di maggior interesse economico,  quali la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, le escavazioni, le nuove costruzioni e le grandi opere. Anche per questo siamo convinti che l’imminente nascita della commissione regionale antimafia, da noi sollecitata da diversi anni, sia una buona notizia e vogliamo confermare alla Regione Piemonte la nostra disponibilità a collaborare”.


Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806
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sabato 27 giugno 2015

VISITA "GUIDATA" DEL COMUNE DI GENOVA

AI CANTIERI DEL TERZO VALICO

- 18/6/2015

Il 18 giugno la Commissione del Comune di Genova si è recata su alcuni cantieri del Terzo Valico: Trasta e Finestra polvevera.
Di seguito la relazione di una persona che ha partecipato al sopraluogo, in qualità di accompagnatore di un consigliere di minoranza.


 

Il punto di ritrovo è presso il campo base di Trasta, dove ci vengono forniti elmetti, scarpe antinfortunistiche e giubbini con bande catarinfrangenti. Veniamo invitati a non scattare fotografie nei cantieri dalla dott.ssa Carmen Cecchini, responsabile comunicazione di Cociv. Compongono la commissione una trentina di persone tra consiglieri e membri esterni. Con un paio di pulmini scortati da una vettura della Digos veniamo condotti all’interno del cantiere di Trasta/Fegino. Il cantiere è costituito dalla galleria Campasso e da uno spazio esterno tra essa e la linea ferroviaria storica dei Giovi (via Mignanego). Non appena entrati in cantiere notiamo un camion uscito dalla galleria carico di smarino non coperto e non bagnato. Alcuni operai sembrano indossare stivali di gomma e non scarpe antiinfortunistica. Alcuni di noi vengono dotati di mascherina per bocca e naso, ma una parte del gruppo ne resta sprovvista. Scendiamo dal pulmino all’imbocco della galleria, nella quale veniamo subito introdotti dal capo cantiere ing.Caruso, a cui possiamo rivolgere qualche domanda dopo una sua breve introduzione. Ci dice che la galleria ha raggiunto una profondità di 530 m e che ne mancano dunque 70 al suo completamento, ossia circa 1 mese di lavoro. Essa viene scavata con metodo tradizionale. Il materiale di risulta viene definito metargillitico con tracce calcaree. Più di metà dei componenti della commissione si mostra quasi subito piuttosto disinteressata, sia alle spiegazioni spontanee del capocantiere, sia tanto più a porgli delle domande. Le domande che ci viene concesso di fare sono limitate da un altro funzionario di Cociv. Dalle risposte emerge che il sistema di areazione nella galleria è del tipo ad aria premuta. Il lavoro di scavo procede 24 ore su 24, mentre quello di piazzale solo nelle ore diurne. I lavoratori dipendenti di Cociv in questo cantiere sono 70 divisi su 4 turni. In generale, i dipendenti Cociv in Liguria attualmente sarebbero circa 300; Cociv dichiara che circa la metà dei lavori (non viene specificato con quale unità di misura) viene subappaltato a ditte terze. Alla domanda sull’esistenza del giornale di cantiere che riepiloghi le ditte in subappalto viene risposto che esse sono scritte su un apposito sito internet insieme ai lavoratori settimanalmente impiegati nei lavori, a disposizione dei soggetti stabiliti dal Protocollo della legalità (forze dell’ordine); questo sito dunque non è di dominio pubblico. Il rumore nel cantiere è piuttosto alto, tale da rendere difficoltosa la conversazione se non a brevissima distanza. La sezione della galleria è di circa 120 mq. Alla sua uscita sul lato nord dovrebbero esserci un centinaio di metri di percorso all’aperto e poi l’imbocco della galleria di valico vera e propria che, in canna unica fino ai 200 m, si allargherà progressivamente fino a sdoppiarsi dopo circa 400m dall’ingresso. La procedura di protezione da dispersione in aria di particelle di amianto dichiarata è quella di porre un geologo sul fronte di scavo affinchè controlli se affiorano rocce serpentinitiche, nel qual caso si attiverebbe il resto della procedura di profilassi, quale non viene specificato. In ogni caso, in quel momento sul fronte di scavo non sembrava esserci alcun geologo. Lo smarino viene trasportato tramite camion a rimorchio scoperto dal fronte di scavo ad un deposito esterno, anch’esso scoperto, e da lì caricato su camion più grandi per il trasporto all’esterno del cantiere. All’uscita della galleria è presente un impianto di innaffiamento; all’uscita dal cantiere è presente un lavaruote che pulisce i mezzi fino a circa 1 m di altezza, ma non sono previsti lavaggi più accurati dei mezzi. Il capocantiere dichiara l’esistenza dei pozzetti di riciclo delle acque e del pozzetto fiscale, ma non li mostra, anche perché la dott.ssa Cecchini ci spinge a terminare la visita. Metà e oltre dei consiglieri non vede l’ora di andarsene ed è già seduta sui pulmini. Il capocantiere afferma che lo scarico delle acque depurate avviene nel rio che passa al di sotto della rampa di accesso al cantiere e che i controlli nel pozzetto fiscale (che comunque non sarebbe esterno al cantiere stesso, come norma vorrebbe) da parte di Arpal e altre autorità sono praticamente quotidiane. Lasciamo il cantiere dopo circa 20-30 minuti di visita e ci dirigiamo verso quello della Finestra Polcevera. Qui la visita è risibilmente breve, il dialogo coi rappresentanti di Cociv si riduce a 5-10 minuti circa, dopodichè la commissione viene arbitrariamente dichiarata sciolta da parte dell’addetto comunicazioni di Cociv tra la soddisfazione (?) di parte dei consiglieri comunali , quelli meno interessati sin dall’inizio del pomeriggio. Si è appena fatto in tempo ad apprendere che la Finestra Polcevera sarebbe profonda 1800 m e che, grazie alla fresa, dovrebbe essere terminata tra settembre e dicembre. Da allora lo scavo dovrebbe procedere sulla direttrice della galleria di valico. La terra di risulta di questo scavo sta venedo scaricata a Cairo Montenotte, poiché i siti precedentemente individuati non si sono rivelati disponibili.


giovedì 18 giugno 2015

TERZO VALICO: UNA BUONA NOTIZIA E DUE APPUNTAMENTI

Dal sito NoTav TerzoValico, apprendiamo che  due attivisti del movimento sono stati assolti in primo grado per i fatti a loro contestati in occasione di una manifestazione del maggio 2013

"Ogni tanto arriva una buona notizia. Questa mattina Lorenzo e Claudio, attivisti dei comitati No Tav – Terzo Valico della Valverde e di Arquata sono stati assolti in primo grado con formula piena dal Giudice del Tribunale di Genova per i fatti relativi alla giornata di resistenza del 2 maggio 2013 a San Quirico.."
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PROSEGUONO INTANTO LE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA CONTRO L'OPERA:

DOMANI SERA, VENERDI' 19 GIUGNO, AD ALESSANDRIA CI SARA' UN'ASSEMBLEA PUBBLICA PRESSO LA PARROCCHIA DI SAN BAUDOLINO ALLE ORE 21



MENTRE DOMENICA 28 GIUGNO IL RITROVO E' PER LE ORE 10 A EXILLES, IN VAL DI SUSA, PER UNA MARCIA POPOLARE CONTRO TAV E GRANDI OPERE.
SI STANNO ORGANIZZANDO DEI PULLMAN CON PARTENZA DA ARQUATA SCRIVIA: CHI FOSSE INTERESSATO, PUO' PRENOTARE IL POSTO ENTRO IL 24 GIUGNO AL NUMERO 340 129 12 96.