Riceviamo da Antonello Brunetti e pubblichiamo l'undicesimo messaggio relativo al TVG
IL
TERZO VALICO SPUZZA
Appunti su “TANGENTI E TERZO
VALICO”
- Se andate a cercare su
Internet l’accoppiata Terzo Valico-tangenti vi perdereste nel leggere articoli,
soprattutto recenti (dopo l’arresto di Incalza), dedicati a questo argomento
(corruzione, favoritismi, nepotismi, mafia). Dopo la quota cinquanta articoli
ero stufo, anche perché ho visto che ce n’erano almeno altrettanti dalla pagina
sei alla pagina 12.
Eppure i lavori-sfacelo continuano ...
e i governi regionali, locali e nazionale, evidentemente
conniventi, fanno gli gnorri.
- La
Stampa - "Anche Legambiente
nazionale dice no al Terzo valico. Il cambio di rotta annunciato ad Arquata il
21 marzo 2015. L’associazione finora era stata favorevole alla linea ferroviaria
ad alta capacità tra Genova e Tortona, nonostante la posizione contraria dei circoli locali". Il WWF
nazionale è sempre stato contrario.
- Comunicato SEL. “No al Terzo Valico”. Peccato che
poi sostenga le giunte comunali e regionali, come ad esempio in Liguria, che
impongono la grande opera inutile, costosa e mafiosa (“Medicina democratica”).
- Dalle
intercettazioni. Incalza definisce “cretini” i parlamentari del PD che
chiedono di distogliere una parte dei soldi Terzo Valico per intervenire sul
dissesto idrogeologico delle province di Genova e di Alessandria. Pronta la
risposta di Lupi, che più o meno suona così: non ti preoccupare, tutto si
sistema, finisce in niente e noi continuiamo a farci gli affari nostri con i
soldi dello Stato.
Dopo l’alluvione la triade Borioli - Fornaro - Esposito
hanno fatto caciara per qualche giorno, per far vedere che c’erano, mentre la
gente incazzata spalava il fango. Poi tanto passano i mesi e la gente si
dimentica. Incalza e Lupi non mollano l’osso e loro zitti, muti.
Il Movimento 5 stelle propone di investire in Liguria per gli
alluvionati due miliardi. La cosa finisce nella commissione presieduta (ancora
costui!) dall’indagato per corruzione Altero Matteoli. L’ordine del giorno viene
sostenuto solo da M5S e SEL, nessun PD a favore, e quindi viene bocciato. Cinque
stelle propone una alternativa, ma la Boschi il giorno successivo chiede la
fiducia al governo e quindi, nonostante l’opposizione vistosa dei “grillini”,
non una lira viene tolta alle Grandi opere.
Gli alluvionati possono aspettare e al Terzo Valico non vengono
tolti i finanziamenti. Se ne riparlerà forse nel novembre prossimo, alla
prossima tragedia.
Una cosa analoga era già avvenuta per trovare soldi per la
cosiddetta “Buona scuola”. Anche in questo caso Incalza e Lupi erano intervenuti
per non lasciar svuotare il sacco del Terzo Valico.
- La Stampa - “ Ercole Incalza ha piazzato suo genero
Alberto Donati nella Argo finanziaria, coinvolta nel Terzo Valico. In tal
modo Donati ottenne 700.000 euro per consulenze”. Fece nominare direttore dei lavori del Terzo
Valico Stefano Perotti, ora in carcere. In una telefonata ridacchiano beati
parlando di una piattaforma informatica per Comuni e Regioni (quella che i
sindaci decantavano come collaborazione informativa) definendola come cosa che
non ci sarà mai (“stiamo vendendo una cosa che non c’è”). Anche la greppia di
Francesco Cavallo è piena e gli fanno avere 8.000 euro mensili per cose
inesistenti.
... Eppure ancora oggi i
lavori-sfacelo continuano.
- La Stampa - Il prefetto
di Alessandria, Romilda Tafuri, il 15 aprile 2014 telefona a Incalza (perché
proprio a lui?), e gli chiede di far
allontanare Pietro Marcheselli dalla direzione del Cociv poiché imputato di
associazione mafiosa e con sul groppone una condanna a 4 anni e mezzo per
smaltimento abusivo di rifiuti. A costui sarebbe stato affidato il compito di
controllare amianto e smaltimenti in cave. Insomma sarebbe il controllore di se
stesso.
La signora Tafuri aveva
chiesto al prefetto di Genova, Giovanni Balsamo, di intervenire, ma questi aveva
fatto orecchio da mercante. Incalza risponde che ci penserà lui, ma nulla viene
fatto. Anzi “l’ing. Piero Marcheselli” avrà modo, come recita l’atto di
“denuncia-querela” inviatomi un anno fa, “di venire a conoscenza, nell’attività
di monitoraggio delle notizie on-line”, di quanto avevo scritto anni prima,
affidando quindi all’ing. Michele Longo il compito di procedere” contro certo
Antonello Brunetti.
Solo di recente, un anno
dopo la segnalazione della dott.ssa Tafuri, per merito del nuovo
prefetto di Genova, Fiamma Spena, Marcheselli è stato esautorato. La Stampa così
commenta la vicenda: “Nei cantieri del Terzo Valico il rispetto delle normative
antimafia era un orpello e quindi la segnalazione del prefetto di Alessandria
cade nel vuoto, inghiottita dalla cricca che aveva come unico scopo la
lievitazione dei costi del Terzo Valico”.
... Eppure ancora oggi i
lavori-sfacelo continuano.
- Il fatto quotidiano - “Il
Terzo valico porta male. Quasi tutti i principali sostenitori sono finiti in
galera, da Claudio Scajola a Luigi Grillo. L’opera piace anche a sinistra. L’ha
sostenuta per vent’anni il governatore uscente della Liguria, Burlando, e la
vuole assolutamente la Paita candidata alla sua
successione.
L’opera è affetta da quattro
cancri: non serve a nulla;
è estremamente dispendiosa; approssimativa e fuori controllo; camuffata con la
frottola dell’investimento privato”. Il tutto in mano a speculatori e politici
arroganti, incapaci persino di presentare una relazione da scuola media per
giustificare l’opera.
Ma del resto non gli
serviva, visto che “la madre di tutte le tangenti” era
superprotetta.
Dal 1992
chiediamo al Cociv la documentazione fondamentale del rapporto fra costi e benefici. Mai vista!
Questa è
emersa due mesi fa dai meandri del Ministero lupiano: miserande venti paginette
datate 2003, dodici anni fa! Un documento ridicolo che ciascuno di noi sarebbe
in grado, seguendo l’esempio dei sofisti, di inventare e redigere in tre orette
di lavoro.
L’assunto su cui si basava l’intera analisi è che le
linee esistenti tra Genova e la pianura alessandrina, ovvero le due dei Giovi
più quella di Ovada, fossero in via di saturazione. Nel 2003 stimavano che entro
il 2010 non ci sarebbe stato più spazio sulle linee, disegnando scenari
apocalittici in caso di mancata costruzione dell’opera. Sulla base di questo
dato, non supportato da alcuna fonte e diametralmente opposto alla situazione
odierna, vengono snocciolate una serie di dati fasulli, redatti in maniera
spudorata.
... Eppure ancora oggi i
lavori-sfacelo continuano.
- La Stampa - Ercole
Incalza nel corso di una telefonata paventa che vengano ridimensionati i finanziamenti al Terzo Valico, a cui tiene
molto e lo dice con chiarezza. Qualcuno vuole che si dia corso a una
disposizione legislativa dell’anno 2000 nella quale si proponeva di ridurre il
costo dei servizi offerti dalle Ferrovie, soprattutto nel trasporto merci. A
questo punto, per evitare che “si brucino tante cose, ma proprio tante”, propone
di aumentare ai pendolari il costo dei biglietti. “Gli stanziamenti per il Terzo
Valico devono ingrassare per inglobarvi le tangenti e le spese inutili” scrive
il giornale. “Non ci devono prendere i soldi della Milano-Genova” afferma al
telefono Incalza.
- Scrive Tino Balduzzi -
“Terzo Valico: più l'opera è inutile e meglio funziona la corruzione.
A differenza da ciò che ha
detto Chicco Testa a “Servizio Pubblico” il giorno delle dimissioni del ministro
Lupi, la corruzione non colpisce
indifferentemente opere utili e opere inutili, ma produce molte più tangenti
nelle opere inutili
Semplicemente perché è
difficile che qualcuno vada a controllare se un’opera che poco o niente
utilizzata sia stata fatta bene oppure no. In mancanza di controlli estrarre
tangenti è più facile, mentre se un’opera è utile gli occhi puntati su di essa
possono essere troppi. Di conseguenza è
lecito pensare che l'intreccio mafia-politica imperante produca opere
tendenzialmente o totalmente inutili
Questo per dire che, dopo
aver esaminato per anni il Terzo Valico senza averci trovato giustificazioni che
stiano tecnicamente in piedi, c’era da aspettarsi la presenza di un castello di
corruttele che, a quanto pare, sta iniziando a franare. Un ulteriore indizio è
stato il pervicace rifiuto da parte dei politici favorevoli a sostenere un
dibattito pubblico serio ed approfondito. Sindaci, consiglieri regionali,
parlamentari. Ultimo è stato il senatore Morando. Al massimo ti concedono cinque
minuti. Occorre assai più tempo per esaminare seriamente, in contradditorio, i
moltissimi aspetti in ballo. Il confronto deve essere vero ed esaustivo, con
esperti e non con sindaci mandati allo sbaraglio e con in tasca le direttive di
partito. Occorre un confronto che, contrariamente a quanto sostiene ancora
Chicco Testa, non c’è mai stato”.
- Che fine ha fatto il cosiddetto “protocollo legalità”, quello che doveva
garantire la “trasparenza” tanto ammirata dai sindaci? Non ha impedito a decine
di aziende di lavorare nei cantieri del Terzo Valico nonostante le accuse di
corruzione, truffa aggravata, concussione, abuso d’ufficio, false fatturazioni,
evasione fiscale e tanto altro ancora. È una farsa che non si conclude con la
fine di un Incalza o di un Marcheselli. È uno schifo che continua, e ancora oggi
nei cantieri troviamo ditte con un passato discutibile, grazie al silenzio dei
notabili, dei sindaci e dei parlamentari della zona.
... Eppure ancora oggi i
lavori-sfacelo continuano.
- Cosa si aspetta, ad
Alessandria e a Genova, a cancellare i “fogli di via”, consegnati a decine di
attivisti dei comitati contro la TAV-TerzoValico della Valpolcevera e Valle
Scrivia che - nel difendere il territorio e l’ambiente - hanno denunciato e
documentato le innumerevoli infiltrazioni mafiose, ‘ndranghetiste e camorriste
nei cantieri della grande opera (oltre il sistema di potere e corruzione che
ruotava intorno a Ercole Incalza).
Come nelle
migliori novelle di Pirandello la realtà è stata rovesciata utilizzando il
Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione… contro gli attivisti
e non contro il sistema malavitoso che sta ingrassando nelle due province grazie
ai cantieri del Terzo valico, alla movimentazione terra e al traffico di rifiuti
speciali.
L’uso del
dispositivo repressivo è stato
utilizzato contro chi si batte per la legalità, per la difesa del territorio,
per un utilizzo corretto e nell’interesse di tutti delle tasse pagate dai
cittadini. Il provvedimento restrittivo della libertà, nei confronti dei No Tav,
scaturito dall’accusa di essere una persona “socialmente pericolosa”, è
profondamente ingiusto (e lo dimostrano ancora una volta le vicende di questo
ultimo mese) e necessita di una rapida disanima con successivo
annullamento.
... Eppure ancora oggi i
lavori-sfacelo continuano.
“Sono tanti gli amministratori, i banchieri, i sindacati, i
politicanti che dovrebbero chiederci scusa per aver detto che eravamo dei
visionari, degli allarmisti, dei catastrofisti, ma soprattutto dovrebbero avere
la dignità di mollare le loro poltrone per non aver saputo/voluto difendere le
loro comunità da questa gigantesca truffa e dalla devastazione ambientale.
Patetici poi quegli incontri senza un contradditorio per elemosinare “opere
compensative” dai due lupi: Walter e Maurizio. Addirittura con veri e propri pellegrinaggi a Roma, anche un paio di
giorni prima dell’arresto di Incalza.
Per anni gli
amministratori comunali, provinciali e regionali, soprattutto del PD, erano culo
e camicia con il mitico Walter Lupi, commissario straordinario
per il Terzo Valico, nominato da Berlusconi e poi sempre confermato. Già colpito
dall’inchiesta su
Expo, “l’impiegato di
Gigi Grillo”, è stato
condannato il 30 marzo dalla Corte dei Conti della Liguria al pagamento di 133 mila Euro per la famosa vicenda
del villino, in località Mulinetti, di proprietà del Demanio a Recco per il
quale era stato condannato a due anni. Struttura che avrebbe dovuto diventare
sede della Forestale e in cui il commissario ha pensato bene di ricavare
un’abitazione privata vista mare per le vacanze estive.
Non sono da meno i Senatori del Partito Democratico Fornaro e Borioli, quelli che ci
dipinsero come “i professionisti della violenza”. Anche loro zitti, muti e sotto
coperta, nella speranza che il tempo riesca a far dimenticare in fretta che loro
sono stati il principale sponsor politico sul territorio del Terzo Valico,
insieme ai Palenzona, Luigi Grillo, Muliere, Berneschi, Bagnasco, Lovelli,
Muliere, Burlando, Paita, Chiamparino e via elencando.
Sia comunque
ben chiara una cosa: non ci basta sapere
che avevamo ragione, adesso queste imprese se ne devono andare dalla nostra
terra. Questo è il momento in cui il progetto del Terzo Valico deve tornare nel
cassetto, le ruspe devono essere fermate e i nostri territori bonificati dalle
loro recinzioni e dalla loro puzza di malaffare e criminalità organizzata. È
questo il tempo di chiudere la partita una volta per tutte e aprirne un’altra
con imprese corrette, ben gestite e controllate che avviino interventi (non
compensativi di cementificazioni e di rotonde) di riassetto del territorio, di
recupero delle strutture scolastiche, ospedaliere e culturali, di ammodernamento
sulle ferrovie esistenti.
... Eppure, ancora oggi, i
lavori-sfacelo continuano.
Solo uno
sprovveduto, o una persona in malafede, potrebbe non accorgersi di questa
palese e vergognosa applicazione della nota prassi dei “due pesi e due misure”: da una parte,
infatti, al popolo vengono imposti flessibilità, precarietà,
licenziabilità dal posto del lavoro al minimo giramento del “padrone”,
dall’altro ministri e potenti si ritrovano il sedere cucito alla poltrona
malgrado siano stati scoperti a compiere le nefandezze più vergognose. E
allora non mi viene altro da fare che “urlare” che trovo insopportabile,
intollerabile e persino vergognosa l’ipocrisia del ministro Lupi, quando
tenta di difendersi sostenendo di non aver mai fatto “pressioni” in favore
del figlio né di alcuno del suo staff.
Un’ipocrisia
vergognosa perché tutti, tutte le persone fornite di minimo buon senso,
sanno benissimo che il potere è quella dimensione che ti fa essere cercato,
pagato, privilegiato e blandito “a tua insaputa”. Abiti firmati, Rolex da
10 mila euro per la laurea del figlio, figlio che a due mesi dalla stessa viene
fatto assumere in una società beneficiaria degli appalti controllati dal
Ministero di cui il padre è a capo. Non c’è altro da dire. Non c’è nulla da
dire.
Viviamo in
una situazione di emergenza sociale? In nome di questa emergenza ci stanno
privando dei diritti e delle tutele più elementari ed umane? Allora in nome
di questa emergenza occorrono misure veloci, drastiche e inappellabili
per tutti.
C’è da fare.
Cacciare via immediatamente questo ennesimo caso di vergogna della
classe politica e dirigente, che abusa del proprio potere e anche, con le sue
dichiarazioni ipocrite, dell’intelligenza e della dignità del popolo
italiano.
Non per
trovargli altre poltrone sostitutive dalle quali continuare a
intrallazzare.
Cacciarlo a calci nel culo e fuori dai coglioni per
sempre!
Per approfondire
vedi il sito
Notavterzovalico.info -
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