lunedì 23 marzo 2015

CARI PENDOLARI, CARI ALLUVIONATI.....



L’INCHIESTA SU TANGENTI E MALAFFARE TOCCA IL TERZO VALICO

“Costi alti? Rincarino i biglietti”


Nelle intercettazioni di Ercole Incalza svelati anche i rischi per i pendolari

Marco Grasso Matteo Indice

La nascita della ferrovia ad alta velocità Genova-Milano, il Terzo valico, resta travagliata dopo che sono stati fissati i finanziamenti pubblici e avviati i primi cantieri, mentre i costi - come da copione - lievitano. Dietro quell’opera, lo rivela l’inchiesta che ha spinto negli ultimi giorni alle dimissioni l’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, si muovono interessi enormi. E gli stanziamenti, agli occhi dei magistrati, sono ingrassati per inglobarvi tangenti e compravendite di prodotti inutili. C’è tuttavia un punto su cui i superburocrati del ministero dei Trasporti non intendono arretrare: i costi non devono scendere, «altrimenti si bruciano tante cose». Al punto che l’alternativa a un definanziamento parziale, profilata dagli stessi personaggi poi finiti nel mirino dei pm, è l’aumento dei biglietti. Ancora una volta è necessario focalizzare i nodi e i personaggi chiave degli accertamenti giudiziari, condotti dalla procura di Firenze. Il personaggio-chiave è sempre Ercole Incalza, ex capostruttura al dicastero dei Trasporti, oggi in carcere per corruzione.

«Ci prendono i soldi!»

Incalza viene intercettato giorno e notte per mesi, ed emergono decine di conversazioni sospette sul Terzo valico. «Il 22 marzo 2014 - scrivono i carabinieri del Ros - Ida Tramonti, collaboratrice di Incalza all’Unità tecnica di missione Grandi opere, gli segnala che per finanziare il cosiddetto “K2” possano “andare a prendere i fondi della Milano-Genova”, opera cui Incalza sembra tenere molto». Il dirigente non pare granché contento, come registrano gli investigatori: «[Se prendono i soldi lì] mi brucia tante cose, ma tante cose guarda! Lo so già...».

Compensare lo sconto

Cosa sta succedendo? Lo «sconto K2» è previsto da un decreto ministeriale del 2000, che ha introdotto un «abbassamento temporaneo del canone di utilizzo dell’infrastruttura nazionale, commisurato ai maggiori oneri di condotta connessi all’arretratezza tecnologica delle linee gestita da Rete ferroviaria italiana». In pratica, si paventa una diminuzione degli introiti per Rfi dalle concessioni della rete, dovendo applicare in alcune aree uno sconto. E s’ipotizza che la compensazione avvenga tagliando un po’ dai soldi per il Terzo valico. Siccome nella divisione d’Incalza l’ultima opzione è vista come il fumo negli occhi, si materializza la proposta-monstre dell’assistente: «Propone - rimarca l’Arma - una soluzione alternativa al definanziamento: “Sai cosa si dovrebbe fare? Il ministro si fa un altro decreto di pedaggio (ovvero le tariffe che le imprese ferroviarie pagano al gestore dell’infrastruttura; ndr) e si scarica sul pedaggio per il valore differenziale”».

«Si rischia l’aumento»

Incalza a quel punto ha un sussulto, perché sa come si rivarrà chi eventualmente (Trenitalia per esempio) dovesse vedersi aumentare il pedaggio: «Sì ma così fanno aumentare il prezzo dei biglietti...». Tramonti capisce che sarebbe poco popolare, spiega che forse c’è una via alternativa, ma poi insiste comunque sul fatto che bisogna «scaricare» su Trenitalia (senza tenere alla fine troppo conto delle ripercussioni sulla clientela). E rimette in guardia il suo capo: «Questi si vanno a prendere i soldi dalla Genova-Milano!».
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Dopo l’alluvione

Fondi negati al territorio


I documenti votati da Parlamento e Consiglio regionale per chiedere al governo di dirottare i soldi destinati al Terzo valico a favore del territorio alluvionato non hanno avuto risposta. Dalle indagini emerge che Ercole Incalza si era opposto. In un’intercettazione, il ministro Lupi lo rassicura: «Tranquillo sono d’accordo con te». Ecco perché non si possono toccare le risorse dell’ Alta capacità. Il Comune di Arquata è stato l’ unico a proporre di dirottare i fondi del Terzo valico. «Non abbiamo mai ricevuto riscontri - spiega il sindaco Spineto - nonostante la priorità sia proprio mettere in sicurezza il territorio e certamente non il Terzo valico». Ora - dice il senatore Federico Fornaro - capiamo la ragione del silenzio rispetto alla nostra proposta, votata da 70 senatori». Anche in Regione maggioranza e opposizioni avevano votato una mozione.

[G. C.]


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